Sembra una scelta modellata sui tempi attuali, che non hanno
niente o quasi di positivo o di incoraggiante. I libri, solitamente, svolgono
il ruolo di “incoraggiatori” al meglio, dato che aprono sempre la mente
spingendola a guardare e riflettere oltre la situazione del momento. Il titolo
mi ha colpito subito, perché ho sempre pensato che ottimismo e pessimismo
fossero caratteristiche intrinseche e quasi immutabili della persona, quasi
come il colore degli occhi o dei capelli. Nonostante si possa intervenire
abbastanza facilmente su questi, cambiandoli con lenti a contatto e tinture, è
difficile che occhi azzurri diventino verdi o neri nelle iridi, senza qualche intervento soprannaturale
o fantascientifico (tipo quello che capita nel film Face Off). O sei pessimista, o sei ottimista, ecco cos’ho sempre
pensato. In questo libro, però, la questione non è così bianco-nero,
luce-ombra. Esiste una tendenza a pensare positivamente o negativamente, nell’individuo,
determinandone così l’atteggiamento ottimista o pessimista, ma non si tratta di
nulla di immutabile o su cui non si possa intervenire. Infatti, il sottotitolo
è piuttosto chiaro, oltre che molto allettante:
Come cambiare la vita cambiando il
pensiero. A questo punto sono
decisamente affascinata e il libro mi riaccompagna a casa. E’ un libro intenso
sin dalle prime pagine: l’argomento è abbastanza complesso e l’approccio che sceglie
Martin Seligman è facile, ma non facilone; semplifica ma non sminuisce la
materia. Usa moltissimi esempi tratti dalla vita quotidiana, in cui ci troviamo
tutti, in ogni secondo del nostro tempo, ad ogni latitudine, con qualunque
temperatura e qualunque sia la lingua che usiamo per esprimerci. Il primo
aneddoto che usa per esemplificare i due modi principali per porsi nella vita
riguarda una giovane famiglia: padre, madre, bimba neonata. Il padre la guarda
orgoglioso e felice nella culla, la bimba si risveglia dal suo sonno, il
genitore le sorride e tenta di attrarre la sua attenzione chiamandola, non
ottenendo risposta. La chiama di nuovo, ma nessuna reazione dalla bimba, che ha
gli occhi aperti e si muove, ma non lo guarda. Il padre inizia ad angosciarsi.
Quasi di sicuro c’è qualcosa che non va. Batte le mani più forte per attirare l’attenzione
della bambina, ma ancora nulla. Ecco. Lo sapeva. La bambina è di sicuro sorda.
C’è stato qualche caso di sordità nella famiglia del padre, per cui, senza
alcun dubbio questo gene difettoso si è comunicato alla bambina, rovinandola
per sempre! E la colpa di chi è? Di lui, di suo padre, e del suo schifosissimo
corredo genetico! Ormai convinto di assistere alla rovina dell’intera vita
futura della figlia, il giovanotto chiama la moglie e le mostra il “problema”.
La donna, sorridente e pratica, tira fuori un libro sui neonati, cerca il
problema e constata che è cosa comune che i bambini molto piccoli non
rispondano subito agli stimoli esterni. E per tranquillizzare il marito, fissa
un appuntamento dal pediatra per i giorni successivi, dicendo che sicuramente
non ci sarebbero state conseguenze strane di questo comportamento nella figlia.
E questo si rivela il verdetto finale: il pediatra visita la bambina, non
riscontra nulla, e qualche giorno dopo la neonata trasalisce ad un rumore
esterno molto forte. Quali sono i due atteggiamenti? Il padre, pessimista, vede
già sua figlia vittima di un handicap, tagliata fuori dalle cose importanti
della vita, costretta ai margini, ad una vita di serie B. E non solo. Il
colpevole di questa terribile angoscia è tutta sua, perché nella sua famiglia c’è
stato un precedente, un’orribile contaminazione. La madre, ottimista, parte
dalla considerazione che è normale che l’udito dei neonati abbia qualche
difficoltà a funzionare, e se c’è qualche problema si agisce in tempo
scoprendolo e passando subito ai ripari, se esistono. Nei panni di questo padre
ansioso, pur non essendo madre di una bimba con sospetto di sordità, mi ci sono
ritrovata anch’io tantissime volte, e io sono un’ottimista di natura! O almeno,
lo pensavo…ma siamo appena all’inizio del viaggio.
Ho letto molti libri di un pastore americano defunto:Norman Vincent PEALE. Questo autore ha trattato sempre il Pensiero Positivo. Ha venduto milioni di libri. Lui credeva nel potere della BIBBIA che citava. Potenza di molti versetti. Devo dire che questi libri mi sono stati utilissimi.
RispondiEliminaNorman Vincent Peale? Ho letto anch'io qualcosa, qua e là, ma erano estratti dai suoi libri. Sono andata a cercare la biografia su Wikipedia per avere un'idea più precisa del personaggio, e ti ringrazio molto per la segnalazione. Provvederò a mettere in cantiere anche i suoi libri...
EliminaEmergo dal mio torpore letargico (mi dicono sia primavera inoltrata, ma continuo a sonnecchiare) con una domanda: siamo sul genere De Mello - aquile che si credono polli e che devono ricordare di essere aquile e imparare a volare? In questo periodo sono talmente stordita che non "mi sento" tanto aquila… ma le sensazioni a volte sono falsate quindi non mi preoccupo più di tanto.
RispondiEliminaE la bibbia… sì, c’è un mondo in quelle pagine; c‘è la storia di un legame particolare. È anche la storia di un cammino: un popolo che cammina verso il suo creatore, inciampa continuamente e continuamente viene risollevato.
Seligman in realtà è più scientifico di De Mello, probabilmente grazie alla sua formazione. De Mello è interessantissimo e molto motivante, ma sembra partire da un altro presupposto. Fu attaccato, lui padre gesuita, persino dal cardinale Ratzinger, anni fa, perché le sue posizioni erano considerate "incompatibili con la fede cattolica". Sarà...io mi sono limitata ad ascoltare il suo messaggio e a cercare di recepirlo, dato che è estremamente positivo.
EliminaNorman Vincent PEALE è un autore diversissimo da De Mello
RispondiEliminaEcco un altro autore che leggerò, oltre a De Mello, di cui ho già un minuscolo libercolo, "Conquista la consapevolezza", che è a misura di borsetta, davvero. Conosco persone che lo tengono in borsa, e quando si sentono giù per qualche motivo lo tirano fuori e lo aprono a caso, per farsi incoraggiare dalla frase che trovano. E funziona sempre.
Eliminaveramente mi riferivo a Seligman... e confesso: non ho letto nessuno dei due! In genere evito i libri che elargiscono consigli,ma è una mia personale (ed innocua?)"eresia". Ultimamente poi scelgo testi decisamente più "ameni" e di svago
RispondiEliminaÈ bello trovare altri "furiosi" dei libri.
RispondiEliminaSe ti fa piacere puoi unirti a noi. Ciao
Ci siamo anche in Facebook
Se poi ti piace scrivere prova www.parolexstrada.net
Buongiorno! Con piacere, vedo che Gaetano Volpi con il suo libercolo ha mietuto consensi...ho visitato il vostro sito e vi cerco anche su Facebook. Grazie di esservi presentati!
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