Ho amato Giorgio Faletti in tanti
suoi lavori, ma questo libro postumo mi ha lasciato tanti interrogativi e la
sensazione di vuoto, di nulla.
Probabilmente mi aspettavo un
romanzo e ho trovato una fiaba, probabilmente immaginavo il personaggio
principale identificato come persona e invece ho trovato una piuma. Non lo so.
Ma alla fine della lettura ero smarrita.
Sono raccontate sei storie a se
stanti. la piuma parte nel suo viaggio attraversando le storie più disparate,
collocate in tempi e luoghi diversi; questa piuma osserva, aspetta in secondo
piano rispetto al racconto, per poi proseguire nel suo cammino cambiando
scenario ma senza mai interagire. vola, si posa ad ascoltare e a guardare senza
mai essere la protagonista principale della storia. fino all’ultimo capitolo in
cui " l’uomo del foglio bianco" si accorge di lei e magicamente
prende vita.
Probabilmente vuole essere una
fiaba riflessiva, vuole portare il lettore al paragone tra essere e apparire,
al valore essenziale del proprio io, ma ho decisamente faticato ad arrivare a
questi approfondimenti solo con la lettura del libro.
Leggo su altri siti e recensioni:
“favola morale sulla vita e sulla libertà”, io non ho colto e non ho tratto
queste conclusioni.
E’ possibile che io abbia letto
queste poche pagine non con la giusta chiave ….. se qualcuno di voi ha voglia
di aiutarmi, i consigli di approfondimento sono ben accetti.
A prima vista, mi viene da considerare la presenza della piuma nel film Forrest Gump. Non sembra un libro particolarmente semplice, come non lo sono gli altri di Faletti, anche di argomento apparentemente disimpegnato.
RispondiEliminaalle volte è assai dannoso, per scrittori immensamente pregevoli, continuare la propria attività una volta spirati...
RispondiElimina...vero. L'ispirazione li può portare in luoghi inesplorati, ma anche difficili da svelare e da far capire.
EliminaCiao mi permetto qualche osservazione:
RispondiElimina1 come puo' un essere umano "spirato" a continuare a scrivere?
2 non so se lo scrittore in questione sia stato consenziente alla pubblicazione postuma.
3 puo' un erede mancar fede alla promessa di pubblicazione postuma? Non parlo della "promessa morale": quella e' imprescindibilmente da seguire giustamente.
Scusate ancora se mi sono permessa di commentare. Con affetto Cristina Sassola
Buongiorno! Con piacere accogliamo il Suo commento, Cristina!
RispondiEliminaCon la morte, un essere umano cessa qualunque attività, ma può "ispirare" qualcun altro a continuare al suo posto, raccogliendone e ampliandone l'eredità. Non so, sinceramente, se questo è il caso di Faletti...da un articolo de La Stampa, che ho letto, aveva diversi romanzi scritti e abbozzati, che poi avrebbe ripreso e pubblicato in un secondo tempo, se e come avesse deciso. Credo che sia capitato anche a La piuma. In vita non fece in tempo a decidere se pubblicarlo o meno, anche se ne era soddisfatto. Lo aveva scritto e terminato ai tempi di Tre atti e due tempi, e lo stava lasciando sedimentare. Gli eredi hanno preso la decisione per lui, apparentemente senza nutrire dubbi, forse basandosi sul fatto che lo scrittore era soddisfatto della sua creazione. Un erede potrebbe anche decidere di non mantenere la promessa della pubblicazione postuma...ma sentirebbe di aver seguito davvero la volontà di chi se n'è andato? E' anche una grossa mancanza di rispetto per una persona amata, ed è un'eredità, questa, pesantissima da portare. Come ha detto Lei, moralmente è da seguire.