martedì 31 dicembre 2013

Buon 2014 e buoni libri!

Ci vuole un piccolo post di auguri per l'ultimo dell'anno, anche se privo di bilanci, di elenchi di libri letti nel 2013, i più belli, i più brutti, i più votati, ecc. Saluto il 2013 e tutto il suo carico di libri letti, per portarmi nel 2014 quelli ancora da leggere, e quelli che ancora non so che dovrò leggere!
Prepariamoci per il cenone, brindiamo al nuovo inizio, e in alto i libri.
Auguri a tutti voi e alle vostre famiglie!

domenica 29 dicembre 2013

Ritorno alla vita...digitale. Con un Giro d’Italia letterario, un GdL, una rivista online, un premio.

E’ passato diverso tempo dal mio ultimo post. Talmente tanto che mi sembra di essere stata via un anno intero...immergersi in altri progetti, di tutt’altro tenore, fa questo effetto, quando si ripensa alle occupazioni di prima. In ogni caso, rieccomi tornata in vita digitale, con una serie di segnalazioni da fare e qualche breve riflessione. Breve perché questo è un periodo di bilanci, di sguardi indietro per vedere cos’è capitato, la strada percorsa, o i libri letti, nel caso dei book blog in Rete. Io non mi soffermo molto sui bilanci, perché poi mi coglie una specie di nostalgia per il tempo passato, che poi si rivela nociva. Almeno, nel mio caso. Per quel che riguarda la prima segnalazione, abbiamo niente di meno che un Giro d’Italia Letterario. Paola del blog Se una notte d’inverno un lettore ha avuto la splendida idea di leggere la nostra letteratura regione per regione, in un vero e proprio percorso. Al posto delle bici, usiamo i libri dei nostri autori più significativi, e i nostri account Facebook, partecipando all’evento qui, a partire da Domenica 5 gennaio 2014. L’estrazione a sorte ha decretato che iniziassimo con il Piemonte, e più precisamente con La paga del sabato di Beppe Fenoglio (titolo scelto dopo proposte e votazioni da parte dei partecipanti).  Volete ulteriori informazioni? Tuffatevi in questo link.

La seconda segnalazione riguarda un bellissimo gruppo di lettura, un GDL ospitato su Facebook: Gruppo di
lettura scratch-made: leggiamo Neil Gaiman. Maria del bellissimo Start from Scratch Blog, ha avuto la splendida idea di creare un gruppo di lettura dedicato a Neil Gaiman, un autore che mi gira intorno da anni, ma che non ho mai afferrato completamente, essendo io perennemente distratta da altri scrittori, altri libri, altri argomenti. Finché non si è deciso ad entrare in casa mia portato di peso da Marzia (non tanto Neil Gaiman in persona, quanto due suoi titoli, che presto compariranno su queste pagine), e infilato nel mio pc da Maria. Lunedì 6 gennaio 2014 iniziamo con Buona Apocalisse a tutti, scritto a quattro mani con Terry Pratchett. Volete partecipare, e avete un account Facebook? Correte alla pagina segnalata sopra. Volete partecipare, e non avete un account Facebook? Su queste pagine furiose comparirà la mia recensione, per cui potete comunque inondare di commenti. In questi giorni di relativa calma pubblicherò anche il mio articolo su Follie di Brooklyn, di Paul Auster, che ho letto grazie ad un altro GdL, promosso sempre da Maria su Facebook. Anche per Auster valgono le stesse parole che ho scritto per Gaiman. Ormai è chiaro che, per farmi leggere autori che desidero da anni senza mai toccare, è necessario infilarmi in un gruppo di lettura. In quel caso, non si scappa: o leggo l’autore, o leggo l’autore. E finalmente, aggiunge il mio innato Furore Libresco.

La terza segnalazione riguarda Eclettica, la rivista-blog online che raggruppa diversi blogger, tra cui la Furiosa Scrivente, che condividono la loro passione per libri e cultura. Siamo al secondo numero, che è veramente ripieno di grandissimi articoli, uno più bello dell’altro. Per il volto dell’orrore, ho scelto di parlare di Chiara Palazzolo e della sua meravigliosa trilogia di Mirta-Luna, mentre per la biblioteca inglese, mi sono lanciata su uno dei miei miti di sempre, la regina Elisabetta I, rivissuta nella bellissima biografia romanzata di Margaret George.









Pur lontana dagli schermi digitali, Chiara di Paroledi Cioccolato mi ha tributato un altro premio, il Liebster
Award qui accanto, evento che mi fa sempre un enorme piacere e che mi convince, tutto sommato, di essere riuscita a trasmettere qualcosa di me e della mia passione libresca al di là del mio monitor. Come da regolamento, dovrei rispondere alle domande di Chiara, proporne altre e segnalare altri blog da premiare. Per mancanza di concentrazione non riesco a farlo ora, ma riuscirò a ricambiare!! Uno dei miei buoni propositi per il 2014 è proprio quello di migliorare decisamente l’organizzazione del tempo e del lavoro da fare. Vedremo alla fine cosa sarà capitato...

lunedì 2 dicembre 2013

Storia di una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza - Guest Post#3


Un altro appuntamento per la rubrica Guest Post, tenuta da Simona e dalle sue letture. Il titolo è già controcorrente: l'importanza della lentezza. Lentezza, in questo mondo di connessioni veloci, trasporti veloci, amori e odii veloci, pasti veloci, lavori veloci, ecc. ecc.? Direi che capita al momento giusto. Non ho ancora letto questo libro, ma Sepulveda è già un nome-garanzia, avendo letto con estrema gioia Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare. Ora taccio, e lascio la parola a Simona, e alla sua recensione.

"Fermiamoci un attimo ad assaporare queste 95 pagine di questa fiaba meravigliosa, e possibilmente leggiamo con lentezza, anche se il racconto incalza per scoprire  perché la lumaca è tanto lenta.
Una fiaba per adulti e piccini, una storia che deve insegnare ai nostri bambini (quelli fuori e dentro di noi), il piacere di accontentarsi, di porsi delle domande nella vita da non lasciare senza risposta a costo di percorrere strade difficili e impegnative.
Ristabilire il valore del tempo in una società dove tutto corre via veloce, dove non troviamo un attimo per soffermarci a dare risposte, un momento per apprezzare quello che abbiamo e quello che ci circonda, dove non riusciamo più ad insegnare ai giovani ad allontanarsi dal mondo protetto e abitudinario che gli costruiamo e gli offriamo, per andare a cercare risposte ed esperienze nuove.
Lasciamo scorrere le parole e diamo significato ad ogni sfumatura: la memoria, il coraggio, la caparbietà, l’avventura, la libertà, l’ingiustizia, la conoscenza, l’intraprendenza.
Tutto questo la nostra amica lumaca “Ribelle” vorrà insegnarci nonostante i pericoli, gli amici e le difficoltà che troverà sulla sua strada verso il nuovo prato chiamato “Paese del dente di leone”.
Cogliamo l’importanza del tempo e la forza dei desideri annidati dentro di noi.

“In questo viaggio che è iniziato quando ho voluto avere un nome ho imparato tante cose. Ho imparato l’importanza della lentezza e, adesso, ho imparato che il Paese del dente di Leone, a forza di desiderarlo, era dentro di noi”

martedì 26 novembre 2013

Ragazze mancine – Mondi paralleli finiscono per incontrarsi

Ho già detto in lungo e in largo, soprattutto su Facebook, che adoro i romanzi di Stefania Bertola, al punto che li collezionerò, non appena riparate le crepe del mio tavolino di lettura. Promessa pronunciata, e subito disattesa. Prima ancora di poter mettere mano ai danni del suddetto tavolino, sono tornata a casa con l’ultimo libro dell’autrice, uscito da pochissimo, Ragazze mancine. Devo smetterla di fare promesse da marinaio di questo genere. Tutti i marinai di tutte le Marine del mondo sono rigorosi mantenitori di parole date, in confronto alle mie esibizioni nel campo. Quando sono andata alla presentazione del libro, sabato 16 novembre scorso, nella libreria La casa dei libri di Rivalta, non credevo di battere il mio record di promessa-infranta. Così è capitato, tuttavia, e me ne sono fatta una ragione. L’aver infranto fioretto e dignità, tuttavia, mi ha regalato una lettura veloce e godibilissima, che mi ha fatto riflettere e piegare dalle risate. Ancora una volta, le donne sono al centro dell’attenzione della Bertola, sullo sfondo di Torino. Sono due, talmente diverse l’una dall’altra, da dubitare persino che appartengano alla stessa razza, e allo stesso sesso. Una è Adele Molteni, bella signora trentaduenne, appartenente alla Biella-bene. Laureata, colta, dedita a nutrire il proprio spirito di piaceri intellettuali come letture, visite alle mostre più disparate, senza un giorno di lavoro all’attivo, grazie al marito benestante, produttore di lane e cachemire pregiati. L’altra è Eva Fasano, giovanissima nullatenente con figlia gattonante a carico, continuamente in movimento, da un lavoro precario all’altro, per mantenere la sua piccola famigliola personale senza padre. E’ un acrobata del precariato, Eva, e non se ne dispiace un momento: afferra il lavoro dove lo trova, fosse anche per un giorno solo, e si specializza in riciclo delle cose usate e rifiutate dagli altri, che lei trasforma per sé e sua figlia. Come possono incontrarsi due donne del genere, che condividono solo l’appartenenza allo stesso sesso?

