mercoledì 25 marzo 2015

Scrittori Made in Campania#3 - La morte in un bicchiere – Un investigatore tanto nostrano

Continua la rubrica degli scrittori campani, e continua la serie delle mie scoperte. Come ogni martedì sera, ne parlo a WeekendOut, la trasmissione di Radio Piazza Live da Monte di Procida, con Kristina Stella, Lucia Mancino, Giulia Scotto Di Carlo, e Danielina Fotina Barone. E' la volta di Renata Di Martino, scrittrice di gialli che vive a Napoli, con una raccolta di racconti, La morte in un bicchiere – Le calde inchieste del commissario Criscuolo. Niente doppio senso in quell'espressione “calde inchieste” che potrebbe richiamare alla mente alcuni titoli di film spinti degli anni '70...il commissario Criscuolo si trova al centro di inchieste calde per motivi soprattutto climatici. Questi racconti di piccoli e grandi crimini perpetrati ai Quartieri Spagnoli sono caldi perché avvengono d'estate.
Un'estate calda, lunga e opprimente, che fa sbuffare il povero commissario come se fosse messo alla prova direttamente dalle fiamme dell'inferno. Puntiamo i riflettori su Crescenzo Criscuolo. Per sua natura, il commissario non sembra gradire e amare la notorietà. E' un tipo schivo, per quanto affatto timido o sbiadito. Concentrato molto sul proprio lavoro, che ama moltissimo, da come si evince dalla passione malcelata dalla sua parlata dialettale un po' sbruffona, con un fortissimo senso dell'ironia, che lo porta a sdrammatizzare ogni crimine e ad essere amato, per questo, dalla sua squadra di agenti un po' scalcinata. Dotato di un solido talento investigativo, intriso di un sesto senso che si manifesta in modo enigmatico e confusionario nei sogni, il commissario riesce sempre, con un colpo di coda ad effetto, a risolvere i 22 casi raccolti in questo contenitore un po' affannato e accaldato dei Quartieri Spagnoli. Sono racconti veloci, concentrati in poche pagine, molto “cinematografici”, raccontati in un italiano fluido e flessibile, colorato da un'irresistibile parlata napoletana (complimenti all'autrice, perché trascrivere il dialetto con i suoi fonemi così particolari non è assolutamente facile) che spinge al sorriso e alla risata, anche se in piena tragedia. Leggendo questo piacevolissimo libro, non ho potuto fare a meno di pensare a Totò e ai film di quell'epoca, quando l'Italia stava passando un periodo alacre e laborioso, in cui nascevano idee e cose concrete, nella corsa alla ricostruzione dopo la devastazione del secondo conflitto mondiale. Lo stesso personaggio di Totò, con quella sua ironia molto acuta e intelligente, camuffata dal suo atteggiamento comico, sdrammatizzante, ogni tanto si sovrapponeva all'immagine mentale che mi sono costruita del commissario Criscuolo, di età indefinibile, sempre in movimento e sempre preoccupato dal mondo e dalla sua follia. Ulteriore dettaglio che ha legato quasi indissolubilmente l'immagine di Totò a quella del poliziotto, è il particolare che Criscuolo vive con madre e cameriera, in una bella casa grande, perennemente vivacizzata dagli scambi di opinione un po' accesi di queste due donne, che quando non sono occupate a soffocarlo di premure, litigano tra di loro sul modo migliore di fare pulizia e cucinare. Nella mia personale versione di questo trio, queste due donne hanno il viso di Titina De Filippo, e di Tina Pica, due grandi attrici caratteriste compagne di film di Totò e dei fratelli De Filippo, nonché di Vittorio De Sica. A proposito di quest'ultimo, vi ricordate l'irreprensibile maresciallo di Pane, amore e fantasia, o de I due marescialli? Nell'attaccamento al dovere, e nell'essere tutto d'un pezzo, ma incline all'empatia, Criscuolo assume il profilo classicheggiante del Vittorio De Sica brizzolato e affascinante. La simpatia e la tendenza alla commedia, tipiche di Totò, si trovano nel dialetto napoletano usato in confidenza con i suoi agenti e in famiglia, e nei sogni totalmente sconclusionati ma risolutori dell'ultimo momento. Perché leggere questo libro? Se volete leggere di vicende poliziesche, senza trovarvi nelle atmosfere elevate ma un po' cupe di CSI, e se volete ridere un po' in mezzo alle piccole tragedie della gelosia e dell'avidità umane, senza dover salire le vette dei filosofi, questi racconti sono il vostro aperitivo, la vostra pausa caffè, il vostro momento di relax. Vi lascio con un esempio di come potete risollevarvi il morale leggendo racconti polizieschi, con uno dei primi sogni di Criscuolo, nell'immagine qui sotto.






LoreGasp

martedì 24 marzo 2015

Io leggo perché – Il nome di un progetto, e il fondamento interiore di ogni lettore

