L’immagine di Jane Austen che legge la trilogia delle sfumature
è insieme spassosa ed eloquente. L’illustratore, Dale Stephanos, ha colto
abbastanza bene l’opinione di zia Jane, se avesse letto il libro, o meglio, i
libri di questa trilogia parecchio discussa. Penso di aver avuto la stessa
faccia, man mano che proseguivo nella lettura. Da come la interpreto io, e da
come l’ho vissuta io, non c’è un vero e proprio disgusto sul suo faccino. E’
più una domanda accorata: “ma come scrive costei?!”, che poi si può frammentare in una serie di domande ancora più accorate (quelle che sono
venute in mente a me, per esempio), del tipo: “ma come si fa a prendere sul
serio una cosa del genere?!” “ma davvero ad una donna piacerebbe un tizio
così?!” e via dicendo. Questa trilogia di sfumature, 50 di grigio, nero e rosso, ha spopolato alquanto in Italia e nel mondo, anche a giudicare da tutti i “meme” che girano in
Internet e su Facebook. Io ci sono inciampata per caso: la copertina non diceva
molto, per quanto patinata e ammiccante (una cravatta grigio perla rilucente su
sfondo scuro), ma sul dorso, la presentazione affermava orgogliosamente che
quel romanzo avrebbe catturato e trascinato nel suo vortice erotico, che il suo
“verbo” era stato passato di donna in donna nelle case, nelle palestre, su
Facebook…ok, un altro romanzo erotico, dov’è la novità? Per me la novità era
l’autrice. Un romanzo erotico scritto da una donna. Interessante. Non ci sono
molti esempi in letteratura, antica e moderna, a parte Anaïs Nin, o PaulineRéage. In ogni caso, siamo ben lontani persino dai fantasmi di queste due
scrittrici, e questo si vede fin dall’inizio.
Di per sé, la storia è molto semplice. Una giovane ragazza americana inesperta e introversa s’innamora di un altrettanto giovane miliardario bello e tenebroso. E perverso, si scoprirà subito. Non mi sembra una grossa novità. Anzi. È uno stereotipo talmente collaudato da essere a prova di bomba, perché in ogni generazione di scrittori al mondo, in tutti i paesi, lingue e colori, c’è sempre qualcuno che lo infila a reggere la struttura della sua opera. Lui non s’innamora subito; è attratto dalla sua totale inconsapevolezza, oltre che verginità, che gli scatenano una serie di fantasie tortuose, cui del resto è già abituato, essendo un Dominatore. Anche qui, c’è poca novità: non è un altro stereotipo, ben supportato dalla realtà, in cui la donna s’innamora, mentre l’uomo mira alla conquista fisica, possibilmente veloce? Quello che forse si ritrova meno frequente è proprio l’accenno alla figura del Dominatore, che introduce ad un particolarissimo sottomondo dell’erotismo e del sesso, poco conosciuto e denso di ombre, che si potrebbe chiamare, un po’ velocemente, sadomasochismo. Il terreno è parecchio minato. Non è un argomento di conversazione molto aperto e facile da intavolare, anche perché è altrettanto facile cadere nel morboso, nel giudizio, o nella presa in giro. L’autrice, tuttavia, per quanto descriva in modo anche particolareggiato le scene di questo genere, non si spinge mai oltre ad un certo punto. Fa attenzione a rimanere in luce, perché le zone d’ombra sono parecchio pericolose perché infide. Il risultato è che, sotto la veste ammiccante ed allettante del romanzo erotico “perverso”, c’è poco di nuovo.
Di per sé, la storia è molto semplice. Una giovane ragazza americana inesperta e introversa s’innamora di un altrettanto giovane miliardario bello e tenebroso. E perverso, si scoprirà subito. Non mi sembra una grossa novità. Anzi. È uno stereotipo talmente collaudato da essere a prova di bomba, perché in ogni generazione di scrittori al mondo, in tutti i paesi, lingue e colori, c’è sempre qualcuno che lo infila a reggere la struttura della sua opera. Lui non s’innamora subito; è attratto dalla sua totale inconsapevolezza, oltre che verginità, che gli scatenano una serie di fantasie tortuose, cui del resto è già abituato, essendo un Dominatore. Anche qui, c’è poca novità: non è un altro stereotipo, ben supportato dalla realtà, in cui la donna s’innamora, mentre l’uomo mira alla conquista fisica, possibilmente veloce? Quello che forse si ritrova meno frequente è proprio l’accenno alla figura del Dominatore, che introduce ad un particolarissimo sottomondo dell’erotismo e del sesso, poco conosciuto e denso di ombre, che si potrebbe chiamare, un po’ velocemente, sadomasochismo. Il terreno è parecchio minato. Non è un argomento di conversazione molto aperto e facile da intavolare, anche perché è altrettanto facile cadere nel morboso, nel giudizio, o nella presa in giro. L’autrice, tuttavia, per quanto descriva in modo anche particolareggiato le scene di questo genere, non si spinge mai oltre ad un certo punto. Fa attenzione a rimanere in luce, perché le zone d’ombra sono parecchio pericolose perché infide. Il risultato è che, sotto la veste ammiccante ed allettante del romanzo erotico “perverso”, c’è poco di nuovo.
Dati non pervenuti: già il primo è rimasto senza troppi rimpianti in libreria, non ha superato il “test d’ammissione”. Ho ignorato gli altri.
RispondiEliminaDa quello che scrivi ho ricavato l’impressione che l’evoluzione della specie homo sapiens femmina si sia fermata – non oso pensare quando…o peggio, se sia mai iniziata (altro che vampiri, QUESTO è l'incubo!).
Però quell’immagine di zia Jane è strepitosa!
Sì, l'immagine è davvero bellissima, e anche eloquente. Questa trilogia è un'operazione commerciale ben riuscita, perché ha venduto parecchio, ha fatto parlare molto di sé, e ora porterà alla realizzazione di un film. C'è un indotto creato grazie a queste sfumature...e l'altra immagine ne è un esempio, con questo tri-ciondolo tratto direttamente dai libri. In più, ci sono illustrazioni, meme, discussioni, persino una Fan Page su Facebook sull'argomento.
EliminaSotto questo aspetto...manca un approfondimento. E forse a ragione, perché l'argomento è molto spinoso e si guasta subito.
Mah, conosco amiche e parenti, donne ovviamente, che l'hanno letto e ho trovato un filo conduttore... tutte queste non hanno una gran che di vita matrimoniale e sentimentale... il moroso che non c'è o non si trova, o il marito che preferisce il calcio.. alla moglie :-)... tanto per capirci...
RispondiEliminaSì, questa è anche una spiegazione possibile. Quello che non trovi in casa o nella realtà quotidiana, viene cercato fuori, in un'altra persona o in un libro.
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