… ed è arrivato il momento per me di leggere e di scrivere
di questo libro, che non è un libro, ma un dialogo. Una conversazione aperta
tra il padre Aldo Cazzullo e i due figli, Francesco e Rossana. Ho già raccontato
della presentazione qui, avvenuta qualche tempo fa nelle Langhe, in cui
ascoltai incantata l’autore parlare senza fermarsi per un’ora di tutto quello
che lo aveva portato a riportare su carta un pezzo di realtà vissuta molto,
molto contemporanea.
La trama del libro è semplice, semplicissima. Una famiglia,
un padre, due figli e un invito/ordine sicuramente reiterato, e chissà quante
volte: Metti via quel cellulare. Tutto lo svolgimento corre intorno alle
ragioni che spingono il padre a prorompere nell’invito/ordine e tutte quelle
che i giovani oppongono per non farlo. La contrapposizione sembra facile,
scontata. Papà Aldo appartiene alla generazione della carta, della macchina da
scrivere, dei trasporti più lenti, dei telefoni a rotella, della Stipel che poi
diventa SIP, e poi Telecom, e poi TIM, con i primi cellulari grandi quanto
piastrelle e pesanti come tronchi, con antenne lunghe come le radio degli anni
’60 (quella che ho in casa io ha un’estensione chilometrica. Avrei potuto
captare anche i segnali da Marte, se opportunamente orientata).