L'Universo ascolta sempre. E risponde anche sempre. Qualche volta in modo poco simpatico o gradevole, o gradito, ma non è questo il caso. Arrivo da un periodo piuttosto lungo di difficoltà spalmata tra rapporti personali e lavoro. In parole povere, una serie di incontri ripetuti con persone poco pulite e affidabili mi ha quasi fatto perdere fiducia nella natura umana. La soluzione al problema poteva essere una scelta di eremitaggio assoluto, possibilmente all'interno di una biblioteca per il resto della vita. Non sembrava una soluzione facilmente applicabile, tuttavia. Almeno per quanto riguarda la parte “esilio a vita in biblioteca”: non sembrano esserci biblioteche disposte ad accogliermi. Pazienza. Rimangono comunque i libri, facilmente procurabili, adottabili e trasportabili, per cui mi sono rituffata nella lettura fino agli occhi, almeno nei momenti lasciati liberi dalle incombenze lavorative. Io leggo perché...mi è venuto da chiedermi qualche giorno fa. Io leggo perché...mi riconcilio con il mondo. Se l'umanità si comporta seguendo i propri mondi bassi, e rivela il peggio di sé, tenendo accuratamente celata la parte migliore, probabilmente per non sciuparla con l'uso, io mi rivolgo ai libri. Per conforto, per dimenticare per un momento le pugnalate alle spalle, che nell'anno 2014 mi sono state abbondantemente inflitte, per farle guarire più in fretta. Per ricordare che in fondo, quelle pugnalate non sono così gravi, perché...passano. Passano le persone che le hanno inflitte, credendo di dimostrare la propria forza, per poi cadere miseramente sotto i colpi (sempre metaforici, s'intende) di qualcun altro, più forte e incattivito. Io leggo perché...trovo una spiegazione sensata a certi comportamenti, e ulteriore conforto nelle vicende di persone che si sono trovate ad affrontare situazioni simili. Io leggo perché...conosco, approfondisco le mie conoscenze, allargo la mente, faccio in modo di aprire nuovi punti di vista dove pensavo che non ce ne sarebbero stati altri da far fiorire. Io leggo perché...mi diverto a vivere in altre vite, in altri luoghi e in altri tempi. Mi piace andare a cercare significati più o meno nascosti. Mi piace sentire rimbombare in testa linguaggi diversi, parole nuove, persino lingue o dialetti lontani. Adoro riflettere su quello che la lettura provoca in me, sulle emozioni che i personaggi riescono a smuovere. Imparo qualcosa di più su me stessa, grazie ai gusti che manifesto per le letture, e per i personaggi che mi colpiscono maggiormente, in bene e in male. Potrei continuare a scrivere per altri giorni di seguito, e non riuscirei a finire l'elenco. Tuttavia, mentre mi diletto con i motivi che mi portano tanto spesso a girare con libri e ebook in mano, l'Universo rispondeva alla mia situazione mettendomi davanti un progetto, che s'intitola proprio Io leggo perché, secondo il quale tutti i lettori di tutta Italia possono diventare messaggeri pro-lettura e stimolare, con il loro esempio, anche coloro che non amano leggere. Come? Collegatevi a questo sito, tenendo ben presente che se volete diventare Messaggeri di Lettura avete ancora un buon mese di tempo, prima della giornata della lettura vera e propria, che sarà il 23 aprile prossimo. E non dimenticate che non manca moltissimo a maggio...il mese dei libri, e il tempo del Salone del Libro a Torino. 

LoreGasp

lunedì 23 marzo 2015

Piccole e grandi scoperte#14 - Spunti di lettura sesta puntata

Questa volta siamo in visita di una libreria di Trieste con l’iniziativa curata da Giuseppe Culicchia  su Tuttolibri. A voi i sui tre consiglidi lettura:

IL MINOTAURO GLOBALE di YANIS VAROUFAKIS: Nell'America post-bellica gli Stati Uniti distrussero la realtà preesistente non una bensì due volte, per crearne di nuove. La prima volta non avevano altra scelta. La Seconda guerra mondiale aveva imposto all'America il ruolo di ideatore di realtà, sia pure contro la sua volontà. Ed essi risposero brillantemente, con un Piano globale che diede avvio alla stagione più felice del capitalismo globale. Quando poi il Piano globale ebbe raggiunto la sua data di scadenza, gli Stati Uniti non persero più tempo a tergiversare o a "studiare" la realtà esistente. Piuttosto, cercarono attivamente di disintegrare la realtà che stava già degenerando, in modo da provocare una decisiva crisi mondiale da cui sarebbe uscita una realtà ben più nuova e vitalissima: "Minotauro globale". Per la seconda volta nella sua storia, l'America aveva ridisegnato il mondo non tanto a propria immagine e somiglianza, bensì in un modo che aveva trasformato una strisciante debolezza in una maestosa egemonia. La chiave del successo dell'America fu il riconoscimento dell'indispensabilità di un meccanismo di riciclo delle eccedenze globali (GSRM). L'egemonia differisce dal dominio, o dal volgare sfruttamento, in quanto il vero egemone capisce che il suo potere deve essere rialimentato non mediante l'ulteriore prelievo dai suoi sudditi, bensì dall'investimento nelle loro capacità per generare eccedenze. Per togliere ai suoi sudditi, l'egemone deve padroneggiare l'arte di dare in cambio...

UOMINI IN GUERRA di ANDREAS LATZKO: Uomini in guerra è un romanzo in sei episodi: dalla partenza per il fronte al ritorno a casa passando per l'arrivo in prima linea, il battesimo del fuoco, l'assalto notturno, la disfatta... Lo scrive un ufficiale dell'esercito austro-ungarico inviato sul fronte italiano e diventa subito un best seller, tradotto in 19 lingue, nonostante sia bandito da tutte le potenze belligeranti. La sua forza è incontenibile. Racconta il fronte, le illusioni dell'inizio ma soprattutto il dramma della prima linea e della guerra, ogni guerra. Non ci risparmia nulla. Non lo fa in ritardo ma prima degli altri, nel 1917, quando ancora i soldati sono mandati in massa all'assalto delle trincee nemiche. E per questo è probabilmente il primo libro di denuncia della carneficina della Grande Guerra. Persino Hitler e i nazisti decidono che quest'opera scomoda deve scomparire e la bruciano nei roghi dei libri del 1933.
Ora quello che è giustamente considerato un vero e proprio classico torna dopo molti decenni di assenza dalle librerie con una nuova traduzione per ricordare ancora una volta la verità che si celava dietro le bandiere, dietro le canzoni e gli inni patriottici...

