giovedì 24 gennaio 2013

Il seggio vacante – No, mi spiace, qui non c'è nessun Harry Potter!


Quando ho visto la copertina per la prima volta, letto il titolo, l’autore, ho pensato: “cosa c’entra Harry Potter con un seggio? Si sarà fatto eleggere? E’ la storia della sua vita nel post-Voldemort?” Vergognandomi un po’ della mia banalità subito dopo. Come se un autore dovesse rimanere per sempre legato ai suoi personaggi, soprattutto se un po’ ingombranti come Harry e la sua cicatrice. Se ci penso meglio, tuttavia, la curiosità di sapere che sta facendo il mago, ormai padre di famiglia (se ben ricordo le ultime pagine de I doni della morte) riemerge, quando mi capita di leggere il nome della sua creatrice. No, non ho sniffato, bevuto cose strane, dato fuoco ai miei neuroni: è solo uno degli atteggiamenti dei lettori furiosi, di cui parlavo qualche tempo fa. Si entra nei libri, ci si lega ai personaggi, si vive con loro, e quando si chiude la copertina, si vorrebbe poter avere la possibilità di fare una telefonata ogni tanto, solo per sapere come sta andando…va bene, forse c’era qualche gusto strano nel the delle cinque, oggi. Tornando a J.K. Rowling e alla mia reazione un po’ stereotipata al suo nuovo libro, passato il rifesso-Potter, ho indagato in copertina di cosa si trattava. Siamo di nuovo in Inghilterra, nella campagna inglese, lontana da Londra. A prima vista, la cittadina di Pagford è l’ennesimo elemento della cartolina: casette dai colori chiari, fiori e giardini curati, tendine a fiocchi, un’antica abbazia sulla collina verdissima. Nulla di particolarmente originale. La prima scossa arriva con una morte, proprio all’inizio del libro: tre pagine in cui si descrivono gli ultimi istanti di vita di Barry Fairbrother, esimio cittadino di Pagford. Già nel secondo capitolo, si capisce che l’architettura stucchevole delle case, i giardini curati, le maniere educate, sono facciate belle che ricoprono intrighi, insensibilità, crudeltà giovanile, indifferenza, doppiezza, arroganza, superbia, disperazione e degrado, non solo fisico. Il negativo della fotografia panoramica da cartolina, vero?

6 commenti:

  1. MI è venuta voglia di leggere il libro. :):):)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. :-) Merita. Qualche battuta è anche memorabile, e lei è brava a rovesciare le aspettative del lettore.

      Elimina
  2. Proprio qualche giorno fa ho “manipolato” questo libro in libreria.
    Mi piace come scrive la Rowling. E sapevo che “Il seggio vacante” è una storia completamente nuova e diversa da HP.
    Leggo spesso romanzi ambientati nella "vecchia GB", quella più provinciale… ma sto lasciando decantare questo: mi sono limitata a “segnarlo sulla lista della spesa”. Forse sono ancora persa fra i corridoi di Hogwarts… dicevi qualcosa a proposito dei “lettori furiosi”? :-D presente!

    (Forse è proprio colpa del tea: mi pare di ricordare che “abbiamo un fornitore comune”… poco male: la mia erborista li beve da almeno 75 anni ed è ancora bella pimpante!)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lettori furiosi sempre presenti, sì!
      Io ho il libro in questione, poiché me l'hanno regalato: quando vuoi leggerlo, te lo passo volentieri.
      Allora beviamo i tea giusti! Anche se ogni tanto c'è qualche gusto strano...:-D

      Elimina
  3. facciamo uno scambio: tu mi porti la JK, io ti passo un campione di nuovo tea appena arrivato da Londra dal nome promettente "Chili-mango"

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...