Tutto il villaggio lo
saprà, che la Marmellata di rose
è una vera delizia, una creazione al bacio. O come si dice, qui a Torino? Il bacio della Velata, ecco! Non ho
chiesto l’opinione de Il settimo
esorcista, in proposito, ma so che la penserà come me.
Non sono impazzita, e nemmeno percepisco la primavera in
modo più insolito, ma mi diverto con i titoli di un giovane scrittore di noir
che prestissimo conoscerete anche meglio, ovvero Fabio Girelli.
Il suo “curriculum” narrativo è più ricco dei titoli che ho
riportato sopra, poiché è anche autore di racconti e poesie con cui ha
partecipato e vinto alcuni concorsi (Giallo Limone, Premio Tela Nera, Rosazza
Cultura), ed è tra i fondatori del gruppo ToriNoir, di cui fa parte anche
Enrico Pandiani, che qui è già comparso.
Quasi tutti i suoi romanzi (Tutto il villaggio lo saprà, Il
bacio della Velata, Marmellata di
Rose e Il settimo esorcista) si
fondano su due perni centrali, una città e un essere umano, Torino e il
Commissario Andrea Castelli. Di Torino vediamo la facciata dei viali alberati,
dei palazzi storici e del Museo Egizio, ma soprattutto il risvolto occulto
fatto di figure criminali, che si spingono ai limiti dell’esoterismo, della
magia nera, e del sesso estremo. Tutto quello che si può nascondere sotto un
viso placido, dall’espressione distaccata e cortesemente formale di un vicino
di casa benvestito e beneducato, quando lo incrociamo sulle scale del nostro
condominio. (Non di tutti i nostri vicini di casa, sicuramente.)
Di Andrea Castelli, rappresentante delle Forze dell’Ordine,
vediamo soprattutto il lato… caotico. Ed è quel caos creativo tipico delle
menti brillanti abituate a scardinare regole, a pensare laterale, a vedere
chiaro dove altri non distinguono le figure, a scoprire legami profondi che
sembrano buio pesto agli occhi comuni. Un talento disordinato come questo viene
compensato da un disordine nell’umore, nei sentimenti, fino a spingere
un’etichetta di bipolarismo.
Andrea Castelli NON è decisamente un solito Commissario
imbolsito, dall’impermeabile grigio e i movimenti lenti e disincantati. Nemmeno
analitico tutto d’un pezzo e ligio alle regole come Mac Taylor (il responsabile
della Polizia Scientifica in CSI New York), o un pasticcione geniale con
qualche tinta razzista e qualunquista come l’ispettore Coliandro.
Allora è un supereroe? Lo sarebbe se la genialità della sua
mente non fosse pari alla sua imprevedibilità. Ogni tanto si inceppa in
qualcosa: uno sguardo, un evento, una parola, un pensiero, distraggono con
facilità questo spirito così multiforme, e lo fanno impantanare in un’immobilità
che sa quasi di malattia. In quei momenti, Andrea Castelli sembra girare a
vuoto. Riceve messaggi beffardi dalla sua mente, che gli riporta brani di
poesie studiati al liceo nei momenti meno opportuni, rifiutandosi di applicarsi
nel ragionare, dedurre, investigare come ci si aspetterebbe da un funzionario
di Polizia. A questo punto, spesso interviene l’ispettore Luca Giordano, che
avendo intuito la natura così vasta e imprevedibile del suo capo, si è assunto
l’incarico di riportarlo sulla terra, o quantomeno di provarci. Ed è l’unico
che sa come fare. Imparerete a conoscerlo, ad apprezzare i suoi inserimenti.
Per tornare ad Andrea Castelli, ho già detto che non è un
comune funzionario di Polizia? Scoprirete anzi, che questo suo lato letterario
così poco tempista non è affatto un intralcio… lo vedrete bene nei suoi libri.
E Tutto il villaggio
lo saprà, insieme a voi. Apriamo la porta e seguiamo Andrea Castelli al
Museo Egizio, dov’è stato convocato a causa di un ritrovamento parecchio inquietante.
Accompagnato dalla conturbante Lucia De Bernardi, l’assistente del Direttore
del Museo Ippoliti, il commissario si ritrova a fissare un sarcofago egizio in
cui, invece della forma bendata e consueta di una mummia millenaria, è stata
adagiata la statua in legno di una Madonna. Sembrerebbe uno scherzo, a metà tra
il cattivo gusto, l’ignoranza e la stupidaggine abissale. Il particolare
macabro di due ali di falco sanguinanti e attaccate con cura alle spalle della
statua indicano che no, non è proprio uno scherzo.
Se il tutto non fosse già abbastanza complesso di per sé,
aggiungiamo che la città intera è in fibrillazione per la visita del Santo
Padre tra qualche giorno, che prevede proprio un passaggio al Museo. Non sembra la migliore delle accoglienze,
questa. Tornando al commissariato, un pensieroso e colmo di stupore Castelli si
trova a raccogliere la richiesta di una madre disperata per la scomparsa della
figlia quindicenne, Federica.