IL VISITATORE di ERIC EMMANUEL SCHMITT: Aprile 1938. L' Austria è stata da poco annessa di forza al Terzo Reich, Vienna è occupata dai nazisti, gli ebrei vengono perseguitati ovunque. In Berggasse 19, celeberrimo indirizzo dello studio di Freud, il famoso psicanalista attende affranto notizie della figlia Anna, portata via dalla Gestapo. Ma l'angosciata solitudine non dura molto: dalla finestra spunta infatti un inaspettato visitatore che fin da subito appare ben intenzionato a intavolare con Sigmund Freud una conversazione sui massimi sistemi. Il grande indagatore dell'inconscio è insieme infastidito e incuriosito. Chi è quell'importuno? Cosa vuole? È presto chiaro che quel curioso individuo in frac non è un ladro né uno psicopatico in cerca di assistenza. Chi è dunque? Stupefatto, Freud si rende conto fin dai primi scambi di battute di avere di fronte nientemeno che Dio, lo stesso Dio del quale ha sempre negato l'esistenza. O è un pazzo che si crede Dio? La discussione che si svolge tra il visitatore e Freud, e che costituisce il grosso della pièce, è ciò che di più commovente, dolce ed esilarante si possa immaginare: Freud ci crede e non ci crede; Dio, del resto, non è disposto a dare dimostrazioni di se stesso come se fosse un mago o un prestigiatore. Sullo sfondo, la sanguinaria tragedia del nazismo che porta Freud a formulare la domanda fatale: se Dio esiste, perché permette tutto ciò?

A presto.


SimoCoppero

sabato 21 marzo 2015

Sospetti sul lago - Guest Post#26

Ho cambiato libro, ma sono rimasta in zona regione Piemonte, e anche questa volta con una nuova piccola casa editrice: Spunto Edizioni.
Con i piccoli sono andata alla Precettoria di Ranverso e al Castello di Stupinigi, con i grandi mi sono spostata sui laghi di Avigliana e sui monti che li circondano.
Anna Serra di Torino con il suo primo romanzo mi è piaciuta. Scrittura scorrevole, che immediatamente ti imprigiona nella storia, una storia semplice, un capitolo di vita di una giovane donna che come tante si trova ad affrontare dei bivi, a prendere decisioni importanti che possono cambiare il proprio cammino.
Un racconto semplice, non vuole dire un racconto frivolo; i grandi scrittori da una base banale scrivono i grandi romanzi, e per citarne uno John Williams Stoner. Spesso ci troviamo davanti a tomi composti da 1000 pagine senza alla fine trovare un storia, qui abbiamo un racconto con un inizio e una fine, che lascia spazio all’immaginazione, che fa battere il cuore e che lascia a tratti con il fiato sospeso.  Apprezzata molto anche la descrizione dei luoghi.
La quarta di copertina recita : Rossella è una psicologa che vive sul lago di Avigliana con i suoi due cani e un marito assente fisicamente e moralmente. A seguito di un evento traumatico dovrà rimettere insieme tutta la sua esistenza. Molte persone le staranno accanto per tornare alla normalità e superare il tragico momento, ma i sospetti invaderanno la sua vita tra dubbi e incubi notturni. Alla fine sarà tra i ruderi del Castello di Avigliana che Rossella prenderà la decisione della sua vita.

Fate anche voi un giro ai Laghi di Avigliana insieme a Rossella.

SimoCoppero

venerdì 20 marzo 2015

Nuove iniziative - Lavori in corso

Nell’ultimo giorno di inverno il nostro Blog parte con una nuova e fresca iniziativa, sperando in una primavera ricca di colori, nuove recensioni e nuovi amici.
Siamo alla ricerca di idee, parole e collaborazione di piccoli e grandi amici, con poche semplicissime regole da seguire.

RICERCA DI IDEE: questa nuova iniziativa ci porterà all’inaugurazione di una nuova rubrica per bambini e ragazzi, quindi abbiamo bisogno del vostro prezioso aiuto e della vostra fantasia per trovarle un nome. Come vi piacerebbe che si chiamasse?

RICERCA DELLE PAROLE: invitiamo tutti i bambini e tutti i ragazzi che amano leggere a scrivere le recensioni dei libri che hanno amato , odiato, che li hanno fatti volare nella fantasia e che si sentono di poter consigliare ai loro coetanei.

Poche regole da seguire:
- aperto a tutti quelli che hanno voglia di collaborare con noi
- scrivete i vostri pensieri e le vostre recensioni e fatele pervenire agli indirizzi mail che trovate sulla linguetta “chi sono” in formato word, o per chi è comodo consegnate una copia cartacea direttamente presso il negozio cartolibreria Scarabocchi – Rosta
- sia le mail, sia i cartacei dovranno contenere il nominativo e l’indirizzo mail di un genitore che si possa contattare.

Tutti i lavori raccolti verranno selezionati e pubblicati sulla nuova rubrica omettendo volutamente le generalità dello scrivente per motivi di privacy.

Vi aspettiamo numerosi.  Buon lavoro.

SimoCoppero e LoreGasp

giovedì 19 marzo 2015

Segnalazioni editoriali#13 - Casa Editrice Mediares

Come qualcuno di voi avrà già avuto modo di leggere nelle due recensioni, che troverete sempre nella rubrica “angolo dei nani e dei giganti”, ho avuto nel mese scorso la fortuna di conoscere Gabriella e con lei una nuova piccola casa editrice nata sul nostro territorio da poco tempo: la MediaRes.
Nel nostro breve ma proficuo incontro, di Gabriella e della MediaRes ho avuto modo di conoscere aspetti interessanti: Gabriella oltre a tutto il lavoro che svolge per la casa editrice, può essere una buona guida e una buona accompagnatrice per le gite organizzate sul territorio, avendo tutte le competenze culturali e amministrative per poterle svolgere. Quindi per le scuole un buon punto di partenza.

