lunedì 31 marzo 2014

L'Amanita#21 - I segreti di Nicholas Flamel l’immortale – 1 L’Alchimista

I segreti di Nicholas Flamel l’immortale – 1 L’Alchimista
Michael Scott

Io sono una leggenda.
La morte non ha su di me alcun diritto, la malattia non può toccarmi. A guardarmi ora sarebbe difficile intuire la mia età, eppure sono nato nell’anno di grazia 1330.
Avevo scoperto il segreto della Vita Eterna sepolto in un libro di antica magia.
Ora mia moglie, Perenelle, è stata rapita e il libro rubato.

…e in una babele di personaggi allegramente mescolati (da Scathach alla famigerata Ecate, passando per Bastet, la Morrigan ed il Golem, giusto per citarne alcuni) ci sono due gemelli legati ad un’antica leggenda. Non ci sono angeli. Ma non intono un alleluia: ci sono altri 5 o 6 libri. Non si sa mai.
Conoscevo Flamel già prima di leggere Harry Potter, ma pare fosse francese e riuscivo a disinteressarmene allegramente.
Poi mi sono trovata di fronte al libro dal prezzo molto scontato.
Un bel libro dalla copertina appetitosa. Troppo appetitosa (sì, ho gusti pacchiani).
Preso!
E sono perplessa.
Il libro non è brutto. Ma per quanto sia convinta che le mitologie abbiano un’origine unica, la famosa materia di cui sono fatti i sogni, mi disturba trovare una Scathach vampiro vegetariano (brrrrr) che lotta contro Bastet, per esempio. O Ecate che vive nell’Yggdrasill. O un libro di Abramo il mago scritto ad Atlantide. E non manca neanche Excalibur, grrrrrr!
Mannaggia alle cioccorane di Harry Potter.  
Mannaggia alle belle copertine colorate che mi chiamano (finalmente senza “faccioni” più o meno attraenti).
Mannaggia alle trilogie (<<quadrilogie>>, ecc., saghe).

Qualcuno può dirmi cosa succede ai gemelli? Non voglio comprare anche gli altri libri! 

sabato 29 marzo 2014

Alessia Gazzola - Guest Post#9

Avevo già incontrato nel corso delle mie letture questa simpatica scrittrice, e vi avevo parlato di Un segreto non è per sempre, che va collocato in mezzo ai libri di cui vi parlerò.
Primissimo libro che ci racconta un po’ della vita di Alice è Sindrome da cuore sospeso. Uno spassoso libricino che ci racconta come la nostra protagonista si sia avvicinata alla medicina legale, e ci racconta come è composta la sua fenomenale famiglia. In questo caso da risolvere, la trama si svolge intorno alla morte della badante russa di sua nonna, ci rendiamo conto che la nostra simpatica amica viene attratta dalla medicina legale anche grazie alla bellezza del Dott. Conforti, ma che è anche il mondo della detective che la intriga.
Simpatico, spassoso, lettura soft ma che ci catapulta nel mondo della fantasia e dell’immaginazione  come tutti i libri della Gazzola.
L’allieva è il nostro secondo libro. Non ci troveremo mai ad avere a che fare con un thriller che ci farà perdere il sonno, ma con storie poliziesche che per i suoi guai ci faranno morire dal ridere.
La scelta dell’uomo sbagliato ci darà la sensazione di leggere un romanzo rosa. Ironia e umorismo la fanno da padroni in un caso da risolvere dove il morto è una sua conoscenza.
Nell’ultimo libro, Le ossa della principessa, troviamo un’Alice più matura, più adulta, e più detective che medico legale. La scomparsa della collega mette scompiglio al dipartimento e si lega a un complicato caso del ritrovamento di un cadavere. Più piani temporali ci accompagnano nella storia per ricostruire i fatti.
Amori non corrisposti e strazianti fanno da contorno ad un’Alice allieva dell’ispettore Calligaris. Ispettore che già negli scorsi libri vede la protagonista come sua pupilla, la prende sotto la sua ala per insegnarle il suo mestiere, che a suo parere le si addice per il suo acume, la sua prontezza, il suo leggere e curiosare nelle vite altrui.
Divertente come sempre, lettura non impegnativa che lascia spazio a un proseguo delle vicissitudini della nostra Alice.

