… è interessante che su tre articoli, due siano dedicati a
libri che ruotano intorno ai veleni. E all’inizio dell’anno. :-D Potrebbe
aprire mondi interi di battute e scherzi, come l’ipotesi che non abbia smaltito
a dovere il cenone…
Io sono attratta dall’argomento “veleno”. Mi affascina da
sempre, e quando scoprii l’esistenza di Lucrezia Borgia e della sua (presunta)
maestria con i veleni, la aggiunsi al mio piccolo Pantheon privato. Perciò, un
libro che ha nel titolo questo termine, o qualcosa che lo richiama, si guadagna
la mia attenzione. Cosa sono i veleni? Sostanze tossiche, che procurano malattie,
danni agli organismi viventi e pure morte, nei casi di maggior potenza. Per una lettura completa, consiglio il sito Treccani.
Non sono tutti così brutti e cattivi, però. Alcuni di loro
sono sostanze curative: nelle dosi eccessive, diventano letali. Un esempio
classico è la digitale purpurea: in dosi sufficientemente basse sono curative
degli scompensi cardiaci, ma in quelle sbagliate, o eccessive, li aumentano
fino alla morte. Oppure il pesce palla, prelibatezza costosa se cucinato nel
modo adeguato, arma letale nel caso contrario, magari perché il cuoco si
dimentica di asportare le sacche del veleno… ah, la smemoratezza.
Ne La versione di Mitridate abbiamo a che fare con un cuoco
sbadato? Oppure con uno talmente ambizioso da ricorrere a metodi alternativi
per sbaragliare la concorrenza, come mostrò Luca Iaccarino?
No, abbiamo a che fare direttamente con il veleno,
richiamato dall’illusione a Mitridate, il
leggendario re del Ponto che divenne immune al veleno, grazie ad una paziente e costante assunzione
di sostanze tossiche nel corso della vita per sopravvivere ad eventuali
attentati.