Un altro motivo per cui questo libro mi ha letteralmente
entusiasmato è il suo formato: è un bel tomo spesso, di oltre mille pagine, in
controtendenza con i libri degli ultimi tempi, che tendono ad essere più
piccoli, e se raccontano di vicende lunghe, le spezzettano in trilogie o
tetralogie. Il suo formato compatto mi piace molto e me lo rende anche
particolarmente simpatico. Il periodo particolarmente lungo della narrazione mi
ha permesso di vivere un po’ di più con i suoi personaggi, che sono moltissimi.
Sono gli abitanti di almeno due o tre villaggi, su cui spiccano due famiglie in
particolare, le cui vicende s’intrecciano strettamente quasi subito, e i monaci
di almeno due priorati. Verso la seconda metà del libro entreranno anche in
scena la corte inglese (almeno per un paio di capitoli), e la cattedrale di
Canterbury. Era da diverso tempo che non passavo così tanto tempo con le
creature di carta, ed è stato come ritornare davvero a casa. E’ così che mi
piace leggere i libri, entrandoci dentro e condividendo tutto con le creature
che lo abitano. Sono andata in giro a cercare lavoro trascinandomi dietro una
famigliola stanca e coraggiosa, come Tom il costruttore. E’ uno dei primi
personaggi che vivono nei capitoli iniziali del libro.
Nel prologo viene
preceduto da una giovane fanciulla dall’aspetto di strega (bastavano capelli
neri e occhi particolarmente magnetici per attirare la definizione), scossa da
furia cieca e da una fortissima volontà di vendetta. E’ questo a renderla
temeraria fino a sfidare i poteri dell’epoca (Chiesa e Stato, rappresentati da
uno scaltro diacono dedito agli intrighi e un barone compiacente dedito solo ai
propri interessi, pronti entrambi a calpestare vite e diritti umani per il luccichio
di soldi e potere), e anche le convenzioni sociali che la volevano zitta e
impotente come la maggior parte delle donne non ricche di quella società feudale.
Non lei, Ellen. E’ una donna anticonformista, forte,coraggiosa, senza essere la
caricatura di un uomo, come si scoprirà più avanti nel libro. Tornando a Tom, il
mastro scalpellino ha un sogno bruciante nel cuore: costruire una cattedrale. E’
innamorato del proprio lavoro e capace quanto basta per avere idee su come
costruire contrafforti, scaricare e bilanciare pesi, ed è mosso da questo sogno
invincibile, per cui riesce a superare ogni difficoltà con molto coraggio.
Perde quasi subito la moglie, troppo indebolita per superare indenne il parto,
avvenuto all’aperto e al freddo. Il neonato viene abbandonato, poiché è una
bocca impossibile da sfamare nelle sue condizioni attuali di scalpellino in
cerca di lavoro, già preoccupato di non riuscire a dar da mangiare a due figli
già grandicelli. La sua vita s’incrocia con quella di Ellen, la giovane “strega”
furiosa del prologo: anche lei ha un figlio, un bimbo bizzarro di circa sei
anni, che vive con lei in una caverna nei boschi delle vicinanze. È una donna
singolare persino per quell’epoca, Ellen. Fortissima, intransigente al punto di
voler vivere da sola in perfetta autonomia in mezzo ai boschi,come se fosse un
cacciatore o un eremita, pur di non sottostare alle ipocrisie feroci che l’hanno
duramente colpita qualche anno prima. Non è una donna amareggiata, delusa o
inacidita. Disprezza con violenza gli ipocriti e chiunque tenti di ingabbiarla
o di giudicarla si scontra con la sua lingua tagliente (che spesso formula
maledizioni temibili) e il suo incontenibile amore per la propria libertà. Già dalle
prime battute, inutile dirlo, Ellen è diventata la mia personale eroina. J
ecco, sì!
RispondiEliminaParliamo di libri spezzettati.
Cari scrittori, avete perso il dono della sintesi?
Avete incontrato una malefica strega-mutante-vampiro (voto il vampiro: questa dispersione cartacea è COSTOSA, un vero salasso!)
dicevo: avete incontrato un'orribile creatura del genere ed avvertite l'irrefrenabile bisogno di sbrodolare quindici pagine per un fatto di poche righe?
Per favore, cercate di contenervi!
Sono stanca di saghe e saghette per storie che potrebbero occupare un bel "tomo ciccio" (=sostanzioso)!
Pare che Michelangelo, alla vista di un bel pezzo di marmo, esclamasse rapito "carne!". Ebbene, noi libri-dipendenti a volte abbiamo bisogno di un bel libro voluminoso...
Infatti: che soddisfazione tenere in mano un bel libro corposo, ripieno di carne cartacea e di parole significative?
EliminaParole significative. Hai toccato un tasto dolente. Mi capitano tra le mani libri di 500 pagine (parti di trilogie, saghe, ecc. grrrr)… stringi-stringi, basterebbero 150 pagine. E poi avrei ancora dubbi sulla mia salute mentale. Ovvero: ma perché compro un libro così?!
RispondiEliminaMagari perché pensi che dentro ci siano molte più parole significative di quante ve ne siano davvero...e lo si può scoprire solo leggendolo. Meglio! Così si affinano i gusti!
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