sabato 6 giugno 2015

L'Amanita#49 - Io senza di te

Io senza di te
Jojo Moyes

Mi appello al primo emendamento dei lettori furiosi - e se non esiste, lo pubblico io adesso: 
Il lettore furioso (ma anche quello non furioso) ha il diritto sacrosanto, insindacabile ed inviolabile di leggere ciò che vuole, quando vuole, dove e come vuole
Ergo, stando a questo principio, posso scegliere di evitare tutti i libri che trattano di argomenti che non gradisco. 
Un esempio? L'anno scorso ho rifiutato "Colpa delle stelle", libro amato da molti furiosi e di cui ho letto e sentito parecchi apprezzamenti, perché parla di adolescenti e malati incurabili.
Ho scoperto di essere allergica ai bambini ed agli adolescenti e c'è già abbastanza malattia nella mia vita; almeno nei libri voglio gente sana e magari il caro vecchio "...e vissero felici e contenti", che piace molto allo zio Bilbo Baggins. 
Sulla quarta di copertina, bello in fuxia, spicca sul nero: "Che libro meraviglioso, intenso, commovente! L'ho adorato." Sophie Kinsella. 
E se lo dice lei, non va bene a me, che ho piantato il primo Ilovecc proprio all'inizio e mi ritengo bidonata da "La signora dei funerali".
O i libri di cui perfino io capto una pubblicità televisiva: se mi becco una <<pubblicità da pranzo&TG>>, significa che il martellamento copre tutte le ore. E di solito non è cosa buona. 
Questi principi si sono scontrati con la saggezza popolare: a caval donato, non si guarda in bocca. 
A strìgne - come direbbe la mia socia virtuale romana de Roma - me lo hanno regalato per Natale. 
Va be', comincio a leggere. Se proprio non lo reggo, chiudo e regalo.

A ventisei anni Louisa Clark  sa tante cose. Sa esattamente quanti passi ci sono tra la fermata dell'autobus e casa sua. Sa che le piace fare la cameriera in un locale senza troppe pretese nella piccola località turistica dove è nata e da cui non si è mai mossa, e probabilmente, nel profondo del suo cuore, sa anche di non essere davvero innamorata di Patrick, il ragazzo con cui è fidanzata da quasi sette anni. Quello che invece ignora è che sta per perdere il lavoro e che, per la prima volta, tutte le sue certezze saranno messe in discussione. A trentacinque anni Will Traynor sa che il terribile incidente di cui è rimasto vittima e che l'ha inchiodato su una sedia a rotelle gli ha tolto la voglia di vivere. Sa che niente può più essere come prima e sa esattamente come porre fine a questa sofferenza. Quello che invece ignora è che Lou sta per irrompere prepotentemente nella sua vita portando con sé un'esplosione di giovinezza, stravaganza e abiti variopinti. Nessuno dei due, comunque, sa che la propria vita sta per cambiare per sempre.

Sono riuscita a leggerlo fino alla fine senza troppe difficoltà. C'è qualche melensaggine, ma è tollerabile. Non mi scandalizza la decisione di Will, che sceglie l'eutanasia, ma c'è qualcosa nei protagonisti, una specie di forzatura, che mi ha lasciato perplessa. 
Non è comunque un libro che sceglierei di comprare. 
Mi è rimasta una curiosità: adesso vorrei leggere qualcos'altro della Moyes, qualcosa di "sano", perché forse sa scrivere...


2 commenti:

  1. Allora da una malattia passiamo ad una situazione positiva, se ti fa pensare di poter leggere qualcos'altro di lei, che comunque scrive bene...

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  2. Sì, ne sto cercando uno con personaggi sani: mi hanno parlato di un altro suo libro molto bello, ma alla fine "ci scappa il morto"... ecchecavolo se voglio cadaveri, leggo Dexter&C!

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