giovedì 30 gennaio 2014

Doctor Sleep – Un sequel inaspettato.

Per chi ama l’horror, Stephen King è associato all’idea di un re, e non soltanto perché è la traduzione italiana del suo cognome. Anche chi non ha mai letto i suoi libri, sa chi è e cosa fa, ed è in ogni caso sufficiente fare un salto in rete per scoprire una definizione veloce (Wikipedia santo subito), oppure per approfondire direttamente nel suo sito. E le immagini con cui si viene accolti in homepage sono parecchio eloquenti J.  Nella seconda metà del 2013, Stephen King pubblica un sequel quasi impensabile: Doctor Sleep, in cui racconta la vita di Daniel Torrance, il figlio dotato e sfortunato di Jack Torrance, il custode folle di Shining. Oh, già. Non riuscivo a crederci, quando ho letto la notizia, e l’ho quasi subito etichettata come una bufala. Tutto invece molto vero, tant’è che nel primo mese del 2014 esce l’edizione italiana, per poi approdare, in data odierna, in casa mia. Inutile dire che non sto più nella pelle, all’idea di iniziarlo e di ascoltare Danny Torrance. Il primo libro di Stephen King che lessi, oltre venticinque anni fa, fu proprio Shining, perché volevo mettermi alla prova. Non avevo mai letto un horror, fino a quel momento, e rifuggito come la peste qualunque film del genere. Mi piacque subito fin dalle prime righe, mi chiesi perché avessi sprecato tempo a evitarlo, e ogni tanto, mi capitò persino di rimpiangere il momento dell’acquisto: soprattutto di notte, dopo aver fatto conoscenza con alcuni personaggi parecchio sui generis e aver udito scricchiolii molesti e misteriosi troppo vicini al mio orecchio, che normalmente sarebbero passati inosservati. Tuttavia, notti insonni a parte, divorai Shining e iniziai la collezione di libri di Stephen King. Ora posso dire che il secondo libro che infilo negli scatoloni dei traslochi, dopo Il Signore degli Anelli, è Shining. Siete amanti del genere, non avete ancora acquistato il libro e volete qualche notizia in più, persino, che so, un’anteprima? La gentilissima Simona, autrice dei Guest Post di questo blog, che conosce la mia ossessione kingiana, mi ha inviato un bellissimo inserto di Repubblica, che potete trovare qui

L'Amanita#4 - Sette minuti dopo la mezzanotte

Sette minuti dopo la mezzanotte
Patrick Ness 

Sai bene che non è vero. Sai che la tua verità, quella che nascondi, è la cosa di cui hai più paura.

Da un bozzetto originale di Siobhan Dowd, Ness ci regala questo piccolo gioiello.
La trama è quasi elementare: le vicende di un teenager, figlio di divorziati, padre assente (all’estero, risposato, letteralmente assorbito da seconda moglie e “nuova” figlia), madre malata, nonna rompiscatole…
Sotto una superficie apparentemente calma, c’è un magma di rabbia, paura, rifiuto, collera, frustrazione che aspetta di esplodere.
Una notte, sette minuti dopo la mezzanotte, l’innocuo tasso del giardino dietro casa va a trovare Conor per “metterlo di fronte alla verità”…

Un libro per ragazzi.
Davvero?
Ho trovato più argomenti essenziali in questo simpatico libro che in certi malloppi di filosofia e teologia che ho dovuto sorbirmi pro esami.
La paura di fronte alla malattia ed alla morte.
La convivenza con la malattia.
Le complicate dinamiche familiari o sociali quando una malattia mortale incombe.
Il confronto con il mondo esterno; persone che danno una pacca sulla spalla come se dovessero dimostrare qualcosa o quelle che fanno finta di ignorare il problema. Ma intanto il tuo problema e lì e devi affrontarlo.

Confesso: ho superato da anni la fascia d’età consigliata dall’editore. E lo rileggo volentieri, anche se alla fine la lacrimuccia scappa.
Non dobbiamo avere 12 anni per temere malattia e morte.

Coraggio, a volte è salutare metterci di fronte allo specchio e domandarci: di cosa hai veramente paura?

mercoledì 29 gennaio 2014

Segnalazioni Editoriali#3 - Sotto un cielo di carta

Un po' in ritardo, perché la programmazione ha subito qualche rallentamento, provvedo a segnalare il romanzo Sotto un cielo di carta, di Giulia Gorgazzi, uscito in formato e-book per Libromania Editore.

Trama
Adriana, Leonardo, Marta, Matteo, Silvia, Vittorio si ritrovano sedici anni dopo la fine del liceo per commemorare la scomparsa dell’amata professoressa Anna Contri. In suo onore accettano di rimettere in scena lo spettacolo, basato sui capolavori di Luigi Pirandello, che avevano allestito nell’anno della maturità sotto la sua regia. Le prove sono l’occasione perché le loro strade tornino a incrociarsi, dopo essersi persi di vista in una Milano grande o piccola a seconda della volontà del caso. Nonostante il lavoro, la famiglia e le vicende personali dagli esiti completamente diversi, qualcosa torna ad accomunare i vecchi compagni di scuola che si trovano a vivere nuove imprevedibili circostanze, sullo sfondo della Milano di oggi, con la crisi economica e i lavoratori precari, e nel ricordo della Milano del 1994, tra canzoni dei Nirvana, occupazioni scolastiche e profeti del berlusconismo.

Volete un assaggio del libro? Cliccate qui, su Google Drive.

L'autrice
Giulia Gorgazzi è nata a Milano ed è laureata in Lettere all'Università degli Studi. Dopo alcune esperienze nell’insegnamento e nelle relazioni pubbliche, si è dedicata esclusivamente all'attività giornalistica. Ha collaborato per diverse testate, tra cui “Il Sole 24 Ore”, spaziando tra cronaca locale, trasporti, turismo, moda e matrimonio.