Sul mio comodino sono libri che hanno stazionato poco per la voglia di proseguire e scoprire come poteva finire la storia, mi hanno fatto ridere, sorridere e fatto sconfinare nel modo della mia fantasia dove ho vissuto a mio modo le storie.

venerdì 28 marzo 2014

Segnalazioni, segnalazioni, segnalazioni...rubriche nuove per il blog#2!

L'altra rubrica nuova del Blog Del Furore si chiama Il Chiosco di Sensei, tenuta da Max dell'omonimo chiosco, e riguarderà soprattutto l’uscita di nuovi titoli di argomenti vari, e anche molto particolari, come potete vedere qui sotto. E' solo un assaggio, ma è sufficiente ad alimentare il Furore di aver libri. 






Il racconto della vita straordinaria di Paramahansa Yogananda ci guida in un viaggio indimenticabile all'interno del mondo dei santi e degli yogi, della scienza e dei miracoli, della morte e della resurrezione.

Con profonda saggezza e intelligenza penetrante, l'autore illumina i segreti più nascosti della vita e dell'universo, aprendo il cuore e la mente alla gioia, alla bellezza e all'illimitato potenziale spirituale che risiede in ogni essere umano.

Questa nuova edizione completa tradotta fedelmente dall'originale, certificato dalla Self-Realization Fellowship, l'organizzazione fondata da Yogananda, è l'unica che rispetta tutte le volontà dell'autore riguardo al testo finale compresi i materiali ulteriori da lui aggiunti dopo la prima edizione del 1946.


Una guida che indica il percorso, facile e accessibile a chiunque, per raggiungere la consapevolezza di sé attraverso la pratica della meditazione. Da un maestro della meditazione, la chiave per essere finalmente padroni di se stessi e imparare a godere di quell'ultimo momento della nostra esistenza di cui davvero disponiamo per amare, crescere, vivere: il presente.
 "Come cambiare il mondo?" È un interrogativo che ognuno di noi si è sicuramente posto nella vita. Compito non facile, non solo perché cozza con poteri economici, politici e ideologici ormai consolidati, ma anche perché tocca tendenze e istinti pericolosi, annidati in ciascuno di noi. Una realtà che Osho mette a nudo con assoluta lucidità in queste interviste, parlando, tra le altre cose, sia dei lati oscuri che avevano accompagnato il grande esperimento comunitario sorto intorno a lui in Oregon, sia dell’accanita opposizione dell’establishment politico/religioso americano a quel nuovo modello di convivenza.
Questi incontri con i media suggeriscono una costellazione di intuizioni e tanti livelli di comprensione, il tutto calato in una semplice quotidianità in cui non manca l’umorismo ed è comunque la fiducia a vincere, mentre i giochi di potere si rivelano in tutta la loro estrema impotenza.
Al di là di ogni teorizzazione Osho crea situazioni di vita nelle quali è possibile riflettere sul perché noi e il mondo siamo così come siamo e ci offre uno strumento – la meditazione – per arrivare a un vero e radicale mutamento.

"Io ho scoperto un approccio totalmente diverso per cambiare il mondo: cambia te stesso! E quando danzerai pieno di gioia, ti accorgerai che qualcuno, tra chi ti è vicino, avrà iniziato a ballare insieme a te, perché siamo tutti la stessa umana consapevolezza."
OSHO


Tutti siamo alla ricerca della felicità, ma la coloriamo di tali e tante sfumature e pretese da non riuscire mai a conseguirla. La felicità è qualcosa di interiore, per questo è dentro di noi che dobbiamo inabissarci per trovarla. Questo libro non è quindi un manuale per imparare come essere felici e non si propone neppure di analizzare le diverse forme, o formule, della felicità. È qualcosa di totalmente diverso: un testo in grado di portare a un'immersione in quello stato dell'essere che rende possibile essere felici, "qui e ora".
Un viaggio straordinario nella propria dimensione interiore in cui l'anelito al divino diventa così tangibile da infiammare il nostro cuore e solleticare una risposta.
In queste pagine, Osho commenta il dialogo del mistico Ashtavakra - un saggio vissuto in un'India astorica e non geografica, autore dell'omonima Gita - con il re Janaka, suo novello discepolo, e rende accessibile a chiunque la consapevolezza di un'esperienza vissuta, proponendola come un destino al quale ogni essere umano è chiamato.
Il messaggio è unico e rivoluzionario: Guarda ciò che hai! Apri gli occhi per vedere ciò che hai già ottenuto! Osho si accompagna ad Ashtavakra per restituire alla verità di quelle intuizioni quasi mitiche la forza che deriva unicamente dall'aver vissuto la piena libertà dell'essere, l'unica esperienza in grado di restituirci a noi stessi, non più come uomini dimezzati ma in quanto individui pienamente attenti e presenti.