mercoledì 20 novembre 2013

La strada verso casa (e verso le polemiche) - Guest Post#2

Non solo è tempo di Guest Post, di hashtag nuovi coniati a manetta, ma anche di polemiche. Bizzarro: non capita mai di sentirne; la Rete è solitamente così pacata nell'espressione delle sue idee. ;-) In questo caso, sono scaturite dall'inizio del nuovo reality di Rai3, Masterpiece, iniziato domenica 17 novembre. Io ero molto curiosa di capire come avrebbero fatto a rendere la scrittura, con la sua natura concreta e complicata, in un format televisivo, fatto soprattutto di immagini, di azioni, e di parole che volano. Sono abbastanza perplessa, dopo la prima puntata, perché molte cose sono state lasciate un po' sospese e trascurate, almeno secondo il mio gusto personale. Nutrivo qualche aspettativa, che è stata disattesa, ma essendo una questione strettamente personale, ritengo che ci sia ampiamente spazio per migliorare. In ogni caso, non sono molto addentro nella politica della trasmissione, e non ne decido io il palinsesto. Sul blog Sangue d'Inchiostro, parlo un po' più diffusamente della natura dei miei dubbi.
Tanto per seguire il filone delle polemiche, ecco un'altra pietra dello scandalo: Fabio Volo. Leggendo qua e là, in diversi blog, viene giudicato anche piuttosto pesantemente, e di conseguenza chi lo legge. Una sorta di anticristo del mondo della scrittura, autore di libri risibili, inconsistenti, beniamino di lettori altrettanto risibili e inconsistenti. Specchio disastrato e causa deleteria del degrado della nostra scarsità intellettuale contemporanea. Davvero? Un uomo solo è in grado di causare/spiegare la cronica deficienza di lettura nel nostro paese? Dev'essere molto potente. Meglio farvi attenzione. A parte le mie considerazioni sarcastiche, come per molti altri autori crocifissi e osannati allo stesso tempo (i primi nomi che mi vengono in mente: Dan Brown e Federico Moccia), anche Fabio Volo rientra in quella categoria un po' in chiaroscuro, di persone che hanno qualcosa da esprimere, e lo fanno parallelamente al mestiere che fanno di solito. Fabio Volo non ha la coscienza etico-politica e le convinzioni granitiche di Dante Alighieri, non ha l'immaginazione condita di umorismo di Ariosto, non ha il cuore poetico di Leopardi, non ha la veemenza frangiregole di Marinetti, o la capacità critica di Benedetto Croce. Sono più che d'accordo. Vogliamo crocifiggerlo, per questo? Volontariamente, non mi accosterei ai suoi libri. Come sanno i lettori compulsivi, furiosi, o semplicemente incalliti, "sento" se un autore fa per me, o no. Mi sono trovata in casa un paio di libri di Volo, perché mi sono stati regalati. Non mi sono trasformata in Hulk, e nemmeno ho subito mutazioni genetiche. Li ho letti, riposti negli scaffali, e...dimenticati. Semplicemente, Fabio Volo non  fa per me, poiché non è riuscito ad artigliare la mia attenzione sufficientemente a lungo da farmi pensare di aver bisogno delle sue parole. In libreria, oltrepasso tranquillamente le piramidi di Cheope costruite con i suoi libri, e mi dirigo verso gli scaffali in fondo, dove sicuramente trovo qualcosa che mi solletica. A schiere comprano i suoi libri, demolendo le suddette piramidi di carta scritta da lui? Bene. Io vado a scavare altrove. Sono responsabile della mia testa, del mio cuore e delle mie opinioni, e del cibo con cui decido di nutrirle. Ora chiudo con le mie sarcastiche considerazioni personali, e lascio la parola a Simona, che ha letto La strada verso casa di Fabio Volo, e ha alcune opinioni da esprimere.

"Ho finito di leggere l’ultimo libro di Fabio Volo e sono nel limbo dell’incertezza, un incrocio di due strade senza sapere quale è meglio percorrere: questo libro mi è piaciuto o non mi è piaciuto?
E’ un racconto che tieni incollati alle pagine per la smania di sapere come andrà a finire, quindi mi chiedo e mi dico: dovrebbe essere catalogato come un bel libro.
Non so rispondere a questo dubbio, posso dire che è un libro semplice, una lettura senza impegno per chi vuole passare qualche ora lontano dal mondo senza pensieri, ma è anche una lettura che può diventare impegnativa se ognuno ha voglia di soffermarsi su frasi che possono passare inosservate o se si ha la voglia di analizzare un po' più a fondo una “banale” storia di vita di due fratelli, che per tanto tempo non riescono a superare dolori e incomprensioni  incontrati sulla loro strada.
Spesso, leggendo, incontriamo riferimenti agli anni ’80 paragonati ai giorni attuali. Ed è proprio dietro a queste frasi che se vogliamo possiamo fermarci a riflettere, quasi a direi era meglio ieri o meglio oggi?
Si viveva meglio prima con la poca tecnologia, con le ricerche fatte con i compagni di scuola sulle enciclopedie, o meglio adesso che tutto è a una portata di click, tutta questa trasformazione come ci ha portati a essere e come ci ha trasformati nelle relazioni con chi ci sta a fianco?
Linguaggio non ricercato, descrizione di una vita come tante, evoluzione di un rapporto tra due fratelli dall’età adolescenziale all'età adulta con solide basi educative, l’affronto della ferita lasciata dalla sofferenza della perdita della mamma, fino alla libertà dell’anima per poter ricominciare a vivere.

Gli anni ottanta sembrava avessero spazzato via tutto questo, insieme alla cura del risparmio. Quello che guadagnavi spendevi, e se non bastava potevi fare un leasing. La vita non era più costruirsi un futuro ma comprare un biglietto della lotteria. Forse è stato in quegli anni che le parole hanno iniziato a perdere il loro significato, e diventare maschere senza dietro un volto. Tutto era accrescitivo e superlativo.


A voi la scelta …. Leggere per riflettere o leggere come passatempo non impegnativo ….. quasi quasi ricomincio a leggerlo.

venerdì 15 novembre 2013

Ne parliamo a cena – Diverse cene delle beffe.

Mentre mi accingevo a scrivere il post, mi è venuto in mente un altro hashtag: #svoltacena. E’ già il secondo libro che leggo, nel giro di pochissimi giorni, che ha come presenza fissa sullo sfondo una riunione di esseri umani intorno ad un tavolo per cenare e, soprattutto, parlare, parlare, parlare.  Non è molto lontano il post che ho dedicato alle cene con risoluzione-misteri incorporata, dei Vedovi Neri, e subito mi capita tra le mani un libro in cui le commensali sono tutte donne. Parlavo di raggiungimento dell’equilibrio, se non ricordo male...Stefania Bertola ha molto in comune con Alessandra Montrucchio, l’autrice precedente. Anche lei di Torino, anche lei traduttrice, e anche lei impiegata nel mondo dei media; a differenza della seconda, Stefania Bertola si dedica ai testi per la televisione. Se volete conoscerla, suggerisco l’intervista fattale dalla Lettrice Rampante, nel suo blog, e di recarvi a Rivalta, Sabato 16 Novembre, presso la Libreria Casa dei Libri (via Umberto I, n°4) per la presentazione del suo ultimo libro, Ragazze mancine. Al centro di questo libro, ci sono le donne. E non solo perché si parla di cena, cucina, cibo. Non è la solita associazione di idee: alcune delle protagoniste non amano cucinare e se ne tengono anche abbastanza lontano. Si tratta di cinque cugine: Costanza, Sofia, Bibi, Irene, Veronica, le colonne portanti della storia, intorno alle quali gravitano una serie di personaggi, come mariti, figli, ex-mariti, amici, amanti, amiche, ciascuno dotato di una vita piuttosto problematica. Una volta al mese, le cinque donne sviscerano i propri problemi confidandosi, prendendosi in giro, litigando, riappacificandosi, riunendosi a cena a casa di una di loro, scelta ogni volta dopo lunghi conciliaboli frettolosi al telefono, in una pausa caffè, in piena notte, all’uscita dal supermercato.

