lunedì 30 aprile 2012

Imparare l’ottimismo – Insospettabile…


Sembra una scelta modellata sui tempi attuali, che non hanno niente o quasi di positivo o di incoraggiante. I libri, solitamente, svolgono il ruolo di “incoraggiatori” al meglio, dato che aprono sempre la mente spingendola a guardare e riflettere oltre la situazione del momento. Il titolo mi ha colpito subito, perché ho sempre pensato che ottimismo e pessimismo fossero caratteristiche intrinseche e quasi immutabili della persona, quasi come il colore degli occhi o dei capelli. Nonostante si possa intervenire abbastanza facilmente su questi, cambiandoli con lenti a contatto e tinture, è difficile che occhi azzurri diventino verdi o neri  nelle iridi, senza qualche intervento soprannaturale o fantascientifico (tipo quello che capita nel film Face Off). O sei pessimista, o sei ottimista, ecco cos’ho sempre pensato. In questo libro, però, la questione non è così bianco-nero, luce-ombra. Esiste una tendenza a pensare positivamente o negativamente, nell’individuo, determinandone così l’atteggiamento ottimista o pessimista, ma non si tratta di nulla di immutabile o su cui non si possa intervenire. Infatti, il sottotitolo è piuttosto chiaro, oltre che molto allettante:  Come cambiare la vita cambiando il pensiero.  A questo punto sono decisamente affascinata e il libro mi riaccompagna a casa. E’ un libro intenso sin dalle prime pagine: l’argomento è abbastanza complesso e l’approccio che sceglie Martin Seligman è facile, ma non facilone; semplifica ma non sminuisce la materia. Usa moltissimi esempi tratti dalla vita quotidiana, in cui ci troviamo tutti, in ogni secondo del nostro tempo, ad ogni latitudine, con qualunque temperatura e qualunque sia la lingua che usiamo per esprimerci. Il primo aneddoto che usa per esemplificare i due modi principali per porsi nella vita riguarda una giovane famiglia: padre, madre, bimba neonata. Il padre la guarda orgoglioso e felice nella culla, la bimba si risveglia dal suo sonno, il genitore le sorride e tenta di attrarre la sua attenzione chiamandola, non ottenendo risposta. La chiama di nuovo, ma nessuna reazione dalla bimba, che ha gli occhi aperti e si muove, ma non lo guarda. Il padre inizia ad angosciarsi. Quasi di sicuro c’è qualcosa che non va. Batte le mani più forte per attirare l’attenzione della bambina, ma ancora nulla. Ecco. Lo sapeva. La bambina è di sicuro sorda.
C’è stato qualche caso di sordità nella famiglia del padre, per cui, senza alcun dubbio questo gene difettoso si è comunicato alla bambina, rovinandola per sempre! E la colpa di chi è? Di lui, di suo padre, e del suo schifosissimo corredo genetico! Ormai convinto di assistere alla rovina dell’intera vita futura della figlia, il giovanotto chiama la moglie e le mostra il “problema”. La donna, sorridente e pratica, tira fuori un libro sui neonati, cerca il problema e constata che è cosa comune che i bambini molto piccoli non rispondano subito agli stimoli esterni. E per tranquillizzare il marito, fissa un appuntamento dal pediatra per i giorni successivi, dicendo che sicuramente non ci sarebbero state conseguenze strane di questo comportamento nella figlia. E questo si rivela il verdetto finale: il pediatra visita la bambina, non riscontra nulla, e qualche giorno dopo la neonata trasalisce ad un rumore esterno molto forte. Quali sono i due atteggiamenti? Il padre, pessimista, vede già sua figlia vittima di un handicap, tagliata fuori dalle cose importanti della vita, costretta ai margini, ad una vita di serie B. E non solo. Il colpevole di questa terribile angoscia è tutta sua, perché nella sua famiglia c’è stato un precedente, un’orribile contaminazione. La madre, ottimista, parte dalla considerazione che è normale che l’udito dei neonati abbia qualche difficoltà a funzionare, e se c’è qualche problema si agisce in tempo scoprendolo e passando subito ai ripari, se esistono. Nei panni di questo padre ansioso, pur non essendo madre di una bimba con sospetto di sordità, mi ci sono ritrovata anch’io tantissime volte, e io sono un’ottimista di natura! O almeno, lo pensavo…ma siamo appena all’inizio del viaggio.

9 commenti:

  1. Ho letto molti libri di un pastore americano defunto:Norman Vincent PEALE. Questo autore ha trattato sempre il Pensiero Positivo. Ha venduto milioni di libri. Lui credeva nel potere della BIBBIA che citava. Potenza di molti versetti. Devo dire che questi libri mi sono stati utilissimi.

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    1. Norman Vincent Peale? Ho letto anch'io qualcosa, qua e là, ma erano estratti dai suoi libri. Sono andata a cercare la biografia su Wikipedia per avere un'idea più precisa del personaggio, e ti ringrazio molto per la segnalazione. Provvederò a mettere in cantiere anche i suoi libri...

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  2. Emergo dal mio torpore letargico (mi dicono sia primavera inoltrata, ma continuo a sonnecchiare) con una domanda: siamo sul genere De Mello - aquile che si credono polli e che devono ricordare di essere aquile e imparare a volare? In questo periodo sono talmente stordita che non "mi sento" tanto aquila… ma le sensazioni a volte sono falsate quindi non mi preoccupo più di tanto.

    E la bibbia… sì, c’è un mondo in quelle pagine; c‘è la storia di un legame particolare. È anche la storia di un cammino: un popolo che cammina verso il suo creatore, inciampa continuamente e continuamente viene risollevato.

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    1. Seligman in realtà è più scientifico di De Mello, probabilmente grazie alla sua formazione. De Mello è interessantissimo e molto motivante, ma sembra partire da un altro presupposto. Fu attaccato, lui padre gesuita, persino dal cardinale Ratzinger, anni fa, perché le sue posizioni erano considerate "incompatibili con la fede cattolica". Sarà...io mi sono limitata ad ascoltare il suo messaggio e a cercare di recepirlo, dato che è estremamente positivo.

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  3. Norman Vincent PEALE è un autore diversissimo da De Mello

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    1. Ecco un altro autore che leggerò, oltre a De Mello, di cui ho già un minuscolo libercolo, "Conquista la consapevolezza", che è a misura di borsetta, davvero. Conosco persone che lo tengono in borsa, e quando si sentono giù per qualche motivo lo tirano fuori e lo aprono a caso, per farsi incoraggiare dalla frase che trovano. E funziona sempre.

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  4. veramente mi riferivo a Seligman... e confesso: non ho letto nessuno dei due! In genere evito i libri che elargiscono consigli,ma è una mia personale (ed innocua?)"eresia". Ultimamente poi scelgo testi decisamente più "ameni" e di svago

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  5. È bello trovare altri "furiosi" dei libri.
    Se ti fa piacere puoi unirti a noi. Ciao

    Ci siamo anche in Facebook
    Se poi ti piace scrivere prova www.parolexstrada.net

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  6. Buongiorno! Con piacere, vedo che Gaetano Volpi con il suo libercolo ha mietuto consensi...ho visitato il vostro sito e vi cerco anche su Facebook. Grazie di esservi presentati!

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