lunedì 23 aprile 2018

Giulianna D’Annunzio – Un gatto randagio ma non troppo – Un’altra magia felina.

LoreGasp


Una storia dolcissima. Se dovessi condensare l’energia di questo libro in pochissime parole, sceglierei queste. Della favola e della fiaba, ha i sentimenti di valore e una certa magia. Della realtà, l’indifferenza e la superficialità che degenerano in crudeltà, che abbondano in certi esseri cosiddetti umani.

E’ il terzo libro di Giulianna D’Annunzio per Spunto Edizioni, dopo IlGentilcane, letto da Simona, e Ti do una zampa. I suoi personaggi sono soprattutto gli animali, cani e gatti, che allietano la sua famiglia reale e che la ispirano.
Dopo Gattoterapia, ero veramente curiosa di ritrovare una storia con un gatto in mezzo. E mentre mi dirigevo verso questo libro, mi sono fermata anche in casa di uno dei protagonisti principali di Polvere, il nuovissimo romanzo di Enrico Pandiani, dove un Gatto di personalità non mancava mai di fare risaltare la propria importanza, con strusciate e fusa ad hoc.

Un’ulteriore conferma della magia e del grande senso della scena e del massimo protagonismo posseduto da questi animali bellissimi e misteriosi.

Siamo a Latina, a casa di Samuele. Siede sul letto, sta rabbiosamente guardando il suo smartphone che sputa messaggi su messaggi Whatsapp. Non sono messaggi simpatici, le persone che li mandano non lo sono nemmeno un po’. Sono teppistelli che amano creare pasticci, e divertirsi a vandalizzare i pezzi di città in cui capitano. Samuele ci è capitato un po’ per caso, un po’ per sfogare l’impasto di dolore e rabbia che si è formato nella sua vita un anno prima, ma ora si accorge che trasformarsi in un ridicolo vandalo del millennio non è una medicina così efficace. Francesca, sua madre, lo ha messo in punizione per essersi lasciato coinvolgere in una bravata che poteva anche essere più pericolosa, e questo gli ha fatto vedere in quale abisso di stupidità si stava allegramente immergendo.

lunedì 9 aprile 2018

Dei libri di cucina. Post per nulla serio!

LoreGasp


Oggi è lunedì, e ho voglia di scherzare. A questo, aggiungo che leggere due libri di fila con persone che cucinano, per quanto da punti di vista opposti, mi ha fatto venire in mente una domanda. Che è rimasta lì senza risposta, e che mi ha fatto sganasciare dalle risate. E il risultato è questo post per nulla serio.

Andiamo con ordine.

A breve distanza l’uno dall’altro, ho letto Qualcuno sta uccidendo i più grandi cuochi di Torino e Gattoterapia. Apparentemente, non c’è un legame a cercarlo con la lampada di Diogene, a parte l’azzurro delle copertine. Il primo è un “giallo d’uovo” su un killer di cuochi (la definizione giallo d’uovo è dell’autore, Luca Iaccarino, e ancora mi fa sganasciare), mentre l’altro è la storia di un cambio radicale di vita di un essere umano che imita la noncuranza felina.

Il gancio comune, però, è la cucina. Sia Iaccarino nella parte di se stesso (nel libro è lui che indaga, ricordate), sia Lorenzo amano cucinare. È un’attività che li rilassa. E i paragrafi che li descrivono mentre fanno soffriggere cipolle o aggiungono, mescolano ingredienti, o controllano la doratura degli infornati, fanno venire davvero l’acquolina in bocca. Almeno, io avrei voluto essere lì, in quelle cucine, ad assistere alle loro creazioni, per guardarle con i loro occhi. È diverso dal cucinare in prima persona. Soprattutto se quella persona sono io, che cucina per necessità. Mi piace cucinare, ma non ho il talento di accostare elementi per creare sapori, che a loro volta causeranno sensazioni, apprezzamenti, esperienze.

Ho ripensato ai libri che ho letto dove la cucina era presente. I due libri di Muriel Barbery, per esempio. Come l’acqua per il cioccolato, di Laura Esquivel. Kitchen, di Banana Yoshimoto. Gli autori erano in grado di far venire l’acquolina in bocca descrivendo i sapori, le cotture, le sensazioni.
Wow, grandiosi. Davvero.

Ma questi sono autori che scrivono romanzi. Romanzi che sono ambientati anche in cucina. Trame che coinvolgono cuochi o amanti del cucinare, che sono in grado di destare sensazioni con le loro descrizioni. È il loro lavoro.

