… e tutto l’arcobaleno. Del resto, il Re di bastoni, in
piedi come sempre, ha nel suo mantello variegato colori che Il messaggero dell’alba,
pur usando La stretta del lupo, non potrebbe mai sognare di raggiungere. Perché
lui lo sa bene che La bellezza non ti salverà.
…
Dico subito che non si tratta di sostanze stupefacenti, né
di alcool, cibo andato a male o stress prolungato: adoro giocare con i titoli e
le copertine dei libri. E se sono belli e ricchi come quelli di Francesca
Battistella (ignominiosamente baloccati nella frase mattoide di cui sopra), mi
viene ancora di più. Soprattutto perché è stato un autentico piacere leggerli,
e una fonte di rallegramento e gioia continui, pur essendo noir e gialli, posti
in cui compaiono assassini seriali, indagini forensi, profiler e anche tanta
paura.
Ma quando il talento scende in campo, si siede alla
scrivania e scrive questi libri, possiamo aspettarci anche questo. Se si ha la
fortuna di conoscere dal vivo la portatrice del talento di cui sopra, ci si
rende conto che si tratta della pura verità. Come sempre organizzato da Bolla e
Fantasia, in collaborazione con il Comune di Rosta e la sua bellissima
Biblioteca, e con il Furore Di Aver Libri, l’incontro di sabato 17 novembre ha
visto protagonista lei, Francesca Battistella e i suoi quattro cavalieri del
Buon Leggere, i suoi bellissimi noir, tutti pubblicati dalla casa editrice Scrittura e Scritture.
L’abbiamo ascoltata mentre, con una verve che non ha mai
subito flessioni, ci ha raccontato di sé come autrice e creatrice dei quattro
consigliatissimi titoli menzionati sopra.
Maricò è una bella donna
sulla quarantina, ancora single, dolce, brillante senza esserne troppo
consapevole, con molta voglia di fare e di impegnarsi, ed è lei che manda
avanti la casa ereditata dai genitori, con l’aiuto di una domestica filippina,
minuscola e silenziosa, e una grintosa zia, sorella della madre defunta, la
fortissima Cettina. Sostenute anche dall’aiuto di un tuttofare, che vive e
lavora nella casa da quando c’erano ancora i signori Cecere. In quegli anni,
quando andiamo a bussare anche noi alla porta di Casa Serena, sono cinque i
pensionanti, di diversa provenienza geografica e occupazione lavorativa; tre
donne, un uomo e… un femmeniello.
Quest’ultimo, in realtà, è lì da sempre;
probabilmente hanno costruito Don Cecé Tarallo insieme alle fondamenta del palazzo
elegante in cui troviamo l’adorabile Casa Serena. Maricò cresce insieme a
questo bel personaggio elegante e raffinato d’animo, nonché d’aspetto, che
sembra farle da fratello maggiore, zio e padre. Il loro è un rapporto di
affetto e di scambio continuo; lui la porta con sé nelle sue passeggiate e
uscite, facendole conoscere anche persone di un bel mondo, e lei, tutte le
domeniche sera, gli legge le carte.
Ai molti talenti di Maricò si aggiunge
questo: è in grado di leggere le carte con grande maestria, azzeccandoci sempre,
e ha frequenti sogni premonitori, molto spesso inquietanti e un tantino
difficili da decifrare. Una sera, Don Cecé le chiede la lettura di carte, come
al solito. Questa volta c’è qualcosa di diverso: le carte non sono belle, non
sono belle affatto e Maricò le ha lette fin troppo bene, ma non vuole crederci
e non vuole far inquietare il suo amico di sempre. Don Cecé, però, non è più
giovane e ha un bagaglio di esperienza lungo e difficile sulle spalle. Ha
capito benissimo il messaggio delle carte ed è pronto ad accoglierlo: la sua è
stata una vita lunga e bella, è anche giunto il momento di accomiatarsi.