Il Reiki è un'arte terapeutica che premette di connettersi con l'Energia Pura proveniente dall'Assoluto, dal Brahma, da Dio. Tale Energia è la fonte di informazione che consente alla materia di strutturarsi e di organizzarsi nello spazio-tempo: quando essa è carente o non è corretta il corpo si ammala. Il Reiki, che contiene al suo interno valori di alta sacralità e di rispetto, lavora appunto sull'Energia Pura, riportando i chakra e vari organi in quella condizione di equilibrio che è il presupposto fondamentale della salute e del benessere.

Segnalazioni, segnalazioni, segnalazioni...rubriche nuove per il blog#1!

Segnalazioni, segnalazioni, segnalazioni...rubriche nuove per il blog#1!          
Sempre correndo contro il tempo, comunico l’apertura di due nuove rubriche: Piccole e grandi scoperte, a cura di Simona, che si immerge nei giornali alla ricerca di titoli nuovi, magari di case editrici minori, che sono piccoli gioielli splendenti per le biblioteche di tutti i lettori furiosi che si rispettino. Il pianeta dei calzini spaiati, per esempio, è frutto di questa ricerca certosina e inarrestabile. Lascio la parola a Simona:



Spaziando tra i giornali ho trovato queste due segnalazioni da proporvi:
·         IL SORRISO DI DON GIOVANNI – ERMANNO REA . L’articolo così comincia: “ Se in un ipotetico futuro mondo senza lettori … “ Non è possibile, mi sono detta, esistiamo noi del blog il furore di aver libri con tutti i suoi seguaci, il mondo non può rimanere senza lettori, ma se così fosse, tramite Adele, personaggio principale, verrà raccontata la passione per la letteratura. L’articolo che allego qui http://www.lastampa.it/2014/02/05/cultura/tuttolibri/rea-la-fuga-di-adele-su-una-zattera-di-libri-vqFrOSb6ZtzaMc9ms3O1bI/pagina.html, mi ha incuriosito e la mia pila di libri da leggere aumenta.

·         PRENDILA COSI’ – JOAN DIDION. Due frasi nell’articolo, che potete leggere qui http://ilmiolibro.kataweb.it/booknews_dettaglio_recensione.asp?id_contenuto=3750480, di descrizione mi hanno colpito; la prima riporta queste parole: “una delle tante manchevolezze dell’editoria italiana …”, la seconda riporta “J. Didion scrive meravigliosamente bene. Meglio, credetemi, di quasi tutti gli autori , autrici, contemporanee per i quali vengono sprecate lodi cieche.” Perché in Italia non sono mai apparsi fino a poco tempo fa i suoi libri tradotti? Forse merita qualche attenzione in più.

Attendo Vostri pareri e nel frattempo vi rituffo nelle pagine stampate. Buona lettura a tutti

L'Angolo dei nani e dei giganti#4 - La gallina soddisfatta


Il primo ringraziamento lo devo alla mia amica Chiara che con pazienza ha ascoltato i miei progetti e i miei sogni di lettrice e mi ha aperto una porta verso questa scrittrice piena di entusiasmo.
Tutto quello che conosco di questa “grande “ donna l’ho appreso da Chiara, che una sera davanti a una pizza mi ha raccontato un microbo del suo grande cuore, quindi grazie.
Ad oggi con la Signora Coluccia Berkol ho avuto solo contatti tramite mail, ma dalle poche parole scambiate ho avuto la sensazione di avere a che fare con un luminosissimo raggio di sole.
Proprio quello che traspare da questa magnifica favola, che dura una manciata di poche pagine ma in modo molto profondo.
Una ninna nanna per i piccoli, uno spunto per pensare per i grandi. Tanti temi profondi percorrono la favola: razze diverse che possono convivere aiutandosi reciprocamente, perseveranza della gallina che non demorde davanti alle difficoltà della vita, l’accettare e il fare accettare l’adozione come atto di amore e non di disuguaglianza, non cedere alle provocazioni ma continuare fieri sulla propria strada, il rispetto per il prossimo. E questi sono solo alcuni degli spunti che io vi ho trovato.
Una favola tenuta nel cassetto per 30 anni dalla scrittrice che ora più che mai tocca argomenti attuali.

