Questa volta siamo
in visita di una libreria di Trieste con l’iniziativa curata da Giuseppe
Culicchia su Tuttolibri. A voi i sui tre
consiglidi lettura:
IL MINOTAURO
GLOBALE di YANIS VAROUFAKIS:
Nell'America post-bellica gli Stati Uniti distrussero la realtà preesistente
non una bensì due volte, per crearne di nuove. La prima volta non avevano altra
scelta. La Seconda guerra mondiale aveva imposto all'America il ruolo di
ideatore di realtà, sia pure contro la sua volontà. Ed essi risposero
brillantemente, con un Piano globale che diede avvio alla stagione più felice
del capitalismo globale. Quando poi il Piano globale ebbe raggiunto la sua data
di scadenza, gli Stati Uniti non persero più tempo a tergiversare o a
"studiare" la realtà esistente. Piuttosto, cercarono attivamente di
disintegrare la realtà che stava già degenerando, in modo da provocare una
decisiva crisi mondiale da cui sarebbe uscita una realtà ben più nuova e
vitalissima: "Minotauro globale". Per la seconda volta nella sua
storia, l'America aveva ridisegnato il mondo non tanto a propria immagine e
somiglianza, bensì in un modo che aveva trasformato una strisciante debolezza
in una maestosa egemonia. La chiave del successo dell'America fu il
riconoscimento dell'indispensabilità di un meccanismo di riciclo delle
eccedenze globali (GSRM). L'egemonia differisce dal dominio, o dal volgare
sfruttamento, in quanto il vero egemone capisce che il suo potere deve essere
rialimentato non mediante l'ulteriore prelievo dai suoi sudditi, bensì
dall'investimento nelle loro capacità per generare eccedenze. Per togliere ai
suoi sudditi, l'egemone deve padroneggiare l'arte di dare in cambio...
UOMINI IN GUERRA di
ANDREAS LATZKO: Uomini in guerra è un romanzo in
sei episodi: dalla partenza per il fronte al ritorno a casa passando per
l'arrivo in prima linea, il battesimo del fuoco, l'assalto notturno, la
disfatta... Lo scrive un ufficiale dell'esercito austro-ungarico inviato sul fronte
italiano e diventa subito un best seller, tradotto in 19 lingue, nonostante sia
bandito da tutte le potenze belligeranti. La sua forza è incontenibile.
Racconta il fronte, le illusioni dell'inizio ma soprattutto il dramma della
prima linea e della guerra, ogni guerra. Non ci risparmia nulla. Non lo fa in
ritardo ma prima degli altri, nel 1917, quando ancora i soldati sono mandati in
massa all'assalto delle trincee nemiche. E per questo è probabilmente il primo
libro di denuncia della carneficina della Grande Guerra. Persino Hitler e i
nazisti decidono che quest'opera scomoda deve scomparire e la bruciano nei
roghi dei libri del 1933.
Ora quello che è giustamente considerato un vero e proprio classico torna dopo molti decenni di assenza dalle librerie con una nuova traduzione per ricordare ancora una volta la verità che si celava dietro le bandiere, dietro le canzoni e gli inni patriottici...
Ora quello che è giustamente considerato un vero e proprio classico torna dopo molti decenni di assenza dalle librerie con una nuova traduzione per ricordare ancora una volta la verità che si celava dietro le bandiere, dietro le canzoni e gli inni patriottici...
IL VISITATORE di
ERIC EMMANUEL SCHMITT: Aprile 1938. L' Austria è stata
da poco annessa di forza al Terzo Reich, Vienna è occupata dai nazisti, gli ebrei
vengono perseguitati ovunque. In Berggasse 19, celeberrimo indirizzo dello
studio di Freud, il famoso psicanalista attende affranto notizie della figlia
Anna, portata via dalla Gestapo. Ma l'angosciata solitudine non dura molto:
dalla finestra spunta infatti un inaspettato visitatore che fin da subito
appare ben intenzionato a intavolare con Sigmund Freud una conversazione sui
massimi sistemi. Il grande indagatore dell'inconscio è insieme infastidito e
incuriosito. Chi è quell'importuno? Cosa vuole? È presto chiaro che quel
curioso individuo in frac non è un ladro né uno psicopatico in cerca di
assistenza. Chi è dunque? Stupefatto, Freud si rende conto fin dai primi scambi
di battute di avere di fronte nientemeno che Dio, lo stesso Dio del quale ha
sempre negato l'esistenza. O è un pazzo che si crede Dio? La discussione che si
svolge tra il visitatore e Freud, e che costituisce il grosso della pièce, è
ciò che di più commovente, dolce ed esilarante si possa immaginare: Freud ci
crede e non ci crede; Dio, del resto, non è disposto a dare dimostrazioni di se
stesso come se fosse un mago o un prestigiatore. Sullo sfondo, la sanguinaria
tragedia del nazismo che porta Freud a formulare la domanda fatale: se Dio
esiste, perché permette tutto ciò?
A presto.
SimoCoppero
La lista si allunga sempre di più!
RispondiElimina