La MediaRes invece lavora sul progetto Piemonte Arte e con i suoi libri per tutte le età ci porta in giro per il Piemonte e per il nostro territorio alla scoperta di veri gioielli che spesso sappiamo collocare in una particolare zona geografica, ma di cui nulla conosciamo.
Si libri per ogni età: partiamo con “giocando con Lucky”, per un pubblico di soli bambini a partire dai 4 anni, al cui interno troviamo da colorare, da giocare, da ritagliare, da interagire con le storie portando a termine semplici giochi. Passiamo ai libri sulle avventure di “Anna” per i ragazzi dai 7/8 anni di cui alcune recensioni sono già disponibili alle pagine http://delfurorediaverlibri.blogspot.it/2015/03/langolo-dei-nani-e-dei-giganti12-anna-e.html e http://delfurorediaverlibri.blogspot.it/2015/02/langolo-dei-nani-e-dei-giganti11-anna-e.html , per cui non mi dilungherò; per poi passare agli adulti appassionati di storia del territorio, quella più approfondita.
Essendo soprattutto libri didattici per asili ed elementari vi consiglio di collegarvi al video qui presente Silvia e Valeria, responsabile testi e responsabile illustrazioni, e di aiutarle nel loro lavoro e nelle loro ricerche, perché no i nostri bambini potrebbero essere loro gli inventori delle prossime storie con il supporto di adulti e insegnanti all’interno di laboratori.

Come sempre trovate tutti gli approfondimenti su internet, alla pagina http://www.mediares.to.it/, alla pagina Facebook Mediares e se necessario tramite me e i miei contatti.

MediaRes buon lavoro con l’aiuto di tutti.

SimoCoppero

mercoledì 18 marzo 2015

Link Party - Elfi per la Primavera



...un momento di pausa, tra un libro e l'altro. Pare, e ripeto, pare, che ci stiamo avvicinando a quel periodo dell'anno normalmente conosciuto come primavera, quando la natura si risveglia, il sole scalda un po' di più, rimane anche un po' più a lungo nei nostri giorni, ecc. Normalmente è così, ma da diversi anni il nostro clima decide in piena autonomia cosa fare, se nevicare ad aprile o toccare i 25 gradi in febbraio. In ogni caso, il blog Il Rifugio degli Elfi ha deciso di festeggiare l'arrivo della primavera con un Link Party: qui nella colonna di destra trovate il banner, che vi condurrà dritti dritti sul blog per sapere cosa fare, se voleste partecipare. E' un'occasione per far conoscere il proprio blog, e conoscere altri blogger, per uno scambio di vedute e di visite.
Buon Link Party!

domenica 15 marzo 2015

Una lunga estate crudele - Guest Post#25

Finalmente è tornata! La mia amica Alice Allevi è arrivata a tenermi compagnia. Peccato che le sue visite durino sempre troppo poco.
Probabilmente, dei libri usciti, questo, è quello che meno mi ha entusiasmato, forse solo perché Alice nonostante le indagini sul nuovo caso da risolvere, sta attraversando un periodo di transizione sentimentale.
Arthur, Claudio, rimangono nel limbo della confusione più assoluta, e un nuovo arrivo, Sergio, speriamo porti una ventata di aria fresca e frizzante per la nostra amica, dopo la calda estate passata.
Come i precedenti, leggerlo vi farà passare qualche ora tra indagini, guai, investigazioni e pasticci.
Si, Alice di pasticci ne combina tanti, ma in qualche modo cade sempre in piedi. Vi sorprenderete a ridere da soli, ad arrabbiarvi con Claudio per i suoi modi, a sperare che Arthur bussi alla sua porta e perché no magari anche alla vostra.
Non perdetevelo, sicuramente sarà di transizione per una via più sicura da percorrere con Alice e le sue emozioni meno confuse. L’indagine e l’amico Calligaris ve li lascerò gustare da voi.
Ah, Alice, una cosa … se per qualche motivo la tua storia con Sergio non decolla, o se pensi che per qualche motivo Claudio e Arthur diano più soddisfazione, avverti, sarò ben contenta di accompagnarlo ad Alicudi io stessa!
Buona lettura amici.
SimoCoppero

venerdì 13 marzo 2015

L'angolo dei nani e dei giganti#12 - Anna e il segreto musicale di Stupinigi

Questa volta ho deciso di seguire Anna e il suo amico Giorgio nel mistero della reggia di Stupinigi.
Un altro piccolo libro per ragazzi dai nove anni in su. Come il precedente racconto, è molto ben strutturato; la storia ruota intorno ai due protagonisti impegnati a risolvere il loro nuovo caso. Inseriti nel racconto approfondimenti storici e culturali sulla reggia di Stupinigi, glossario per le nuove e più difficili parole e un quiz finale come prova di apprendimento sui concetti acquisiti.
Anche questo libro può essere usato in loco come guida turistica, ma anche come materiale didattico.
La grafica è interessante: riprende fedelmente la prima avventura; sottolineatura, colori, grassetto ad evidenziare quello che è racconto, storia passata, nuove terminologie, il tutto correlato da disegni.
Anche questo un ottimo lavoro da portare soprattutto nelle scuole come cultura, e insegnamento su quello che era, è stato ed è il nostro territorio.

Alla prossima avventura. E ricordate questi piccoli capolavori sono della casa editrice MediaRes.