Giorno da cani - Guest Post#6

Ma quanto sono innamorata dei gialli, non mi stufo mai di leggerli! E la cosa bella è che ho finito di leggere questa storia e sto ancora ridendo.
Non sono matta, o meglio sono ingorda di pagine stampate e innamorata follemente di libri ….. ma torniamo sulla retta via e parliamo di questa scrittrice.
Tanti blog e articoli, paragonano Alicia Gimenez Bartlett a Andrea Camilleri con il suo filone “Montalbano”, sicuramente come lui ha scritto diversi libri con gli stessi protagonisti, ma la differenza che trovo tra i due e che qui i personaggi evolvono, non sono mai statici. Mi spiego meglio: l’autrice segue il percorso di vita corrente dei personaggi come se fosse la vita quotidiana reale di ognuno di noi. E’ molto attenta a questo, e le sue pedine vengono modificate con il passare del tempo, di libro in libro, di pagina in pagina facendoli quasi “invecchiare” come tutti noi, giorno dopo giorno.
Parliamo dei due protagonisti principali sui cui vengono vestite le varie indagini e le varie storie: l’ispettore Pedra Delicado e il suo vice Fermin Garzon. Non vi svelerò nulla in più sui personaggi, per lasciarvi il gusto della sorpresa.
Le storie, i meccanismi sono sempre studiati con cura e nel libro in questione, cinofili o no, è chiaro per tutti quello che succede nel mondo del miglior amico dell’uomo a quattro zampe: il cane.
I dialoghi tengono vivi i personaggi, aiutandoci a capire l’introduzione di nuove pedine nell’indagine senza dover necessariamente usare la descrizione che potrebbe far diventare la storia noiosa.
Spesso il delitto, la risoluzione del caso, diventano secondari rispetto alla vita che svolgono i protagonisti: niente è lasciato al caso, tutto è studiato con cura nel minimo dettaglio. Spesso non si ha la sensazione di essere dentro a un libro,ma in prima fila alla rappresentazione della stessa storia a teatro. Trovo questa sensazione stupenda!
Della stessa autrice, fino ad oggi, sulle inchieste di Pedra Delicado troviamo dieci titoli (ultimo uscito nel 2013). Tra le altre sue opere troviamo racconti e saggi …. Dovrò provare a inciamparmi anche in uno di quelli.

Buona lettura e buon divertimento … io ho deciso di leggerli tutti e dieci

martedì 28 gennaio 2014

Segnalazioni editoriali#2 - Io, Liam di Antonella Albano

Per il secondo appuntamento con le Segnalazioni Editoriali, troviamo un vampiro. Lascio la parola al comunicato stampa che lo descrive:

E' disponibile in libreria e nei principali store online Io, Liam, esordio nella narrativa fantastica di Antonella Albano, uscito per Il Ciliegio Edizioni. Io, Liam è una storia di amore e morte, ma è anche il racconto della lunga redenzione del millenario Liam, il vampiro protagonista del romanzo. Qui la scheda del libro sul sito dell'editore, dove è possibile ordinare una copia. 

Sinossi
Liam viene da lontano, dall’Irlanda del VII secolo d.C. ed è destinato a una vita innaturalmente lunga. Elisa è una giovane donna moderna, che vive un vuoto colmabile solo dal suo amore per il canto. Nella vita di Liam sembra esserci posto unicamente per la vendetta e il sangue; una promessa, però, fatta a Cathal, suo amico fraterno, lo accompagnerà lungo i secoli, fino a che il cerchio non si chiuderà una volta per tutte. Il suo progetto verrà sconvolto proprio dall’incontro con Elisa, e da un nemico implacabile che minaccia tutto ciò che imprevedibilmente è giunto ad amare. Mantenere un basso profilo, non indulgere all’amore o all’odio, era stato fondamentale, ma non ci era sempre riuscito. Si era nascosto in posti impervi anche umanamente, cambiando luogo ogni volta che la sua perdurante giovane età veniva notata. Si era illuso che la vita potesse avere un senso ma aveva finito per lavarsi via dal cuore ogni sentimento profondo. E proprio ora qualcuno veniva a togliergli le ragnatele dall’anima.

L'autrice
Antonella Albano, classe 1962. Dopo gli studi classici lavora dapprima come correttrice di bozze e redattrice per alcune case editrici pugliesi, per poi approdare nella scuola come insegnante e dedicarsi infine alla didattica per adulti. Gestisce un blog personale (Shadowcat loves TV series). Collabora dal 2010 con il blog letterario Diario di Pensieri Persi; dal 2011 è parte della redazione del portale dedicato al fantastico Urban-fantasy.it e del sito The Vampire Diaries Italia. Nel 2013 ha pubblicato il saggio Vampiri, supereroi e maghi. Metafore e percezione morale nella fiction fantastica, per la casa editrice Aracne. 

