martedì 13 settembre 2016

Dialoghi con L'Amanita#26 - L’Amanita sghignazzante… o vigliacca?

LoreGasp e L'Amanita

Amo i libri “leggeri”; forse si è capito, soprattutto ultimamente, ho bisogno di ridere.

Lo so, lo so: il ruolo di puffo Brontolone mi calza a pennello.

Apro una parentesi. Ho anche il cosiddetto physique du rôle: sono alta un metro e un tappo, vesto spesso di blu e bianco e ho la fastidiosa abitudine di canterellare… devo soltanto assaggiare le foglie di salsapariglia! Parentesi chiusa.

Dopo un paio di libri dolorosi (li trovate nel blog: da La logica del gambero – una vera randellata – a Una lunga notte, tanto per citarne un paio), il bisogno di storie allegre è impellente.

Così Loredana spacci-ehm! mi passa un paio di libri deliziosi e ne parlo senza spore.

Io sono il fantasma (e tu manco da morta mi fai stare cuièta).

Forse fa parte della collezione di perle ed è spassoso.

Caro signor Ciro Scotto di Minico, le dirò solo che alla fine ero spalmata ridanciana sul divano, con visioni mistiche. Assieme alla protagonista, ho visto Gesù con tanto di colonna musicale; no, non i cori angelici, ma Jesus Christ Superstar di Webber – Rice. Poi pensavo a Gabri in posa plastica simile a J. Travolta nella febbre del sabato sera ah, Gabri non è l’amico “baritono per vocazione e pescivendolo per campare”, che saluto, ma l’arcangelo Gabriele… crepi l’avarizia, saluto pure l’arcangelo, non si sa mai! Dicevo: dopo Jesus Christ Superstar, pensavo a Gabri in posa “febbre del sabato sera” con la colonna sonora degli Europe, The Final Countdown... Ridevo così tanto che gli amici della Neuro non sono arrivati solo perché erano in ferie e c’erano casi più urgenti.

I custodi delle stelle di Luigi Bonomi.

Un libro che inizia con “sun bin ciapà”, merita tutta la mia attenzione. E l’intreccio breve, ma denso, regala un pomeriggio piacevole senza acidità di stomaco e patemi d’animo. Senza contare che sono molto di parte: amo il Piemonte.

Mai sentito parlare di Alice Basso?

No? Come, no?

Be’, cercate ancora nel blog: Simo vi deluciderà.

Simona, tu frequenti pessime compagnie. Dici che io e Loredana siamo dispettose… ti abbiamo per caso contagiato?

Sì, perché ho letto L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome e mi ci sono persa dentro.
Ah, comunicazione di servizio: Loredana, non so se te lo restituirò. Be’ diciamo “quando”. Continuo a tornarci ogni volta che finisco altro. Finché non uscirà il tascabile morbido (odio le copertine rigide, cacchio! Ops…), questo mi rimane appiccicato…

A questo punto sorge una domanda.

Libri come La logica del gambero o Donne di vetro, donne d’acciaio (lo leggerò, ma non ora) hanno una loro peculiare bellezza. Sotto strati di cicatrici e dolore, male e bene coesistono e lottano. È la nostra umanità ed è giusto guardarla attentamente.

Ma…

Pensi che scegliere libri frivoli sia una forma di vigliaccheria?

… no, affatto. Ci vogliono anche quelli, e meno male che esistono. Sono buoni terapeuti, e altrettanto buoni specchi, senza contare che contengono spesso piccole (o grandi) perle di consapevolezza che sono quelle che ci servono, e su cui, magari, ci stiamo rompendo la testa da diverso tempo senza riconoscerle, perché sono espresse in linguaggio astruso o troppo… cattedratico.

Anch’io ho bisogno di ridere, e intervallo volentieri le varie letture che mi mettono alle corde (che continuano a essere le mie preferite, proprio per le difficoltà in cui mi precipitano e che mi vado a cercare APPOSTA) con quelle più lievi. Sono balsami, lozioni rinfrescanti, succhi rigeneranti e ricostituenti.

