Ecco un post veloce, di riflessione, e sui generis. Prendo le mosse da un libro edito da Sellerio, La lettrice scomparsa di Fabio Stassi.
Propongo subito la sinossi:
«Non c’è nessuna coerenza nelle nostre vite» pensa il protagonista di questo romanzo. «Ci siamo solo noi, che la reclamiamo. A creare l’universo non può che essere stato uno scrittore fallito». Ma se è così che stanno le cose, può un essere umano vivere la propria vita come se scrivesse un racconto che qualcuno deve leggere?
Vince Corso è un professore precario, non più giovanissimo. È nato dalla relazione fugace della madre, che lavorava in un hotel a Nizza, con un viaggiatore e, ogni volta che ne sente il bisogno, Vince manda una cartolina al padre sconosciuto all’indirizzo dell’albergo. L’unico ricordo che ha di quell’uomo sono tre libri lasciati nella stanza come un’eredità che gli ha segnato l’esistenza: Vince ora è un’anima di letterato che ha letto forse troppo, convinto che la scrittura sia una strana menzogna capace di manipolare la vita, perché, come dice Céline, «se si immerge un bastone in un lago per vederlo intero bisogna spezzarlo» e per lui i romanzi sono quel lago.
Per sbarcare il lunario, si inventa una professione, la biblioterapia. Qualcuno gli parla del proprio male, nello spirito o nel corpo, drammatico o ridicolo, e Vince gli consiglia un libro come medicina. Da principio lo fa con timidezza ma, poco a poco, si conquista una clientela, fatta di sole donne. E intanto lo prende un’intrigante curiosità per l’enigma del rapporto fatale tra la letteratura e la vita. E quando scopre che la vicina di casa che lo salutava sul pianerottolo è scomparsa, e che il marito è accusato di omicidio, comincia a studiarla attraverso i libri che la donna leggeva e di cui un libraio solitario e saggio aveva conservato traccia nei suoi schedari. Fino a convincersi che quella donna, con la sua scomparsa, sta scrivendo una storia che soltanto lui potrà decifrare. Forse, la verità che emerge da quella lettura-investigazione sarà una mesta vittoria della vita sulla sua adescatrice: la letteratura.
Premessa necessaria: non ho ancora letto questo libro. Vi sono inciampata per caso, sulla pagina FB dell’editore Sellerio, e sono rimasta impigliata nelle parole: libro, curare, libroterapia, biblioterapia. Sono parole che mi girano intorno da mesi, e ultimamente si sono concretizzate in un paio di progetti.
Qui, però, non si parla tanto del potere curativo dei libri, per quanto siano diventati la professione del libraio protagonista, ma di un’altra loro qualità: lo stimolo dello spirito di ricerca.
Un lettore, di solito, è un ricercatore. Io ne ho preso coscienza da poco, ed era una verità che mi stava davanti da un po’ di tempo. Ormai, mi definisco così.
Qui, il lettore che diventa libraio e poi biblioterapeuta, diventa anche…investigatore. Scompare una vicina di casa di Vince Corso, il professore figlio di carta dell’autore Stassi, e il neo biblioterapeuta concepisce l’idea del tutto “laterale” di risolvere il mistero partendo dalla cosa apparentemente più innocua e meno utile che potesse trovare, la lista delle letture della scomparsa.
Dopo l’ammirazione per l’idea originale, che mi ha fatto venire in mente in qualche modo la ghostwriter Vani Sarca di Alice Basso, anche lei investigatrice a suo modo a partire dallo scritto e dalla lettura, è emersa una domanda.
Ma…se sparissi TU, e a qualcuno venisse in mente di cercarti tramite i libri che hai disseminato in casa (diciamo pure case), dove si dirigerebbe?
Risata cavallina.
Non avendo ancora letto il libro, non conosco assolutamente il metodo biblio-investigativo creato dal prof. Corso. So che se mi giro verso la libreria alla mia destra, e ripenso alle pile sui tavolini di tutta casa…mi viene da avvicinarmi al biblioinvestigatore, stringergli la mano con forza, dicendogli: “Auguri/Condoglianze vivissimi/vivissime! In ogni caso, sii forte: il compito è arduo e pieno di pericoli (infinite contraddizioni, più che altro), ma puoi farcela!”
I primi libri che mi vengono in mente sono quelli di fantasy, perché sono quelli che offrono i maggiori spunti di divertimento. Qualcuno ha una mappa aggiornata della Terra di Mezzo? Dove hanno poi messo, il binario 9 ½, alla metro di Torino? Basterà andare alla fermata Porta Nuova? Non ricordo che tempo faccia in questa stagione, su Krynn.
Cosa deduciamo da queste località? Che dovrebbero cercarmi lontano, in un posto difficile da raggiungere? E dove? A Nord, Sud, Est, Ovest?
Ho pochissimi libri di viaggi. Ho molte, moltissime guide turistiche (un paio tradotte anche da me, in un’altra vita) dei posti già visitati. Tenderei ad escluderli, però. Sarebbe troppo facile.
Molti, moltissimi romanzi di ogni provenienza e tempo, periodo letterario, e molti in lingua originale. Indizi troppo facili. E anche contraddittori. Non ricordo nemmeno tutte le nazioni e i paesi descritti in quei libri: penso che coprano mezzo globo.
La forte presenza di libri cosiddetti spirituali (non arricciate il naso, non mi viene in mente un’espressione più decente), e di crescita personale, e di formazione potrebbero far pensare che la mia ritirata sia di tipo soprattutto interiore. Allora, però, sarei in bella vista. Non sarei sparita per nulla. E magari starei imparando un mestiere completamente nuovo, da esercitare nella mia nuova patria di adozione. Chissà.
Se qualcuno sta leggendo queste righe, oltre a prendermi per matta, potrebbe pensare che non vale poi così la pena cercarmi…magari mi sono solo stabilita in qualche libreria sperduta, e poi non si disturbano i lettori in azione! E avrò avuto le mie buone ragioni, e poi quel libro è interessante, apriamolo un momento…
Ok, questo è il ragionamento che farei io, se fossi una biblioinvestigatrice. Frana, sicuramente. Mi soffermerei sulla lista delle letture, e sicuramente troverei qualcosa di coinvolgente per me. E tanti saluti al lettore o alla lettrice scomparso/a.
In conclusione? Vado a leggere il libro. E se imparo il metodo, ve ne parlo. :-D
Titolo curioso e riflessione interessante: finisce subito in wishlist! :)
RispondiEliminaOttima mossa! Io sono troppo curiosa del metodo biblioinvestigativo...nonché di leggere i titoli nella lista di questa lettrice scomparsa! :-)
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