Un romanzo d’amore, o come si dice ora, un romance tra le
mie letture. Sì, qualcuno si può stupire e anche tanto, vista la quantità
esorbitante di post che ho scritto declamando che io no, io non leggo romanzi d’amore.
Non è che sia cambiato poi tanto, eh. Un giorno mi sono svegliata, sono entrata
in Facebook, in uno dei gruppi dedicati agli scambi tra autori e lettori, e
questo titolo, corredato di un bel paio di scarpe rosse con tacco
arma-impropria, mi ha colpito. Sono sensibile ai titoli, anche questo è un
concetto che ho ripetuto fino alla nausea. Un’app tecnologica e il sentimento
più antico, confuso, cercato, fuggito, bramato, odiato, frainteso e discusso
dell’intera gamma extra-sensoriale a disposizione dell’uomo, l’amore.
L’antennina curiosa si è accesa e ho scritto all’autrice,
Elenora Mandese. Inoltre, quando so che esiste una situazione abbastanza
consueta e consolidata nel mio universo, come l’allergia ai romanzi rosa, ho
necessità di andare a punzecchiarla per vedere se è davvero così granitica, o
se c’è spazio per un mutamento, un ammorbidimento. In questo caso, il
punzecchiamento ha ottenuto un risultato piacevole.
Il destino a portata di app si è rivelata una lettura
piacevole, rilassante, e con qualche risvolto originale.
La storia si racconta attraverso la voce di Jessica Bonomi, studentessa
universitaria siciliana a Milano. Quando apriamo la porta, si sta esibendo in
una prestazione di “arrampicamento su vetri bagnati” proprio davanti al crudele
assistente universitario che la sta torchiando su Emily Dickinson. E poi Edgar
Allan Poe. La graziosa vitt… eh, studentessa, non sembra preparatissima. Al
momento cruciale della scelta tra dedicare il proprio tempo alle vicende
letterarie americane o alla ricerca di un paio di scarpe o di una borsa all’ultimo
modello, possibilmente offerte a prezzi stracciati, la tormentata ragazza ha settato
il suo ipertecnologico Mac sui siti di ecommerce che potevano farle raggiungere
il suo obiettivo, scordandosi di Emily Dickinson e Edgar Allan Poe.
Sicuramente, doveva essere stata sotto effetto di qualche potente narcotico,
per distoglierla così tanto dal suo studio appassionato e senza orario.
Non sarebbe grave se questo non fosse L’ESAME. L’ultimo,
quello che le permetterebbe di raggiungere l’agognata meta della laurea. O lo
passa, o… dovrà dire ai suoi genitori che non riesce a laurearsi in tempo, e
questo E’ GRAVE. Molto, grave. Poco dopo questa tragedia universitaria, Jessica
ne scoprirà altre, a breve termine, e quasi tutte concatenate. I genitori le
fanno sapere festanti, al telefono, che hanno già comprato il biglietto del
treno per salire a Milano e assistere al suo trionfo, la laurea. Il portafoglio
le fa sapere che l’ultima ricerca di abiti graziosissimi, che le stanno d’incanto
e che lei altrettanto d’incanto riesce ad abbinare tra loro, ha lasciato una
devastazione tra gli euro destinati a pagare l’affitto alla sua coinquilina,
che non brilla troppo per simpatia e predisposizione al dialogo. Federico, il
suo fidanzato quasi storico, le fa sapere, con il suo comportamento, che c’è
qualcosa sotto.
Insomma, in breve tempo, la vita di una tranquilla
studentessa universitaria malata di shopping scopre il suo lato da tragedia
greca, che però Jessica si sforza di affrontare con un coraggio e una
creatività degni di un’eroina dei tempi antichi. Fingendo che è tutto sotto
controllo e che meglio di così non potrebbe andare, progetta una falsa festa di
laurea che accontenterebbe i suoi genitori e che le darebbe un momento di
respiro per progettare la “pezza” da mettere. Intanto, ha necessità di soldi
che non può più chiedere ai suoi, che sospetterebbero, ma questo è un falso
problema, vero? Lei può mettersi a cercare lavoro, e chi non assumerebbe subito
una giovane donna brillante e piena di promesse come lei, pur avendo esperienza
lavorativa tendente a zero? Ecco… pare che nessuno stia facendo la coda davanti
alla sua porta scongiurandola di portare il suo talento incommensurabile nella
sua azienda.
