Amo i libri “leggeri”; forse si è capito, soprattutto
ultimamente, ho bisogno di ridere.
Lo so, lo so: il ruolo di puffo Brontolone mi calza a
pennello.
Apro una parentesi. Ho anche il cosiddetto physique du rôle:
sono alta un metro e un tappo, vesto spesso di blu e bianco e ho la fastidiosa
abitudine di canterellare… devo soltanto assaggiare le foglie di salsapariglia!
Parentesi chiusa.
Dopo un paio di libri dolorosi (li trovate nel blog: da La
logica del gambero – una vera randellata – a Una lunga notte, tanto per citarne
un paio), il bisogno di storie allegre è impellente.
Così Loredana spacci-ehm! mi passa un paio di libri
deliziosi e ne parlo senza spore.
Io sono il fantasma (e tu manco da morta mi fai stare
cuièta).
Forse fa parte della collezione di perle ed è spassoso.
Caro signor Ciro Scotto di Minico, le dirò solo che alla
fine ero spalmata ridanciana sul divano, con visioni mistiche. Assieme alla
protagonista, ho visto Gesù con tanto di colonna musicale; no, non i cori
angelici, ma Jesus Christ Superstar di Webber – Rice. Poi pensavo a Gabri in
posa plastica simile a J. Travolta nella febbre del sabato sera ah, Gabri non è
l’amico “baritono per vocazione e pescivendolo per campare”, che saluto, ma
l’arcangelo Gabriele… crepi l’avarizia, saluto pure l’arcangelo, non si sa mai!
Dicevo: dopo Jesus Christ Superstar, pensavo a Gabri in posa “febbre del sabato
sera” con la colonna sonora degli Europe, The Final Countdown... Ridevo così
tanto che gli amici della Neuro non sono arrivati solo perché erano in ferie e
c’erano casi più urgenti.
I custodi delle stelle di Luigi Bonomi.
Un libro che inizia con “sun bin ciapà”, merita tutta la mia
attenzione. E l’intreccio breve, ma denso, regala un pomeriggio piacevole senza
acidità di stomaco e patemi d’animo. Senza contare che sono molto di parte: amo
il Piemonte.
Mai sentito parlare di Alice Basso?
No? Come, no?
Be’, cercate ancora nel blog: Simo vi deluciderà.
Simona, tu frequenti pessime compagnie. Dici che io e
Loredana siamo dispettose… ti abbiamo per caso contagiato?
Sì, perché ho letto L’imprevedibile piano della scrittrice
senza nome e mi ci sono persa dentro.
Ah, comunicazione di servizio: Loredana, non so se te lo
restituirò. Be’ diciamo “quando”. Continuo a tornarci ogni volta che finisco
altro. Finché non uscirà il tascabile morbido (odio le copertine rigide,
cacchio! Ops…), questo mi rimane appiccicato…
A questo punto sorge una domanda.
Libri come La logica del gambero o Donne di vetro, donne
d’acciaio (lo leggerò, ma non ora) hanno una loro peculiare bellezza. Sotto
strati di cicatrici e dolore, male e bene coesistono e lottano. È la nostra
umanità ed è giusto guardarla attentamente.
Ma…
Pensi che scegliere libri frivoli sia una forma di
vigliaccheria?
… no, affatto. Ci vogliono anche quelli, e meno male che
esistono. Sono buoni terapeuti, e altrettanto buoni specchi, senza contare che
contengono spesso piccole (o grandi) perle di consapevolezza che sono quelle
che ci servono, e su cui, magari, ci stiamo rompendo la testa da diverso tempo
senza riconoscerle, perché sono espresse in linguaggio astruso o troppo…
cattedratico.
Anch’io ho bisogno di ridere, e intervallo volentieri le
varie letture che mi mettono alle corde (che continuano a essere le mie
preferite, proprio per le difficoltà in cui mi precipitano e che mi vado a
cercare APPOSTA) con quelle più lievi. Sono balsami, lozioni rinfrescanti,
succhi rigeneranti e ricostituenti.