SimoCoppero

giovedì 12 marzo 2015

Il Profumo – La serenità del lato oscuro

Quando ne sentii parlare la prima volta, la collega che lo nominò disse che era senza dubbio il suo libro della vita, quello che avrebbe portato via durante l'incendio di casa sua, se fosse capitato. Naturalmente, questo accese una curiosità non indifferente, che poté essere soddisfatta solo diversi anni più tardi, quando Marzia lo lesse e me lo passò. Potete leggere qui i suoi pensieri; io non mi dilungherò molto, ma non posso fare a meno di esprimere i sommovimenti causati da questo libro. E' senza dubbio una di quelle opere che non lascia minimamente indifferenti. O lo odii, o lo ami, profondamente in entrambi i casi. Per me è stato un mix di entrambi i sentimenti, tanto per non smentirmi mai. Non sono proprio capace di sentire una sola sfumatura di sentimento e di emozione: se c'è amore, c'è sempre una tinta di odio, e viceversa. Ho adorato l'ambientazione fisica, la Francia del diciottesimo secolo, ricreata con molti dettagli nei locali squallidi della banlieu parigina, nei negozi e nei laboratori di profumiere, nei paesaggi delle campagne e delle città attraversate dal protagonista. Ho adorato la caratterizzazione scientifica, quasi da Balzac, dei personaggi. Ogni aspetto del loro carattere viene esposto, sviscerato, commentato con la giusta dose di parole: non una di più, non una di meno. Grenouille, l'infernale protagonista, è seguito passo passo nella sua vita, dalla nascita squallida e sporca, quasi impedita e soffocata, fino alla crescita senza sentimenti o passioni tranne quella prepotente e ossessionante per gli odori di tutte le forme di vita, mobili e immobili. E' irritante Grenouille. Non sappiamo perché, però. Il suo aspetto è dimesso, comune, senza nulla che attiri lo sguardo o spinga ad una seconda occhiata. Qualcosa in lui, però, aggancia i sentimenti meno nobili, almeno del lettore. Alcuni dei suoi coprotagonisti nemmeno si ricordano il suo nome, quando volgono lo sguardo lontano, ma tutti subiscono danni o perdite ingenti, quando Grenouille si allontana da loro, come se fosse una specie di demone custode, con una bizzarra missione di protezione. Ed è forse la definizione che si addice meglio ad un personaggio inquietante come questo, nato nello squallore, nel gelo dei sentimenti, respinto da tutti, ma animato da ideali superiori: "Del tutto calmo, Grenouille stava seduto sulla panca del duomo di Saint-Pierre e sorrideva. Non era in uno stato d'animo euforico, quando aveva concepito il progetto di dominare gli uomini. Non vi era alcun guizzo di follia nei suoi occhi, e non una smorfia insensata deformava il suo viso. Non era fuori di sé. Era così limpido e sereno di spirito che si chiese perché poi voleva farlo. E si disse che lo voleva perché era malvagio fino alle midolla. E questo lo fece sorridere, ed era molto contento. Aveva un'aria del tutto innocente, come una persona qualsiasi che è felice." (Il profumo, Patrick Sueskind, pag.161) Vi pare un ometto semplice, con cui andare d'accordo? Un essere umano solo d'aspetto, dotato di un talento straordinario per riconoscere e sentire gli odori e creare profumi paradisiaci, che non ha nessuna empatia, e nessuna spinta a mettere il proprio dono a servizio dei suoi confratelli e che, al contrario, pensa a dominarli per pura malvagità. Una malvagità gelida priva di autocompiacimento, che lo porta a uccidere senza rimorsi, dubbi, ripensamenti. E' solo il suo obiettivo, quello che conta, celato nella creazione del profumo per eccellenza. Se siete lettori che amate i personaggi “tinti”, quelli contaminati (buoni con venature perfide più o meno pronunciate, cattivi con inaspettati risvolti umani), le ricreazioni storiche,  gli scossoni imprevisti nelle trame e nei finali, e lo stile ricercato ma semplice, ecco il vostro libro. Di sicuro, non si lascerà accantonare tanto facilmente. Io sto già pensando al momento in cui potrò rileggerlo...
LoreGasp

mercoledì 11 marzo 2015

Scrittori Made in Campania#2 - La dote – Una B ingombrante

Per la rubrica Scrittori Made in Campania, che va in onda su Radio Piazza Live ogni martedì sera alle 21,00 durante la bellissima trasmissione di WeekendOut, condotta dall'Ineffabile Trio, Kristina, Lucia e Giulia, ho scoperto questo libro di ghiaccio, La dote di Michele Serio. Perché lo definisco di ghiaccio? Perché è capace di descrivere situazioni horror, quello quotidiano fatto di ricatti, sopraffazioni fisiche e morali, squallore fisico e morale, con una freddezza da chirurgo consumato. E se guardiamo la storia bibliografica dell'autore, scopriamo che ha al suo attivo veri romanzi horror. E che leggeremo, naturalmente. Per ritornare a La dote, il libro è presentato in modo ingannevole: una copertina rosa, un paio di mutandine femminilmente vezzose, un cuoricino. 

