martedì 23 febbraio 2016

Le perle di Loredana#6 – Antonio Forni - Agharti

LoreGasp

Un paio di settimane fa, con la Edizioni Cento Autori, la casa editrice de La logica del Gambero di Maria Rosaria Selo, ho scoperto di aver trovato una buona raccolta di ostriche e di conseguenza di perle, concentrate nello stesso posto. Per questo motivo, non mi sono allontanata di molto, e ne ho tirata su un’altra: si tratta di Agharti, di Antonio Forni, con sottotitolo Un’indagine del Commissario Salina. Se volete dare un’occhiata approfondita al catalogo di questa casa editrice, vi riporto il link: www.centoautori.it

Oltre ad allungare la collana, e a farne una parure completa (di questo passo, oltre ad un collier fatto di almeno tre fili spessi di perle, con braccialetto, orecchini, anello, esce lo spazio anche per una cavigliera…), cominciamo ad avere una discreta collezione di commissari campani. Coliandro, Montalbano (versione giovane e meno giovane), Manara, Corso, devono stare attenti alla concorrenza dei colleghi partenopei. E ho citato solo quelli italiani.
Parlavamo di un commissario.

Eccolo: Ruggero Salina, che è il nostro personaggio pilota. Si tratta di un uomo brillante, serio e anche piuttosto attraente, se dobbiamo dare credito all’immagine che egli stesso descrive guardandosi allo specchio. Abbiamo Napoli come ambientazione principale, ma quasi non vediamo la città, perché, tenendo dietro al dinamico commissario, e alle sue indagini, ci spostiamo in continuazione e con velocità. Per essere precisi, il libro si apre su Bagnoli, l’antica acciaieria simbolo di un’intera epoca industriale e di contrasti, che qui diventa il luogo del ritrovamento di un cadavere. Si tratta di un giovane ricercatore universitario, Francesco Tufi, specializzato in lingue antiche, rinvenuto senza testa da uno spaventatissimo custode. Immediatamente si sente che non è il “solito” omicidio, il solito agguato di camorra, come ironizza macabro lo stesso commissario: troppi particolari inquietanti, e la vita stessa di Francesco Tufi è troppo tranquilla e dedita alla routine, per giustificare un trattamento così crudele.

Prima che il commissario abbia tempo di fare anche solo una luce minima su questo omicidio, viene ritrovato un altro cadavere, nelle stesse condizioni di quello del giovane ricercatore. Si tratta di una donna, e in particolare di una prostituta extracomunitaria. Apparentemente non ci sono legami con Francesco Tufi, ma le coincidenze ormai sono troppe, e troppo evidenti.

Cosa sta capitando?

Il Commissario Salina decide di immergersi a fondo nelle indagini, che si rivelano da subito pericolose e anche molto delicate. I suoi superiori, i magistrati, gli stanno addosso, preoccupati del proprio posto e prestigio di fronte all’opinione pubblica, pronti a scaricare su di lui l’intera responsabilità di un eventuale fallimento, e altrettanto pronti a vestirsi di tutti gli onori del successo. Lo affianca una giovane ed affascinante Rossella Presti, sostituto procuratore della Repubblica, coraggiosa, brillante e determinata, che lo seguirà senza esitazioni in un viaggio tra tempo e spazio: da Napoli corriamo al Cumano, alla zona archeologica, a Parigi, per arrivare al Kazakistan, e saltiamo indietro di millenni, tra antiche popolazioni nomadi dell’Asia arrivate forse persino in Campania, e non dimentichiamo di ripescare Dante e la Divina Commedia.

E’ un poliziesco colto, questo. Leggetelo se, all’adrenalina di scavare nei personaggi per identificare l’assassino, volete unire anche un percorso affascinante nella storia antica e nell’immaginario antico di popolazioni lontane. Il tutto è trattato con disinvoltura, leggerezza che non è mai superficialità. Lo stesso autore è un giornalista professionista, vicecaporedattore del TGR Campania, che ha saputo unire il suo addestramento a fornire notizie chiare e sintetiche con il piglio del romanziere che racconta una storia, e la visione di chi è abituato a parlare per immagini.


Il risultato è un poliziesco che esce dagli schemi, pur restando molto ancorato nella realtà, di cui ne prende tinte anche ciniche, come si può leggere nelle considerazioni del Commissario, alla conclusione delle indagini.

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