A prima vista, questo evento angoscioso potrebbe essere una
distrazione, un disturbo, un’aggiunta di colore non richiesta ad una vicenda
che è già iniziata con tinte scure, molto scure. Scoprirete, invece, che la
ragazzina ha un suo ruolo importante. L’assistente del Direttore, Lucia De
Bernardi, è altrettanto sorprendente, almeno quanto è conturbante. Il
Commissario Castelli ne rimane affascinato a prima vista, e non solo per la sua
bellezza, ma anche perché assomiglia fortemente ad un’altra donna, molto
particolare, che nella sua vita ha un posto inconsueto e più importante di
quanto gli piacerebbe ammettere, Georgine. Georgine viene da Ipanema ed è
transessuale. Una donna particolare, dicevo. E non per gli ovvi motivi
contenuti nel termine più veloce che la definisce…
Ricapitolando: Museo Egizio, una statua della Madonna con
ali di falco vere, la scomparsa di una ragazzina, una Torino strana sotto l’aspetto
placido di città sabauda, miti e leggende di terre lontanissime che rischiano
di diventare realtà, e non in modo piacevole. Continuando la lettura,
scoprirete come questo groviglio oscuro si distenda alla luce del sole grazie a
Castelli e ai suoi metodi investigativi.
Quando vi riprenderete dall’atmosfera ipnotica e antica di
questo romanzo, e saprete anche voi quello che il villaggio dovrà sapere,
preparatevi ad entrare in un’altra dimensione, altrettanto magica, e… devo
dirvelo, sì, sinistra. Il bacio della
Velata, il primo amore del vice-questore Castelli, passato di grado. Appena
passata la copertina, facciamo conoscenza con una donna bizzarra. Scoprirete
presto che le donne bizzarre, uniche, particolari, fuori dall’ordinario e anche
di testa, non mancano per niente, nell’universo libresco di Fabio Girelli. La
ragazza in questione si chiama Selene, e al momento della sua nascita, qualcuno
si è dimenticato di dotarla di amigdala. Il risultato è che è una delle poche
creature su questa terra a non sapere cos’è la paura. Non si scompone, non si
turba, non si abbandona a scene isteriche o senza controllo.
Un robot in carne umana? No, solo una creatura con un
bagaglio di sensazioni disturbanti in meno. (Almeno, quelle della paura e del
pericolo. Scoprirete che la bellissima Selene non è gelida e di altre
sensazioni è ben capace.)
Perciò, quando torna a casa e trova il fidanzato in un lago
di sangue, non muove un muscolo. Osserva e fa due telefonate, di cui una alla
Polizia. E sarà questa a portare Castelli da lei, che poi non potrà più
staccarsi con tanta facilità dalla sua persona e dal suo caso. Selene fornisce
tante spiegazioni su di sé all’attonito e interessatissimo vice-questore, oltre
a rivelare l’identità dell’assassino. E’ stata una donna, una principessa di
nome Barbara Jakolevna Tatisjtjeva, 28 anni, di nazionalità russa. Ah, caso
risolto, allora!
Sì, se la principessa, moglie dell’ambasciatore russo a
Torino e conosciuta con il nome veloce di Varvara, non fosse vissuta nel
Settecento e l’unico modo per vederla ora, negli anni ’10 del Duemila, è quello
di ammirare la sua statua velata al cimitero sconsacrato di San Pietro in
Vincoli. Anzi, non è nemmeno più lì… il Comune di Torino la spostò qualche anno
fa, quando cominciò ad essere oggetto di pellegrinaggi di individui nient’affatto
luminosi come satanisti, sull’onda delle leggende che nacquero intorno alla
morte prematura della giovane Varvara.
Oh oh. Mi è sembrato di vedere un fantasma.
Perciò… il fantasma senza requie di Varvara avrebbe ucciso
il fidanzato di Selene. Potete immaginarvi Andrea Castelli che alza gli occhi
al cielo, mentre la sua mente frenetica si mette in moto e il suo spirito si
aggancia a quello dell’inquietante Selene, che automaticamente diventa la prima
sospettata, e parte per un’indagine complessa, volta a rivelare e a snidare una
congrega di esseri umani ben concreti, invischiati in un traffico criminale ben
preciso.
E Selene? La vedrete e la sentirete, in tutta la storia. La
sua traccia nell’animo di Castelli sarà profonda, non priva di piacere
doloroso. Leggete, immergetevi con lui in quell’atmosfera di sogno con tinte da
incubo. Non lo dimenticherete presto.