Il suo sito personale: Antonella Albano

#IoLiam

lunedì 27 gennaio 2014

Buona Apocalisse a tutti! – Il grottesco divertente alla Monty Python

È difficilissimo per me parlare di questo libro. E’ difficilissimo perché l’ho amato profondamente in tutte le parole, le virgole, i cambi di personaggi (qualche volta un po’ frenetici), le battute fulminanti, nell’argomento stesso. Forse l’unica cosa che non mi piace è il titolo italiano, Buona Apocalisse a tutti!, che considero offensivo, per l’umano senso del decoro e del gusto. Quello inglese, Good Omens, è almeno neutro e non è un tentativo di sminuire la grandezza del libro stesso. Piccola avvertenza: se volete sentire un parere equilibrato, siete ancora in tempo: cambiate blog. L’ago della bilancia, qui e per questo titolo, pende fisso sulle lodi sperticate. Si tratta di due autori di cui ho sentito parlare ripetutamente, Terry Pratchett e Neil Gaiman, ma di cui non avevo letto ancora nulla. Questa collaborazione mi ha convinto a recuperare il tempo perduto, per cui, alla mia lista di autori da collezionare quest’anno aggiungerò anche i due suddetti.  Sulla base delle profezie esatte e veritiere di una strega vissuta nel XVII secolo, Agnes Nutter, veniamo a sapere che al mondo resta solamente una settimana. Di sabato, un sabato prossimo non identificato, tutto finirà: le schiere celesti e quelle infernali scenderanno in campo, si affronteranno e del nostro mondo non rimarrà nemmeno una briciola. Lo ha previsto una strega, lo afferma perentorio un intero libro biblico, quello dell’Apocalisse: non c’è modo di sfuggire. Tuttavia.
Entrambi gli scritti non hanno considerato due variabili impazzite: un angelo e un demonio da lungo tempo trasferiti e confusi (per quanto ci riescano) tra gli esseri umani, uniti da un rapporto alquanto stravagante di collaborazione, tinta leggermente di amicizia. Azraphael e Crowley non riescono a sentire il dovuto entusiasmo per l’attuarsi dell’Ultimo Scontro, e la conseguente scomparsa degli esseri umani e della vita che entrambi hanno finito per apprezzare. Ma fin dalla lontana vicenda della mela, Azraphael e Crowley (quando ancora si chiamava Crawly) nutrivano dubbi e opinioni molto personali:

L’Amanita#3 – Del Romanticismo: conversazione digitale a due voci e due tempi

Avvertenze per la lettura: questo è un post a quattro mani, una specie di conversazione nata privata e poi condivisa nel presente ambito digitale, riguardante una riflessione che va avanti da diverso tempo. Un paio di settimane fa Marzia mi ha inviato la sua definizione di “romantico” e “romanticismo”, sull’onda delle sue letture più recenti. Avevo deciso di pubblicarla così com’era, ma poi mi è venuto di risponderle, unendo anche le mie opinioni sul termine. Naturalmente, essendo una conversazione condivisa digitalmente, ci attendiamo commenti e opinioni a profusione. ;-)




Romantico!?

Romantico o non romantico…
No, non immaginarmi in versione amletica col povero Yorick in mano – o meglio, quello che resta del povero Yorick!
Però la domanda ogni tanto torna: cosa cavolo vuol dire “romantico”?
Abbiamo condiviso le pagine melense della Woodiwiss, sghignazzato come matte su certe scene della Small e commentato parecchi Harmony&C.
Poi tu hai avuto un processo di saturazione e hai evitato il genere.
Io sono diventata un po’ schizzinosa e selettiva, ma leggo ancora anche gli Harmony.
E la domanda resta: alla fine cos’è “romantico”?
Il sentimentalismo all’acqua di rose grondante melassa, magari farcito di scene pseudo erotiche non è romantico.
Almeno non lo è per me.
Trovo perfetto il vocabolo inglese “romance” per tutta la <<mielosaggine>> che invade il mercato; gli elementi fantasy, pseudo-angelici, pseudo-vampireschi, horror, steam punk ecc. entrano indistintamente nel calderone di melassa & sdolcinatezza.
Nei calderoni trovo anche miscugli di mitologie, ibridi di vampiri e divinità olimpiche o angeli presi dall’ebraismo incrociati con teorie orientali. Mi mancano i miti aztechi, ma credo sia una mia ignoranza personale. Una lacuna che non intendo colmare; almeno, non di mia sponte.
Effetti collaterali della globalizzazione?
Be’ tutto questo non è romantico.
Requiescant in pace Wordsworth, Novalis, Brentano e tutto lo “Sturm und drang”. Tutto quell’impeto e fuoco, tempesta e vento di novità mi causano sonnolenza.
Cos’è romantico?
Ci penso da anni.
Alla fine, ecco la mia risposta:
definisco “romantico” un libro che mi risucchia nelle sue pagine, mi avvince nella trama e mi ci trattiene anche quando ho smesso di leggere.
Quale che sia il genere.
Sono riuscita ad entrare ne “Il Signore degli Anelli”, dopo trent’anni di tentativi di leggerlo, quando mi sono detta “è più di un poema epico, va’ oltre la struttura poetica e goditi la storia”. Ho vissuto mesi fra quelle pagine.
Cambio genere: “I pilastri della terra” e “Mondo senza fine”. Sto ancora cantando “al rogo al rogo” ogni volta che penso a certi ecclesiastici.
“Mucchio d’ossa” di Stephen King mi ha tenuto incollata a quelle pagine, nonostante le apnee ed i tremori (oddio-oddio adesso quella cosa salta fuori e mi fagocita) ed “Il Miglio Verde” mi fa piangere solo a ricordare certi brani.
Per me è “romantico” un libro che mi trascina calzata e vestita nel suo mondo.
Ti giro la domanda, Loredana (tu al liceo scegliesti tedesco, ne sai più di me di “Sturm und drang”; io finsi di studiare Lazarillo, il Calderòn e la sua “La vida es sueňo” o i mulini a vento del don Quijote…) in definitiva:
Cos’è romantico?