mercoledì 13 novembre 2013

Cardiofitness – Il benessere del cuore

Un titolo rilassante, dopo la #svoltahorror. Alessandra Montrucchio e il suo Cardiofitness, un raggio di sole riposante dopo atmosfere disturbanti e disturbate, piene di rabbia, tradimenti, squallore, orrori indicibili. Saprete di più sulle mie ultime letture, in apposita sede. Conoscevo da parecchio Alessandra Montrucchio, grazie alla sua rubrica su Torino Sette, inserto del venerdì de La Stampa, CattiveRagazze, che seguivo sempre quando acquistavo il giornale cartaceo. Con la presenza sempre più prevaricante di Internet nelle nostre vite offline, e con altre questioni più pressanti, ho finito per dimenticare quel momento di contemplazione, in cui mi immergevo nelle vicende tragicomiche delle tre amiche, la Bionda, la Rossa e la Bruna, alle prese con lavoro, uomini, parità, rapporti sociali. Quello che mi attraeva maggiormente era leggere del rapporto che l’autrice aveva con Torino, la stessa città in cui vivevo io. Le vie del centro, i negozi, i locali, le persone che potevamo aver visto o avere “in comune” (anche per semplice presenza) acquistavano un’altra luce e un altro significato, nelle sue parole. Mi faceva venire voglia di tornare in centro e dare un’occhiata a quel pub in cui la Bionda (o una delle altre amiche) ne aveva combinata una delle sue, a captare un segno, una presenza, un soffio di qualcosa di indefinito. Lo stesso desiderio che si è intrecciato alla voglia di leggere il suo pensiero in uno scritto più ampio di una rubrica, e alla curiosità stuzzicata pesantemente dalla sinossi letta in copertina: Stefania, ventiseienne laureata torinese, sulla soglia di un mondo lavorativo che non sa ancora se respingerla o meno, si innamora di Stefano, liceale quindicenne, a disagio con se stesso e i suoi coetanei troppo semplici, omologati, televisivi, sullo sfondo di una palestra piuttosto conosciuta. Ehm. Cosa? Una versione di Humbert al femminile?! Cos’è, una prova, un test su chi scardina il numero più alto di pregiudizi e taboo? Messi da parte questi risibili commenti pregiudiziali, mi sono disposta a leggere con grandissima curiosità. E ho trovato una storia completa. Divertente, surreale, comica, seria, problematica, fantasiosa, verosimile, poco credibile (e per questo contraddittoria), viva, irritante. Come sono spesso le vicende in cui incappiamo tutti i giorni, tra uno schermo di pc, la spesa, il parcheggio mancato, le corse per arrivare in tutti i posti. Il teatro del libro è soprattutto la palestra, dove Stefania e il suo gruppo compatto e corazzato di tre amiche, al punto da essere note come Charlie’s Angels, vanno a sfogare stress, delusioni e frustrazioni, insieme ad una schiera di personaggi molto reali, tirati di peso dai posti che frequentiamo anche noi.

lunedì 11 novembre 2013

A spasso nel tempo - I libri e i flashback

Tempo di guest post, quello presente. Dopo la mia amica Simona e la sua lettura de Il primo gesto, è la volta di Marzia che presenta una questione interessante: i libri ricchi di flashback, e di richiami al passato. Talmente ricchi, da rischiare di disorientare il lettore...come se l'autore fosse saltato sulla DeLorean modificata di Marty McFly, trascinando anche il lettore con sé, e gli facesse fare un giro completo nel tempo, su e giù, avanti e indietro per tutta la durata del libro. A me piacciono i flashback e non mi disturbano particolarmente, anche se qualcuno mi mette un po' alla prova, come Joel Dicker. Nel suo caso, la sua "guida" disinvolta nel tempo (dal 1975, epoca dei fatti al tempo presente, 2006-2008) avrebbe potuto rivaleggiare con quella professionale di Michael Schumacher. :-) Mentre attendo i vostri pareri sui libri che vi scarrozzano avanti e indietro lungo la durata temporale della loro esistenza, vogliamo leggere cosa ne pensa Marzia?
Eccola:

"Uccellino del paradiso – Joyce Carol Oates

Il giardino degli incontri segreti – Lucinda Riley

La biblioteca dei morti – Glenn Cooper

Il dono – Toni Morrison

La bambina senza cuore – Emanuela Valentini

Tre madri – Sonia Lambert

L’isola delle farfalle – Corina Bomann

La Verità sul caso Harry Quebert – Joel Dicker

La luce alla finestra – Lucinda Riley

La danza delle falene – Poppy Adams

Il segreto della bambina sulla scogliera – Lucinda Riley

Traducendo Hannah – Ronaldo Wrobel

La lettrice bugiarda – Brunonia Barry

Il giardino dei segreti – Kate Morton (che sto finendo, scagliando fulmini verso l’autrice)

Diciamo da giugno 2012 ad oggi – e non sono neanche tutti, né in ordine di lettura: ho “mollato” altri libri senza schedarli – mi sono imbattuta in una serie di storie simili a puzzle. L’elenco è parziale, ho rimosso altri titoli.

Il primo può essere piacevole; il secondo – magari se è passato un po’ di tempo dalla lettura del primo – “può anche andare”; uno dopo l’altro non mi sta più bene.

Chiedo scusa per lo sfogo, ma sono stanca di libri che devo scomporre e ricomporre. Se desidero un puzzle, compro un puzzle. Ad un libro chiedo una storia che svaghi Neurino-mio senza farlo rimbalzare come una pallina da flipper tra i ricordi o le vicende altrui.

Non amo le classificazioni, le etichette e tutta la suddivisione in sottogeneri che pare di moda oggi, però...
Cari scrittori (correttori, editori e chiunque si occupi della pubblicazione di un libro), vi prego di segnalare "nelle vostre creature” eventuali presenze di: flashback, ricostruzioni storiche, alternanze di presente e passato, flussi di coscienza di Joyciana memoria ecc.: per i prossimi mesi non desidero incappare in storie a strati."

venerdì 8 novembre 2013

Il primo gesto - Guest Post#1

Inauguro un altro hashtag, che potrebbe diventare una rubrica fissa, chissà, con il Guest Post. Non è un nome originalissimo, ma è quello che emerso quando mi sono seduta davanti al mio blog per scrivere. Un'altra cara amica, Simona, appartenente alla schiera delle lettrici furiose, ha scritto i suoi pensieri a proposito de Il primo gesto, opera di Marta Pastorino, scrittrice genovese di nascita ma torinese di adozione e vita. Lascio a lei la parola:

Il primo gesto è un romanzo dalle parole semplici e ricercate. Il racconto di una vita con scelte difficili, come tante oggi, ma con la ricerca di uno spiraglio di luce.
Piccoli cambiamenti, che portano a percorrere una via di una libertà interiore. Chi ha avuto la fortuna di assistere alla presentazione del libro sa che il romanzo vero è scritto nei primi due capitoli e che le successive pagine danno una “breve” spiegazione quasi a dover chiarire l’accaduto.
Anna personaggio principale, a cui tutto ruota intorno, è una ragazza scappata di casa senza aver finito gli studi, alla ricerca della sua libertà, quella libertà che la sua famiglia non le aveva permesso di avere, facendola quasi sentire un peso.
Dai flashback che troviamo nel nostro percorso di lettura, riusciamo a mettere a paragone i rapporti tra “mamma” e “figlio” con sfaccettature diverse: Anna con la mamma ha un rapporto difficile, schivo e sfuggente; Graziella con la mamma Maria cerca di recuperare il tempo perso in passato; il figlio di Anna che non riuscirà ad avere un rapporto con le propria madre perché abbandonato dopo il parto;  Giovanni con la mamma Graziella che non sente come figura materna, perché cresciuto dalla nonna Maria in un rapporto diventato morboso, quasi non fosse nipote ma figlio.

Pensavo che la vecchia fosse pazza, per l’amore che ancora aveva per suo nipote e per tutto quello che gli era appartenuto, che lei aveva conservato come cimeli di un museo, ma allo stesso tempo ne ero attratta. Nessuno aveva mai fatto una cosa del genere per me.

