domenica 12 febbraio 2012
L’eleganza del riccio – Lo stile
Renée è molto chiara quando parla di se stessa. Non fa sconti su se stessa, quando fa il proprio autoritratto: da quando bambina entra a scuola per la prima volta, a quando diciassettenne incontra il futuro marito. Si dichiara brutta, di una bruttezza “senza perdono”, “senza appello”. Non c’è auto-compatimento, né ricerca di compatimento in chi legge le sue parole, mentre descrive una ragazza giovane nient’affatto attraente come lineamenti e nemmeno come atteggiamento. Non c’è tentativo di compensare la carenza di aspetto fisico con un atteggiamento spregiudicato, malizioso, misterioso, da posa o semplicemente aggressivo. Il suo è un inno alla banalità e alla piattezza più complete, senza possibilità di rimedio, molto coerente: il corpo non attraente si rispecchia in un modo di fare non attraente. E’ vero, come dicevo, che non c’è alcun auto-compatimento e nessun tentativo di suscitare il compatimento altrui, ma non c’è nemmeno eccessiva freddezza oppure odio e rifiuto per la sua condizione di “brutta” che la mette in una posizione di svantaggio e di inferiorità nei confronti del mondo. Renée è molto oggettiva, è un pittore che ritrae cio’ che vede nello specchio senza parteciparvi.
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