E così
succede. Maricò perde un affetto importante e pensa che quella parte della sua
vita sia chiusa per sempre. In realtà, tutto inizia davvero adesso. Finora
abbiamo conosciuto la parte brillante della vita di Don Cecé, le sue
frequentazioni con il bel mondo napoletano, qualche accenno ai suoi amori
omosessuali (è un femmeniello, ricordate?), ma abbiamo appena sfiorato una
storia e un personaggio poco rassicuranti e puliti, che per un certo periodo si
sono intrecciati con la sua. Anni prima, quando Maricò era una ragazza
impressionabile e sognante di diciassette anni, Don Cecé cade vittima del
fascino ambiguo e irresistibile del giovane avvocato Amoruso, bellissimo d’aspetto
e nerissimo d’animo. Nemmeno Maricò ne fu immune… un’infatuazione fortissima,
di quelle che tengono sveglie di notte, immergono in sogni ad occhi aperti di
giorno, e magari fanno fare cose bizzarre tra l’uno e l’altro. Fortunatamente,
per entrambi, questa botta in testa non ebbe conseguenze. Don Cecé si accorge
abbastanza in fretta dell’indegnità dell’amato e delle sue frequentazioni, al
punto da allontanarsi in fretta e lasciarlo perdere. Anche questa sembra una
storia chiusa e sepolta dopo tanto tempo, e a maggior ragione dopo la morte di
Don Tarallo.
No, qui non c’è proprio niente di chiuso. L’avvocato Amoruso
continua con le sue frequentazioni poco pulite, anzi, decisamente sporche, e
prospera sempre di più, proprio grazie ai suoi clienti indesiderabili che hanno
agganci e mani in pasta dappertutto, ben oltre la città. Non è solo il loro
avvocato di fiducia, è il loro uomo per tante situazioni, colui che raccoglie
le loro oscurità e le custodisce. Uno di quei segreti incrocia anche la vita di
Don Cecé, per un breve momento gentile destinato a finire in fretta senza
lasciar speranze di poter continuare. Nessuno ne avrebbe mai saputo nulla, se l’ex-femmeniello
non avesse pensato di conservarlo e poi di trasmetterlo in eredità proprio a
Maricò. Dopo il funerale, la proprietaria di Casa Serena riceve una chiave che
apre una cassetta di sicurezza nel caveau di una banca cittadina. Cosa potrebbe
esserci per lei, in quel posto? Di quale utilità potrebbe essere per lei?
Quel contenuto è importante, importantissimo. Perché quel
segreto è strettamente legato ad altri misteri angoscianti che hanno
contribuito a costruire la fama nera del nostro Paese, e che riguarda le
attività dei clienti indesiderabili dell’avvocato Amoruso. Ed essi sono più che
interessati a far sì che tutto rimanga accuratamente coperto e a stornare
attenzioni indesiderate. Nonostante i loro sforzi, però, arriva in città
qualcuno che è estremamente interessato a far luce sui misteri di cui sopra,
nientemeno per conto dello Stato… un ufficiale di Polizia Giudiziaria dell’Alto
Commissariato Antimafia, Raoul Zanardi.
Poiché è in incognito e non desidera luci su di sé e le sue
indagini, il prestante ufficiale (bello quanto un attore, lo definisce qualcuno
nel romanzo) cerca una sistemazione tranquilla, non altisonante, magari
domestica… come Casa Serena! Del resto, Don Cecé ha lasciato libera la sua
stanza, ormai…
Vi lascio immaginare lo scompiglio che porterà il bel Raoul
nella vita non più Serena della Casa, e in quella di Maricò. E anche con grande
soddisfazione (non subito) della granitica zia Cettina, di poche parole, grande
osservatrice e molto sveglia.
Leggerete questo libro e non vorrete smettere più. Scoprirete
chi è il Re di bastoni, e che significato ha quando si presenta in piedi, se
siete in grado di leggere le carte. Vi perderete nei sogni di Maricò, sempre
azzeccati al pari delle sue letture, seguirete i giri complicati di segreti in
cui Don Cecé si è ritrovato impigliato ed è riuscito a liberarsi. Vi divertirete
con lo stile mutevole di Francesca Battistella; vi racconta con serietà di
omicidi, di crudeltà e di mancanza di rispetto, ma senza angosciarvi. Vi farà
indignare quando vi presenterà le storie sanguinarie di certe famiglie
indesiderabili. E vi farà sorridere e vi darà speranza quando dirà alla zia
Cettina di prendere in mano certe situazioni che sfuggono di mano, o quando
getterà il sornione Zanardi come una volpe gentile in un pollaio sovraffollato.
Ma questo è solo l’inizio. Ricordate? Ci sono altri tre
libri… CONTINUA
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