Pensavo alla solitudine di Graziella, che non aveva cresciuto il figlio, e al suo desiderio smodato di riprendersi almeno la madre, alla fine della sua vita, quando Maria non riusciva più a dirle di no.

Sarà proprio questa decisione drastica di Anna parallela alla morte di Maria, che l’autrice porta il personaggio alla ricerca di una via di uscita.
Si può cambiare la propria idea del tempo, ed era per questo, forse, che ho incontrato la signora Maria. Nella sua casa silenziosa e semibuia ho imparato la calma dei vecchi. Quel tempo è diventato mio, mentre lei si girava in continuazione verso il passato, io sono stata nel presente.
Una via di uscita che cercherà in tre cose fondamentali: riconoscersi nelle pagine dei libri, la grandezza e l’importanza di un abbraccio, la scoperta del corpo tramite la danza sensibile.
Riconoscersi nelle pagine aperte a caso di un libro, quei libri che spesso Maria le ha insegnato ad aprire e a leggerne degli estratti.
Le chiedevo di raccontarmi di sé, quand’era di buon umore. “Che cosa vuoi che ti dica” rispondeva, “prendi un libro e leggilo, ci troverai qualcosa di me.”
Il valore di un abbraccio, la sofferenza di quello non dato a suo figlio, quello bisognoso di Iulian, il figlio dell’amica Ramona, l’abbraccio con Giovanni che la aiuterà ad affrontare e a lasciarsi alle spalle le ombre del passato.
L’ho guardato nel buio, ho ascoltato il suo respiro e forse il battito del suo cuore, eravamo così vicini….Ho allungato un braccio e l’ho posato su di lui all’altezza della vita, mentre il cuscino assorbiva le mie lacrime silenziose che scendevano giù dalle guance.
La scoperta tramite Giovanni della danza sensibile: la conoscenza del proprio corpo e del proprio essere tramite tecniche di movimento libero.
“Pensate al respiro” diceva, “dal vostro respiro nasce la danza. Ogni movimento della vita terrestre è di apertura e chiusura, inspiro ed espiro, un ciclo organico, di spinte e ritorni…..”

Libro semplice e puro che lascia il lettore a “guardare dalla finestra” l’evolversi delle situazioni senza essere travolto dalle emozione delle situazioni.

lunedì 4 novembre 2013

I racconti dei vedovi neri – La potenza della logica

A prima vista, sembra un altro titolo della #svoltahorror. E anche piuttosto inquietante: il termine “vedovi neri” fa pensare ad un gruppo di mariti sanguinari che attentano alla vita delle mogli, magari particolarmente ricche, per impossessarsi dei loro denari. Niente di tutto questo, l’horror non c’entra proprio. Del resto, il suo autore, Isaac Asimov, è noto per aver scritto altri tipi di romanzi, e non mi sembra si sia mai cimentato con la narrativa di paura. Il libro è venuto a trovarmi direttamente a casa, in un momento di pausa della #svoltahorror, e io sono stata più che felice di accordargli riparo dalle intemperie. J E’ composto da una serie di racconti, i cui protagonisti sono un gruppo di rispettabili signori americani che, una volta al mese, decidono di ritrovarsi a cena senza le mogli, per poter risolvere piccoli o grandi misteri, e lasciarsi andare a parole in libertà su arte, letteratura, politica, attualità. Il ristorante che li accoglie è sempre lo stesso, così come il solerte e capace Henry è il cameriere che si occupa di servirli. Scelgono un anfitrione per la serata, che ha il compito, se lo desidera, di portare un ospite esterno, che alla fine della cena, si sottoporrà ad un vero e proprio fuoco di fila di domande da parte dei Vedovi Neri, sulla sua vita, la sua occupazione, e sul problema eventuale che lo sta angustiando. Ogni volta, si verifica un “caso”: il collezionista sicuro di aver subito un furto, ma di non riuscire a scoprire l’oggetto mancante, la spia che comunica grazie ad un ingegnoso sistema di bustine di fiammiferi, un omicida smascherato a causa dell’ora legale, i servizi segreti americani in fibrillazione per un possibile attentato all’edizione attuale di Miss Mondo...I Vedovi Neri, un dirigente governativo esperto di cifrari, un matematico, un chimico, un artista, si lanciano in congetture ingegnose, in duelli verbali spassosi, che talvolta culminano in gare di umorismo, si lanciano accuse, per poi finire sempre in un vicolo cieco. Il problema dell’ospite di turno, affrontato con logica rigorosa, da diversi punti di vista, finisce sempre per sembrare...irrisolvibile. Finché non arriva Henry, almeno. Come ho già detto, Henry è il cameriere che si occupa delle cene dei Vedovi Neri: solerte, discreto, silenzioso e capace nel suo lavoro, si rivela sempre colui che, interpellato all’ultimo, riesce a trovare l’unico aspetto trascurato, l’unica domanda veramente necessaria da fare, l’unica intuizione ancora da scoprire. E l’ospite si affretta a tornare a casa con la soluzione in tasca!

giovedì 31 ottobre 2013

Dampyr – Horror e Halloween

Da qualche giorno, ho inaugurato su Facebook il nuovo hashtag  #svoltahorror; complici le letture che ho portato a termine per il blog Sangue d’Inchiostro sul tema horror che oggi, 31 ottobre, raggiunge il suo culmine con la notte di Halloween.

Se volete qualche consiglio di lettura per spaventarvi come si deve, stanotte e in questi prossimi giorni, cliccate su questo link: un gruppo di lettori appassionati, tra cui la Furiosa scrivente, ha selezionato una serie di autori ad hoc come Clive Barker, Chiara Palazzolo, Eraldo Baldini, Ray Bradbury, per aiutarvi nell’impresa.

Personalmente, sto portando avanti la conoscenza di Chiara Palazzolo, di cui ho cantato e tessuto le lodi in lungo e in largo nei social, poiché il suo stile così vivo e così suo mi riempie la testa e gli occhi. Poche volte mi sono emozionata per un italiano scritto come il suo, dopo quello di Corrado Augias. Su Eclettica, nel numero appena uscito, ho parlato di Stephen King, del re dell’horror, e di uno dei suoi primi romanzi, Carrie. E’ stato con lui il mio primo approccio all’horror, con il suo Shining, almeno una trentina d’anni fa. Prima di quel momento, giravo accuratamente al largo da qualsiasi cosa fosse tinta di nero, ambientata di notte, e con un sottofondo di ululati, soprattutto in ambito cinematografico.

giovedì 24 ottobre 2013

Eclettica, La voce dei blogger – Espressione collettiva di passione per i libri e la cultura.

Ingredienti
- Una bella giornata calda di metà agosto.
- Una giovane mente vulcanica sempre in movimento, Giovy, già occupata nel back end del blog Un lettore è un gran sognatore.
- Un gruppo di blogger, scrittori, scrittrici e grafici.
- La passione per i libri, la cultura, l’arte, la voglia di migliorarsi e di creare.
- La Rete

Preparazione
Riunire i componenti su Facebook in un gruppo solo, aggiungere i contributi dei suddetti, mescolare accuratamente, lasciare filtrare il tutto da un’altra giovane mente vulcanica, versata nelle arti di impaginazione e fotoritocco, e poi servire caldo in Rete.

Così nasce Eclettica – La voce dei blogger: un blog-rivista letterario, in formato pdf, consultabile e scaricabile gratuitamente a questo link. Per tenere fede al nome, ogni articolo tratta un genere diverso, che compone a sua volta un’ampia gamma di argomenti. Amate la letteratura? Ne parliamo. Collezionate libri storici? Noi adoriamo rievocare la storia. Leggete i libri e guardate i film da cui sono tratti? Confrontiamoli insieme. Amate l’arte? Guardiamo insieme le opere della storia artistica umana. Vi piace...? Sì, venite con noi a scoprire tutto quello che offriamo, c’è ancora tanto, tantissimo da leggere e da vedere!

Per quanto riguarda me, vi anticipo che i miei articoli riguarderanno il lato oscuro della narrativa, l’horror, e quei libri che arrivano da oltreoceano, che ancora non sono stati tradotti in italiano. In questo numero di Eclettica, riprendo in mano un “classico” di Stephen King, Carrie, e un nuovissimo libro di Colleen Gleason, The Clockwork Scarab,  un thriller in una Londra steampunk, animato nientemeno dalla nipote di Sherlock Holmes e dalla sorella di Bram Stoker...

