Ho aperto la settimana con lo spettacolare Re di bastoni, in
piedi, e la completo con la sua trilogia, La stretta del lupo, Il messaggero
dell’alba e La bellezza non ti salverà.
Cambiano i personaggi, il coro narrativo che è al centro del
libro, cambiano anche i luoghi, ma l’energia rimane la stessa: quella di una
narrazione spigliata, padrona di quello che sta dicendo, capace di trasmettere
l’angoscia e l’odio altrettanto bene della gioia e del divertimento. I noir di Francesca
Battistella sono pieni di colori, come ho detto nel precedente post. Sono uno
specchio fedele delle fibre che compongono la vita, in tutte le loro sfumature.
La stretta del lupo (2012, Scrittura e Scritture) ci porta
dritti sul Lago d’Orta, a Vacciago. Sono i 150 anni dell’Unità di Italia, è
necessario prepararsi adeguatamente per festeggiare una ricorrenza così importante.
Maria Teresa Filangieri, vedova benestante di un ricco industriale del nord
Italia, si sta occupando di far ristrutturare la villa in cui vuole vivere,
mentre la sua bella e brillante amica Niki Bianciardi è immersa nel suo lavoro
di gallerista sofisticata e competente. Alfredo Filangieri, fratello di Teresa,
si dedica alla sua routine nella bella casa di famiglia a Massa Lubrense, nei
dintorni di Sorrento. Fotografie veloci di vite umane alla luce del sole, immerse
nelle loro occupazioni. E’ l’ombra, però, che arriva a sconvolgere tutto… in
quegli stessi giorni, un assassino spezza la vita di una ragazza giovane,
massacrandone il corpo con ferocia. L’evento è così sconvolgente, da attirare l’attenzione
di una figura altrettanto unica nel suo genere: Costanza Ravizza, la prima
donna profiler italiana, di stanza a Novara.
purtroppo, da altri delitti, e lo stesso Alfredo Filangieri. Teresa lo convoca d’urgenza: ha bisogno di aiuto perché sta per arrivare da lei la bellissima e dolcissima nipotina Letizia, di sette anni, letteralmente “parcheggiata” dalla madre Eugenia (la figlia un po’ scombinata di Teresa) e lei non può occuparsi di tutto: villa, preparativi per i festeggiamenti, nipotina… è troppo! E lui, Alfredo, ha bisogno di staccare un po’: sempre da solo, rinchiuso nella sua routine, lontano da tutti. Un po’ a malincuore (il lato leggermente ipocondriaco di Alfredo protesta vibratamente), ma rallegrato all’idea di poter passare del tempo con la sorella e la nipotina amatissime, sale sul treno e le raggiunge.
Invece di una vacanza, per quanto accettata a denti stretti,
Alfredo si troverà coinvolto, suo malgrado, in una rete di omicidi e indagini,
in cui si sentirà persino spinto a dare il suo contributo. L’assassino è ancora
lì, a sfogare il suo torrente di odio sulle donne che attraversano la sua strada,
e Costanza stessa, pur con la sua competenza ed efficienza, dovrà dipanare una
matassa fatta di falsi sospetti, di persone ambigue, di piste promettenti a
prima vista, e fragili quanto castelli di carte. È una dote particolare di
Alfredo (di cui non ama molto parlare) che la indirizza verso il sentiero
giusto e una brutta catena di omicidi viene fermata per sempre.
Dopo essere passati per La stretta del lupo (che è il nome
di una stradina strettissima che esiste sul serio, sul Lago d’Orta), sbuchiamo
a Massa Lubrense, in provincia di Salerno, per Il messaggero dell’alba (2014).
Lunga la stretta, eh? :-D Siamo a casa di Alfredo, e troviamo un’altra
atmosfera elettrizzata. La vulcanica e storica fidanzata del signor Filangieri,
Angela, si è tuffata a capofitto nell’organizzazione di un festival letterario
di tre giorni, per dare una mano alla sua amica Minerva: tre scrittori italiani
famosi presentano tre scrittori emergenti, ciascuno in un genere diverso. A
coronamento della presentazione, spettacoli di danza per attirare e divertire
il pubblico. Una gran bella occasione, no? Libri, letture, scrittori famosi…
insomma, verrebbe voglia anche a me di partecipare ad un festival così!
I problemi iniziano subito. Anzi, anche prima della nascita
dell’idea del festival letterario. A Roma, pochi mesi prima, vengono uccisi
scrittori famosi, con lo stesso modus operandi, la stessa arma del delitto
(personalizzata per la vittima) e la stessa firma inquietante, Il messaggero
dell’alba. Le notizie stesse vengono tenute basse, per non provocare angoscia e
terrore, veicolando la presenza di un serial killer. Cosa possono c’entrare
questi due omicidi con un festival letterario di provincia?
C’entrano, eccome:
è presente un bel collegamento forte tra questi due nomi e quelli dei famosi
che parteciperanno a Massa Lubrense. E sarà Costanza Ravizza (eccola di nuovo),
insieme ad un fascinoso collega arrivato apposta dalla Capitale, Enrico
Marconi, a sbrogliare una matassa ingarbugliata e piena di rancore. Anche qui,
però, Alfredo dà il suo contributo… grazie a quella capacità, già emersa ne La
stretta del lupo, di cui non sa ancora se andare orgoglioso o esserne
terrorizzato. Con il semplice gesto di dare la mano al suo interlocutore, come
vuole la buona educazione quando ci si presenta o si conclude un colloquio
formale, Alfredo è in grado di percepire le sensazioni e le emozioni dell’altro.