Dopo esserti allenato a portar fuori quello che hai dentro,
e spesso non è così divertente, o a superare blocchi e incapacità temporanee, o
come hai detto tu, a guardare anche i lati più ruvidi della nostra umanità, ci
vuole una pausa corroborante, ed è quello che i cosiddetti libri frivoli
procurano. E poi, frivoli… è un’etichetta. Si stacca facilmente, e lascia il
contenuto sorridente al di sotto.
Parto da Alice Basso, che è l’ultima autrice che hai
nominato. A maggio è uscito il secondo libro, che continua L’imprevedibile
piano della scrittrice senza nome, poiché ci sono molti rapporti appena
iniziati da Vani, sia con il letterario commissario Berganza, sia con l’irritantissimo
bel tenebroso Riccardo, che non possono essere lasciati lì, senza nulla,
abbandonati a se stessi.
Ho appena finito di leggere Scrivere è un mestiere
pericoloso, il secondo suddetto, e sono sicura che quando ci entrerai dentro,
ti ci perderai ancora di più! Vani è alle prese con un caso tutto torinese,
dove espandere il proprio talento… ma non ti anticipo nulla, e ti invito a
leggere la recensione che ne ha fatto Simona. :-D
Ciro Scotto di Minico rappresenta bene l’anima allegra
napoletana, che è solo UN lato della personalità piuttosto complessa dei
partenopei. Sembrano spensierati, sempre allegri, leggeri di testa e di
sentimenti, ma è un’apparenza. Conoscendoli, e leggendoli attraverso tantissimi
libri, si scopre come in realtà il loro motore sia una profonda malinconia e un
certo disagio di vivere in una terra così energeticamente forte. Sopra questo
strato, dipingono sorrisi e cantano. È un modo di reagire. E questo,
naturalmente, arriva dalla MIA esperienza più o meno diretta. Non è verità
assoluta o dogma incontestabile.
Credo di averti passato anche il Vampiro a Napoli… che è un
altro modo per rovesciarsi dalle risate e tanti luoghi comuni, a partire da
quello sui vampiri. Queste creature cupe si riscattano un po’, con questo
vampiro fighetto e anche parecchio imbranato.
Su I custodi delle stelle, hai detto già tutto, con quel Sun
bin ciapà! Come smorzare gli entusiasmi alla Dan Brown, potrebbe essere il
sottotitolo…
Ora sta per uscire un secondo libro di Luigi Bonomi, ma non
anticipo nulla. Non è nemmeno giorno di Segnalazioni Editoriali… :-D
In conclusione: libri frivoli sì, libri frivoli no. Sì sì sì
e poi di nuovo sì. Sempre che accettiamo l’etichetta frivoli… io sto diventando
allergica alle etichette, per cui, dopo averle guardate le strappo.
L’unica cosa veramente importante, di cui tenere sempre
conto, qui, è… leggere. Per poi vivere.
Frequento pessime compagnie???? Io????.... Aspetta che ci penso .... Si, forse hai ragione!! Sto imparando da ottime maestre! ;)
RispondiEliminaLe migliori - sono modesta!
RispondiEliminaMa tu sei un'ottima allieva... :-D
Sul mercato erano siglate come le migliori!!!! Vabbè devo dire che ce la sto mettendo tutta per applicarmi!
EliminaHo usato “frivolo” e libri “leggeri” o allegri per cercare di non affibbiare etichette, che servono giusto per un orientamento iniziale. Del resto Alice Basso va dagli angeli ai rapimenti, quindi direi che è un bel romanzo e basta.
RispondiEliminaIl vampiro imbranato mi manca, ma se è come il fantasma, tienilo pronto!
Sì, forse un pochino peggio, in quanto a imbranatura. Ne ho anche uno, ripescato recentemente, tutto di humour inglese, di P. Wodehouse...un altro lato di leggerezza.
EliminaIn ogni caso, per quanto leggeri, frivoli, fru-fru (chiamiamoli come ci viene, tanto per indicarli, e se sono etichette, strappiamo), sono sempre libri. Hanno sempre qualcosa da dire, e se poi ci fanno ridere... ancora meglio! :-D