Potevo far finta di nulla, di fronte ad un progetto così completo e fervido di idee? Anche voi non potrete più ignorare Eclettica, da questo momento in avanti...;-)

mercoledì 23 ottobre 2013

Premi d’ottobre

Decisamente, ottobre è un gran bel mese per il blog Del Furore D’Aver Libri. :-D Nel giro di pochissimi giorni, ecco i premi arrivati:
The Versatile Award Blogger, da parte di Sabry di http://orecchiniegioielli.blogspot.it/ il 17 ottobre.
The Versatile Award Blogger, da parte di Patrizia di http://angolobio.blogspot.it/ il 18 ottobre.
The Versatile Award Blogger, da parte di Sara di http://lepassionidisarablogger.blogspot.it il 21 ottobre.
The Versatile Award Blogger, da parte di Ramona di http://ingranato.blogspot.it/ il 22 ottobre.
Una bella messe, non c’è che dire! Io ringrazio e ringrazio ancora tutte le blogger che mi hanno attribuito il premio, invitandovi ad andare a visitare i loro blog, ricolmi di creazioni belle frutto di passione e "saper fare".
Il regolamento della premiazione vorrebbe, a questo punto, che dicessi 7 cose su di me:
1)      Ho qualche difficoltà a parlare di me.
2) Mi sto sempre più appassionando alla blogosfera.
3) Mi piace moltissimo disegnare e mi spiace da matti non avere il tempo necessario.
4) Ho smesso di ascoltare notiziari, alla radio o alla televisione: i miei nervi sono molto più stabili.
5) Smorzo le polemiche, in qualunque campo: per il 98% dei casi, c’è sempre una soluzione alternativa, che mette d’accordo i contendenti.
6) Mi piacerebbe partire per un viaggio intorno al mondo, per un anno. O anche due...
7) Mi piace cercare l’insolito, l’aspetto più originale di ogni cosa.

In quanto ai 15 blog da premiare...incontro parecchia difficoltà, ormai. Me ne piacciono tanti, e non sono più in grado di scegliere, per cui li premio tutti, indistintamente. E’ un premio alla passione e all’intelligenza che si trasformano in bit, in barba a chi ci vuole tutti terrorizzati e morti "dentro" a causa della crisi.


sabato 19 ottobre 2013

Book Night Moon 18-19 ottobre, Notte Bianca dei Lettori - Postumi

...e un'altra Notte Bianca dei Lettori è passata! Questa è la seconda cui partecipo, ed è stata un'altra bella esperienza totale. Un po' stancante, perché dopo due minuti che sono entrata (in ritardo, causa cena in ritardo), si sono scatenate le notifiche una dietro l'altra, rendendo molto difficile leggere, rintracciare la discussione, scrivere più veloce della luce prima che arrivasse un altro commento cui non si poteva non rispondere! Pochi momenti di calma, molti di follia! E non solo a causa della disfida delle notifiche, ma proprio delle discussioni che si sono susseguite una dopo l'altra. Un paio ci hanno calamitato e impegnato in un turbinio di risate e sbeffeggiamenti...rigorosamente vietato ai minori. Ma parecchio vietato. E anche a qualche maggiore, visto l'argomento di partenza. Sì, c'entrano anche le famose Sfumature e le sue perle narrative: frasi indimenticabili pronunciate dai due protagonisti che scadono nel ridicolo involontario più ampio che si possa immaginare. In fondo, però, andare a trovare i difetti delle 150 Sfumature è abbastanza facile...si è anche prestato ad una serie di parodie non male. Al di là degli argomenti specifici, si sono intrecciati consigli, critiche (sempre molto rilassate e supportate, senza attacchi personali inutili e scadenti tipo: "non hai capito niente, è un capolavoro, stai zitto"), e un centinaio di titoli da inserire nelle liste, e diverse richieste di amicizia nuove. Una bella festa di lettori, dedicati soprattutto ai libri, in un'atmosfera rilassata in cui potersi esprimere con tranquillità; io stessa ho sfiorato l'incidente diplomatico dopo aver ammesso che non leggo volentieri gli Harmony, ma sono ancora viva, vegeta, e nessuno mi ha bandita o denunciata alle autorità. :-) Del resto, io sono per le ampie vedute, in ogni campo: lascio serenamente gli Harmony, e mi prendo tutto il resto, dov'è il problema? :-D A parte gli scherzi, è una gran bella iniziativa, e già si parla di farne un appuntamento fisso all'anno...prepariamoci già per la prossima, nel frattempo!

giovedì 17 ottobre 2013

Il Social Book Day, pagine social e community dei libri per promuovere la lettura

Oggi, 17 ottobre, è il Social Book Day, una giornata dedicata ai libri e al piacere di leggere, che coinvolge i lettori incalliti, appassionati, curiosi, furiosi, e i social network.
E' sufficiente pubblicare, dalla propria Pagina Facebook, o dall'account Twitter, un pensiero proprio, una citazione, una foto che nasca dal mondo dei libri, e che faccia capire cosa significa, per ognuno di noi, leggere.
Il tutto sormontato dall'hashtag #socialbookday: ormai la nostra vita, almeno quella digitale, è scandita dai titoli.
Cosa significa per me leggere? Credo di aver stancato tutta la Rete con le mie spiegazioni, ma colgo l'occasione per una riflessione velocissima, quasi banale. Se non amassi leggere, non potrei tenermi aggiornata sulla direzione del mondo, come la questione degli hashtag.
Se non amassi leggere, non potrei capire pezzi di me stessa che mi sembrano incomprensibili.
Se non amassi leggere, non potrei risolvere certi dubbi, sul mondo, su di me, sugli altri.
Se non amassi leggere, farei fatica a riconciliarmi con un mondo esterno che spesso sento gravoso e verso cui nutro parecchia insofferenza.
Mentre pensavo ad una frase o ad una citazione che avrei potuto riportare sul piacere di leggere, non me ne veniva nemmeno una. L'unica a balzarmi in faccia è stata il motto adamantino di Alfieri: Volli, volli, fortissimamente volli, che è piuttosto trasversale, poiché è possibile applicarlo a qualunque settore della vita, e non solo a quello della lettura. Dopo qualche secondo, mi è tornato in mente il mio esame di maturità, pochi anni dopo la caduta dell'Impero Romano. Uno dei titoli riguardava una frase di Herder, da commentare: conoscere molte lingue significa avere molte anime. Non la scelsi, ma mi è rimasta decisamente impressa.
Analogamente, applicando ed estendendo la riflessione, mi viene da dire che conoscere (leggere) molti libri significa vivere molte vite, molte volte, e anche molte morti.

Desiderate approfondire il discorso del Social Book Day, lanciato da Libreriamo? Seguite il link:

Arriva il Social Book Day, pagine social e community dei libri insieme per promuovere la lettura . libreriamo.it - recensioni libri