Dopo esserti allenato a portar fuori quello che hai dentro, e spesso non è così divertente, o a superare blocchi e incapacità temporanee, o come hai detto tu, a guardare anche i lati più ruvidi della nostra umanità, ci vuole una pausa corroborante, ed è quello che i cosiddetti libri frivoli procurano. E poi, frivoli… è un’etichetta. Si stacca facilmente, e lascia il contenuto sorridente al di sotto.

Parto da Alice Basso, che è l’ultima autrice che hai nominato. A maggio è uscito il secondo libro, che continua L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome, poiché ci sono molti rapporti appena iniziati da Vani, sia con il letterario commissario Berganza, sia con l’irritantissimo bel tenebroso Riccardo, che non possono essere lasciati lì, senza nulla, abbandonati a se stessi.

Ho appena finito di leggere Scrivere è un mestiere pericoloso, il secondo suddetto, e sono sicura che quando ci entrerai dentro, ti ci perderai ancora di più! Vani è alle prese con un caso tutto torinese, dove espandere il proprio talento… ma non ti anticipo nulla, e ti invito a leggere la recensione che ne ha fatto Simona. :-D

Ciro Scotto di Minico rappresenta bene l’anima allegra napoletana, che è solo UN lato della personalità piuttosto complessa dei partenopei. Sembrano spensierati, sempre allegri, leggeri di testa e di sentimenti, ma è un’apparenza. Conoscendoli, e leggendoli attraverso tantissimi libri, si scopre come in realtà il loro motore sia una profonda malinconia e un certo disagio di vivere in una terra così energeticamente forte. Sopra questo strato, dipingono sorrisi e cantano. È un modo di reagire. E questo, naturalmente, arriva dalla MIA esperienza più o meno diretta. Non è verità assoluta o dogma incontestabile.

Credo di averti passato anche il Vampiro a Napoli… che è un altro modo per rovesciarsi dalle risate e tanti luoghi comuni, a partire da quello sui vampiri. Queste creature cupe si riscattano un po’, con questo vampiro fighetto e anche parecchio imbranato.

Su I custodi delle stelle, hai detto già tutto, con quel Sun bin ciapà! Come smorzare gli entusiasmi alla Dan Brown, potrebbe essere il sottotitolo…

Ora sta per uscire un secondo libro di Luigi Bonomi, ma non anticipo nulla. Non è nemmeno giorno di Segnalazioni Editoriali… :-D

In conclusione: libri frivoli sì, libri frivoli no. Sì sì sì e poi di nuovo sì. Sempre che accettiamo l’etichetta frivoli… io sto diventando allergica alle etichette, per cui, dopo averle guardate le strappo.


L’unica cosa veramente importante, di cui tenere sempre conto, qui, è… leggere. Per poi vivere.

5 commenti:

  1. Frequento pessime compagnie???? Io????.... Aspetta che ci penso .... Si, forse hai ragione!! Sto imparando da ottime maestre! ;)

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  2. Le migliori - sono modesta!
    Ma tu sei un'ottima allieva... :-D

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    1. Sul mercato erano siglate come le migliori!!!! Vabbè devo dire che ce la sto mettendo tutta per applicarmi!

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  3. Ho usato “frivolo” e libri “leggeri” o allegri per cercare di non affibbiare etichette, che servono giusto per un orientamento iniziale. Del resto Alice Basso va dagli angeli ai rapimenti, quindi direi che è un bel romanzo e basta.
    Il vampiro imbranato mi manca, ma se è come il fantasma, tienilo pronto!

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    1. Sì, forse un pochino peggio, in quanto a imbranatura. Ne ho anche uno, ripescato recentemente, tutto di humour inglese, di P. Wodehouse...un altro lato di leggerezza.

      In ogni caso, per quanto leggeri, frivoli, fru-fru (chiamiamoli come ci viene, tanto per indicarli, e se sono etichette, strappiamo), sono sempre libri. Hanno sempre qualcosa da dire, e se poi ci fanno ridere... ancora meglio! :-D

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