Per restare in mezzo alla svolta thriller, noir, gotica con
un pizzico di horror, ecco spuntare un romanzo di nuova uscita.
Un libro che si apre a Lisbona e che ci porta prestissimo in
Corsica, l’isola del titolo, che brucia di passioni e fuochi millenari,
facilissimi a scatenarsi, per i motivi più futili. Le vicende sono raccontate
da Teresa, professionista freelance di origine corsa che, a causa di un
turbinio di vita (una gravidanza accolta con estrema difficoltà) si rifugia a
Lisbona mentre fa finta di sopravvivere. La sua storia d’amore sembra finita
bruscamente, senza appello, lasciandola sola ad affrontare un bambino, o una
bambina, che sta crescendo dentro di lei senza che lei abbia veramente
desiderio di questa vita.
Non sarebbe ritornata di sua volontà in quell’isola
bizzarra, se non fosse stata chiamata dalla nonna, la “terribile” Mamie. Vuole correggere il testamento e lasciarle la
bella villa in cui ora vive e che è ancora piena di tantissimi ricordi di vita
passata. Alcuni anche belli… ma tanti spigolosi, difficili. La sera in cui
arriva in quella casa, Teresa se li ritrova davanti tutti. Mamie, la nonna, e l’elusiva
zia Louise, sorella di suo padre. Ritrova l’atmosfera di sospetto, delle cose
taciute, dell’orgoglio silenzioso, del segreto che aleggia intorno, ma che non
si fa mai afferrare.
Non c’è suo padre. No, le due donne vogliono tenerlo
lontano, è un uomo cattivo, pericoloso, potrebbe arrivare a uccidere senza
difficoltà. E forse l’ha già fatto, e nemmeno i vincoli di parentela potrebbero
fermarlo. Teresa è stanca. Torna in quell’isola malvolentieri e già dalla prima
sera si vede affibbiare pesi non suoi. Va a dormire esausta. Si occuperà del
testamento e delle volontà della nonna un altro giorno, magari domani.
Quando il domani arriva, però, le carte sul tavolo sono già
completamente scomposte, buttate all’aria. Talmente all’aria, che ne manca
qualcuna all’appello… Teresa scopre il cadavere di sua nonna, buttato sulla
scogliera al di sotto della casa.
Comincia la sottile tragedia sospesa di questo libro. Seguite attenti lo svolgimento, tenendovi vicino una cartina geografica della Corsica. Non solo perché la percorrerete in lungo e in largo seguendo Teresa, e gli altri personaggi che incontrerete. Perché la narrazione degli eventi ricorda da vicino l’aspetto dell’isola, del suo territorio. Severo, aspro, pieno di insidie sotto l’apparenza brulla e insipida. C’è molto di più al di sotto della superficie, tenuta appositamente piatta e spoglia.
I personaggi che circondano Teresa, i suoi famigliari, e gli
abitanti del paese che entrano in contatto con lei, parlano poco, e si
esprimono soprattutto per sentenze arrabbiate, facendo riferimento a questioni
non scritte di orgoglio famigliare, di precedenze e di importanza gerarchica
che sono tipiche delle società così piccole e brulle.
Teresa finirà per scoprire molto di più, oltre alla fine di sua nonna. E nonostante tutta la luce che riuscirà a fare, ci saranno ancora alcune tenebre che non riuscirà a dissipare.
E’ la sensazione che pervade quando si chiude il libro,
condensata nelle parole: non è finita qui. E non parlo della questione se ci
sarà o meno un sequel. Apparentemente, tutto è risolto, e Teresa vede
migliorare anche la sua situazione sentimentale. Tuttavia, al di sotto, l’autrice
è riuscita a tenere per sé la spiegazione ultima di alcuni segreti. I piani
inferiori delle motivazioni di certe azioni e di certi comportamenti umani.
È la caratteristica che mi è piaciuta maggiormente del
libro. Suona paradossale, ma non sempre un thriller che spieghi e risolva tutto
riesce a soddisfarmi completamente. Ogni tanto, una piccola scomodità di
mistero, di un particolare lasciato nell’oscurità, di una parola troncata a
metà, di un personaggio intravisto e subito scomparso, sono quegli elementi che
mi rendono cara e memorabile una storia. Mi piace immaginare che siano porte
chiuse cui posso pensare di ritornare e perché no? tentare di aprire con una
mia idea, una mia riflessione.
L’autrice è stata brava a creare una storia sempre nuova, ad
ogni pagina. E’ partita lenta, senza dare troppe spiegazioni sul passato di
Teresa. Si affida alle sue parole e schive per tratteggiare una situazione
personale sgradevole. Quando la fa spostare in Corsica, gli eventi accelerano,
il thriller prende corpo e spessore. E la presenza stessa dell’isola acquista
importanza e originalità: niente di quello che accade avrebbe lo stesso sapore,
se fosse ambientato in posti più consueti. E se fosse scritto con toni appena
più sopra le righe dell’energia seria con cui Emma Piazza racconta questa
vicenda di thriller familiare.
Se non avete letto nulla che vivesse in Corsica, vi
consiglio di iniziare da questo libro, che ve la fa assaporare nelle sue fibre
di mistero e di orgoglio fuori dal tempo e dalle velocità stancanti del web
2.0.
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