Romione
La trilogia di Hunger Games, saga di successo scritta da Suzanne
Collins, tratta argomenti che portano a collocarla all'interno dei
romanzi fantasy e di fantascienza. Ma, leggendo questi tre libri, si
riesce a cogliere molto di più di alcuni semplici animali fantastici o
ambientazioni di carattere futuristico.
Si può infatti notare come le
descrizioni più che dettagliate e la narrazione assolutamente
sconvolgente possano farti affezionare in modo quasi "materno" ai
personaggi. Peeta e Katniss. Abitanti del Distretto 12, nello stato di
Panem completamente controllato da Capitol City. Fornaio che non ha mai
dovuto perire di fame, lui. Ragazza costretta a mantenere la sorella e
la madre, dopo la morte del padre, lei.
L'evento più temuto e più
crudele, la mietitura, fa in modo che si incontrino, per dover
affrontare i cosiddetti Hunger Games, i Giochi della Morte. Solo uno,
teoricamente, potrà sopravvivere al termine di questi. Ma tra Peeta e
Katniss nascerà realmente un'infatuazione così potente da sembrare che
non possa andare avanti in quel determinato contesto, dove l'unico
obiettivo è quello di uccidere, togliere la vita a coloro che fino a
poco tempo prima sono stati sottomessi, proprio come te, alla forza
maggiore di Capitol City.
Questo però non accadrà, perchè nell'ultima
riga dell'ultimo libro della trilogia, Katniss ammetterà il suo amore
per Peeta. Ciò dimostra come i sentimenti più profondi possano nascere
dal nulla, anche nelle circostanze più inadatte possibili. Come una rosa
che spunta dal cemento. Questa rosa non appassirà mai, potrà assopirsi
per cause materiali, ma mai morire.
L'abilità disarmante della
scrittrice, inoltre, suscita nei lettori emozioni, legate direttamente
ai comportamenti dei personaggi, e non a quello che essi scaturiscono in
noi. Una delle abilità più utili e ammirevoli che una scrittrice di
saghe può avere.
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