Questo è un libro da leggere piano e applicare una pagina al
giorno. Seligman, dopo aver introdotto l’ottimismo, parla subito del grande
antagonista, il pessimismo. Anche il pessimismo s’impara. E come si può
imparare, si può anche disimparare.
“Ottimisti e pessimisti: li studio da venticinque anni. La
caratteristica che definisce i pessimisti è che essi tendono a credere che gli
eventi negativi durino molto tempo, distruggano tutto e siano la conseguenza di
colpe proprie. Gli ottimisti, quando devono confrontarsi con le avversità di
questo mondo, si comportano in maniera opposta. Tendono a credere che la
sconfitta sia solo temporanea e che le sue cause siano circoscritte ad uno
specifico evento. Gli ottimisti credono che il fallimento non sia conseguenza
di errori propri, ma delle circostanze, della sfortuna o delle azioni di
qualcun altro. Gli ottimisti non si scoraggiano dopo una sconfitta.
Percepiscono una situazione negativa
come una sfida da sostenere strenuamente.”
(Martin Seligman,“Imparare l’ottimismo” – Giunti, pag.7)
Questo paragrafo, da solo, vale un intero manuale di
istruzioni. Pochi tocchi, ed ecco i ritratti accurati degli eterni
antagonisti. E quanto è preciso e
corrispondente a verità! Ho riletto queste righe più volte, riconoscendomi in
diversi punti dello schieramento, sia da una parte sia dall’altra. E’ vero che
sono un’ottimista di natura, ma ho attraversato e ogni tanto mi capita tutt’ora, di attraversare diversi momenti bui in cui
ritengo che gli eventi negativi dureranno per sempre e che siano sempre e solo
colpa mia. L’età, gli eventi, una
conversione, hanno fatto in modo che vedessi piuttosto chiaramente
questo meccanismo di pessimismo che scattava subito dopo un evento negativo. Porvi
rimedio e cambiargli segno non è facilissimo, e nemmeno immediato. Non basta
dirsi che andrà tutto bene o fischiettare un motivetto allegro come dice
Seligman qualche pagina dopo…è il pensiero alla base di queste affermazioni che
DEVE cambiare di segno, per portare al CAMBIAMENTO DI ATTEGGIAMENTO NELLA
PRATICA.