E il titolo è morbido, richiama un momento abbastanza dolce (ok, dipende dai punti di vista) per la vita di una donna, ovvero quando si sposa e porta al marito un quantitativo di beni, comunemente chiamati “dote”. In questo libro, la dote è di natura particolare. E' un bene. Fisico. Si può concedere. Si porta in giro dappertutto e sarebbe impossibile non farlo. E' oggetto di innumerevoli espressioni del linguaggio, per definire un gran colpo di fortuna o un lavoro fatto davvero male, oppure per esprimere un augurio non troppo gentile a chi ci offende, o chi esprime un'opinione avversa alla nostra. Cos'è? Un lato B. Un'accoppiata di glutei particolarmente attraente, che si sviluppa dal giorno alla notte al fondo della schiena di una ragazzina piuttosto anonima, di animo semplicissimo tendente al minimale, abitante di un vico squallido della variegatissima Napoli odierna. Da un momento all'altro, dopo essere passata dalla porta stretta della pubertà, la sbiadita e invisibile Maria diventa l'oggetto del desiderio dell'intero vicolo Alabarde dove abita. Gli uomini la guardano lascivi, i ragazzi l'abbordano per strada, i professori si trasformano in vecchi satiri per lei. Un boss della camorra, e uno dei suoi sicari entrano in conflitto per lei. Ciascuno vuole impossessarsi del premio prima dell'altro, e mordere letteralmente la mela della discordia. Un effetto simile si ricordava ai tempi della bellezza leggendaria di Elena di Troia...ma il parallelo epico finisce qui. Il bel Paride si nasconde sotto le fattezze umiliate di un giovane rampollo nobiliare decaduto e disprezzato, il cavallo di Troia è una Kawasaki ipercromata e vistosa, i generali greci e troiani sono piccoli boss camorristi presuntuosi e volgari, mentre Troia...viene utilizzata spesso in altri significati. Non c'è nulla di epico, qui, ma molto di moderno e di vicino alla nostra realtà: l'invidia gelosa e bruciante di falsi amici, lo squallore morale di chi non esita a vendere esseri umani per denaro, figli e consanguinei compresi, l'assenza completa di empatia e di rispetto per i sentimenti altrui, il disprezzo e l'incomprensione per i valori umani. Tutto questo trasmesso in un linguaggio forte e deciso, ironico e piatto all'occorrenza. Consigliato per i lettori dalle spalle robuste, che non si spaventano di fronte ai lati freddi e squallidi del cuore umano.

LoreGasp

martedì 10 marzo 2015

Piccole e grandi scoperte#13 - Spunti di lettura quinta puntata

Quinta tappa, siamo arrivati a metà dell’iniziativa curata da Giuseppe Culicchia  su Tuttolibri. Siamo in una libreria di Venezia, e il nostro amico libraio ci consiglia:

L’UOMO SEME di VIOLETTE AILHAUD: Con la fine della prima guerra mondiale, ormai ottantenne, Violette Ailhaud decide di raccontare una vicenda incredibile che ha vissuto in prima persona nel suo piccolo villaggio dell'Alta Provenza. Nel 1852, quando Violette ha solo diciassette anni, gli uomini del suo villaggio, dichiaratamente repubblicani, e quindi ostili a Luigi Napoleone Bonaparte, vengono arrestati o deportati, e chi cerca di fuggire (tra questi proprio il promesso sposo di Violette) viene passato per le armi. Per due anni nel villaggio, condotto da sole donne, non si vedono uomini: né ladri, né autorità e nemmeno preti. Ormai sfinite dalla fatica e dalla mancanza di amore, le donne stipulano tra loro un patto. Il primo uomo che apparirà all'orizzonte dovranno dividerselo, per poter ridare vita al villaggio. Prefazione di Valeria Parrella

FONDI DI CAFFE’ di MARIO BENEDETTI: Claudio percorre a ritroso la sua vita e riscatta aneddoti, persone e avvenimenti storici che hanno segnato la sua esistenza: episodi che come fondi di caffè si sono sedimentati nel suo passato e che hanno costituito le fondamenta della sua vita. Con questo esercizio del ricordo, frammentario perché così è la memoria, lo sguardo di Mario Benedetti si sofferma su momenti chiave nell'esistenza di un uomo: l'esperienza del piacere e l'accettazione del dolore, la scoperta dell'amore, il sesso, lo sviluppo di una coscienza sociale.

LA CLASSICA FACCIA DA PUGILE di JACK LONDON: I due racconti di boxe qui riuniti, "Una bistecca" ("A piece of steak") e "II messicano" ("The Mexican") sono magistrali. In queste pagine London distilla molte delle sue tematiche principali: l'avventura, la lotta per la sopravvivenza, lo scontro, l'agonia, la solitudine dell'individuo, il trascorrere del tempo; ma anche la condizione sociale, le determinazioni materiali che stanno alla base dell'agire umano, il conflitto di classe, il desiderio di riscossa personale e collettiva, l'afflato rivoluzionario. Due potenti affreschi di un mondo che non è solo 'sportivo'.

Tre nuove proposte molto interessanti. Vi aspetto, come sempre, per conoscere le vostre chiavi di lettura.


SimoCoppero

lunedì 9 marzo 2015

Il furore...CONTAGIOSO!

Ecco un post riflessione di Marzia, non ascrivibile in nessuna rubrica...in questo caso, si vede come il Furore Di Aver Libri sia trasversale a qualunque forma, rubrica, spazio, tempo, persona, ecc. :-D

Dodici casi per i Vedovi Neri 
Isaac Asimov

Il club dei Vedovi Neri è composto da sei gentiluomini, forse un po' troppo litigiosi, che ogni mese si riuniscono in un ristorante per mangiare cibi raffinati, bere del buon brandy e conversare amabilmente, serviti da Henry, il fidato cameriere eletto membro onorario del club.
A ogni riunione invitano un ospite, al quale pongono una domanda: <<Come giustifica la sua esistenza?>> (voce dell'amanita: una domanda di riserva? Già vivere è complicato, dover anche giustificare l'esistenza...)
Si sviluppa così un vivace contraddittorio che non tarda a colorarsi delle tinte del mistero quando l'ospite, rivelando un dettaglio in apparenza insignificante della sua vita, innesca involontariamente un piccolo o grande enigma alla cui soluzione si dedicheranno i sei... sette Vedovi Neri.

