venerdì 28 febbraio 2014

L'Amanita#12 - Il monaco

Il monaco
Matthew Gregory Lewis

Par condicio: dopo un vecchio francese, ho ripescato un inglese ancora più vecchio: The Monk. Il Fantasma dell’Opera mi ha ricordato quest’altro libro.
“Accolto con scandalizzato entusiasmo al tempo della sua pubblicazione nel 1796, in larga misura ignorato nell’Ottocento, riscoperto nel Novecento, “Il Monaco” di M.G. Lewis è forse l’esempio più notevole del romanzo gotico inglese, il più estremo.
Tutti i clichés del romanzo gotico vi si ritrovano moltiplicati ed esasperati: castelli, abbazie, fantasmi, violenze, stupri, incesti, orrori innominabili, presenze demoniache. (…) Si distingue per il consapevole e drammatico senso di morte di una civiltà che veniva travolta dalle rivoluzioni della fine del secolo, e insieme per quella carica erotica e trasgressiva che doveva scandalizzare ed affascinare.”
Lo lessi praticamente il millennio scorso e mi colpì proprio per l’esasperazione succitata.
Anni ed esperienze (tra cui un periodo di noviziato, che mi indirizzò anche agli studi teologici; portai a termine soltanto i secondi) dopo, ho scoperto una ricchezza profonda tra le esagerazioni. Devo dire che l’ho riletto con piacere.
La “carica erotica” non mi ha scandalizzato, né affascinato. Mi ha dato da pensare su secoli di morale altrui e anni di studio più esami di morale miei; sì, nei seminari è una materia ben ordinata: teologia morale fondamentale e t.m. sistematica, che “regola” la vita sociale, la sessualità, la salute e non ricordo più che altro. Quintali di carta, alberi innocenti sacrificati inutilmente.
Per farla breve: ho odiato Ambrosio. La sua presunta “perfezione”. La sua falsità arrogante e presuntuosa. Anche nei rari slanci di “pietà” o di consapevolezza dell’errore: il centro è la sua immagine di santo che gli altri hanno.
E ho odiato la sua “collega” badessa di Santa Chiara. Ho gongolato parecchio quando è morta (sempre la funzione catartica dell’arte).
In nome di chi giudicate, punite, uccidete?
Dov’è la vostra “santità”? In cosa consiste? Cos’avete di diverso o di più rispetto ai “comuni mortali”?
Chi siete voi per sopprimere un’altra vita?
Chi siete per decidere anche dell’anima?
Al rogo, subito, senza passare dal via!


I personaggi, non il libro: qualora il post di Loredana non si veda bene mai, mai, MAI BRUCIARE UN LIBRO! 

3 commenti:

  1. Mi ricordo che lo lessi anch'io nel millennio scorso. Era forse il liceo, mentre studiavamo letteratura inglese, con il pre-Romanticismo e tutto il suo carico di Medioevo oscuro e pieno di presenze inquietanti, castelli diroccati, gentiluomini efebici, gentildonne discendenti di casate maledette, ecc. Devo aver fatto incetta di romanzi gotici in lingua originale: il Monaco, ma anche The Mysteries of Udolpho (Ann Radcliffe), e The Castle of Otranto (Horace Walpole). Ero troppo curiosa di scoprire le radici della futura letteratura horror. Mi ricordo poco di The Monk, se non l'atteggiamento di ipocrisia e repressione che lo accompagnava, che mi faceva venir voglia di strozzarlo.

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  2. a te il monaco, a me la badessa: la investo con la sedia a rotelle, sì!

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