martedì 15 ottobre 2013

Sfida di lettura – Leggere il mondo in un anno

Nel 2011, una giovane laureata in letteratura inglese a Cambridge, Ann Morgan, si rende conto che, pur avendo un atteggiamento cosmopolita, da cittadina del mondo, non aveva letto molti libri provenienti dagli altri paesi. La maggioranza delle opere nei suoi scaffali era di provenienza britannica. Per questo motivo, decide di colmare la lacuna e di leggere i libri degli altri paesi del mondo. Ecco che prende corpo la sfida: per un anno, avrebbe letto le opere di 196 nazioni, ad un ritmo di quattro-cinque libri, facendosi consigliare, nell’impresa, dai lettori autoctoni. Dopo uno svariato numero di email, mandate in giro per la rete, Ann porta avanti la sfida, creando un blog apposito: A year of reading the world, in cui racconta dei suoi progressi. Una casa editrice, la Harvill Secker, pubblicherà il libro ricavato dall’esperienza, Reading the World: Postcards from my Bookshelf nel 2015. Se volete leggere l’intero articolo, ecco illink.
Oltre a trovare molto, molto interessante la sfida, ho dato un’occhiata anche alla lista dei libriletti: ero curiosa di vedere quali le erano stati consigliati dall’Italia, oltre che prendere spunto per altri titoli. Il primo è Gomorra, di Saviano, di cui parla qui. Gli altri titoli sono:  Leonardo Sciascia, Il giorno della civettaThe Day of the Owl),  Fabio GedaNel mare ci sono i coccodrilli, (In the Sea there are Crocodiles), Elena Ferrante, La figlia oscura (The Lost Daughter), Antonio Tabucchi,  Sostiene Pereira, (Pereira Maintains ), Diego Marani, Nuova grammatica finlandese (New Finnish Grammar ). Mi ha fatto un certo effetto vedere tradotti in inglese i titoli italiani, quasi come se fosse una cosa “innaturale”...:-) Conosco pochi titoli, e di altri ho letto con piacere qualche accenno di trama in Rete: sono tutti interessanti e “attraenti”. Altrettanto interessante è vedere che all’inizio della lista ci sono due libri che trattano di camorra e mafia...potevamo non aspettarcelo? A volte penso che non riusciremo mai far passare queste macchie dal nostro corpo, come le macchie di sangue sulle mani di Lady Macbeth. Tuttavia, l’opinione che Ann Morgan scrive di Gomorra è equilibrata, e si concentra soprattutto su Saviano. Io non ho ancora avuto modo di leggerlo, ma devo dire che sono un po’ recalcitrante. Ho ascoltato parlare lo scrittore, ma non mi ha convinto granché. Evidentemente, non è ancora il momento di mettermi alla prova con Saviano: ho appena deposto l’ascia per Humbert, ho bisogno di riposo. Gli altri titoli si concentrano su altre tematiche, del tutto diverse, e mi domando che tipo di idea si è fatta del nostro Paese l’ideatrice della sfida, tramite scritti così lontani tra di loro. Naturalmente, per saperlo, potrei leggere anch’io quelle opere, e attingere copiosamente dalla lista così generosamente preparata e pubblicata, per curiosare nello stile e nei temi di nazioni  che conosco pochissimo, se non ricordi geografici risalenti alla scuola. Leggere il mondo in un anno è sicuramente una gran bella sfida, e una grandissima iniezione di cultura. Posso solo immaginare quanto dev'essere stato meravigliosamente nutriente un giro di libri di questo tipo. Potrei sempre colmare la lacuna, giusto? :-D


lunedì 14 ottobre 2013

Book Night Moon 18-19 ottobre 2013: ritorna l'evento atteso da orde di lettori furiosi!

Svuotate di impegni la notte tra il 18 e il 19 ottobre, preparate caraffe di the caldo, caffè forte, montagne di libri, macchine fotografiche, assicuratevi che il vostro account Facebook funzioni bene, scaldate le dita per digitare alla velocità della luce. E poi partecipate alla nuova Book Night Moon, organizzata da Diario di Pensieri Persi, in occasione del loro quarto compleanno, oltre che sulla spinta di preghiere accorate da parte dei lettori furiosi in Rete. La prima edizione è stata a giugno 2013, ed è stata un bel successone; da parte mia, ero entusiasta di ogni minuto trascorso, che mi ha permesso di raccogliere i titoli di altre centinaia di libri interessanti (giusto perché NON SO COSA LEGGERE, ALTRIMENTI), e di conoscere moltissime persone, tra cui altre book blogger, altrettanto interessanti.
L'evento nascerà e si svilupperà sul web, nell'ambito di Facebook, dalle 21.00 del 18 ottobre alle 03.00 del 19 ottobre: volete partecipare? Seguite il link!

venerdì 11 ottobre 2013

Segnalazioni dalla Rete – Libri in ribasso in Italia, Mamme, non andate in Francia!, Letteratura Americana a Torino

Saltando di sito in sito, tra una lettura e l’altra, sono inciampata in diversi articoli interessanti, di natura disparata, che ho pensato di raccogliere qui, in un post altrettanto disparato.
- Il Sole 24 Ore proclama, nella giornata di mercoledì 9 ottobre, che il mercato italiano del libro è in ribasso, avendo perso il 14% di fatturato in due anni. Il libro si vende bene online (pare che ci sia stato un boom nelle vendite) e male offline, con la conseguente chiusura di librerie. Il punto di vista sulla vicenda è prettamente economico-politico e istituzionale: oltre ad una serie di statistiche sulle vendite e sui movimenti delle librerie, l’articolo riporta anche le parole del nostro amato premier del momento (!) e di altre autorità, più o meno istituzionali. Ammetto che la mia opinione, molto a caldo, sulla questione, non tiene affatto conto di statistiche, quote di mercato, online, offline. A monte dei numeri e delle preoccupate statistiche di organi preposti come Nielsen, c’è la mia impressione che la lettura, in Italia, sia considerata soprattutto una perdita di tempo, almeno attualmente. Parlo naturalmente della maggioranza; basta leggere la passione che trasuda dai book blog per capire che non è un atteggiamento comune. Fortunatamente. Sembra bizzarro, in un paese che è riuscito, nel corso dei secoli, a consegnare “qualche” discreto contributo al mondo delle lettere universale. La lettura non è considerata uno slancio naturale verso la conoscenza, o lo svago, ma un “qualcosa di strano” indotto per chissà quale incidente nel DNA, o per “folgorazione sulla via di Damasco” quando si è già abbondantemente adulti. Passatemi l’ironia, non è lanciata con cattiveria, ma talvolta sorrido sbuffando di fronte agli stupiti: “leggi?”, come se fosse una pratica esotica o esoterica. :-D
- Le mamme italiane devono evitare assolutamente di varcare il confine francese, se tengono alla salute dei loro eredi. Lo dice una mamma blogger che racconta, accorata, la sua esperienza di turista in Francia, con bambini al di sotto dei 4 anni: librerie stracolme di libri d’autore, invece di gadget del momento, troppe corsie di Carrefour dedicate ai libri (ben quattro), e solo due ai giochi, nessun canale di cartoni animati non stop, spiagge libere troppo pulite e troppo prive di barbecue in funzione...non è agghiacciante? Lo so, state tremando di ribrezzo. Siate forti, prendete un bel respiro, inserite la modalità “sarcasmo”, o quella “ironia” se per caso non funzionasse la prima, e gustatevi questo bell’articolo intelligente. :-D

- Letteratura Americana e Torino. Amate la letteratura americana, ma siete nati al di qua dello “stagno”, e più precisamente nell’antica Augusta Taurinorum di risvolti sabaudi, o nei suoi dintorni. A partire dal 15 ottobre, avrete la possibilità di approfondire la conoscenza degli scrittori più significativi dell’America, percorrendo stato dopo stato, città dopo città, a cominciare da Chicago. Come fare? Recatevi a Torino, al nuovo polo culturale Lombroso 16. Andate a visitarlo il giorno della sua inaugurazione, sabato 12 ottobre, dalle ore 17.00. Iscrivetevi al corso di letteratura americana. E poi ritornate dal 15 ottobre in avanti, insieme a Marta Ciccolari Micaldi, per iniziare il viaggio. :-D

Blog Tour Red Carpet, di Giorgia Penzo

Tra le iniziative della blogosfera, oltre ai Linky Party e agli scambi di banner puri e semplici, esistono anche i Blog Tour. Avendo ricevuto l’invito per partecipare a uno di questi, ho aderito subito e mi sono tuffata nella novità. Il Blog Tour coinvolge otto blog di libri, in questo caso, che ospitano a turno, il venerdì, il libro di uno scrittore esordiente. E’ l’occasione per scoprire i volti e le penne nuove (potremmo dire i mouse nuovi, essendo la tecnologia parecchio più avanzata) del nostro mondo delle lettere odierno, attraverso le parole dell’autore stesso e di chi ha letto il suo romanzo. E non solo: anteprime e giveaway aggiungono pezzi importanti alla nuova conoscenza. Oggi parte il Blog Tour dedicato a Red Carpet, di Giorgia Penzo: se volete conoscere lei e la suaopera, visitate il suo sito.
Il tour durerà dall’11 al 25 ottobre, con una presentazione finale del libro presso la Libreria dell’Arco di Reggia Emilia, sabato 26 ottobre, a cura di Daniela Germanà, editore e blogger (http://tinyurl.com/q46eqqz).
Se siete da quelle parti, e amate i libri, non fatevi sfuggire l’occasione di conoscere qualcosa di nuovo.
Volete partecipare al Blog Tour, conoscere tutte le date, e scoprire altri book blog interessanti? Ecco il link dell’evento su Facebook:  Red Carpet BLOG TOUR- Giveaway e Anteprime


Buona lettura e buon Tour!

giovedì 10 ottobre 2013

Ottobre – Premi e Linky Party

Questo mese di ottobre è iniziato già riccamente, tra premi e party di link. Per questo motivo scrivo un post cumulativo, con alcune segnalazioni. Ieri, il bellissimo blog SerendipityL’Officina delle idee mi ha assegnato questo premio, Blog Your Heart Out. Grazie, grazie, grazie!