domenica 26 gennaio 2014

La paga del sabato – Un incompiuto di razza

Questo libro rappresenta la prima tappa del Giro d’Italia Letterario, sponsorizzato e organizzato da Paola di Se una notte d’inverno un lettore. Cominciamo dal Piemonte con Fenoglio, un nome importante e di peso dalle parti di Alba e delle Langhe, e per la letteratura italiana novecentesca. Di solito, nei programmi scolastici arriva a far parte di quegli autori che si studiano all’ultimo anno, in quinta, magari un paio di settimane prima dell’inizio dell’esame di maturità, quando le menti studentesche sono concentrate sullo spauracchio e sullo sforzo di ricordare eventi e libri scritti secoli prima, e si interessano poco di chi è venuto dopo il 1910. Personalmente, almeno, ho constatato che è così, e ho scoperto con questo libro di essermi persa un pezzo del nostro tesoro. E’ un libriccino piccolo, svelto, carico di un mondo poco conosciuto, per quanto si apra a pochi chilometri da Torino. Fenoglio lo scrive insieme ad un’altra opera, Ventitre giorni della città di Alba, ma viene pubblicato postumo solo nel 1969. Il personaggio principale è Ettore, un giovane partigiano che, con la fine della guerra, si ritrova a fare i conti con una realtà pacificata e da ricostruire che non sente sua. Il suo elemento è la guerra, la durezza, l’esibizione dei muscoli e della forza per intimidire, schiacciare, piegare alla propria volontà. In casa si scontra quotidianamente con una madre che lo copre di disprezzo per non essere riuscito a trovare la sua strada, e per non sapersi piegare alle nuove necessità di trovarsi un lavoro, una moglie, costruire casa e famiglia, come il resto della società si dedica a fare faticosamente, per archiviare il periodo spaventoso della guerra. Ettore, però, appartiene a quella schiera di persone che prosperano nei conflitti grazie ai propri lati distruttivi che tirano fuori per prevaricare gli altri. Suo padre è quasi inesistente: un uomo medio, preso dal lavoro e dalla responsabilità di occuparsi della famiglia, che non si accorge (o non vuole accorgersi) del disagio e del rifiuto del figlio di fare finalmente il bravo ragazzo. Conformarsi alle regole della buona convivenza e della società normale (la bella confezione trova-lavoro-sposati-fai-figli-e-sii-normale) lo spaventa talmente tanto, che il primo giorno di lavoro “regolare” in fabbrica, non riesce nemmeno ad entrare.

Ulteriori segnalazioni - GiveAway e Book Linky Party

Assecondiamo la tendenza attuale e spargiamo liete novelle a tutto andare. La prima riguarda un GiveAway organizzato da Alessia di Scrivere mi piace: se vi piace e vi interessa il libro che mette in palio, seguite subito il link.






Il secondo, è un Book Linky Party, organizzato dal blog Il profumo delle pagine stampate, ed è un modo per conoscere altri book blog, e accrescere così la propria cerchia di conoscenze furiose di libri. Dura fino al 10 febbraio, per cui, se volete ampliare i vostri orizzonti e scambiare ulteriori pareri e commenti su libri e autori, seguite il link e il bannerino che trovate a lato. :-)

L'Amanita#2 - Destino di un amore

Continuano le impressioni "velenose" di una lettrice furiosa: questa volta Marzia si occupa di Destino di un amore, di Linda Bertasi.

Destino di un amore
Linda Bertasi
La caravella editrice

Ingannata da una presentazione lusinghiera – scritto in maniera ineccepibile – mi sono tuffata in quella che credevo una “semplice” storia d’amore, magari un po’ immatura con protagonisti adolescenti… e mi sono ritrovata impantanata in un tira e molla che si protrae fino alla vecchiaia dei protagonisti.
Con tanto di banale storia di corna tra adulti, che sono in realtà adolescenti quarantenni. E per una tresca così non ho bisogno di leggere un libro: mi basta osservare la realtà in cui vivo.
Va bene, la trama non fa per me.
Mea culpa ecc. (immaginate lo gnomo sputasentenze prostrato sulla sua amanita): avrei dovuto arrivarci dal titolo.
Di solito lascio senza ripensamenti un libro che non mi cattura.
Ma ho attivato la modalità “lettura veloce” per lasciare sfogare la prof. malefica che ho dentro. Cristina di Athenae Noctua accennerebbe alla “funzione catartica dell’arte” citando fior di filosofi;-).
Un esempio tra tanti:
“La seguì in una graziosa boulangerie e lì, si lasciò, conquistare dalla pasta di fragole ecc.” p. 25.
Domanda esistenziale:
ma ha messo le virgole a caso?
Mette spesso il verbo tra le virgole. Che senso hanno quelle virgole?
Le AIOLE di p. 51 sono insuperabili.
E lo “chinon” (no, non è un errore di stampa: è un recidivo) non è un chinotto gigantesco, ma forse la versione ferrarese di “chignon”.
Insomma: un supplizio. Mi è capitato di urlare un paio di volte qualcosa come “Bertasi, cresca! E faccia crescere ‘sti personaggi!” oppure un sospiro rassegnato: “Se questa è la realtà, capisco perché il mondo vada a pu…zzole!”

Se qualcuno ha gradito, mi spieghi perché. Fatemi capire: cos’ha suscitato in voi? 



sabato 25 gennaio 2014

Altre segnalazioni: Bloggando - Adotta un blogger, di Hub17

Sembra che questo blog si stia trasformando in un punto di segnalazioni di ogni genere. All'apparenza è così, ma nel frattempo, continuo a leggere. Navigando in Facebook, mi sono imbattuta in un post di Laura della Libridinosa, che parlava di un'iniziativa parecchio interessante, a cura di un altro blog e un altro blogger. Seguendo i vari link, ho scoperto che Gian Luca Marino, giornalista e blogger animatore del blog Hub17, ha dato vita ad un'iniziativa parecchio interessante, di nome Bloggando - Adotta un blogger. Quali sono le sue motivazioni? Eccole, affermate dalla sua stessa voce:

"Ma perché “Adotta un blogger”? Semplice: sono convinto che molti blogger siano dei veri e propri talenti con una grande capacità di comunicare che nel loro progetto ci mettono passione, impegno, costanza e dedizione. E spesso sono persone sottovalutate che darebbero del filo da torcere a qualsiasi addetto stampa di qualche grande azienda in termini di competenze e creatività.