E… che diciamo dei libri di cucina?

venerdì 6 aprile 2018

Sergio Vigna – Trabant 89 – Mondi a confronto

LoreGasp


I libri si chiamano l’un con l’altro. Basta poco, pochissimo. Il 1987 di Nessuno come noi di Luca Bianchini ha fischiettato verso un altro libro della Cintura d’Orione, che si è subito messo in evidenza: Trabant 89, di Sergio Vigna. Due anni di differenza, due mondi opposti, un’atmosfera diversa e un monte di cambiamenti.

Siamo di nuovo in Piemonte, per sottolineare il luogo di nascita, Torino, di Marisa, una delle protagoniste principali del libro. L’altro è suo marito Guglielmo, autista di autobus di linea, onesto lavoratore e sostenitore fedele dell’ideale del comunismo, fervente ammiratore della sua applicazione nei Paesi dell’Est. Li conosciamo brevemente prima di partire con loro per le vacanze estive ad agosto, programmate e cercate con tanta accuratezza durante l’anno, soprattutto da Guglielmo. La destinazione scelta riguarda proprio i paesi del blocco sovietico, e soprattutto Berlino Est, con il suo angosciante muro famoso.

E’ soprattutto lui ad essere entusiasta di questa scelta: non vede l’ora di toccare con mano la realtà di un governo del popolo, una concretizzazione dell’ideologia in cui crede con sincerità. Marisa, la moglie, è più scettica, e forse un pochino stanca di questo suo idealismo, dovuto anche alla sua estrazione medio borghese di figlia di imprenditori; tuttavia, in nome del suo affetto e del suo legame collaudato, si convince presto ad accompagnare il marito meglio che può, almeno nell’entusiasmo, in un viaggio pieno di incognite.

Incomincia la loro avventura in camper, attraversando la Cecoslovacchia, visitando Praga e dintorni, stabilendosi nei campeggi fuori città e… toccando davvero con mano la realtà di quei paesi. Non sembra dorata come sulla carta, però. Marisa è la prima ad accorgersene, Guglielmo è ancora foderato nel suo idealismo. Questo non gli permette di vedere fino in fondo l’arretratezza dei paesi che attraversano, e di ascoltare la principale lamentela mormorata dalle persone che incontrano: non essere liberi di scegliere dove andare. C’è una certa rassegnazione chiusa e silenziosa negli ucraini, polacchi e cechi che campeggiano insieme a loro, e che li guardano con attenuati sospiri di invidia perché la bella Croma con cui viaggiano trainandosi un camper inimmaginabile lì, parla di un mondo e di possibilità che a loro sono precluse. Non c’è ostilità: passato il primo momento di imbarazzo macchinoso, Marisa e Guglielmo trovano sempre il modo di scambiare parole, anche in lingue stentate, e di farsi conoscere.

martedì 3 aprile 2018

Giorgio Pirazzini – Gattoterapia – Imparare dai gatti per vivere, guarire e…

LoreGasp


Per chi ama i gatti, questo titolo sarà quasi qualcosa di scontato. Ed è risaputo che avere in casa un animale da compagnia abbia effetti rilassanti e divertenti sui padroni umani. E se l’animale in questione è un gatto, ancora di più, per quanto i ruoli sono invertiti. La casa appartiene al gatto, che è il vero signore dell’umano che ha il preciso compito di prendersene cura, sfamarlo, coccolarlo a comando e mettersi da parte quando Sua Signoria (il gatto, sempre) ritiene di doversi occupare di altro.

Una volta richiamati in testa questi brevi elementi, ne resta da aggiungere un altro, che si rivela l’asse portante dell’intero libro: "Un gatto non si butta nel fuoco per nessuno”.

Strano? Aspettate a dirlo, inizia la storia di Lorenzo e Claudia.

Lorenzo è un pubblicitario mediocre, che va presto in crisi. È un buon esecutore, ma la sua fantasia e il suo potere di attrazione clienti con i suoi testi diligenti ma senz’anima, sono molto limitati. Sua moglie Claudia è una pubblicitaria come lui, ma creativa, forte e aggressiva. Se vuoi qualcosa, prendilo! è il suo mantra, il suo motto, la sua filosofia da sempre. Vivono a Londra in un appartamento che rimarrà solo a lui, dopo che Claudia se ne andrà a mordere la vita con un altro uomo, brillante e aggressivo quanto lei.
Pare l'inizio della fine per Lorenzo, e per qualche tempo si trascinerà in una vita da zombie. Indeciso se andare a riprendersi una donna che chiaramente lo ha messo da parte, se chiudere il baule dei ricordi, spezzare la chiave, e buttare il suddetto in un fiume, oppure se farla finita, magari con un gesto esagerato.

Se fosse solo, probabilmente la terza ipotesi si concretizzerebbe.

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