Provate anche voi a immedesimarvi nella gallina, e poi rileggendola nell’anatra, e rileggendola per la terza volta negli animali della fattoria, lasciandovi cullare in questo mondo magico che si chiama mondo delle fiabe.

giovedì 27 marzo 2014

L'Amanita#20 - L'amore immortale

L'amore immortale
Sabrina Benulis

Confesso: copertina e sottotitolo, il libro segreto dell'arcangelo, mi hanno fregato.
Distratta dal disegno, non è scattato l'allarme alla parola "trilogia".
Forse, in quel marasma di personaggi schizofrenici, qualche idea buona c'è.
Ma sono nauseata ed oltremodo tediata da angeli, mitologie che s'incrociano e diventano ibridi grotteschi.
Un angelo maschio.
Va be', non mi piace, ma obtorto collo, posso continuare a leggere. Mi ero già rassegnata con altre "scrittrici creative".
Angeli che si comportano come gli uomini ed anche peggio. Tappo anche il naso e lo faccio ancora andare bene. Perfino scrittori ebrei parlano di angeli e "angelesse".
Un angelo bisex e tossico che "si fa" di non ricordo più che sostanza per dimenticare non si è capito cosa e compra le anime, fa scattare il mio "al rogo, al rogo".
Ma non c'è fine al peggio. Prendete un bel respiro profondo.
Una trinità di superni, Israfel, Raziel, Lucifel (nonché femmina, nota come Principe oscuro e La Rovina), che poi è un triangolo sì, perché pare Lucifel scelga Raziel e non ho capito di chi sia geloso Israfel...
il triangolo no, non l'avevo considerato!
Ed anche il resto della famosa canzone è perfetto: "lui chi è" con tanto di coretti.
Il libro è un caos di personaggi più che schizofrenici, dalle personalità multiple; maschere su maschere come strati di muffa e polvere.

Signora Benulis, mi congratulo con lei per gli ottimi risultati conseguiti nel corso di "scrittura creativa"; adesso potrebbe dedicare qualche ora di studio a materie più sistematiche. Non dico corsi seri
ed impegnativi come psicologia o teologia dogmatica...non dico filosofia, potrebbe essere troppo difficile, ma un po' di storia della filosofia "bignamizzata" per riorganizzare i pensieri, no, eh?

Mi serva di lezione la prossima volta che vedo un elogio circa la "scrittura creativa": mi guarderò bene dal comprarlo! Quattro libri "creativi", quattro "bidoni"...tombola!

mercoledì 26 marzo 2014

Se una notte d’inverno un viaggiatore – Genioo!

Accumulando un notevole ritardo sulla tabella di marcia del Gruppo di Lettura (credo di aver battuto persino il mio ultimo record), arrivo anch’io a scrivere le mie impressioni su questo libro di Italo Calvino.

Impressioni caotiche, furiose. Partiamo con la domanda classica: com’è Se una notte d’inverno un viaggiatore?

Geniale. Divertente. Ironico. Confuso. Confusionario. Irridente. Irritante. Colto. Sensuale. Rigido. Sorprendente. Stancante. Ricco, ricchissimo. Arzigogolato. Semplice. Poliedrico.

Una matrioska di libri.

In effetti, Italo Calvino immagina dieci incipit diversi di romanzi, guidando il Lettore (cui si rivolge in prima persona)a leggerli uno dopo l’altro, perché ne interrompe la lettura sul più bello, scompaginandogli i fogli, facendogli portare via il libro da terzi, sottraendogli la traduzione giusta, infilandoci un altro romanzo di soppiatto all’altro. Calvino gioca con il Lettore come il gatto con il topo.