Avvertenza.
Se bazzicate questo blog, sappiate che prima o poi verrete irrimediabilmente contagiati.
Libri che mai e poi mai prendereste in mano, vi arriveranno a casa.
Pagine su cui non desiderate posare i vostri sacri occhiali, attireranno lo sguardo. Comincerete con un ingenuo: ma sì, me l'hanno prestato - (meglio ancora) regalato...
Libri, che in negozio snobbate con la regale allure di una Grace Kelly col set completo di scettro-corona-e-mantello-d'ermellino, vi inseguiranno alitandovi sul collo. Ignoro se Grace Kelly avesse il set completo, ma riesco ad immaginare la scena. La sottoscritta col suddetto set sarebbe semplicemente ridicola. Al massimo dispongo di una stampella, che mi rende anche pericolosa.
Dicevo: arriveranno.
Senza neanche avvisare.
Ora, non che non abbia gradito Asimov. Anzi.
Ma può capitare che l'amico di un conoscente di una collega di un cugino abbia apprezzato un post pubblicato da Loredana e per il vostro compleanno vi dica: "non è il mio genere, ma ho visto che qualcuno ne ha parlato sul tuo blog preferito e te li passo". Oppure la variante: "non è proprio il libro di cui avete scritto, ma della stessa serie; tanti auguri, nè!" (con la "u" di augUri rigorosamente stretta, come la "u" francese, e le altre vocali vergognosamente larghe).
Io vi ho debitamente avvisato.
Perché mi è accaduto e colgo l'occasione: grazie a tutte le anime pie che mi regalano libri.
E stavolta tocca a me dare ragione a Loredana, che dedicò un post al primo dei quattro libri di racconti. Sia per lo stile, sia  per l'atmosfera: è un libro divertente, ingannevolmente leggero e molto cinematografico.
Sì, sì e ancora sì. Io ci ho visto anche un Gregory Peck o la coppia Curtis-Moore di Attenti a quei due!
Aggiungo solo un paio di dettagli.
In genere non amo particolarmente i racconti, preferisco i bei "tomoni ciccioni" e sostanziosi, ma ho letto questi molto volentieri. E le note al fondo di Asimov sono vere chicche.
Questi vedovi sono un'ottima compagnia nelle sale d'attesa dello specialista di turno, possono offrire spunti di conversazione col vicino di fila simpatico  o tenere lontano quello molesto.

Piccolo regalo:

INTRODUZIONE


Non credo ci sia molto altro da dire, sui Vedovi Neri rispetto a quanto non abbia già esposto nei Racconti dei Vedovi Neri. Quello era il primo libro della serie, e ora avete tra le mani il secondo.
In quella prima introduzione spiegavo che i Vedovi Neri traggono ispirazione da un Club che esiste davvero e al quale appartengo, di nome Trap-Door Spiders. Sul quale non aggiungerò altro, perché se avete già letto I Racconti dei Vedovi Neri la ripetizione vi annoierebbe, e se non li avete letti preferisco lasciare che la curiosità vi tormenti, di modo che vi sentiate spinti a comprare il primo libro e porre rimedio alla lacuna.
Tra l'altro, all'indomani della pubblicazione de I Racconti, ne regalai una copia a ciascun membro dei Trap-Door Spiders. Tutti, nessuno escluso, si finsero molto compiaciuti dall'operazione; e io, ovviamente, finsi di credere che lo fossero davvero.
Ora non ho altro da dire, ma perché non vi abbandoniate toppo presto alla gioia di esservi sbarazzati di me, mi corre l'obbligo di avvisarvi che mi ritroverete nella breve nota che segue ciascun racconto.

I. Asimov, Dodici casi per i Vedovi Neri, minimum fax, Roma, 2012, p. 7.  

Ehm. Adesso mi manca solo il primo della serie, che ho già ordinato.
LOREDANA, SEI UN PERICOLO PUBBLICO!

domenica 8 marzo 2015

Cinquanta sfumature di stronzo – Tanto per cambiare!

Oggi è un momento strano per parlare di stronzi, lo ammetto. Dovrebbe essere la giornata della Donna per eccellenza, in cui ci si scambia mimose vere e virtuali, le donne vengono coperte di auguri e belle frasi di esaltazione e complimento. Che rimangono poi a quel livello...parole pronunciate con la bocca, spinte da senso del dovere e dall'esserci in una ricorrenza che ha radici parecchio tragiche, di cui nessuno ricorda bene. Per qualcuno sono anche significative, e sono dette con il cuore, non lo metto in dubbio...ma il numero di coloro che lo credono davvero è ancora troppo esiguo per fare una differenza seria. Io accetto di buon grado tutti gli auguri e i complimenti, ma festeggerò sul serio la ricorrenza della Festa della Donna quando la maggioranza degli uomini su questo pianeta avrà sviluppato lo stesso atteggiamento di profondo amore e rispetto verso le donne che il mio Sensei, Daisaku Ikeda, porta avanti nella vita da ottant'anni. E con questo ritorno al vero argomento enunciato dal titolo...le cinquanta sfumature di stronzo. Ci ricordiamo ancora di tutto il battage pubblicitario o meno quando uscì qualche anno fa quella tristissima trilogia delle cinquanta sfumature, che ho letto anch'io e recensito in questo blog. Poche settimane fa hanno pensato bene di farne uscire un film...su cui non mi pronuncio proprio perché non l'ho visto e non lo vedrò mai. Manco dell'elemento principale che mi porterebbe a spendere soldi per un film: la curiosità. Tuttavia, sembra che questa curiosità non difetti a milioni di persone nel mondo (soprattutto donne) che fanno la fila per vederlo. E i social network impazzano con i meme sul film, sul libro, coniando nuove espressioni che coinvolgono la parola “sfumature”. Persino un ristorante si è inventato un piatto con una quindicina di sfumature di un cibo che non ricordo, ora. Navigando tra lo sbocciare primaverile di sfumature in ogni campo e genere, ne ho trovata una che mi è piaciuta non poco. Ed è probabilmente l'unica che ricordo bene e che mi fa piacere diffondere: Cinquanta sfumature di stronzo. Da qualche tempo subisco la fascinazione della parola “stronzo”, e soprattutto da quando ho letto i libri di Giulio Cesare Giacobbe, che ne ha discettato in lungo e in largo, nella versione maschile e femminile. E anche nell'interpretazione data da una scrittrice americana, Sherry Argov, con La magnifica stronza. Per riassumere (e parlerò di questi libri in separata sede), il termine stronzo non indica solo una persona cattiva/egoista/maligna/superficiale, ecc. Nella visione di questi due scrittori, spesso lo stronzo è semplicemente un uomo o una donna privi di condizionamenti buonisti o infantili, che impediscono loro di essere condiscendenti con chi li vuole manipolare e ricattare, magari tramite i legami amorosi. In questo ebook gratuito, scaricabile presso il bellissimo sito www.unaparolaalgiorno.it, trovate tutta una serie di sinonimi che aiutano a dipingere meglio il ritratto dello stronzo, molto spesso liquidato velocemente come infido, maligno. Se volete approfondire, o vi piace poter trovare parole alternative a questa che è molto usata, molto forte e provocatrice di reazioni spesso violente, è l'ebook che fa per voi. Brevissimo e divertente, occupa poco spazio nei vostri lettori e vi fa riflettere. Soprattutto la chiosa finale sul potere creativo delle parole, che riporto integrale: "Lasciamo il fuoco oscuro delle più pesanti fra le parole negative al dramma, e alle ore gravi, e alla poesia, perché esso ci può consumare. Preferiamo sfumature più tenui, che il cuore può contenere senza scurirsi. E magari, cerchiamo di esercitare le fiamme chiare e benigne delle belle parole, affollando i giorni di stupore, letizia, coraggio e gioia. Che parimenti, pronunciando, creiamo." (50 sfumature di stronzo, unaparolaalgiorno.it. Pag.26)
LoreGasp

