Valeria Amerano è ancora con noi. E lo sarà sempre, ormai!
In questo Blog abbiamo già letto quasi tutto di lei, come potete vedere qui
e qui.
Mancava In pugno alle stelle, che è
stata una delle prime opere, dopo una serie di racconti pubblicati. Avvicinandosi
il momento in cui potrò rincontrare di persona Valeria (dopo gli Eventi di Lettura di Rosta di quest’estate), ho voluto approfondirne la conoscenza
tramite i romanzi che ancora mi mancavano all’appello, dopo Nuda proprietà. Le
mie compagne Furiose avevano già potuto leggere Non voltarti, abbiamo perso, e Studio da
carabiniere e poi ti sposo, mentre io ero rimasta leggermente indietro.
L’impulso di guarigione che mi guida in questo periodo mi ha fatto posare la
mano su In pugno alle stelle.
Dalla prima frase, sono stata afferrata e messa a sedere in
prima fila ad assistere allo spettacolo di una Commedia Umana alla Balzac,
incentrata su una famiglia molto piemontese dei giorni nostri: “Il mio nonno paterno era nato nel 1875 nella
campagna pinerolese da una famiglia che non pensava con assillo al domani”.
(Valeria Amerano, In pugno alle stelle, pag. 7, Alzani Editore) E’ fatta: il
gancio è entrato dentro in profondità, e non riesco a toglierlo (per modo di
dire) che poco più di un centinaio di pagine e qualche ora dopo, quando lo
stampato finisce e inizia l’indice.
Facciamo subito la conoscenza degli avi di Anna, la voce
narrante, che scopriamo essere totalizzante e discreta al tempo stesso. E’ la
sua voce che sentiamo nella testa, ma vediamo i suoi familiari con i suoi
occhi, nei loro corpi e nei loro caratteri. Ognuno di loro, con le sue
espressioni tipiche dialettali, e le sue caratteristiche che lo distinguono
senza dubbio da tutti, prende vita propria dalle parole di Anna e si mostra a
noi con splendore e miseria.
Apparentemente, la narrazione è molto semplice: è la storia
di una famiglia, scomposta nei due rami di ascendenza paterna e materna, sullo
sfondo di Torino e della sua campagna circostante, dai primi del Novecento fino
ai giorni nostri. Di semplice, però, non c’è nulla. Per inciso, prendetevi la
domanda: c’è davvero qualcosa di semplice nelle storie di famiglia? E i
personaggi che la compongono, sono davvero così semplici e banali zii, zie,
nonni, padri? Forse nessuno di loro è Indiana Jones, il Dottor Who, uno
scienziato geniale e fuori di testa, e nessuno di loro inventa una cura per il
cancro, salva vite umane lanciandosi dai palazzi con superpoteri all’Uomo
Ragno, o sventa rapine e ferma guerre sul nascere grazie a strabilianti doti
diplomatiche.
Tutti, però, sono esseri umani. Vivono e si esprimono, con
fatica o facilità, a seconda dei caratteri sviluppati da educazioni severe o
lassiste, affrontano la realtà con le sue sfide e le sue domande, piccole e
grandi: l’amore, la realizzazione nella vita, il rapporto con gli altri, il confronto
con la fortuna e le circostanze volubili. Sono uomini e donne complessi, tutti,
anche nella loro apparente banalità, e ogni evento, dal battesimo al funerale
passando per il primo giorno di lavoro o la prima umiliazione, è davvero importante
e fondamentale quanto decidere delle sorti del mondo.
Alla fine della lettura, ho contemplato un affresco
grandioso, pieno di colore e sapore, in mille e mille sfumature. Abbiamo già
avuto modo di sottolineare la padronanza e la ricchezza della lingua modellate
in espressioni semplici, da parte della scrittrice, ma in questo libro
diventano particolarmente calde. E’ il calore dell’affetto e della
partecipazione, talvolta stizzita, della voce narrante che dipinge i suoi
familiari nelle parole scritte. Anche il gelo tipico dei modi di qualcuno dei
suoi parenti diventa caldo e vivo nei suoi ricordi.
Leggete In pugno alle stelle, se volete rivalutare e
ripensare il vostro rapporto con il vostro gruppo parentale, sia esso già
ottimale o conflittuale. Forse non vi farà diventare più buoni verso quei
parenti che non perdono occasione di tirarvi frecciate o contrastarvi, ma vi
farà nascere domande sulle motivazioni che li spingono a mostrare i lati di sé
meno edificanti. Qualche volta, vi consolerà pure…com’è capitato a me. Certe
parole e certi comportamenti di zii e cugini di Anna sono storia vecchia e
dolorosa anche nei miei ricordi, pur essendo incarnati in altri visi e altri
luoghi. Tuttavia, questo libro mi ha ricordato, nel suo modo caldo e garbato,
che siamo tutti protagonisti di una Commedia di azioni che recitiamo talvolta
inconsapevoli e meccanici, in tutte le lingue e le razze del mondo. Partendo da
questo terreno comune, vedremmo quanto poco contano le altre differenze…
Bel post, il libro sembra davvero interessante :)
RispondiEliminaLo è, ti assicuro. E' la storia di tutti noi, e dei nostri rapporti famigliari.
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