Direttamente sul binario 2, proveniente dal Salone del Libro, con un ritardo di due mesi esatti. :-D
Tuttavia, tutti i ritardi del mondo non fanno dimenticare la trama di questo bel libro veloce, che potrebbe finire nella classica lista di acquisti per le letture estive, visto che siamo così vicino. E tenetelo anche in evidenza per quelle natalizie.
La storia: il giovane parroco Don Luigi inizia il proprio incarico alla Certosa di Collegno, in provincia di Torino, nel 1835, nell’epoca in cui risiedevano ancora i monaci certosini nell’edificio.
Inizia, diciamo, con…il botto. Il suo predecessore viene trovato morto ai piedi del campanile della fabbrica, e quando noi apriamo la porta, ci troviamo con il naso in aria a fissare il giovane sacerdote arrampicato in alto, sul suddetto campanile, coinvolto suo malgrado in indagini per scoprire le ragioni di una morte così misteriosa. In questa impresa non è da solo; nel giro di pochissimo tempo viene affiancato da un personaggio bizzarro, Balista, improvvisato esorcista e indagatore dell’esoterico…so a chi state pensando, ma è no. Non è il bisnonno dell’italianissimo old boy Dylan Dog.
La “strana coppia” indaga sul mistero di questa morte, andando a scoperchiare un vaso di Pandora nel cortile dei vicini monaci certosini, e dei loro misteriosissimi Custodi delle Stelle, che intervengono qualora si sentano minacciati dalla curiosità altrui. Chi sono i Custodi? E cosa custodiscono? Cosa potrà mai esistere di così misterioso da provocare la morte del parroco, e di altre persone in paese?
Sono tutte domande cui troverete risposta nelle cento pagine del giallo storico di casa nostra.
E parlo proprio di casa nostra…chi abita a Torino e in prima cintura, a Collegno, si trova tracciato un bel mistero e i suoi percorsi praticamente attaccato allo zerbino di benvenuto della porta. L’autore, Luigi Bonomi, che ho potuto incontrare e intervistare al Salone del Libro di maggio, ha voluto creare un giallo veloce nella sua città (Collegno) e per la sua città, confezionandolo a suo gusto. Poche pagine, un mistero solo con pochi personaggi ben delineati, niente elucubrazioni e depistaggi estenuanti, colpi di scena a ripetizione, che finiscono per distrarre e stancare.
L’attenzione è puntata soprattutto sul personaggio di Don Luigi, realmente esistito, e sul suo carattere. Sul suo dolore personale che lo portava a tormentarsi sui motivi che provocano sofferenza e morte nei bambini. Sulla missione che sentì molto forte di battersi perché le giovani donne ricevessero un’istruzione, e non fossero ghettizzate e depauperate nei semplici ruoli di moglie e madre, graziose governanti decorative e fattrici di discendenza.
In certe battute e prese di posizione, soprattutto nei suoi scambi con Balista, ricorda il temperamento sanguigno da monaco combattente di Don Camillo, per quanto qui si trovi senza Peppone e senza colore politico a far da contorno. Non mancano gli antagonisti, spesso insospettabili, appartenenti allo stesso schieramento, ma questi sono nascosti e impassibili, estremamente in gamba nel depistare, allontanare curiosità pericolose e nel fermare eccessi di zelo senza farsi troppi scrupoli.
Leggetelo se siete dell’idea di percorrere un buon giallo senza perdervi in indagini infinite ed estenuanti, o lezioni di storia, simbolismo ed esoterismo. Sì, qui avete ragione a pensare a Dan Brown. Mi riferisco proprio a lui e alla sua mania di costruire i libri intorno a simboli e misteri storici talmente intensi e ramificati, da creare veri e propri labirinti in cui il lettore finisce per arrancare sui gomiti, stremato da tutte quelle nozioni profuse a temporale. Se abitate a Torino o nella stessa Collegno, e voleste guardare gli stessi muri di sempre con occhi nuovi, procuratevi il libro, leggete attentamente le indicazioni locali e geografiche, e imbarcatevi in una gita di turismo misterioso in casa vostra.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.