Sentite profumo di Marmellata
di Rose? Mi spiace deludervi, ma di gastronomico e di dolce, qui c’è
proprio poco… Andrea Castelli si ritrova a indagare in una rete complessa dove
la Marmellata di Rose (Rose Jam) indica
una… sala giochi, diciamo così, destinata ad un pubblico adulto e dai gusti
sado-maso. E come ci è piombato, il commissario bizzarro, in questa marmellata?
Grazie all’omicidio, accompagnato da torture, di due estetiste, titolari di un
centro estetico e co-creatrici di questa sala e i relativi giochi e servizi
offerti. Seguendo le tracce di questa marmellata così originale, Castelli si
ritrova a far luce su un aspetto molto nascosto del perbenismo e della voglia
di trasgressione in territorio torinese e piemontese. Rimarrete stupefatti,
insieme a lui, quando alcune di queste tracce porteranno proprio all’interno
del commissariato… passando tramite cimiteri, personaggi eccentrici e
pericolosi, e ville abbandonate.
Siate pazienti, curiosi e dotate di scarpe comode, ci sono
chilometri da fare.
Per il prossimo romanzo, prendetevi anche un crocifisso.
Anche se non sono sicura che funzioni completamente, con Il settimo esorcista… lo conoscerete, non è tipo che si faccia
fermare dai simboli, dato che lui ne usa tanti. Siamo sempre a Torino, ma
prepariamoci a viaggiare anche nelle valli intorno. Una ragazza di nome Lisa
Sarti viene trovata morta annegata nella vasca, in casa sua. Sembra suicidio.
Il vice-questore Castelli non è così sicuro e non lo siamo nemmeno noi.
Noi Lettori abbiamo un vantaggio sul funzionario: sappiamo
che Lisa Sarti non si sarebbe mai immersa in una vasca piena d’acqua, perché la
sua forza di sopravvissuta ad un trauma angoscioso ancora non glielo
consentiva. E poi, abbiamo vissuto i suoi ultimi momenti, divisi tra il terrore
per l’acqua che scorre e vedere il volto della morte materializzarsi nella
propria casa, mentre Castelli era impegnato in altro.
Se è omicidio, e sembra una questione di “criminalità
normale”, cosa c’entrano gli esorcisti, e uno che viene per settimo? Esiste un
testimone, o meglio, qualcuno che si è presentato alla porta di Lisa mentre
moriva o era morta da poco: il garzone che consegna le pizze. Dopo una
scampanellata ripetuta e un’attesa lunga, la porta si apre e un braccio si sporge
per pagare la pizza, esponendo una porzione di pelle tatuata: Non draco sit mihi dux. Non sia il drago la mia guida. Un rumore
di rubinetti aperti in sottofondo, una voce sottile a malapena udibile, la
porta che si richiude.
Non draco sit mihi dux.
Una preghiera, un’invocazione? Anche. E qualcosa di più. Si tratta di un
esorcismo molto potente, come spiega Don Carlo, sacerdote della Consolata
interpellato dal vice-questore per cominciare a fare luce su una vicenda che si
dipanerà complessa per la città, varcandone i confini e coinvolgendo altri
prelati, altri sopravvissuti di traumi come Lisa, e una famiglia dove la
normalità, i sentimenti positivi non sono mai entrati o non sono mai vissuti
abbastanza. I brividi non mancano, come in tutti i libri di Fabio Girelli.
Oh, dimenticavo. Leggete bene il finale, qui. Come quello di
tutti gli altri titoli, ma questo vi stupirà.
Tenete la luce ben accesa, mentre seguite Andrea Castelli.
Non si sa mai.
ma che proposta appetitosa! Mi ispirano parecchio e m'intrigano...
RispondiEliminaSolo una richiesta: il colpevole qua paga, vero? VERO?
L'Amanita (con problemi tecnici)
Mi suonava familiare, lo stile di questo anonimo, prima di arrivare alla firma... :-D Mi auguro che i problemi tecnici siano finiti!
EliminaSì, paga. Anche salato e con qualche interesse. Anche se... beh, lo vedrai quando leggerai i libri. :-D
Con gli interessi? Evviva! Sono stufa di libri dai finali realistici, per vedere colpevoli a piede libero mi basta leggere un giornale…
RispondiEliminaDubito di risolvere i problemi velocemente. A parte la vetusta età del Puffo, anzi, Grande Puffo ormai! Dicevo: il pc è vecchierello e tutti i gestori telefonici mi stanno facendo girare le sfere. Pare non vogliano capire che le mirabolanti offerte di navigazione illimitata non mi interessano, mi basta (avanza pure!) il contratto minimo che ho. Cioè, che avrei, se funzionasse… voglio rientrare nel mio account, cacchio!
L’Amanita (sempre più fumante)
Qui i colpevoli pagano, eccome.
EliminaAccidenti, 'sti problemi tecnologici rischiano di rompere più del dovuto!
Dobbiamo chiedere a Castelli di intervenire?