Queste sono le domande cui rispondere:

1-      Che cosa/chi ti ha incoraggiato a bloggare? La passione per i libri che spingeva per uscire, unendosi a quella per Internet.
2-      Come hai scelto l'argomento da trattare nel blog? Posando gli occhi su uno degli oggetti che in casa mia si trovano praticamente dappertutto. Solo la cantina si salva dall’invasione libresca, ma è solo questione di tempo.
3-      Cosa che le persone non sanno di te? Sono piuttosto fanatica nelle mie passioni. Se inizio a parlare di libri e Internet, non smetto facilmente.
4-      Descrivi il tuo stile in due parole....movimentato, qualche volta un po’ ingarbugliato.
5-      Cosa ti piace fare quando non blogghi? Disegnare, leggere (novità, eh?), viaggiare, praticare yoga, andare a teatro, cucinare...

Oggi, Simonetta Vernia del blog Letture senza tempo, mi ha assegnato il gufetto portafortuna che attribuisce agli articoli che l’hanno colpita, che si può vedere nella barra laterale, più in basso.

E a proposito di animali totemici, posso dimenticare la civetta Owl Prize di Athenae Noctua? Stavo rischiando di farlo, ma ho schivato il pericolo ancora in tempo.

Io abbraccio tutti in un grosso ringraziamento digitale...mi fa un enorme piacere quando i miei scritti piacciono o muovono altri scritti, riflessioni.


Sabry, di Orecchinie Gioielli ha organizzato un bell’International Linky Party, per far conoscere e conoscere altri blog in giro per la Rete.  Potete unirvi alla festa, o andare a curiosare tra i bei blog che vi partecipano, seguendo questo link o cliccando sul banner nella barra laterale. :-D

martedì 8 ottobre 2013

Lolita – La contradditorietà fatta libro.

Mi mancano poche pagine per arrivare a finirlo, ma ancora non riesco ad aspettare, prima di scriverne di nuovo. Non posso dire che questo libro mi piaccia, perché lo amo. Leggerlo è stata un’esperienza variegata e intensa, come non mi capitava da parecchio tempo. E’ stato liberatorio, perché ha sbloccato alcuni ringhi trattenuti da troppo tempo. E’ stato stancante, perché la prosa di Nabokov è ricca, a tratti stordente, pomposa, sfuggente, pesante, martellante. Il traduttore deve aver alzato le mani in segno di resa diverse volte, e non solo grazie a parecchi giochi di parole molto difficili da tradurre. I sentimenti sanguigni e vischiosi di Humbert non sono affatto facili da descrivere: non è mai questione di “amo, odio, mi piace, non mi piace”. Infiniti chiaroscuri di sentimenti, estremamente contraddittori e torbidi, che agitano Humbert, ma anche Lolita: eppure Nabokov riesce a trovare le parole e le espressioni per raccontarli e farli capire, tutti. Diverse volte mi sono fermata e ho riletto interi pezzi, assaporandoli, andando lentamente, come se avessi imparato a leggere da poco: erano veramente anni che non mi capitava qualcosa di simile. Per natura e abitudine, leggo velocemente, e diverse volte mi capita persino di divorare intere pagine senza accorgermene, perché riesco a indovinare senza troppo sforzo cosa capiterà, le parole che verranno usate, perfino intere espressioni. Con questo libro, non è possibile farlo. Ti costringe a leggere quasi compitando ogni parola, ti afferra alla gola e ti costringe a guardare, ascoltare, a essere attento. Se ti distrai, perdi pezzi importanti. Dovrai ritornare sui tuoi passi e recuperarli. Non è solo una questione di lingua: Nabokov pubblica il libro nel ’55, e in italiano viene tradotto nel ’59, quando le strutture espressive sono più complesse, più formali, e infinitamente più interessanti . (E’ un parere un po’ pesante, il mio, ma permettetemi la caduta nostalgica nella parentesi: per troppo tempo ho letto prosa semplice, al limite dell’incolore, qualche volta farcita da orribili errori di grammatica e di ortografia NON SCUSABILI se si è nati in questo territorio. Quando ho posato gli occhi su quelle pagine così ricche e corrette, ho pianto di sollievo).

lunedì 7 ottobre 2013

I pilastri della terra – Le cattedrali siamo noi.

Non ho perso la memoria del tutto. E nemmeno il Furore D’Aver Libri mi ha spinto a metter da parte Humbert e Lolita, e a ributtarmi su I pilastri della terra di Ken Follett, che avevo letto l’anno scorso, e di cui ho scritto abbondantemente anche qui. La mia amica Marzia ha appena finito di leggerlo, e com’è nostro costume, mi ha fatto avere i suoi commenti su quello che l’ha colpita. Mi è sembrato così bello che non volevo attaccarlo come semplice commento, con il rischio che si perdesse con gli altri, per cui ho voluto farne un post. Ascoltiamo Marzia:

“Ce la fo, con calma ce la fo”: ho finito la prima lettura tutta-di-seguito di questa specie di enciclopedia.
Ellen ed Aliena sono due donne strepitose. La loro forza nasce da esperienze dolorose e tremende.
All’inizio ho detestato Aliena. Cavolo, tuo padre è in galera, hai perso tutto e tu ti balocchi a fare la dama del castello?
Svegliati, non ti basta la violenza subita da quel bastardo schifoso di William conte-dei-miei-stivali?
Poi è cresciuta, eccome!
Ho pianto alla morte improvvisa di Tom, così concreto eppure “visionario” insieme. E ho protestato con Follett: ma come! Osi far morire così Tom, come ti permetti?
E ho amato Philip, priore di Kingsbridge. Sì, d’accordo, in un paio di occasioni è un po’ ottuso, ma nell’insieme è un personaggio stupendo.
Sono andata a cercare i tuoi post:
Fili umani”,
Tutto vero: il libro è un intreccio complicato ed affascinante di vite, ma mentre leggo l’ultimo post mi rendo conto di un altro dettaglio.
La cattedrale è la protagonista silenziosa del libro.
Vero.
Eppure…
Eppure possiamo “giocare” con questa affermazione e trasformarla: la costruzione della cattedrale rispecchia le vite dei protagonisti.
Scavi profondi e muri che s’innalzano.
Crolli e ricostruzioni.
Alti e bassi.
Siamo noi le cattedrali.
Possiamo subire danni, anche gravi, ma poi ricominciamo a costruire.
Sempre.


mercoledì 2 ottobre 2013

Ottobre, mese di Linky Party

Mentre affilo l'ascia per Humbert, girovago per il web, inciampando nelle bellissime iniziative di alcune blogger che, per dare generosamente visibilità ai blog, organizzano i cosiddetti Linky Party. Sono scambi di link, per cui è facile arrivare a conoscere tantissimi blog, di ogni genere, e incontrare persone, e anche molto creative. Uno dei motivi per cui sono attaccata alla Rete è questo: è talmente vasta e piena di scoperte da fare, che non si smette mai. Sulla barra laterale, verso il fondo, ho inserito i banner di alcuni Linky Party in corso. L'ultimo, di cui fornisco notizia ora, è l'October Linky Party organizzato da Calendula e Camomilla. Volete dare un'occhiata? Seguite il link...

lunedì 30 settembre 2013

Lolita – Primo impatto.

Contrariamente a quanto fatto finora, scrivo un post su un libro che sto ancora leggendo. Non riesco ad aspettare la fine, perché mi si accavallano migliaia di impressioni e di reazioni, che devo metter su carta (o meglio, bit), per poterle razionalizzare. Ho voluto iniziare Lolita di Nabokov sulla spinta di un altro libro che ho letto da poco, La verità sul caso Harry Quebert. Sapevo che Lolita non è un romanzetto estivo, da ombrellone. Sapevo che il tema portante dello scritto pesca nella zona torbida dell’animo umano. Non sapevo, però, che mi avrebbe provocato così tanto. Le prime venti pagine del romanzo scorrono quasi in sogno: il protagonista, il futuro annoiato professor Humbert, racconta della sua adolescenza e del suo amore perduto. Da pag. 23, qualcosa cambia di colpo. Humbert si rivela. “Di quando in quando approfittavo delle conoscenze che avevo fatto tra i lavoratori sociali e gli psicoanalisti e in compagnia di queste persone visitavo vari istituti, come orfanotrofi e riformatori, dove mi era possibile guatare con cupidigia e con una impunità assoluta, simile a quella dei sogni, fanciulle adolescenti dalle ciglia appiccicate”. (Vladimir Nabokov, Lolita, pag. 23, Collana Medusa, Arnoldo Mondadori Editore) Cupidigia e impunità assoluta: un’accoppiata di parole che non ho gradito, ma che ho incassato senza troppi problemi. Le due pagine seguenti, tuttavia, sono un’esposizione incendiaria di cosa si agita davvero nell’animo di Humbert (lo stesso Nabokov?), raccontato sotto forma di “teoria”, con un linguaggio elegante, rotondo, sensuale, da incantatore di serpenti.