Ed è una caratteristica, questa, che gli ha permesso di essere un responsabile
delle Risorse Umane presso l’azienda dove lavorava a dir poco spettacolare. La
stretta di mano gli garantiva di essere sicuro di percepire e comprendere la
reale natura di chi gli stava di fronte, al di là dei sorrisi e dei begli
abiti. (N.d.B. Nota della Blogger: farebbe molto comodo, in generale, vero… ?
Mi sarei risparmiata molte fregature finora, come penso sia capitato ai tre
quarti di persone che vivono su questo pianeta.)
Gli omicidi, lo vedrete, non si fermeranno ai due scrittori
di Roma. Anche il festival letterario sarà funestato dalla presenza del
messaggero dell’alba. Ha una missione da compiere, e niente può impedirgli di
concluderla. Avete presente il collegamento di cui parlavo prima? È forte e
vincolante come una corda d’acciaio e finirà per strangolare tutti quelli
coinvolti… ma non facciamo i conti senza Costanza e Alfredo.
La bellezza non ti salverà (2016). Categorico e lapidario.
Eppure, io sapevo il contrario… la bellezza è una delle poche cose che
potrebbero salvare questo mondo tormentato. Qui, invece, diventa sinonimo di
pericolo. Siamo a Novara, e Costanza Ravizza è letteralmente costretta in un
nodo di Gordio. Vorrebbe occuparsi a tempo pieno della sparizione di alcuni
ragazzi nei dintorni, ma deve obbedire al sempiterno e incombente capo, il Dr.
Giamasso, che le impone di dedicarsi ad un altro delitto.
Ma noi abbiamo imparato a conoscere Costanza. È bella,
bellissima, brillante e competente nel suo lavoro, e… testarda. Se qualcosa
attira la sua attenzione da investigatrice profiler, non molla la presa finché
non ci vede chiaro. E Alfredo… eh, sì, c’è anche lui, certamente. È un po’
lontano da Massa Lubrense, perché è in trasferta forzata sul lago dalla sorella
(fatevi spiegare da lui il perché… rende molto meglio con il suo linguaggio e
la sua teatralità da ipocondriaco sotto coperta), ma è sempre pronto a
interessarsi di quello che gli succede intorno. Questo nonostante il suo
desiderio di essere lasciato in pace e di vivere la sua vita come gli aggrada.
In questo nuovo caso, Costanza dovrà andare a stanare un
predatore che si nasconde nelle profondità del web. I ragazzi scomparsi avevano
un profilo Facebook, una vita virtuale e un bell’aspetto. Sono tre indizi? Chi
lo sa. È Costanza che saprà spiegarvi cosa l’ha portata a fare luce su una
questione intricata e anche angosciante. Il nero, in questo libro, è un po’ più
scuro.
Non crediate, però, che possa sopraffare impunemente gli
altri colori. Lo scoprirete già dal primo libro, quando andrete a conoscere il
gruppo narrativo, il coro che diventa il cuore della trilogia: quello composto
dai Filangieri, Alfredo e Teresa, Letizia la nipotina, Angela, la fidanzata
storica, Carmelina e Moussa (i due domestici di casa Filangieri) e Costanza Ravizza.
Mentre il nero delle azioni e dei pensieri più bassi degli esseri umani cerca
di avvolgere e precipitare tutto nel dolore e nella disperazione, il rosso e l’arancione
della passione di personaggi come l’inarrestabile Angela e la sorniona
Carmelina, spezzano le sue catene. L’azzurro, il rosa e il rosso della gioia di
vivere e della serenità della piccola Letiza lo calmano, lo fanno abbassare. Il
viola e l’indaco venato di rosso della forza e dell’equilibrio di Costanza lo
dissipano una volta per tutte.
Soffermatevi sui siparietti deliziosi di Carmelina e Moussa.
Non si sopportano, all’inizio. O meglio, è Carmelina che proprio non può
digerire questo egiziano dai modi raffinati, per essere un domestico. È forse
la sua origine geografica a turbarla e infastidirla? Alfredo sa come
punzecchiarla, a questo proposito. E Carmelina, forte della sua familiarità e
del suo affetto per il Filangieri, non si tira indietro quando si tratta di
tenergli testa sul campo. Ciascuno conosce i punti deboli altrui (soprattutto
quelli delle preferenze letterarie) e nessuno dei due si tira indietro all’idea
di giocarci e di usarli come piccoli spilli giocosi sulla pelle dell’altro.
Giocosamente, però. C’è molto affetto e molto rispetto da entrambe le parti,
qui.
Moussa… ah, su Moussa e il suo talento interpretativo si
potrebbe scrivere un bel po’. Io vi invito ad ammirarlo in una performance del
tutto originale verso la fine de La stretta del lupo, e ad ascoltare la sua
gentilezza quando risponde alle provocazioni di Carmelina. Magistrale.
Sotto tutto questo, lo stile e la capacità narrativa
originali e attraenti di Francesca Battistella. Prendete tutti e tre i libri
(quattro con Re di bastoni, in piedi) ed entrate nel suo universo. Ve lo dico
perché, se cominciate con uno, poi gli altri vi mancheranno da morire e non
saprete aspettare di andare in libreria a procurarvi gli altri, e il corriere
vi sembrerà troppo lento quando passerà a consegnarveli. Avrete sempre un posto
bello dove tornare (omicidi a parte) quando la vostra realtà vi secca oltre i
limiti di guardia o non vi fa divertire come quella raccontata in questi libri
spettacolari.
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