SimoCoppero
Non potevo scegliere compagni
migliori di quelli che mi hanno tenuto compagnia in questo inizio anno. Mai
avrei potuto pensare di poter tornare a leggere con così tanta passione.
Faccio una premessa prima di
buttarmi a parlare di questo romanzo: io amo la montagna, la amo
incondizionatamente come la piscina, sono i due luoghi che cerco con tutta me
stessa quando ho bisogno di stare con me. Chi mi frequenta spesso mi sente dire
“io scappo, in una baita, in mezzo al bosco, con una capre e la compagnia degli
orsi”. Amo la montagna non commerciale, quella fatta di zaini, di partenze
mattiniere dove i colori dell’alba iniziano a essere più vivi, di silenzi
durante il cammino e di ascolto della natura, di animali che ti studiano da
lontano ma che percepiscono che non sei un pericolo, di punte che ti aspettano
dopo la fatica.
Le otto montagne non è solo un
romanzo, è poesia, è umanità, è montagna, la mia montagna. Scritto con la
passione che solo chi la ama così tanto può avere nel descriverla in modo così
sublime, come il pittore con la sua migliore tela.
L’amicizia che nasce tra due
bambini, che cresce tra torrenti, alpeggi e baite diroccate, i prati, gli
animali, le camminate, che cresce con il passare degli anni pur prendendo i due
ragazzi strade di vita diverse, per poi ricongiungersi e allontanarsi di nuovo.
Ho pianto leggendolo, mi sono commossa, mi sono emozionata, ho rivissuto una
montagna che per tanti versi non esiste più, che è stata soffocata con
l’incalzare del progresso e della comodità.
Grazie all’autore per questo
viaggio durato duecento pagine circa, grazie per avermi portata nel Grenon e ai
piedi del Monte Rosa, a Grana, nell’alpeggio di Bruno, dove mungere le mucche e
produrre tome è stata sopravivvenza. E’ veramente stato unico e bellissimo.
La copertina può essere compresa
appieno solo dopo aver letto il libro e la trovo azzeccatissima. Alla prossima
avventura Paolo Cognetti e infinite grazie.
Non è facile stare soli con sè stessi ma per essere equilibrati davvero bisogna essere in grado di fare anche questo. Non si può essere dipendenti sempre dalla presenza di qualcun'altro
RispondiEliminaSicuramente posti magici quelli di montagna dove la solitudine si trasforma in tranquillità ed ammirazione di quanto compiuto dalla natura
Sembra un libro interessante. Un saluto un bacione ed un voto in Net Parade