La libreria per me è sempre stata un luogo magico; nel mio cassetto dei
sogni ho sempre sperato che il mio futuro fosse lavorare in una libreria uguale
a quella in cui sono sempre entrata per anni. Un posto non troppo moderno, e
perché no, anche un po’ polveroso, dove trovare una persona che in un qualche
modo sappia incanalarti verso il libro giusto, che sappia darti il suggerimento
per stuzzicare la fantasia orientandomi verso un titolo invece che verso un
altro. Magari un po’ restrittivo ma nel mio mondo questa è la mia idea di libreria, verso la quale
cerco di ispirarmi ogni giorno per migliorare la mia.
Precisato questo, ho deciso di perdermi e dare rilievo all’iniziativa
che Giuseppe Culicchia ha presentato la settimana scorsa su Tuttolibri: per dieci
settimane un libraio indipendente o non
indipendente consiglierà tre titoli in cui crede o ha creduto.
I primi tre titoli arrivano da un libraio indipendente torinese e sono:
ARCANO
21 di LUCA RAGAGNIN : "Arcano 21" è la cronaca a posteriori di un
"viaggio" nel meraviglioso mondo delle librerie viste dal di dentro.
Un libraio di lungo corso narra la sua discesa negli inferi del micromondo del
mercato librario con tutta la teoria di personaggi grotteschi ed esilaranti,
situazioni raccapriccianti e surreali, visioni del mondo e identità di varia
natura. Davanti agli occhi sfilano la libreria "alternativa" e
culturale, poi quella della cooperativa universitaria, e poi, perché no, la
bancarella cittadina, la libreria "di servizio" per gli studenti, e
anche la libreria di catena. E nella testa del narratore tutti i personaggi più
amati della letteratura mondiale, da Don Chisciotte a Siddharta a Don Ciccio
Ingravallo, che si incontrano e dialogano l'un con l'altro restituendo di volta
in volta un punto di vista decisamente peculiare sugli eventi narrati. Immagini
mentali ma forse no, i personaggi si fanno a tratti più reali del reale: il
loro intervento scompone il susseguirsi lineare degli eventi, e insieme
contribuisce a legare gli avvenimenti e le conseguenze su un piano meno
concreto, dove regnano l'ironia e la satira. E poi, d'improvviso, ecco che il
lettore viene guidato da un terzo filo, che percorre e tocca ogni pagina: per
tutto il romanzo, seguiamo le vicende di un glicine, che nasce e sboccia, e il
cui destino è legato saldamente a quello del protagonista.
L’INVENZIONE DELLA MADRE di MARCO PEANO: Questa è una storia
d'amore. Si tratta dell'amore più antico e più forte, forse il più puro che
esista in natura: quello che unisce una madre e un figlio. Lei è malata, ha
poco tempo, e lui, Mattia - sapendo che non potrà salvarla, eppure ostinandosi
contro tutto e tutti - dà il via a un'avventura privatissima e universale: non
sprecare nemmeno un istante. Ma in una situazione simile non è facile superare
gli ostacoli della quotidianità. La provincia in cui Mattia abita, il lavoro in
videoteca che manda avanti senza troppa convinzione, il rapporto con la
fidanzata e con il padre: ogni aspetto della sua vita per nulla eccezionale è
ridisegnato dal tempo immobile della malattia. Un rifugio sicuro sembrano
essere i ricordi: provare a riavvolgere come in un film la memoria di ciò che è
stato diventa un esercizio che gli permette di sopportare il presente. Ma è
davvero possibile sfuggire a se stessi? In questo viaggio dove tutto è
scandalosamente fuori posto, è sempre il rapporto con la madre a far immergere
Mattia nella dimensione più segreta e preziosa in cui sente di essere mai
stato. Raccontando di questo 'everyman', Marco Peano ridà senso all'aspetto più
inaccettabile dell'esperienza umana: imparare a dire addio a ciò che amiamo.
OGNI ALTRA VITA. STORIA DI ITALIANI NON ILLUSTRI di PAOLO DI STEFANO:
C'è chi vende uova dopo la guerra e chi usa la stoffa dei paracadute per cucire
gonne. Chi fugge dall'Italia per fare fortuna all'estero e chi se ne va per
scampare a un padrino violento. Ci sono donne che si buttano con l'elastico dai
ponti e ragazzi che cadono da una finestra per non rialzarsi più. Partigiani e
sarte, minatori e cameriere, maestri di scuola. Madri, padri, figli, figlie. E
poi c'è uno scrittore, Paolo Di Stefano, che legge i diari o ascolta le parole
di questi italiani non illustri - forse assurdi agli onori o ai disonori della
cronaca per lo spazio breve di un'indignazione, ma poi subito dimenticati - e
restituisce loro la voce che avevano smarrito, o di cui erano stati privati.
Dalla Sicilia arcaica e pietrosa delle guerre mondiali alla Milano grigia ma
bella di oggi, Di Stefano racconta di innamoramenti e matrimoni, di bombe che
cadono dal cielo e di battaglie che si combattono in famiglia; di litigi,
incomprensioni, rotture; di piccole rivincite e grandi rivoluzioni del costume.
Il ventennio fascista, gli anni sessanta e settanta delle proteste
studentesche, e poi i decenni a noi più vicini, quelli in cui la Storia si fa
storia, cronaca o memoria commossa di chi c'era e ricorda chi invece non c'è
più.
In attesa del prossimo libraio e dei prossimi titoli ….. Buone letture.
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