domenica 1 marzo 2015

Piccole e grandi scoperte#12 - Spunti di lettura quarta puntata

Continuiamo con l’iniziativa curata da Giuseppe Culicchia  su Tuttolibri. Le tre proposte arrivano da un libraio di Marsala e sono:

IL GATTOPARDO di TOMASI di LAMPEDUSA: Perché l'Italia è precipitata nella crisi peggiore degli ultimi trent'anni? La colpa è della Germania, dell'austerity imposta dall'Europa, della moneta unica? O della mediocrità della classe dirigente? Esiste una via d'uscita, una ricetta per rifare il Paese? Per rispondere a queste domande, Alan Friedman, forse il giornalista straniero che conosce meglio la realtà italiana, parte da quegli anni Ottanta in cui l'Italia era la "quinta potenza economica del mondo" e pareva avviata verso una vera modernizzazione per arrivare fino alle drammatiche vicende degli ultimi anni. Attraverso conversazioni con i protagonisti dell'economia e della politica, da cinque ex presidenti del Consiglio (Giuliano Amato, Romano Prodi, Silvio Berlusconi, Massimo D'Alema, Mario Monti) a Matteo Renzi, Friedman fa luce su retroscena che nessuno ha finora raccontato. Il racconto delle vicende politiche degli ultimi anni assume una nuova luce, rivelando ciò che spesso è stato omesso o taciuto. E si combina con un ambizioso e sorprendente programma in dieci punti per rimettere il Paese sul binario della crescita e dell'occupazione. Il tempo delle mezze misure è finito, e Friedman, in questo libro coraggioso, offre una ricetta di riforme di vasta portata.

COMPLICE LO SPECCHIO di ANTONIO MARANGOLO: L'investigatore privato Eddie Ponti non si muove tra le pagine di questo libro, in Sicilia e a Ferrara, per scoprire il responsabile di un delitto. Egli è stato ingaggiato per un curioso incarico non convenzionale da una vedova misteriosa e molto disinibita, piena di lentiggini e con una criniera rossa e selvaggia simile a quella "di un leone nella savana". Le sue doti di segugio, di abile trasformista, la sua prodigiosa possibilità di accorciarsi quindici centimetri fanno di lui il primo detective che opera in un ambito niente affatto poliziesco.

IL POZZO DELLE MERAVIGLIE di GIUSEPPE PITRE’: Premio Andersen 2014. Premio speciale della giuria. Fiabe di reginelle e di re, fate e animali, giganti e mammedraghe, diavoli e maghi; storie di sciocchi e furbi, megere ed eremiti, amori e dispetti, astuzie e ruberie, botole e sotterranei, travestimenti e fughe; e poi ancora giardini e fontane, fichi e melagrane, sale e zafferano, olio e basilico, ricotta e sangue... Ben 300 fiabe a fronte delle 200 messe insieme dai fratelli Grimm, per citare l'esempio più illustre. Pochi lo sanno, infatti, ma la raccolta di storie orali più ricca ed estesa che l'Italia abbia mai avuto la si deve a Giuseppe Pitrè, una figura straordinaria di medico e folklorista, che a bordo di un calesse le andò a raccogliere una per una dalla viva voce dei popolani di mezza Sicilia. Non a caso nel 1956, quando Calvino raccolse dai repertori di ogni regione le 200 Fiabe italiane a suo giudizio più belle e rappresentative, ben 40 le attinse proprio all'opera di Pitrè - da Giufà a La volpe Giovannino, da Rosmarina a Cola Pesce. Eppure, a meno dell'incursione calviniana, questa raccolta è a tutt'oggi pressoché sconosciuta al pubblico italiano, poiché Pitrè aveva scelto di trascrivere le fiabe nel dialetto siciliano ottocentesco in cui gli erano state raccontate da quei popolani, e così facendo le aveva rese indecifrabili ai lettori italiani. Dopo quasi un secolo e mezzo, questa edizione, introdotta dal massimo studioso internazionale della fiaba, Jack Zipes, e illustrata da Fabián Negrin, è la prima traduzione integrale in italiano moderno delle fiabe di Pitrè.


Arrivederci alla prossima puntata.
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