lunedì 19 marzo 2018

Le Interviste del Furore #4 - Fabio Girelli

LoreGasp

Fabio Girelli

Abbiamo appena finito di leggere i romanzi di Fabio Girelli, ed ecco che ne approfittiamo per intervistarlo e conoscere un po’ di più di lui come scrittore. Per esempio, da dove prende spunto per quei suoi argomenti così particolari.

Due note biografiche e di carriera molto veloci, prima di passare alle domande vere e proprie.
Nasce a Biella nel 1980, e a tempo debito si laurea in Lettere Moderne, va fino in Colombia per insegnare italiano.

È autore di diversi titoli: Tutto il villaggio lo saprà (2012), Il bacio della Velata (2012), Marmellata di Rose (2013, tradotto anche in spagnolo), L’autore (2014), Il settimo esorcista (2017).

Nel 2013, ha pubblicato il serial book fantasy Nachzehrer, I vampiri della peste.

È anche scrittore di racconti e poesie con cui ha partecipato e vinto alcuni concorsi (Giallo Limone, Premio Tela Nera, Rosazza Cultura), ed è tra i fondatori del gruppo ToriNoir.

Nel post sui suoi romanzi, abbiamo identificato le due colonne principali, Torino e il commissario Andrea Castelli; e tanto per restare in ambito, partiamo a farne un identikit.

Ciao Fabio, grazie di essere con noi sul Blog Del Furore Di Aver Libri. Essendo tu scrittore di noir, sarai abituato alle parole come identikit. Poco sopra, abbiamo tracciato due linee biografiche su di te, che individuano anno e luogo di nascita, ma non il motivo per cui hai iniziato a scrivere. Cosa fa nascere il Fabio Girelli scrittore, o chi?

Cosa e chi: il cosa è patologico, il chi sintomatico. Inizio dal secondo. A farmi scattare la molla del “adesso è il caso che ti dai da fare” fu il mio migliore amico, nonché mio ex chitarrista. Spiego: suonavamo insieme, io per vari motivi lasciai il gruppo che a quel punto, come c'era da aspettarsi, iniziò ad avere un discreto successo. Ecco, mi dissi, 'sto maledetto adesso diventa famoso e io no, ora gli faccio vedere io. E ho iniziato a scrivere Tutto il villaggio lo saprà, per fargliela pagare. Invece il primo punto, patologico, dipende dal fatto che sin da ragazzino sentivo la spinta creativa in me. Avevo bisogno di riempire pagine di qualcosa e ci provai con tutto: disegni, poesie, canzoni, scarabocchi, storie, romanzi. Ora finalmente ho capito di essere portato per gli scarabocchi.

Cosa significa scrivere, per te?

Significa divertirsi e insieme cercare di dare forma a certi proto-pensieri indistinti che mi affollano la mente. In un certo senso scrivere mi aiuta a capire meglio me stesso. Il problema è che per scrivere serve una forte dose di sincerità. E per essere sinceri serve coraggio. Scrivere è una continua lotta tra il raccontarsela e il dirsi in faccia le cose come stanno. Insomma, è un modo economico di andare dallo psicanalista.

Interessante, l’interpretazione della scrittura come modo economico di frequentare uno psicanalista… e cosa significa scrivere “noir” per te?
Significa avere un filtro ulteriore per non dover essere troppo sincero con me stesso, scrivendo. Perché il giallo o il thriller hanno strutture narrative e forme testuali imprescindibili che in parte distaccano l'oggetto del racconto dallo scrittore. Quindi mi permette di poter dire molto più di me, attraverso una sorta di lente distorsiva, di quanto non riuscirei a fare con la narrativa tout-court.

Andrea Castelli, il Commissario a capo delle indagini nella maggior parte dei tuoi romanzi, è una figura davvero insolita, poco “poliziesca”, ma molto in gamba e intrigante. Da dove nasce?

E chi se lo ricorda. L'unica cosa di cui sono sicuro è che, quando lo inventai, si parlava dello scandalo Marrazzo, l'ex presentatore diventato poi politico, che era stato pizzicato in compagnia di due transessuali. Ricordo che la sua reazione fu molto diversa dalla strenua difesa di sé messa in atto dalle figure pubbliche in questi casi: si dimostrò uomo, debole, fallace, sensibile e fragile. Ecco, mi dissi, io voglio scrivere di una persona così, che racchiuda tutte le debolezze che ci spaventano ma che sono vere e fanno di noi gli uomini, o le donne, che siamo.

Molto bella e originale, questa “nascita letteraria”! Nei tuoi romanzi, Torino è molto presente fisicamente, non solo con strade, piazze ed edifici, ma anche con il suo aspetto misterioso derivante dai suoi legami con la magia, pratiche esoteriche e il mondo degli esorcisti. Da dove arriva la scelta di argomenti così forti?

Dipende dal fatto che io sono sempre alla ricerca, sempre pieno di dubbi. Voglio conoscere, sapere. Tutto è mistero per me: sia se si parli di ciò che ci abita in fondo al cuore sia che ci si riferisca a tutto quello che al di fuori di noi non è come appare. L'esoterismo e la magia sono buoni espedienti narrativi per parlare di quello che in verità cerco che, come sempre pur ripetendomi, è: la verità. La stessa ricerca degli alchimisti, per i quali la pietra filosofale era soltanto metafora della conoscenza.


Sappiamo che sei uno dei fondatori di ToriNoir. Ce ne parli?

È una bellissima avventura nata da un'idea di Giorgio Ballario che, ormai qualche anno fa, decise di riunire alcune penne gialle torinesi in un'associazione, con lo scopo di riformare in qualche modo la letteratura di genere piemontese. Non so se l'obbiettivo sia stato raggiunto ma di certo in questo modo ho potuto conoscere persone fantastiche e ottimi scrittori che ora penso di poter annoverare tra i miei amici. E questo conta più di tutto.


Il tuo ultimo libro è Il settimo esorcista, uscito l’anno scorso. Sappiamo che gli scrittori non stanno mai fermi per troppo tempo, con penne e pc. Potresti darci un’anteprima, un assaggio dei tuoi progetti futuri?

Il settimo esorcista sarà il mio ultimo libro. Ho già pronte altre cose ma non le pubblicherò, credo che il mio percorso nella scrittura per il momento sia finito. Di certo quello nel genere giallo o noir. Ora voglio dedicarmi soprattutto alla lettura, che è qualcosa di straordinario. Ho capito che preferisco di gran lunga leggere, che scrivere.


Un’ultima domanda, e poi ti lasciamo tornare a creare… per quanto ci piacerebbe che l’esorcista non rimanesse settimo a lungo, e venisse seguito da qualcun altro, o da un’altra storia. A chi consiglieresti i tuoi libri e perché?

A chi abbia già letto tutti i capolavori che fino a oggi sono stati scritti, perché ci sono gemme tanto splendide e storie tanto meravigliose che non possono essere tralasciate per la lettura di un mio romanzo. Poi, se avanza tempo, allora Il settimo esorcista fa per voi!

Grazie di essere stato con noi, e a prestissimo!

2 commenti:

  1. Ciao, volevo annunciare a te e ai tuoi lettori che ieri è uscita la mia nuova raccolta poetica in formato eBook per Kindle: “Poesie SottoSopra”. Sarà possibile scaricarla gratuitamente solo fino a Giovedì http://www.numerozerocomics.com/2018/03/scarica-gratis-il-mio-nuovo-ebook.html

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    1. Ciao, grazie della tua comunicazione. Per le comunicazioni future, ti suggerisco di usare anche questo indirizzo email: logasparri@gmail.com. Grazie!

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