“Una damigella giovane e fresca, di agile passo, più che
eccelsa nel canto e nella danza, di nessuna lusinga d’amore priva; parlava
francese con eleganza e proprietà…” William Forrest, The History of Grisild the
Second, su Anna Bolena” (Antonia Fraser, Le sei mogli di Enrico VIII, Oscar
Mondadori, pag. 129.)Per ognuna delle regine di Enrico VIII, Antonia Fraser crea
una sezione apposita in cui rievoca i momenti più importanti delle loro vite, e
all’inizio di ciascuna ce la presenta in un’istantanea fatta di parole,
citazioni di chi scrisse e parlò su di loro. Frasi veloci che servono a dare
un’idea della donna che si apprestava a diventare regina. Antonia Fraser, nel
suo prologo, non vuole erigere muri tra le sei regine, o rinchiuderle ciascuna
in un compartimento stagno a lei dedicato. Nella vita reale, tutte e sei furono
legate in qualche modo, e il loro salire sul palcoscenico accanto al re era
dettato da un fluire preciso di eventi concomitanti: “Anna Bolena fu al
servizio di Caterina d’Aragona prima di prendere il suo posto, Jane Seymour era
una delle dame del seguito di Anna Bolena, Caterina Howard faceva parte del
seguito di Anna di Cleves, Anna Parr, che introdusse la sorella Caterina negli
ambienti di corte, serviva Caterina Howard.” (Antonia Fraser, Le sei mogli di
Enrico VIII, Oscar Mondadori, pag. 6) Ed è seguendo questo filo rosso nelle vite
di queste sei donne, che l’autrice tratteggia le diverse personalità, mirando a
far emergere la persona oltre che la regina, tramite le parole dei
contemporanei che vissero a contatto con loro, o le stesse lettere e messaggi
che Enrico dedicava loro copiosamente, soprattutto ad Anna Bolena.
Poter
guardare e ascoltare queste sei donne nel loro tempo, nel loro ambiente, nelle
loro case è l’aspetto del libro che mi è piaciuto maggiormente. E’ un aspetto
dello studio della storia che normalmente non viene preso in considerazione,
quando la si studia nei canali consueti, sui banchi di scuola. La storia e i
suoi personaggi appaiono spesso come una specie di film che ci scorre davanti
su un maxi schermo, lontano da noi, per cui abbiamo l’impressione che queste
figurette piatte, fatte solo di due dimensioni, non ci appartengano davvero e arrivino da qualche mondo passato, un po’ di fantasia, che si chiama Storia. Enrico e le
sue mogli qui vivono, respirano, pensano, si arrabbiano, piangono, acquistano la
dimensione corporea. Incrociando migliaia di fonti insieme (la bibliografia
alla fine del libro è lunga e imponente), Antonia Fraser scopre la carne sotto
la carta. Leggiamo che Anna Bolena era una donna giovane, affascinante,
ambiziosa, e di temperamento caldo, a tratti instabile. Pur non essendo bella
in un modo “canonico” per l’epoca (nel suo ritratto ha un viso allungato, gli
occhi allungati e sardonici, ma una bocca piena, promettente), è colta e
spiritosa, conosce bene due lingue (caratteristica che me l’ha sempre resa
particolarmente simpatica), sa cantare e ballare splendidamente, ha
un’intelligenza pronta che utilizza per interessarsi di questioni importanti,
come lo scontro tra la fede protestante, per cui ha simpatia, e quella
cattolica. Ha un lieve difetto fisico, un sesto dito abbozzato ad una delle
mani, che le incolla addosso l’etichetta di strega, oltre a tutte le altre che
la maldicenza, l’invidia e la cattiveria altrui riesce a creare. La vediamo
quando è affascinante, e quando si lascia prendere dall’impulsività e la
frustrazione, rammaricandoci che in quell’ambiente di lupi vestiti di sete e
velluti non ci fosse nessuno a consigliarla per il suo bene, e non per il bene
dell’ambiziosa famiglia, affamata di potere e ricchezza. Non fa in tempo a
cadere sotto la spada del boia, che ecco avanzare Jane Seymour, la nuova regina,
una donna di temperamento completamente diverso, più mite ed equilibrata della
precedente “strega”. Compiace il re in
ogni cosa, per quanto non sia una pavida sottomessa: a differenza di Anna
Bolena, sa quando fermarsi e non insistere. Enrico VIII non ha mai brillato per
pazienza e accondiscendenza verso chi lo contrastava, per quanto gentilmente.
Interessante!! Sto proprio leggendo il libro "l'altra donna del re" che parla delle sorelle Bolena e del re Enrico!
RispondiEliminaL'ho letto anch'io diverso tempo fa, ed è l'unico libro di Philippa Gregory che ho tenuto con me, proprio per l'argomento di cui parlava. Se ti piace Anna Bolena, in questo blog ho parlato anche di un altro libro interessante, Il diario segreto di Anna Bolena.
EliminaIo sono un po' fissata con questo personaggio storico. Se solo non si fosse lasciata trasportare dal suo carattere...