Diario di bordo – I giorni dopo il Reading

Sabato 22 marzo appena passato, mi sono prodotta in una performance di Lettura e Presentazione di un bellissimo libro ricco, Diario di bordo, di cui Simona aveva già dato le sue impressioni in un post precedente.  Ho accompagnato l’autrice, Cinzia Viglietti in un viaggio interessante nel cervello umano e nel potere della mente. Un viaggio molto pratico: ogni capitolo contiene un racconto della giornata tipo di persone comuni, ragazzi, impiegati, casalinghe, imprenditori, alle prese con la questione della loro realtà. Ogni parola potrebbe essere detta e pensata da noi, ogni comportamento potrebbe essere il nostro. A seguire, una spiegazione chiara e professionale dei meccanismi nascosti che regolano ferrei certi nostri comportamenti, le cause mentali delle nostre paure o dei moti d’ira che ci portano a esplodere. Una sorta di backstage rivelato: ecco il luogo di origine dei nostri pensieri distruttivi o costruttivi, nelle sezioni del cervello, rettiliano o mammaliano, ecco la sirena d’allarme che scatta anche senza motivo, l’amigdala che sonda ogni momento l’ambiente alla ricerca di pericoli per farci combattere o fuggire.  Come si possono fermare certi pensieri distruttivi, che ci impediscono di realizzarci, o di goderci serenamente quello che ci accade? L’autrice propone un cambio di prospettiva molto concreto: cominciare a cambiare la qualità dei nostri pensieri. Diventando padroni della nostra mente, poco per volta, la prospettiva cambia. Non ci sentiamo più soli, in gabbia, prigionieri di un destino che sembra rifilarci sempre e solo le stesse delusioni o le stesse gioie a metà. Cominciamo a prendere in mano le redini del cocchio vita e a non considerarlo più un veicolo che ci porta via a prescindere dalla nostra volontà. Ogni racconto di dolore, angoscia, delusione o frustrazione, viene controbilanciato dalla sua versione in positivo. Cosa accadrebbe se, invece di pensare in modo distruttivo o  passivo, facendoci portare via dalle emozioni (il termine, affascinante e angoscioso allo stesso momento, è sequestro emotivo. Molto d’effetto, e fa pensare...quante volte diventiamo sequestrati in ostaggio delle nostre stesse emozioni?), riuscissimo a contrapporre un’energia di pensiero diversa, più costruttiva e positiva. Come in un allenamento, poco per volta vedremmo arrivare risultati insperati e completamente strabilianti.  Arriveremmo a sfidare noi stessi con allegria e fiducia, impazienti di vedere dove riusciamo ad arrivare, una volta concessi fiducia e amore verso noi stessi e quello che siamo. Volete partire per questo lungo viaggio in voi stessi? Procuratevi il Diario di bordo, una dose infinita di fiducia e...il mondo aspetta di essere percorso!


martedì 25 marzo 2014

L'Amanita#19 - Morte a Pemberley

Morte a Pemberley
P.D. James

Mi pareva di ricordare un piccolo dettaglio irrilevante: non mi piace lo stile della tipa.
Ma "Pemberley", come tutto ciò che è legato a zia Jane, è come "giardino": difficile resistere ad un titolo così. E poi mi pare fosse un regalo. Sì, va be', un regalo sollecitato; maalla domanda "quale libro posso regalarti per il compleanno?"... posso essere così cafona da rifiutare? Ed ancora più screanzata e buzzurra
da non rispondere ad una domanda tanto semplice e garbata? Non si fa!
Effettivamente ricordavo bene: frasi complicate e tortuosamente lunghe. Amo le frasi semplici.
La trama non è speciale, mi aspettavo "qualcosina in più", ma è un libro che potrei rileggere.
Ho ritrovato i personaggi di P&P e non mi hanno deluso, a parte il colonnello Fitzwilliam: il primogenito muore ed il simpatico cadetto si trasforma nel futuro conte di non ricordo più cosa borioso e
decisamente meno simpatico. Un giallo passabile, un "prolungamento" di Pride&Prejudice senza
picchi zuccherosi e qualche soddisfacente colpo di scena; finalmente scopriamo una possibile natura dei rapporti fra Mrs. Younge e Wickham, per esempio.

