venerdì 15 aprile 2016

Le perle di Loredana#14 - Cinzia Tani – Donne Di Vetro Donne D’Acciaio

Un’altra perla, tutta al femminile, trovata nel banco della Cento Autori, per WeekendOut di giovedì 14 aprile. Per riascoltarla, ecco qui il link. Ormai mi sono quasi stabilita sulle sue rive.
Si tratta di Cinzia Tani, con Donne di Vetro, Donne d’Acciaio. L’autrice è romana, e ha una produzione lunga e di tutto rispetto, che si è snodata in tanti ambiti. Scrive e conduce anche programmi radio-televisivi, ha diretto due riviste mensili, Elite e Firma, ha insegnato Storia sociale del delitto presso la Facoltà di Sociologia, a La Sapienza di Roma, dirige un laboratorio di scrittura alla LUISS, un’altra scuola prestigiosa della capitale, ed è Cavaliere della Repubblica per meriti culturali.


Meravigliosa scoperta. Una donna che dovrebbe essere fortemente incoraggiata e sostenuta nella sua attività culturale. Un’autrice di forte spessore e controcorrente, che si è dedicata anche a temi piuttosto ingombranti, nella sua creazione letteraria, come l’omicidio declinato al femminile. Assassine, per esempio, è uno dei suoi titoli più chiari ed espliciti, pubblicati per Mondadori. Iniziai a leggere questo libro quasi per scherzo, un paio d’anni fa, sul traghetto per la Sardegna. Se il viaggio fosse durato un’altra oretta, l’avrei finito (apparteneva alla bibliotechina di bordo), per cui sono stata costretta a lasciare a metà una rievocazione dell’istinto omicida al femminile, concretizzato in diverse coppie di donne “cattive”, vissute in diversi posti e diverse epoche.

Ha anche affrontato un paio delle emozioni più scomode che l’animo umano è in grado di provare, come il panico e la rabbia. In collaborazione con il neurologo Rosario Sorrentino, che è un’altra figura influente e di spessore nel nostro pantheon scientifico, ha indagato le cause e anche, dove possibile, i rimedi, degli attacchi di panico e cercato di comprendere perché viviamo quasi costantemente in un mondo arrabbiato con se stesso. Come le emozioni di cui parlano, sono libri che mettono a disagio perché vanno a far luce in una zona di noi dove vorremmo solo far calare un buio perenne. Non amiamo frequentare quei luoghi: troppo bui, troppo silenziosi, troppo affollati, troppo in agguato. E che avrebbero così tanto da dirci…ma sono messaggi scomodi, e mai semplici da capire.

Cinzia Tani, invece, è abituata a farlo ed è molto brava ad accompagnarci lì, proprio in quei posti, con delicatezza, introducendoci piano piano per non spaventarci. In questo libro di donne, ci mostra alcune sfumature un po’ pesanti dell’animo femminile, quelle meno colorate, che le donne stesse sono abituate a nascondere sotto il trucco e gli abiti carini, perché…non sta bene farle vedere: a loro non si addice, notorie angeli del focolare, provare sentimenti e istinti poco nobili come rabbia o desiderio di vendetta.

Il libro si costruisce in quindici racconti, ciascuno dominato da una figura femminile principale, che di solito deve confrontarsi, tra mille rivolgimenti e peripezie, con un’amica-rivale e un uomo quasi sempre a tinte forti, e squadrate: un compagno/marito/fidanzato traditore o gelido, o al contrario, ossessionante un grado al di sotto dello stalker. Il motore principale della vicenda è quasi sempre l’amore; non solo per un’altra persona, ma anche per se stessi, per la propria realizzazione, per il proprio posto nel mondo. Le donne di Cinzia Tani non sono mai banali, anche se alcune sembrano bamboline uscite dai libri di illustrazioni, che fanno temere, a chi le guarda, di potersi frantumare con il primo refolo di vento. Per quanto fatte di vetro, costoro nascondono un filo d’acciaio ben sepolto dentro, come l’armatura delle colonne in cemento cui, all’occorrenza, ricorrono per salvarsi e ricostruire vite distrutte, azzerate dall’irresponsabilità o dalla leggerezza altrui.

Vi sembra lontano dalla realtà? Quando leggete il libro, osservate bene le donne che popolano i racconti. Vi sembreranno familiari, molto familiari.

Potreste scoprire che alcune di loro vi sorridono al mattino, dallo specchio del bagno.

6 commenti:

  1. Ma guarda, a volte ritornano: ti dice niente il famoso “Attila-inside”?
    A proposito, se nomini ancora “l’angelo del focolare”, ti scateno contro il mio Attila; ha cominciato ad intonare un canto di guerra appena ho letto alcune definizioni.

    (Omamma, mi sembra di essere Dexter quando parla del passeggero oscuro… solo che Attila è un altro mio modo di essere e non “altro da me”)

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    1. Beh, se mi mandi il tuo Attila-inside, vedrà di andarsene a braccetto con il mio barbaro interiore. Non è che io condivida più di tanto la questione dell'angelo del focolare...tant'è che mi piacciono molto di più queste donne che spesso tirano fuori cattiverie senza fine per vendicarsi, e non si tirano indietro, quando è ora di pagare in prima persona. :-)
      Vero: il tuo Attila-inside è tuo. Nessuno te l'ha imposto o infilato: è cresciuto con te e ti aiuta pure, talvolta.

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  2. PS scusa il fuori tema, ma sono di corsa
    metti via lo Champagne, grrrrrrr

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  3. Anche io sono d'accordo con Voi Loredana e L'Amanita - preferisco le donne moderne, forti ed intrapprendenti alle classiche donne del passato chiamate "angeli del focolare" (ma che vita di
    m... era ?)
    Non credo che attualmente esistano ancora donne del tipo angelo del focolare e non vorrei nemmeno essere una di quelle, Una donna senza passioni ed interessi suoi se non quelli che riguardano i lavori di casa e obblighi di gestione e basta
    Non so come mai ma non comprerei mai un libro del genere, anche se fosse scritto bene e meritasse davvero - non mi ispira proprio - eppure forse libri del genere devono esistere !
    Buona domenica ed a presto

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    1. Interessante il tuo punto di vista, Arwen. Questo libro è fatto di donne forti e intraprendenti, che fanno della loro fragilità una potenza inarrestabile. Il vetro si rompe, ma i suoi cocci tagliano, e procurano anche ferite profonde. Tuttavia, non leggeresti un libro così.
      Beh, l'ispirazione a leggere è importante, e probabilmente ora ti consiglia altri libri, altri approcci. Io probabilmente non avrei letto questo libro un paio di anni fa, perché non avrei saputo conciliare queste spinte così scure con l'immagine pesantemente stereotipata della donna (a parte l'angelo del focolare, ma le donne sono sempre educate al silenzio, all'essere dolci e concilianti, e non valchirie infuriate). Ora, però, ricerco molto questi libri così, perché mi mettono davanti a cose e situazioni che voglio guardare, accettare, usare.

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