Jessica, lo vediamo subito, è ben dura da scoraggiare. Non
lo fa praticamente mai. In un negozio di borse deliziose, in cui chissà come è
entrata spinta da qualche forza misteriosa e irresistibile, la ragazza incontra
un giovanotto dal look buffo, Adriano Quercetti, che, colpito dal suo carattere
e da altre qualità di cui lei sembra inconsapevole, le lascia il suo biglietto
da visita, insistendo perché lei lo contatti. E lo fa in modo da non farsi
dimenticare o archiviare come marpione con facilità, come sembrerebbe. Leggete
come ci riesce, è buffo.
Adriano è l’inventore di un’applicazione per smartphone,
Foodster, pensata per far incontrare persone sconosciute intorno ad un tavolo,
per la durata di una cena, in cui imparano di nuovo a parlare senza l’ausilio
delle trappoline tecnologiche che distraggono, separano e allontanano. Una
modernissima applicazione iper tecnologica che dovrebbe riportare le persone
all’arte più antica del mondo, quella di incontrarsi, presentarsi e conoscersi.
Adriano sta cercando qualcuno che possa aiutarlo a diffondere la app, e punta
moltissimo su Jessica che, all’inizio, non ne vuole sapere. Si trova nei guai,
Jessica, ricordate? La falsa festa di laurea, i soldi che non ci sono, i
problemi con Federico e con la sua coinquilina di cui leggerete…
E sono proprio quelle tragedie quotidiane da cui deve uscire
velocemente a spingerla ad accettare la strana proposta di Adriano e a tuffarsi
in un mondo lontanissimo dal suo, e a far funzionare le cose per la prima volta
in vita sua da sola, affidandosi alle sue qualità e capacità.
Il romanzo si snoda attraverso l’interazione con altri
personaggi, come i collaboratori di Adriano, e il rapporto con il giovane
stesso. C’è attrazione tra lui e Jessica, ma un enorme ostacolo che li tiene
divisi e procura loro incomprensioni, e anche malumori e litigi.
Quando ho chiuso il libro, ho sorriso. Eleonora Mandese è
riuscita a descrivere una situazione romantica con umorismo, leggerezza, sensualità,
competenza e anche un pizzico di durezza applicata nei punti giusti. La sua
Jessica, che all’inizio poteva sembrare un po’ superficiale, una ragazza senza
troppe qualità oltre alla capacità di acquistare compulsivamente abbigliamento
e accessori, esce poco per volta nel mondo accorgendosi di avere tante altre
capacità a disposizione, oltre all’occhio allenato per abbinamenti di colori e
tessuti. È anche in grado di tirar fuori rabbia e crudeltà, quando gli altri
minacciano di schiacciarla, e non si fa scrupolo di ricorrervi, se è necessario
tirare un colpo basso.
Mi è piaciuto seguire l’evoluzione di questo rapporto a
prima vista poco probabile tra due persone così distinte, con pochi punti di
contatto. E mi è anche piaciuta l’idea di Foodster, l’applicazione per
smartphone che ti fa mettere da parte proprio lo smartphone per passare il
tempo di una cena insieme ad altre persone per conoscerle. Non è una semplice
app d’incontri… la sua concezione è più complessa e più allettante di quanto
sembri. Dovete leggere il libro per scoprirne il funzionamento.
Se cercate una storia d’amore e tecnologia, che sia
divertente e in crescita, e che rovesci anche qualche cliché, qua e là,
rivolgetevi a Eleonora Mandese e al suo titolo.
Potrebbe essere una lettura
particolarmente indicata per il periodo dell’anno in cui ci troviamo, pensata
proprio per rilassare, divertire, intrattenere e anche esprimersi in qualche
riflessione utile per ampliare e migliorare i propri rapporti umani, senza…
smartphone.
Buon Natale
RispondiEliminaAuguri anche a te!
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