Recensione scritta per Thrillernord, Associazione culturale.
Il tempo, ultimamente, sta seguendo i suoi binari, dividendosi in pre e post Salone del Libro. Sembra banale, ma... questo evento è diventato uno spartiacque, tra un Furore Di Aver Libri fino al 9 maggio 2019 e un Furore Di Aver Libri dal 13 maggio 2019.
Sarà più chiaro un po' più avanti.
Per ora, una lettura molto consigliata da quel periodo pre-Salone (pre-#salto19) è proprio Bologna in fiamme, di Gianluca Morozzi. Quando il mondo del cinema diventa troppo... reale.
Sinossi
A Los Angeles è la Notte degli Oscar e il regista
italiano Achille Cordova vince a sorpresa la statuetta del Miglior film
straniero. Nelle stesse ore a Bologna, Vasco Vitale, ex studente del DAMS, ora
trentacinquenne professore nelle scuole medie, grasso, calvo e scapolo, sta
guardando alla tv il suo idolo di sempre, il regista Achille Cordova, ricevere
il più alto riconoscimento che un cineasta possa sognare e, quando la
telecamera inquadra l’uomo a fianco di Cordova, Vasco lo riconosce: è il suo
compagno di liceo, Simone Bianchi… e subito si domanda: cosa cazzo ci fa quella checca di Simone Bianchi di fianco al suo idolo
nella Notte degli Oscar?
Intanto, a Marradi, nella casa di Achille Cordova,
si consuma un efferato delitto: la seconda moglie del regista, la giovane e
graziosa Marianna, in procinto di partorire, viene uccisa. Da allora in poi, le
vite di Achille Cordova, della sua troupe e di Vasco Vitale non saranno più le
stesse…
Ho chiuso il libro e mentre lasciavo che la storia decantasse, lo sguardo mi è caduto sulla copertina e sulle parole che spiccano sopra: Bologna in fiamme, Battaglia Edizioni. Il logo stesso della casa editrice, che riproduce movimenti di lotta di strada, ma in chiave molto più costruttiva, e ironica. Credo che tutto questo si sia amalgamato perfettamente in una storia in cui imperversa una continua battaglia, tra costruzione e distruzione, temperata da tanta, tanta ironia, compresa quella che graffia e pizzica. Una riedizione in una qualche versione dell’epica battaglia tra Bene e Male?
No, non così stilizzata.
Qual è il legame tra due persone così diverse, che non vorrebbero mai più rincontrarsi, ciascuna con obiettivi e battaglie diametralmente opposti? Achille Cordova, il regista di sinistra, di film impegnati che conoscono in dodici, che riesce a vincere un premio prestigioso proprio a Los Angeles. Per Simone/Simon è il suo capo, colui che gli sta aprendo le porte di un mondo meraviglioso, da lui ardentemente ambito. Per Vasco è l’idolo personale, la luce nel suo mondo di tenebre mediocri, di cui conosce a memoria film, sceneggiature, scritti.
Che cosa li porta a interagire insieme? La battaglia personale di Achille Cordova, quella che si svolge nell’arte del cinema, che lui usa per raccontare la realtà dei meno “dorati” della vita, degli sfruttati dalla catena di produzione economica. All’inizio, almeno, è così, e noi lo crediamo fino alla fine, quando scopriamo la qualità agghiacciante del suo reale messaggio.
E ci arriviamo in un turbine, correndo per Bologna, Los Angeles e di nuovo Bologna e dintorni, spaventati da una catena di omicidi efferati che iniziano falciando la giovane moglie del regista e finiscono per minacciare lo stesso Simon… come? Leggete passo passo, nel libro, come l’autore riesce a legare insieme questi tre cardini e una moltitudine di comprimari in una vicenda forte, originale, e a non prenderla quasi mai troppo sul serio. Mentre leggete i nomi dei film di Achille Cordova, le sue sceneggiature, le ambientazioni di una certa Bologna, le dissertazioni in linguaggio astruso da iper-critico cinematografico di nicchia, vi sentirete risuonare tanti richiami nella memoria. Fate attenzione a come Morozzi riesce a ricordarli, a rendere omaggio, e a dissacrarli tutti quanti senza farsene accorgere fino alla fine. Non saprete se ridere o essere spaventati. Ricordate, però, che paura ed euforia hanno confini molto, molto sfocati…
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