E allora mi piacerebbe raccoglierli qui sul mio blog, raccontando e facendo raccontare, dove possibile la loro storia." (Cliccate qui per l'intero articolo)

Dato che mi piacciono molto le iniziative che partono dai blogger a favore di altri blogger, ho aderito anch'io (e qui trovate la pagina dedicata al mio blog Del Furore), e l'ho condivisa sui social network e ne parlo qui, per farvela conoscere, poiché merita molta visibilità e parecchie adesioni. Volete far conoscere il vostro blog? Allora, non aspettate più: seguite il link e partecipate numerosi!

giovedì 23 gennaio 2014

Segnalazioni editoriali - Daniele Filippin, storico, ricercatore

Ed ecco un'altra rubrica nuova per il blog, quella delle Segnalazioni Editoriali. Ricevo diverse segnalazioni di nuove uscite, nuovi scrittori, nuovi progetti editoriali e culturali, che mi sembra giusto diffondere in Rete a più non posso!
Apro la rubrica con la segnalazione di un libro sui generis, ancora in corso d'opera, sui cambiamenti demografici verificatisi in Argentina. Per chiarire e gettar luce ulteriore, lascio la parola al comunicato stampa che riguarda l'autore, Daniele Filippin.

Daniele Filippin nasce nel 1989 in un piccolo paese Veneto. Negli ultimi anni della sua esistenza, egli si appassiona della storia dei paesi di nuovo insediamento. Il primo paese che decide di analizzare è l'Argentina.
Un giorno, senza pensarci su prende le valigie e parte per Buenos Aires, dove poi da lì si recherà in altre aree del paese, con la missione di cercare molti documenti statali e libri della nazione. 
Dopo molto tempo passato in quel paese, avendo studiato migliaia di documenti statali e libri, raccoglie le informazioni più importanti e ritorna in Europa, in Italia.
Il libro che uscirà a breve parlerà dei cambiamenti demografici dell'Argentina dai tempi coloniali fino ai giorni nostri, per ogni regione e provincia, rendendolo unico nel suo genere.

Nel 2014, nel mese di gennaio ecco la presentazione nella sua pagina su Facebook:
"Daniele Filippin, il primo uomo al mondo che ha svolto uno studio approfondito sui cambiamenti demografici dell' Argentina, analizzando in dettaglio ogni regione e provincia, dal periodo coloniale ad oggi".
"Daniele Filippin, was the first man to do an exhaustive study about demographic change of Argentina, observing in depth every region and district, since the colonial period until today".

Appena pubblicate queste frasi, la sua fan page è esplosa enormemente di fan di tutto il mondo, anche se da quel che si può capire sono per lo più argentini e italiani. Noi facciamo i più grandi auguri al ragazzo nella speranza che abbia lo stesso successo nelle vendite come lo sta avendo nel web. 

Se vi piace l'argomento, e volete saperne di più, non mancate di visitare la Pagina Facebook di Daniele Filippin.



mercoledì 22 gennaio 2014

Io sono nessuno - Guest Post#5

Per il Guest Post di oggi, un libro davvero molto, molto particolare. Sentirlo descrivere da Simona mi ha fatto incuriosire non poco. E' una di quelle storie "storte", in cui le strade percorse affondano nel buio e non sembrano emergere mai più. Apparentemente. Sentiamolo raccontare da Simona:

In questo periodo “nero” per ognuno di noi, scandito da tasse nuove e vecchie da pagare, bollette sempre più esose, mi è capitato tra le mani questo libro: IO SONO NESSUNO.
Una storia, come può essere una di tanti; una vita che sembra percorrere strade sicure, ritmi di vita medio alti con un lavoro certo e un bagaglio culturale notevole alle spalle, ma che, con un solo soffio di vento tutto si trasforma e cade nel baratro della disperazione, in un abisso senza luce.
La paura e la vergogna di riconoscere la disfatta, fino a diventare un clochard.
Una storia vera durata otto anni, prima di riuscire a vedere nuovamente un raggio di sole. Lettura scorrevole, interessante, dove l’autore mette a nudo tutte le difficoltà incontrate, che fa meditare sulla scelta fatta tra un lavoro sicuro e un lavoro “hobby”, dove affiora l’educazione data e recepita.
La descrizione dei luoghi di accoglienza, le file per mangiare, la ricerca di un posto caldo e asciutto dove passare la notte. Duecentoquattordici pagine che lasciano il segno, e tanto su cui meditare.
Si trova per strada, cade, si rialza e riprende a camminare: regola che serve a ognuno di noi davanti a capitoli più o meno gravi della vita di tutti noi.

Oggi i nuovi poveri non chiedono la carità; oggi i nuovi poveri chiedono un’occasione per poter dimostrare che non sono merce avariata, ma persone normali con cuore, testa, cervello e anima e vogliono assolutamente dimostrare al mondo che qualcosa riescono a fare anche loro (W.Molteni)

domenica 19 gennaio 2014

Anno nuovo, rubriche nuove - L'Amanita

Poiché siamo ancora agli inizi dell'anno, per quanto già da 19 giorni, mi sembra giusto avviare una nuova rubrica, con un hashtag tutto particolare: L'Amanita. Si tratta delle impressioni di un'altra lettrice furiosa, e talvolta un po' velenosa, che risponde al nome di Marzia, che è già molto presente in questo blog, fin dagli inizi. Se non ci fosse lei, mancherebbe un bel pezzo di questo blog. Continuiamo così una tradizione che avviammo 30 anni fa (anno più, anno meno), quando entrambe scoprimmo il Furore d'aver libri, che ci spingeva a trascorrere parecchi dei nostri pomeriggi insieme a scorrazzare per librerie e a scambiarci pareri su libri, personaggi e autori. Lascio la parola direttamente a Marzia, che ha appena finito di leggere Red Carpet di Giorgia Penzo:

Immaginate lo gnomo entusiasta di fronte alla copertina: una bella rosa dal colore delicato, che sanguina… bello! Giro il libro e leggo: “In un presente alternativo, il vampirismo è una risorsa su cui investire. Lo sa bene Elizabeth Scott, giovane e arrivista responsabile delle negoziazioni della Immortality Awaits Corporation, l’unica società al mondo in grado di rendere reale il più grande sogno dell’uomo: vivere per sempre. Elizabeth è il legale personale del presidente della Immortality Awaits, Ryan J. Constant, uno dei pochissimi vampiri pluricentenari in grado di trasmettere il virus dell’immortalità attraverso il proprio sangue.” BIIIIP! (censura) Sì, la mia seconda esternazione è stata una parolaccia. Seguita da un costernato: “Nooo, altri vampiri!” Digressione. Per tre mesi di fila – mi accompagnano in libreria circa una volta al mese – ho manipolato Twilight: l’ho girato, rigirato, sfogliato, annusato furtivamente cercando di non dare troppo nell’occhio, girato ancora…e poi ci ho rinunciato. Il libro non mi parlava. Questi vampiri di ultima generazione non mi attirano. Soprattutto le caricature sdolcinate e “sberluccicanti” o i fusti da spiaggia con canini, brrrrrr. Dicevo? Red Carpet, già. È un prestito. Non è tanto spesso. È di carta. Insomma, Marzia, prova: e che sarà mai? Hai avuto il fegato di leggere fino alla fine la tipa che ha riciclato i troll (può essere Switched di Amanda Hocking, ma non sono sicura dell’esattezza dell’informazione) e perfino H. Killough-Walden (ho perso le parole e perfino le parolacce…). Udite, udite! Non sarà il romanzo del secolo, probabilmente ci sarà un seguito (e questo è causa di allergia), ma mi sono divertita. È molto ironico: secondo me Giorgia Penzo ha creato i suoi personaggi e ha giocato con loro quasi con affetto. Il risultato è gradevole. Leggerò il seguito? Volentieri!

Thank you TAG - Ringraziamenti

Gratitudine. Ringraziare. Sono parole molto usate, spesso abusate, ripetute anche in modo meccanico. Tuttavia, sono potentissime, se ci fermiamo a meditarle e a pronunciarle lentamente, assaporandole. E' quello che sto facendo io da qualche tempo, in altri ambiti. Un giorno mi è venuto da pensare che non esterno a sufficienza la mia gratitudine per la vita e le persone che mi circondano. Ogni tanto mi capita di darla per scontata. Allora inizio a meditarla, per poi "usarla" bene, con sentimento e non come risposta meccanica ad uno stimolo. E' un inizio piuttosto serio, magari un po' pesante, per questo post di ringraziamento per due persone, due blogger che quasi contemporaneamente mi hanno invitato in questa iniziativa, il Thank you Tag. Parlo di Sabry di Orecchini e Gioielli e Alessia di Scrivere mi piace. Ringrazio loro e tutte le persone che continuano a seguirmi, nonostante sia stata un po' discontinua negli ultimi tempi. E' bello sapere che vieni ricordato e seguito, e questo mi aiuta a sentire e a esternare con maggior facilità la mia gratitudine interna.
Grazie! Thank you! Merci! Danke! Cпасибо!

giovedì 9 gennaio 2014

Una casa editrice particolare, graphic novels e una nuova prossima uscita.

L’anno 2014 inizia con un drago, cosiddetto ULTIMO, una buona notizia sugli sgravi fiscali sugli acquisti in libreria (attendiamo di sapere quanto buona: nel frattempo, qui c’è un altro link per approfondire, su Libreriamo), una promettente autrice italiana, e le segnalazioni di un catalogo particolare, prodotto da una casa editrice torinese, Zandegù Editore. Dopo essere stata contattata da loro a proposito dell’imminente uscita di una nuova graphic novel nel loro catalogo, ho visitato il loro sito e la loro Pagina Facebook, in cui ho trovato una loro presentazione originale, che riporto qui integralmente:

“Ebook, corsi e molto altro in salsa weirdo! 
Zandegù è una casa editrice indipendente di Torino, che si industria con la complicità di una squadra giovane e agguerrita.
Pubblichiamo ebook, reportage e guide surreali, e organizziamo corsi di scrittura e tematiche legate al digitale e al professionale. Con un maggiore respiro internazionale, con lo spirito disincantato e professionale che ci ha sempre contraddistinto, solo accompagnato da un taglio completamente nuovo, originale e moderno
.”

L’accenno alla salsa weirdo mi ha divertito parecchio, oltre ad attrarmi: a me piacciono le cose STRANE, tanto per adottare una definizione veloce.
Ecco come Zandegù intende iniziare questo nuovo anno:

Con il 2014 Zandegù inaugura una nuova collana dedicata alla graphic novel, con la voglia di dar voce agli illustratori più interessanti d'Italia e a trasporre in digitale autoproduzioni a fumetti.

Camilla e Ludovico di Eleonora Antonioni e Sergio Varbella
L’amicizia di penna tra una bambina nata negli anni ’80 e un bimbo cresciuto nei ’70 nella delicata graphic novel che inaugura la nuova collana a fumetti di Zandegù
  
“Non ho quel Game Boy di cui parli (che roba è?) ma ho tanti altri giochi!
Il mio preferito è Monopoli. Ci gioco sempre!”

