Visualizzazione post con etichetta Mary Reilly. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Mary Reilly. Mostra tutti i post

venerdì 10 maggio 2013

La governante del Dottor Jekyll – Un'oscurità strisciante.


 Mary è una cameriera alquanto singolare. Innanzitutto, scrive. Non era così diffuso, all’epoca, che una persona della sua bassissima estrazione sociale sapesse leggere o tantomeno scrivere. Le prime esperienze di cui scrive sono ricordi angosciosi della sua infanzia infernale. La vediamo trascinata in uno stanzino buio e sporco, in cui è costretta a rannicchiarsi per poterci stare. Quando, poco dopo, la porta si riapre, non è per liberarla dal suo castigo, ma per farla precipitare ancora di più nell’inferno, se possibile. Il suo carnefice, abbrutito e incattivito dall’alcool, le getta beffardamente addosso un sacco di tela contenente un topo, furioso di paura. La descrizione di quei momenti di follia è distaccata quanto un referto medico. Mary si rivolge direttamente al suo Padrone (scritto proprio con la maiuscola) per spiegargli l’origine delle cicatrici che le scavano le mani e le braccia. Stranezza ancora maggiore: un esponente del ceto medio-alto dell’Inghilterra vittoriana, come il Dr Jekyll, guarda talmente a lungo una cameriera della sua servitù al punto di chiederle di raccontargli di sé, e di svelargli un dettaglio così profondo e personale come l’origine delle sue cicatrici. Stevenson ci ha già rivelato che il Dr Jekyll non è come i suoi pari: la sua spinta alla ricerca lo conduce in territori che nessuno dei suoi colleghi si è mai sforzato di sognare. Il suo interlocutore è altrettanto speciale: una cameriera, una ragazza giovane ma già schiantata e temprata dal contatto con un tipo particolarmente repellente di cattiveria, quella proveniente dal suo stesso padre. Inizia un rapporto a distanza, fatto di curiosità intellettuale da parte di Jekyll, e di ammirazione ritrosa venata d’affetto da parte di Mary. Quando i due mondi di cui sono rappresentanti s’incontrano, si avverte tensione. Jekyll si spinge anche con lei in una direzione impensata. Non cerca un contatto sessuale, come sarebbe normale pensare. Uno dei filoni più trasformati in cliché dalla letteratura è proprio il padrone cattivo e libertino che attenta alla purezza virginale della sprovveduta cameriera, proveniente dalla campagna o dai ceti più bassi e disprezzati della società. Qui non c’è nulla di tutto questo. Jekyll cerca di conoscere, è uno scienziato. Quando viene a sapere cosa successe a Mary per lasciarle quei segni, sulle prime non dice nulla. Mary è un oggetto nuovo da esplorare, e un accessorio per la teoria inquietante che si agita nella sua mente. Talmente inquietante da spingerlo verso la trasgressione. Jekyll è un fuorilegge, per quanto perfettamente inserito nella società e riverito come uno dei suoi pilastri. Apparentemente conformista e vittoriano, volge lo sguardo verso l’ombra dell’animo umano, tentando di portarlo alla luce, separandolo. Ma questo è un crimine, che sarà costretto a pagare con un crescendo di violenza e angoscia contro di sé e gli altri. Perché e cosa trasgredisce Jekyll? Si rivolge ad una cameriera, un oggetto umano, tentando di conoscere la sua storia personale. La spinge a scrivere, un’attività che dovrebbe essere lontana anni luce dalla routine quotidiana di una cameriera. La spinge a mantenerla segreta, aggirando anche l’autorità dell’ingombrante e petulante maggiordomo, mettendola quasi contro un altro domestico.

domenica 5 maggio 2013

La governante del Dr. Jekyll – Stessa storia, un altro punto di vista.


Qualche giorno fa, prima del periodo Shakespeare, si è verificata nella mia mente una di quelle associazioni di pensieri che, da un semplice stimolo mi portano poi a scrivere dei post. Il punto di partenza era il contrasto tra bene e male. La prima associazione di idee è stata lo strano caso del Dottor Jekyll e del Signor Hyde, romanzo molto noto di Robert Louis Stevenson, scritto nel 1886, che si studia solitamente a scuola. Il secondo anello della catena è stato un film del 1995, Dr Jekyll e Miss Hyde, di cui ho potuto guardare solamente il trailer. In questa versione, lo scienziato che soffre di scissione è un discendente del famoso Dr Jekyll; dopo aver scoperto un suo scritto, ripete l’esperimento facendo uscire il suo alter ego Hyde, che però, a differenza di quanto accadeva al celebre avo, parla con un timbro più alto e porta gonne e tacchi. L’associazione di idee va ancora avanti, andando a ripescare un romanzo del 1990, La governante del Dr Jekyll, di Valerie Martin. Per quanto sembri innocuo, questo titolo mi è sempre risuonato sinistro. Quando ho cominciato a leggerlo, mi sono resa conto che l’inquietudine che avvertivo nel titolo correva nell’atmosfera della bella casa vittoriana del Dottor Jekyll, nello stesso Dottor Jekyll (anche quando rimaneva Jekyll) e nella voce narrante del libro, Mary Reilly, giovane cameriera. Come Miranda di Amanda Miranda, anche Mary Reilly è nuova nella casa del Dottor Jekyll, ma a differenza sua, è una cameriera esperta e con referenze. Giovane, ma composta, capace, grandissima lavoratrice, posata. Tuttavia, sentiamo una nota stonata in lei già dalle prime pagine: c’è qualcosa che vibra sotto quell’apparenza calma, di persona che ha imparato a stare al proprio posto. E per i tempi in cui viveva, questa era una caratteristica importante e molto apprezzata. Essenzialmente, la trama è quella inventata da Robert Louis Stevenson un secolo prima. Il Dottor Jekyll è uno scienziato filantropo apprezzato, benestante e aperto, di idee progressiste, ben disposto verso il suo prossimo, forse un po’ eccentrico. Attirato dalle infinite sfaccettature dell’animo umano, si lancia in una serie di esperimenti, volti ad approfondirne la conoscenza, che porteranno alla sua trasformazione in Mr Hyde, una creatura giovane, vitale, ma profondamente malvagia e dedita solo al perseguimento del proprio piacere e benessere. Hyde si macchierà di crimini, Jekyll si sforzerà di tenerlo sotto controllo, ma l’oscillazione continua tra i poli della sua stessa anima lo indeboliranno vieppiù, fino a portarlo alla morte. Con Stevenson, avevamo un punto di vista unico sulla vicenda, sebbene scisso in due. Con Valerie Martin, ne abbiamo un terzo: più lontano, filtrato dal carattere e dalle capacità di osservazione della quieta ma attenta Mary Reilly.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...