Peccato la vittima sia Denny e non Wickham, che "la fa franca" un'altra volta...

venerdì 21 marzo 2014

Il pianeta dei calzini spaiati - Guest Post#8

Sono corsa in libreria; è una bella storia. Un libro scritto per aiutare “SOS Villaggio dei bambini", organizzazione che interviene rispettando culture e religioni diverse.
Nella sua innocenza di fiaba vengono toccati argomenti importanti, omosessualità e disuguaglianza quelli che spiccano. L’approccio delle favola non ne sminuisce l’importanza, ma alleggerisce l’approccio di questi discorsi delicati.
Un modo sano per affrontare e superare i pregiudizi e insegnare ai piccoli il rispetto per il prossimo. Un racconto scritto su un evento della vita che succede a tante massaie e a tante mamme: la lavatrice non restituisce tutti i calzini messi a lavare. Una metafora perfetta: dove sono finiti i calzini mancanti? Sono stati trasportati in un mondo dove ogni essere è libero di vivere ed esprimere quello in cui crede e che sente.
Un’idea diversa per insegnare ai bambini la libertà, ad amare quello che vogliono e in cui credono, ad accettare e a conoscere le diversità di razze e religioni convivendoci e relazionandosi con scambi reciproci, a gioire della felicità altrui qualsiasi essa sia, ad avere un mondo più libero, più puro, più rispettoso, senza troppi giudizi e pregiudizi.
Possiamo avere le nostre idee e coltivarle, non sapremo mai se sono giuste o sbagliate per chi ci cammina a fianco, ma saranno giuste o sbagliate per noi, ma se ci rendono felici, colorano il mondo che viviamo e considerando importanti tutte le decisioni i ogni essere vivente si potrebbe avere un mondo migliore e più felice per tutti

Rispetto …. Termine mancante nel vocabolario di molti.

giovedì 20 marzo 2014

L'Amanita#18 - Patricia Brent, zitella

Patricia Brent, zitella
Herbert J. Jenkins



"Una ragazza sola ed indipendente, un lord che vuole sposarsi ad ogni costo, un gruppo di zitelle ficcanaso in una divertente e romantica commedia, ormai un classico della narrativa inglese." Simpatico e gradevole. La "zitella convinta" abborda il giovane soldato ad un tavolo di ristorante per beffarsi dei suoi coinquilini e poi rimane invischiata in una serie di piccole macchinazioni. Sì, è una bella trovata. È una lettura divertente, che regala un po' di svago. Una sola nota stonata: si sente che è stato scritto da un uomo! Le figure femminili sono poco "profonde", la stessa Patricia a volte è superficiale. O forse è una leggerezza voluta dall'autore. Comunque non ho gradito la soluzione per "incastrare la zitella riottosa": il lord sopraccitato coinvolge la sorella, personaggio estroverso e a volte un po' eccessivo. Alla fine la detestavo. E non ho gradito specialmente l'idea di usare una donna per "incastrarne" un'altra. "Amanita Marzia, zitella" suona decisamente meglio! O tempora, o mores...

martedì 18 marzo 2014

Save the Date: Presentazione e Reading Diario di Bordo - Cinzia Viglietti Sabato 22 Marzo 2014

Ritorno su questi schermi con una sorpresa. Sabato 22 marzo 2014, alle ore 17,30 presso il BarAlba di Rosta, via Rivoli 11, parleremo di un libro a dir poco sorprendente, Diario di Bordo, opera di Cinzia Viglietti. Simona ne aveva già scritto in precedenza, dando il suo particolare punto di vista. Ora, insieme all'autrice in carne e ossa, parleremo più diffusamente di questo libro che davvero può cambiare la vita, e il modo di pensarla, per crearla come desideriamo. In me ha già cambiato qualcosa, visto che sarò io, insieme a Simona, ad accompagnare Cinzia Viglietti in questo discorso interessantissimo ed allettante. Sarò la sua "intervistatrice"...se possiamo dire così. E' la mia prima esperienza sul campo, e sono molto, molto grata a Simona di avermela offerta, e con un libro così!
Siete curiosi di conoscere un'opportunità per cambiare SUL SERIO i vostri pensieri, e vedere la vostra vita cambiare SUL SERIO, in tante piccole e grandi cose? Venite a Rosta, sabato 22 marzo alle 17,30 e ascoltate, leggete, pensate e vivete! Per informazioni: Simona Coppero, Scarabocchi Edicola e Cartolibreria, via Rivoli 6 - Rosta, tel.: 011.9842397

