“Credo ci sia una
grande ironia nella professione che ho scelto. Una per fetta geiko è sempre
sotto i riflettori, mentre io ho trascorso la maggior parte della mia infanzia
nascondendomi nel buio di un armadio. Una perfetta geiko fa uso di tutte le
arti in suo possesso per soddisfare il suo pubblico, per regalare splendide
sensazioni a ogni persona che incontra, mentre io ho sempre preferito attività
solitarie. Una perfetta geiko è un elegante salice che si flette al servizio
degli altri, mentre io sono sempre stata, per carattere, testarda, incline a
contraddire tutti e molto, molto orgogliosa.” (Mineko Iwasaki con Rande Brown, Storia proibita di una geisha, Newton Compton Editori, pag.11) L’ho amata molto,
subito. Un carattere indipendente, tignoso, una determinazione d’acciaio e
talento da vendere. E questa sfida con se stessa, costante, immutabile,
instancabile. “Mentre una perfetta geiko
è una maestra nel creare un’atmosfera di rilassato divertimento, io non amo
particolarmente stare in compagnia. Una geiko che brilla non è mai, mai sola e
io, invece, ho sempre preferito stare per conto mio.” (ibidem) A prima vista,
si potrebbe dire che ha sbagliato mestiere. In realtà, era lei la geiko
perfetta perché possedendo il talento artistico necessario e un atteggiamento
caratteriale completamente all’opposto, ha saputo unire le due cose lavorando
sui propri spigoli, senza fermarsi mai, ma rilanciando ogni volta con forza. Ha
sublimato i suoi sforzi in un’espressione artistica unica, elevatissima,
superando tutte le sue contraddizioni. “Bizzarro, vero? E’ come se avessi
scelto deliberatamente la strada più difficile, quella che mi avrebbe costretto
a confrontarmi con i miei limiti e a superarli. Effettivamente, se non fossi
entrata nel karyukai penso che sarei diventata una monaca buddista. O chissà,
una poliziotta.” (ibidem) In un paragrafo, Mineko fornisce la fotografia della
propria essenza. Una vita al servizio dell’arte, che l’ha portata davvero a
contrastare e a superare i propri limiti, in una lotta invisibile ma non meno
feroce, per quanto combattuta sotto il cerone bianco e la seta voluminosa dei
suoi kimono.
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