Camilla ha 8 anni, vive a Roma, le piacciono le Barbie, pensa che il Game Boy sia stratosferico, guarda Mila e Shiro e non è mai andata allo zoo.
Ludovico ha 8 anni, vive a Torino, ama l’avventura, adora Niki Lauda e Snoopy, ma non trova mai il canale dove danno Mila e Shiro.
Sono amici di penna, ma a separarli non sono solo i chilometri. S’incontreranno mai, dopo tante lettere?

Camilla e Ludovico è la prima graphic novel di Zandegù, e inaugura la nuovissima collana I frizzi che si occuperà di dare voce a giovani illustratori italiani e a trasferire in digitale autoproduzioni indipendenti a fumetti.
È una favola delicata e nostalgica su due epoche ormai lontane nel calendario ma vicine al cuore di tutti. Un amarcord nell’infanzia, tra giochi, litigi con i genitori, cartoni animati, marchi e leggende che hanno segnato la generazione anni ’70 e ’80.
Scritta e illustrata da Eleonora Antonioni (romana, collabora con molte etichette indie e online) e Sergio Varbella (40enne, grafico, illustratore, torinese, ex redattore di Maltese Narrazioni), la graphic novel è stata presentata con successo in versione cartacea autoprodotta al Lucca Comics e oggi esce in formato digitale con Zandegù, diventando accessibile a un pubblico più ampio.

L’ebook sarà in vendita dal 20 gennaio sullo shop del sito www.zandegu.it e sulle principali librerie digitali quali Amazon, iTunes Store, laFeltrinelli.it, Ultima Books e Book Republic.


A me piacciono moltissimo le graphicnovels. Quando riesco a non farmi distrarre troppo dai libri, le compro volentieri e mi ci perdo: i disegni, soprattutto se vivi, mi ipnotizzano. Tra le categorie di persone che mi affascinano maggiormente, oltre a coloro che parlano e scrivono con proprietà, ci sono i disegnatori, soprattutto quelli di fumetti. Ho diverse collezioni giovanili di manga, e ho già specificato che amo parecchio Dampyr e Dylan Dog. Per tornare a Zandegù, ho preso un piccolo assaggio della loro gamma di graphic novels con Jane Eyre, di Sicks. Non è omonimia, ma proprio la rivisitazione del romanzo di CharlotteBronte, in chiave satirica e parecchio dissacrante. Jane Eyre diventa qui una giovane donna seria, sarcastica e qualche volta intemperante, oltre che appassionata di funghi. Se la vostra dea personale è Charlotte Bronte e le vostre Sacre Scritture sono i suoi romanzi, guardate e passate. Se invece adorate la dissacrazione e volete farvi quattro risate, considerate l’acquisto della graphic novel. L’unico difetto che le ho riscontrato è che dura troppo poco. 

mercoledì 8 gennaio 2014

Un segreto non è per sempre - Guest Post#4

Anno nuovo, Guest Post nuovi. Continuiamo la tradizione inaugurata l'anno scorso di ospitare le recensioni delle letture da parte di Simona, che questa volta si è cimentata con un'autrice italiana. Ho visto il titolo diverse volte, ma non sono ancora riuscita a leggerlo. Con questo articolo, ho le idee più chiare.
Ecco le opinioni di Simona:

E’ un po’ di tempo che seguo articoli di giornale su critiche o acclamazioni di un titolo piuttosto di un altro, recensioni, blog su libri e tanti “scrittori” (giornalisti, critici, neofiti), in modo o nell’altro spingono a dare più spazio agli scrittori italiani.
Ho così deciso di “scrivere” il mio libro leggendo Alessia Gazzola. Ognuno di noi si immedesima nella storia, si crea spazi e azioni mentre legge, dando forme e volti ai personaggi: ecco cosa intendo per “scrivere” il mio libro.
Sono felice di averle dedicato il mio tempo. Non è un thriller non è un libro di avventura, non è un saggio ma … è un libro divertente!!!
Qualche ora di spasso puro, facendo e seguendo autopsie con la piu’ pasticciona delle protagoniste, che non limitandosi ai danni prodotti al suo passaggio in medicina legale, cerca di aiutare la polizia nello svolgimento delle indagini in cui guarda caso riescono sempre a trovarsi i suoi “pazienti”.
Scorrevole, simpatico, accattivante, la storia lascia spazio a un seguito che dovrebbe uscire a breve: LE OSSA DELLE PRINCIPESSA.
La nostra Bridget Jones italiana, quali guai riuscirà a evitare?

Se avete voglia di passare qualche ora con un libro che ha del rosa e del noir, dell’avventura e del romanzo, con una protagonista che una ne pensa e mille le succedono allora provare a dare fiducia a questa giovane scrittrice.

martedì 7 gennaio 2014

Divagazioni, un paradiso alla Woolf, sgravi fiscali – Un post pot-pourri!