L'Amanita#17 - La tredicesima storia

La tredicesima storia
Diane Setterfield

Il vuoto.
Quattrocento pagine di parole.
Peggio, quattrocento pagine di parole che non mi hanno detto niente. Torbido? No, per il torbido-morboso consiglio una maestra: Joyce Carol Oates.Le sue frasi grondano e trasudano germi. La tredicesima storia per me è un libro inutile.
Asettico.
I suoi personaggi non sono vivi, non mi coinvolgono.
La storia non mi riguarda.
Ed è un peccato; la trama, incentrata sui segreti e le trame di una famiglia, (due sorelle, in modo particolare), potrebbe essere raccontata in modo più interessante. Peccato, perché la storia è scritta in modo corretto, ha un bel "fraseggio" scorrevole... ma rimane fredda e lontana per circa 350 pagine.
Ha un guizzo di vitalità alla fine, quando svela tutti i segreti, tardi per riscattare l'opera.
Resta una domanda.
La sensazione di vuoto è voluta? È l'intento dell'autrice?
Se voleva trasmettere il vuoto, c'è riuscita.
Ma non fa per me, agorafobica patologicamente affezionata all'horror vacui in tutte le sue forme...


giovedì 13 marzo 2014

L'Amanita#16 - I dodici abati di Challant

I dodici abati di Challant
Laura Mancinelli

Un feudatario eredita un castello con la clausola di mantener fede ad un maligno obbligo di castità. Dodici abati si assumono l’incarico di vegliare sull’osservanza dell’impegno, ma scompaiono tutti in una successione di morti misteriose, vittime di banali ed emblematici incidenti.
Madonne belle e spregiudicate, castellane e pretesse, filosofi inquisiti dal tribunale ecclesiastico, scudieri e monaci, diavoli e magie sulfuree, letture testamentarie e tentazioni carnali e poi ancora… la bella Maravì insonne d’amore, nostalgie, cavalcate serotine, inventori e chirurghi in odore di eresia e persino un bambino col suo gatto.
Siamo in un tardo Medioevo maliziosamente ingenuo che sembra vero ma forse non lo è, tra memoria iconografica, situazioni fiabesche e, sottesi, i problemi di ogni tempo.

Un mondo infinito.
Questo libretto è delizioso.
Mi sforzo di essere amanita muscaria a tutti i costi: spesso le frasi sono troppo lunghe!
…eppure fanno parte del fascino di questo piccolo gioiello di neanche 150 pagine.
Lo stile è sottilmente ironico, regala un gusto arcaico senza appesantire la lettura e trascina nel castello, tra ospiti inattesi e morti misteriose accolte con nonchalance, tra funerali sempre meno solenni (il coro degli abati si assottiglia) e serate allietate da mandole e zufoli.

E c’è anche il finale col botto! 

martedì 11 marzo 2014

L'Amanita#15 - Il profumo del pane alla lavanda

Il profumo del pane alla lavanda
Sarah Addison Allen


Avvertenza per Loredana: è modello Harmony.
Il titolo originale “Garden Spells” :-D.
Alla fine è un “romance” ben confezionato, uno di quei libri da leggere tra un “Mondo senza fine” e “Il Signore degli Anelli”.
O nella sala d’attesa dello specialista di turno: mica posso portarmi Mondo senza fine alla ASL! Potrei usarlo contro i furbetti che cercano di barare con i numeri della fila o gli orari già stabiliti, col rischio perigliosissimo di danneggiare il libro. No, no, no, non oso pensarci.
Torniamo al nostro giardino; è un libro divertente che descrive la vita di una cittadina di provincia con tutte le sue piccole tresche ed un pizzico di magia.
Claire è una Waverley e come tutte le donne della sua famiglia conosce bene le magiche proprietà di frutti e fiori che crescono nel suo giardino.
E l’albero del suo giardino è un melo birbone che si diverte a fare piccoli scherzi.

Una protesta.

