Cosa danno in libreria? Oggi, il giorno del riposo dedicato
alla lettura e alla scoperta dei prossimi libri da leggere, mi concentro su un
autore in particolare, Massimo Roscia. L’avevo scoperto al Salone del Libro
2015, e il suo particolarissimo volume La strage dei congiuntivi, grazie ad una
T-shirt meravigliosa, che vedete in foto. Sia il libro, sia la maglietta, fanno
parte dei miei attuali possedimenti. Il primo è in lettura: sto vedendo libri
che voi umani nemmeno potete immaginare, e che possono rivaleggiare benissimo con le navi
da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. :-D
Tornando alle segnalazioni editoriali, Amazon mi recapita
amabilmente nella posta elettronica un suggerimento di lettura, Di grammatica
non si muore, di Massimo Roscia. Se tra voi Lettori si nascondono Nazi Grammar
più o meno dichiarati (come me), o “semplici” estimatori della lingua italiana,
che la amano e desiderano parlarla e scriverla correttamente, e senza passare
per rigidi bacchettoni conservatori e compassati, vale la pena interessarsi
della vita e delle opere di questo autore.
De La strage dei congiuntivi parlerò a tempo debito. Ora vi
riporto quello che dice Amazon su Di grammatica non si muore.
Massimo Roscia, Di grammatica non si muore. Come
sopravvivere al virus della punteggiatura e allo sterminio del condizionale
Editore: SPERLING & KUPFER (30 agosto 2016),
pag. 226,
Euro 13,52
Versione e-book: Euro 9,99
Sinossi:
«Ragazzi, tutti attenti! Oggi parliamo dei plurali
dei nomi composti. Allora, le regole sono troppe e piene di eccezioni. Non ci
provate neanche a impararle a memoria. Usate il buon senso e soprattutto un
buon vocabolario.»
Se Massimo Roscia salisse (e non salirebbe) in cattedra, la
sua lezione andrebbe (e non andasse) più o meno così. Perché nella grammatica
crede fermamente, un po' meno nell'approccio paludato tutto nozioni e casi
noiosi.
Così ha deciso di svecchiarlo, per dimostrare che le norme
possono essere semplici, intuitive e persino amichevoli.
Un po' Rodari e un po' Flaiano, passa in rassegna i
fondamenti dell'italiano e si diverte a calarli in esempi contemporanei (dai
ritmi rap alle serie tv, dai fantasy ai videogame); riprende gli svarioni più
comuni (dall'uso maldestro dell'accento all'abuso disinvolto dell'apostrofo)
creando giochi promemoria per non essere più indotti in errore; si batte per la
salvaguardia delle forme (utili) in estinzione, come il congiuntivo, e invoca
il debellamento della pandemia di ciaone e apericena.
Sempre all'insegna dell'uso pratico e vivo, perché la lingua
è fatta per essere parlata, adattata, modificata, arricchita, cambiata,
rivista, aggiornata, corretta, sempre e comunque amata.
Quando andate sulla pagina Amazon del libro, leggete l’estratto. Vi divertirete, e saprete cosa vi aspetta da un
autore che sa divertirsi e divertire con la lingua, le parole, la cultura, spaziando
da un argomento all’altro con la leggerezza dolce di chi si ne è nutrito a
lungo, ne ha fatto il proprio corpo e lo porta in giro con estrema naturalezza.
Niente ostentazioni di sapere superiore, qui. Solo tanto
divertimento e tanto sapere incarnato!
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.