SimoCoppero
Luigi Bonomi in questa storia
parla di calcio, un calcio diverso da quello a cui siamo abituati oggi, sia nel
giocato che nel parlato e raccontato.
Parlo da tifosa, parlo da amante
dello sport e del calcio, questo libro appassiona anche chi non ha idea da
quanti giocatori sia formata una squadra calcistica e quali siano le regole che
dettano il gioco. Al di là dei colori del cuore a cui ognuno di noi inneggia,
qui si prova trasporto e sentimenti leggendo e non si può far altro che
iniziare, continuare e finire questo piccolo libro.
Da quando ho finito di leggerlo,
ogni tanto riapro la pagina della nota critica di Gian Paolo Ormezzano che in
due semplici pagine racchiude l’essenza di questa storia, e io in automatico
rivivo momenti meravigliosi seduta sulle ginocchia di mio nonno, mentre mi
racconta tutto sul Grande Torino.
“… in non troppe pagine c’è una
storia calcistica con dentro fra l’altro il mio gran toro …. “ scrive Ormezzano
– si, siamo a La Spezia, dove Marco, personaggio principale, alla morte del
nonno, viene portato a svolgere una
caccia agli indizi postuma: il nonno con indovinelli e indizi, a partire da una
fotografia, lo porta a ricostruire la storia vera della squadra dei pompieri di
La Spezia che giocherà l’ultima partita del campionato proprio contro il Grande
Torino, durante la seconda Guerra Mondiale.
Ormezzano continua “ … c’è un
aiuto alla mia tesi, secondo la quale scrivendo di sport si può scrivere di
tutto della vita … “ ed è vero: Bonomi riesce con questo prezioso racconto a
esaltare tutti i lati di dolore, rabbia, paura, felicità, vittoria, amore di
chi ha fatto parte di questa magica rosa di giocatori, e di chi pensando a
questa improbabile squadra in qualche modo gli ha permesso di vivere e salvarsi
durante la guerra.
Prendetevi due ore e lasciatevi
trasportare in questa impresa: merita, anche se non tifate granata!
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