Jane Austen: Spin-off, Prequel, Sequel e GiveAway.

Può sembrare uno scioglilingua, ma non lo è affatto. Emergo da una settimana abbastanza piena, in cui si sono accavallati una serie di impegni e non mi è stato facile leggere e aggiornare il blog. Scelgo di farlo con un’autrice che amo moltissimo, Jane Austen. Nel consueto calderone di Facebook, Gabriella Parisi, coautrice del bellissimo blog Old Friends and New Fancies, mi ha fatto notare una perla che stava sfuggendo alla mia attenzione. Attualmente, in questo blog, è in corso un Giveaway molto interessante, che riguarda un romanzo breve di stampo austeniano, Darkness Falls Upon Pemberley, di Susan Adriani. Se amate Jane Austen, il suo mondo “originale” e quello interpretato dalle autrici contemporanee, che si divertono a immaginare cosa sarebbe capitato se le vicende dei personaggi austeniani avessero preso una piega diversa, visitate questo link:  DarknessFalls Upon Pemberley: Susan Adriani ospite del nostro salotto + GIVEAWAY

Scoprirete un’autrice interessante, Susan Adriani, e un paio di consigli di lettura, oltre alla possibilità di aggiudicarsi una copia autografata di Darkness Falls Upon Pemberley.

Il primo contatto con questo mondo parecchio rigoglioso di autori austeniani, di cui esiste anche un blog, è stato con Amanda Grange e il suo Darcy vampiro, di cui ho parlato un post fa. Come ho detto, le impressioni che ne ho ricavato girano tutte intorno alla perplessità, perché lo spunto era buono, ma si è rallentato e perso durante la narrazione. Leggendo l’intervista con Susan Adriani, tuttavia, mi è nata la forte curiosità di continuare a esplorare questo mondo, anche per capire gli elementi e le caratteristiche che le autrici moderne scelgono di enfatizzare nelle loro versioni. È innegabile che i romanzi di Jane Austen abbiano lasciato un segno profondo, al punto da voler continuare in quella realtà anche a distanza di secoli. Elizabeth e Darcy sono la coppia che maggiormente ha influenzato le versioni moderne, ma non sono da escludere anche excursus nei nuclei di Emma o Persuasion. Per quanto sia un personaggio minore e parecchio secondario nella schiera dei personaggi austeniani, mi domando se un giorno qualcuno si dedicherà anche a Lady Susan...

martedì 17 settembre 2013

P.D.James e Amanda Grange – Personali perplessità 2#

L’altra ala della mia perplessità, invece, è costituita da Mr Darcy, Vampyre, opera di Amanda Grange. La scrittrice ritorna alla mattina del doppio matrimonio tra Elizabeth e Darcy, e di sua sorella Jane con Mr Bingley, per raccontare la sua personale versione dei fatti. L’affascinante Fitzwilliam Darcy rivela fin da subito un lato ambiguo. Nel giorno del suo matrimonio, non sembra poi così felice. Invece di dare disposizioni per partire per il Lake District, la casa padronale, Darcy trascina la perplessa sposina in un viaggio per mezza Europa, attraversando Francia e Italia, passando da Venezia fino a Roma, senza alcun motivo apparente. Quando si tratta di rimanere solo con lei, soprattutto la sera, afferra mille pretesti per non farlo. Elizabeth si strugge in segreto, s’incolpa di mille cose, non si ritiene all’altezza, cerca di scoprire i motivi dell’improvvisa freddezza del marito, e dei suoi continui cambiamenti d’umore. La povera fanciulla soffre, ma resiste. Amanda Grange la fa soffrire stoicamente nell’incertezza per diverso tempo. E contemporaneamente, condividevo la stessa sorte di Elizabeth. Io avevo un vantaggio, rispetto a lei, poiché sapevo già dall’inizio che lo sposo possedeva qualità nascoste poco desiderabili, ma non le vedevo manifestarsi. Allora, Darcy, ha già capito che c’è qualcosa che non va, quand’è che cerchi di morderla? Oppure preferisci dirglielo prima? Ma le pagine scorrevano, senza che capitasse qualcosa di VAMPIRESCO, sul serio. C’erano continui accenni alla natura oscura dell’uomo più desiderato in letteratura, ma...nessun luccichio rosso negli occhi, nessuna trasformazione, nessuna macchia di sangue sospetta. Solo indizi: il viaggio verso alcuni parenti particolarmente riservati, che fanno capo ad un Conte POLIDORI, l’attacco di una folla inferocita intenzionata a sterminarli, da cui Elizabeth e Darcy si salvano a stento, la partecipazione ad uno strano ballo in maschera, accompagnato da musiche e danze di almeno due secoli prima, un Principe romano bizzarro e inquietante, teso a separare la nuova coppia, un inseguitore misterioso che li perseguita in tutta Italia. In tutto questo, la pazienza di Elizabeth comincia ad assottigliarsi, come la mia. Ed è a quel punto che...la storia ha il suo epilogo, e il suo finale. A me rimane una sola domanda, invece. Perché? Cos’ha indotto Amanda Grange a trasformare un brillante, intelligente per quanto sostenuto e pieno di pregiudizi uomo settecentesco, in una creatura della notte, anche poco credibile come questa? La fantasia non ha limiti, ma ci vuole uno sforzo non indifferente per appioppare a personaggi austeniani così chiari, così ragionevoli e radicati nella realtà del loro tempo, un lato da incubo tipico di una letteratura angosciante come quella gotica. Per questo, ho cercato di capire chi fosse Amanda Grange. Dalla copertina di Mr Darcy, Vampyre, scopro che si è specializzata da tempo nell’interpretazione creativa di classici della letteratura inglese. Definizione azzeccata, “creativa”.  E continuando la mia ricerca, leggodalle sue parole i motivi che l’hanno indotta a infoltire la schiera di vampiri con Mr Darcy

“In the article, I explore some of my reasons for writing Mr Darcy, Vampyre. It's a mulit-layered novel and the layers begin with the title. I wanted a title which would warn my regular readers that it wasn't like my other books because I didn't want them to be shocked when they read it. I also wanted to make an ironic comment on the prevalence of vampyres in our modern culture, irony being particularly suitable for anything related to Jane Austen. And of course I wanted an eye-catching title.

Writing Vampyre satisfied a lot of urges for me: the urge to write a sequel to Pride and Prejudice that wouldn't be just another sequel; the desire to write a book in the tradition of the nineteenth century novelists that Jane Austen liked to read, complete with deus ex machina ending; the desire to write a book which acknowledged love as an old, powerful and necessary force; and the desire to take Jane Austen's most famous characters and put them in their historical, political and literary context.

This is an extract from the article.

Casting Darcy as a vampyre not only took the sequel into the Gothic realm, it also made a statement about the the deathless nature of Pride and Prejudice and the eternal freshness of its characters. Mr Darcy is over 200 years old and yet he is forever young and handsome and he still has the power to attract women.

It also made a comment on the relationship between novel and reader. A novel does not exist by itself, it only truly lives when a reader gives up some of their lifeforce in order to vitalise it. Often this is a willing gift, when a reader is seduced by the cover or the synopsis, but there is also a moment when a book takes over. It glues itself to the fingers and sucks the lifeforce from the reader, refusing to let go.

I think this is one of the reasons I'm so interested in Jane Austen, because her books are multi-layered. They are love stories, they are ironic comments on the world in which she lived and they are laugh out loud funny.


Il desiderio di emulare Jane Austen e la sua capacità di costruire romanzi a livelli molteplici, camuffati da storie semplici, la sua ironia nel guardare il mondo, e il desiderio di prendere un po’ in giro la mania pro-vampiri del momento, ecco le cause originarie di questo romanzo strano. La data di questo post che ho citato quasi per intero è il 16 febbraio 2010, quando impazzavano ancora Twilight e i suoi emulatori. Questa saga ha smosso davvero profondamente le fantasie in Inghilterra: un vampiro camuffato sotto le insospettabili spoglie letterarie immortali di Darcy, e un dominatore stalker come Christian Grey e la sua oscurità interiore. E questi sono solo due dei derivati Twilight...
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