Ultimamente, amo farmi sorprendere dai libri e dalla mia
stessa capacità di superare eventuali allergie, ripensamenti o pregiudizi. Con
Viola, Vertigini e Vaniglia di Monica Coppola, si è verificata di nuovo una
sorpresa piacevolissima.
La storia ruota intorno alla voce e alla presenza di Viola,
brillante giovane donna (a dispetto della sua stessa autostima, che come per
tutte le donne, si aggira ai minimi storici di sempre), dotata di bell’aspetto,
talento da vendere, sogni enormi e… un lavoro poco esaltante. Apriamo la porta
del libro mentre la vediamo eccitatissima ad accogliere la sua amica storica,
Emma, un piccolo vulcano rosso e riccioluto in forma umana, in visita dagli
Stati Uniti, in un momento di pausa nella sua apprezzatissima carriera di
disegnatrice.
Insieme, sono un’esplosione di vitalità, talento e
buonumore. Viola ama scrivere, e ha un romanzo pronto per essere consegnato e
distribuito a tutti gli editori che hanno occhi e cuore aperti a sufficienza
per riconoscerlo e aiutarla a realizzare la sua vita una volta per tutte. Per quanto
sia una giovane donna eccezionale, alla sua età non ha raggiunto i traguardi
che la sua perfetta cugina Matilde, definita meravigliosamente come “archistar”
ha ottenuto con grande impegno e sicurezza nelle proprie qualità. E per quanto
la sua famiglia, composta prevalentemente da donne (madre più zie) la sostenga
e la ami, qualcosa nella sua vita continua ad andare storto, pur se con
conseguenze e manifestazioni divertenti.