Sono ancora viva. Non ho mangiato in modo esagerato e non sto soffrendo di postumi da vacanza o da depressione per ritorno al lavoro. Anzi. Ho passato qualche giorno come dice Virginia Woolf in una delle frasi che maggiormente girano su Internet, soprattutto nelle pagine dedicate ai libri: “Talvolta penso che il paradiso sia leggere continuamente, senza fine”. Riesco a farlo soprattutto d’estate, ma poche, pochissime volte in inverno. In tre o quattro giorni ho invertito la tendenza. E ho sentito che Virginia Woolf aveva proprio ragione. Devo riprendere in mano le sue opere, riascoltare la sua voce. All’Università mi hanno presentato Gita al faro, o meglio, dovrei dire che mi hanno imposto di leggerlo. Non l’ho gradito molto. Non è sicuramente uno dei suoi libri più facili, e chi doveva accompagnarci nel viaggio era purtroppo poco disposto a farcelo godere, o comunque a farcelo gustare con i nostri occhi e i nostri cuori. C’era spazio solo per un certo tipo di lettura, molto tesa e cerebrale, molto “da intellettuale”, sovraccarica, e basta. Come se Virginia Woolf scrivesse come Barbara Cartland. Con tutto il rispetto: ho letto qualcosa della Cartland e sono rimasta colpita dalla sua eleganza, all’epoca. Ora penso che non riuscirei nemmeno più a sfogliare una copertina dei suoi romanzi, ma è sempre per la questione personale “Cuore di Granito”.  Sto divagando. E meno male che l’ho scritto nel titolo: in questo non manco di coerenza. Sto confezionando un vero e proprio pot-pourri.
Cos’ho letto in questi giorni di paradiso alla Woolf? La paga del sabato, di Beppe Fenoglio, prima tappa del Giro d’Italia letterario. Non scriverò nemmeno una parola sul libro, prima che anche i miei compagni di ruota siano riusciti a terminarlo e non siano pronti a scriverne. Posso solo annunciare che è stata una piacevolissima, intima sorpresa, un piccolo regalo inaspettato. Per il resto, aprirò gli argini dell’entusiasmo a tempo debito.  Con questo termine, “entusiasmo”, mi riallaccio ad un’altra lettura di questi giorni, Io sono, Io posso – Diario di un precario d’assalto, di Giancarlo Johhny Nacinelli. E non solo perché è un’emozione che mi ha suscitato leggere la testimonianza di vita di una persona al di fuori di ogni categorizzazione, ma perché mi ha ricordato e mi ha illuminato a riguardo dell’etimologia del termine: secondo il greco, indica l’avere “dio dentro disé”, oppure l’”essere ispirato da dio”. Piccola curiosità a margine: esiste anche un’entusiasmologia. Per scoprirne di più, seguite questo link. In ogni caso, l’entusiasmo suscitato sia dalla riscoperta del termine, sia dalle letture eseguite, mi ha fatto riflettere. Soprattutto perché non mi ha ancora abbandonato, ma sembra che sia deciso ad accompagnarmi ancora un po’. Farò in modo che stia con me il più a lungo possibile. Anche sul libro di Nacinelli verrete debitamente ragguagliati...è solo questione di tempo e di incastri. ;-)
La storia di una bottega, di Amy Levy, è stata un’altra lettura sorprendente, perché lo spirito dell’autrice era talmente vivo e delizioso, da farmi desiderare di leggere altro di lei. A questo desiderio contribuisce anche la presenza di una recensione di Oscar Wilde sulla sua opera, oltre al fatto che la personalità di questa donna molto dotata non si adattava ai suoi tempi, e nonostante la sua grandezza, non sia riuscita a vincere l’istinto suicida che l’ha portata via. Come Virginia Woolf, del resto. Anche se, nel caso di quest’ultima, i disagi psicologici che l’hanno poi spinta a quel passo derivavano da cause parecchio pesanti.  
Un paio di altri libri dedicati al Buddismo chiudono il discorso “paradiso alla Woolf”.

Ritornata alla cosiddetta “normalità”, ecco un bellissimo articolo sugli sgravi fiscali previsti per chi svuota il portafoglio in libreria. Da quest’anno, e per i prossimi tre anni, teniamo tutti gli scontrini dei nostri acquisti libreschi, perché ci potranno essere rimborsati. E’ una notizia di qualche mese fa, e ammetto che all’inizio ho pensato ad una bufala colossale. Gira talmente tanta spazzatura in confezione regalo in Rete, che diventa difficile distinguere grano e loglio: l’impresa rischia di diventare macchinosa e completamente inutile. Pare, invece, che sia tutto vero. Seguite questo link, e ne saprete di più. Non appena avrò qualche altra informazione più dettagliata e qualche risposta alle inevitabili domande (tipo: valgono anche gli scontrini virtuali degli acquisti online? Vale lo stesso discorso per gli e-book?), ritornerò a parlarne e a pubblicare i link di riferimento. Per il momento, vado a procurarmi uno scatolone per gli scontrini. :-D

mercoledì 1 gennaio 2014

L’ultimo drago – Magia e draghi sui generis

Per il primo post del 2014, non ho avuto un minimo dubbio, né un cedimento. Doveva riguardare un drago, e così è stato. Esattamente come per il primo post del 2012, anno di apertura del blog Del Furore. Salto volontariamente gli elenchi di buoni propositi, perché si possono riassumere in uno solo: leggere di più. Come si può vedere scorrendo il blog, nella colonna sinistra compare il Reading Challenge per il 2014 di Goodreads, con la meta dei 100 libri. Ecco il mio proposito di quest’anno. Non ho centrato quello del 2013 per pochissimo, ma questo si ottiene quando si hanno forti carenze organizzative come la sottoscritta! :-D  (ottima occasione per lavorarci sopra) Tornando al libro e al drago. Cercando immagini di drago in Internet, sono inciampata letteralmente in questa copertina, semplice e accattivante nello stesso tempo. Ultimo drago? Oh, no, perché? Li hanno sterminati? Non sia mai. Devo sapere cos’è capitato. Aprendo il libro e cercando il titolo originale come faccio di solito, scopro che, in realtà, il vero argomento del suddetto è l’ultimo Ammazzadraghi (Dragonslayer). La questione assume altri contorni. Un po’ più sollevata, inizio la lettura, convinta di trovarmi davanti ad un fantasy a tinte tragiche. Niente di più lontano. La voce narrante appartiene a Jennifer Strange, sedicenne orfana che lavora come segretaria-tuttofare presso l’agenzia di maghi Kazam. Tramite la sua voce sicura ed esperta, più vecchia dei pochi anni anagrafici, veniamo introdotti in un mondo in cui i maghi usano i loro poteri per risolvere piccoli e grandi problemi quotidiani del mondo civile. Stavo per scrivere “babbano”, ma rischierei solo di confondere le idee.
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