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mercoledì 15 maggio 2013

Libro, film...pensieri sparsi e confusi – Thor, per esempio


Guardando distrattamente i film in tv, ne ho visti un paio tratti dai libri, per cui si è riacceso l’interesse per l’annosa diatriba #libro o film. Uno era Shining, tratto dall’omonimo libro di Stephen King, il primo che ho letto della sua inarrestabile produzione, e che mi ha impedito di dormire serenamente per un paio di notti. Ho visto il film diversi anni fa, e di nuovo ho ripetuto l’esperienza della notte agitata. Questa volta ho passato il turno. Come si fa, del resto, a restare indifferente di fronte agli sguardi allucinati di Jack Nicholson? Al pari di John Malkovich, quell’uomo riesce a essere inquietante e scomodo anche quando è in pieno giorno e chiede che ore sono.
L’altro film è Thor, trasmesso ieri sera. A questo punto si scatena una ridda di pensieri sparsi e confusi. Thor, e la mitologia norrena, sono uno di quegli argomenti che necessariamente devono entrare nella mia vita di lettrice. Al pari dei vampiri (che ritorneranno molto presto su questi schermi, liberi da qualunque costrizione futura), draghi/geishe/streghe/ciclo arturiano/samurai/divinità di ogni pantheon/..., leggo qualunque cosa sia pubblicata, per viverla, conoscerla, discuterla, confrontarla, ammirarla, accettarla o respingerla. Così funziona il Furore con me. Sapevo che il film di ieri sera non si sarebbe basato sul Thor mitologico dei carmi eddici, quanto sul fumetto anni ’60 edito dalla Marvel. Qui rischiamo il primo forte deragliamento verso i fumetti...li riprenderò, eccome se lo farò. Non sono immune nemmeno da quelli. Tuttavia, quello che non sapevo, era che la regia era di Kenneth Branagh, un signor attore shakespeariano.

giovedì 28 febbraio 2013

Meglio il libro, o meglio il film? Iniziamo da Harry Potter…


L’immaginetta qui accanto mi dà lo spunto per parlare della questione dei film tratti dai libri. Sono meglio, sono peggio, sono fedeli al libro, sono all’altezza delle aspettative…? Difficile rispondere. Ieri sera è stata anche trasmessa la seconda parte de “I doni della morte”, l’ultimo film che “visualizza” l’ultimo libro della saga di Harry Potter. Un ulteriore spunto per decidere cos’è meglio, il libro o il film. Di primo acchito, direi che il libro è quasi sempre meglio, per quanto i film siano realizzati benissimo, gli attori bravi, gli effetti speciali mirabolanti. E gli esempi abbondano, anche “solo” negli ultimi dieci anni. Partiamo pure dall’ultimo che ho citato, Harry Potter. Sette libri e sette film, con gli stessi attori, di cui è quasi divertente vedere la “crescita”, che in questo caso è soprattutto fisica: i bambini Harry Potter e i suoi amici maghi si trasformano da bambini paffuti e un po’ spaesati in adolescenti tormentati, arrabbiati, preoccupati. Man mano, le luci e le atmosfere dei film si abbassano e diventano sempre un po’ più cupe, la speranza si affievolisce, aumentano le cospirazioni, i delitti, i tradimenti, macchiando il mondo di magia di Hogwarts. All’inizio Harry Potter è travolto dalla scoperta di essere quell’”Harry Potter”, il sopravvissuto all’attacco feroce dell’innominabile mago cattivo, viene catapultato in Hogwarts, scuola di magia nel bel mezzo della campagna inglese (J.K.Rowling deve amarla particolarmente), cui si arriva tramite un treno preso al binario 9 ½ di King’s Cross, normalissima e umanissima stazione inglese, che nasconde in un muro la banchina da cui prendere il mezzo magico.
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