Gentili signore e signori della Sonzogno, affrettatevi a “far uscire” gli altri libri della signora Allen nell’edizione economica. Non ho intenzione di spendere più di 9 euro! E se mi risparmiaste la copertina rigida, sarei ancora più felice. Ed anche il mio fegato. 

giovedì 6 marzo 2014

L'Amanita#14 - La Signora dei funerali

La signora dei funerali
Madeleine Wickham (alias S. Kinsella)


Una truffa.
In tutti i sensi.
Dalla trama (la storia di una truffatrice), alla lettrice (che si sente truffata).
Be’, i conti tornano ;-)
Conoscevo la Kinsella per la fama dei vari “I Love shopping”, libri che ho manipolato spesso in libreria e ho lasciato là: non mi parlavano.
I libri tacevano, alla faccia dei commenti positivi di conoscenti che adorano lo shopping ed i personaggi “sclerati e scleranti”.
La scorsa estate mi è preso il raptus dei titoli cimiteriali. A ben pensarci, il cimitero è un giardino un po’ sui generis ed io non so resistere ad un titolo con “giardino e annessi”.
Qualora non si fosse capito è un messaggio subliminale: volete regalarmi un libro? Sapete cosa scegliere!
Comunque mi sono detta: e proviamo a leggere la tipa. Mi piaceva l’idea della furbetta che miete le sue vittime ai funerali e sceglie ricchi vedovi.
Una sola lettura, pure veloce, per concludere: una pseudo-intellettuale fintamente disimpegnata, che poi è davvero disimpegnata e dice poco.
Vero che anche nei libri di zia Jane, gira e rigira, una questione fondamentale è il “vil denaro”, ma mi aspettavo una sottile ironia feroce e mordace, almeno un vago ricordo di Oscar Wilde… e ho concluso con un sonoro ECHEPPALLE!
(chiedo scusa per il turpiloquio, ma un’amica romana direbbe: quanno ce vò, ce vò!)


Piccola spora velenosa: a proposito di zia Jane, cosa potevo aspettarmi da una scrittrice che si chiama come l’antagonista di Darcy?

martedì 4 marzo 2014

Eclettica#3 - La voce dei blogger torna a farsi sentire

...e anch'io. Sono stati giorni abbastanza intensi, ricchi di altri progetti da portare a termine, e ho latitato un po' da questi schermi, lasciandovi in ottima compagnia, di Simona e di Marzia. Oltre a comunicare la mia appartenenza al mondo dei vivi, voglio anche farvi sapere che è uscito il numero 3 di Eclettica, la voce dei blogger, che come al solito è ricca, ricchissima. Potete soddisfare tutti i vostri gusti, letterari e artistici.
Per la rubrica The horror! The horror!, ho letto Doctor Sleep, di cui ho già parlato in precedenza. Si trattava di un'anteprima, in cui esprimevo soprattutto la mia gioia all'uscita del sequel del romanzo più famoso di Stephen King, Shining. In questo numero, troverete cosa ne penso. Non vi anticipo nulla, ma sappiate che vale la pena sapere cosa succede a Danny Torrance, dopo essere uscito da quello spaventoso Overlook Hotel. Sempre per rimanere in tema di thriller, troverete anche Donato Carrisi, e la Nike di Samotracia per l'arte. Siete appassionati di cinema? Ecco per voi The Wolf of Wall Street. E...poiché non conosco tutti i vostri gusti, ma so che siete divoratori appassionati di libri e di cultura, ecco dove potrete soddisfare la vostra fame...

L'Amanita#13 - Ascolta la mia ombra

Ascolta la mia ombra
Marc Levy
  
Titolo originale: “Le voleur d’ombres”.
Un ragazzino figlio di divorziati ha un dono particolare: parla con le ombre.
Le ombre di amici o conoscenti approfittano di qualche casuale sovrapposizione per far cambio con la sua e poter essere ascoltate.
L’ombra del bullo della zona.
L’ombra di una ragazzina muta aspirante musicista, che desidera poter esprimersi.
L’ombra del suo migliore amico: figlio di fornaio destinato a proseguire l’attività paterna, sogna di diventare medico.
I ragazzi crescono, i sogni si “mescolano” e si realizzano in parte o per niente, come accade nella vita.
Mi era piaciuta l’idea delle ombre “chiacchierone”.
Nonostante l’originale francese (sento gracidare le rane brrrrrrr!) è un libro ben scritto, si legge molto scorrevolmente. Ma alla fine il romanzo sembra più un racconto lungo con la stessa consistenza del suo argomento: un’ombra…

Regalato senza rimpianti. 
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