giovedì 6 dicembre 2018

Paura sotto la pelle2 – Una rassegna per guardarla in faccia

LoreGasp


Esattamente una settimana fa, il 29 novembre a Bologna, si è tenuta la seconda rassegna dedicata al grande tema della paura. Organizzata da un trio di tutto rispetto, Giusy Giulianini, Fabio Mundadori e Giovanni Modica, ha tenuto banco per due giorni all’Università Alma Mater, al Dipartimento di Italianistica.
Ha convocato scrittori, sceneggiatori e registi per ascoltare la loro versione su cos’è la paura e su cosa li spinge a scrivere e raccontare la paura e di paura. Se volete scoprire qualcosa di più sul concept della rassegna e sulla sua genesi, vi consiglio di leggere da cima a fondo i post del sito dedicato: https://paurasottolapelle.wordpress.com/home/

Oltre ai programmi degli interventi, numerosissimi, di coloro che hanno partecipato, potete trovare una sezione molto ricca di foto e di interviste video. Dario Villasanta, che si è occupato della parte di comunicazione dell’evento, non si è risparmiato nel diffondere e far conoscere la rassegna, e nel tenere informati gli appassionati sullo svolgimento della stessa, e sul suo “post”. E a prepararli adeguatamente prima di partecipare… è sufficiente dare un’occhiata al grande contenitore dell’evento FB di Paura sotto la pelle
Basterebbe quello per prepararsi per un piccolo esame sull’argomento! :-D

Io mi sono interessata in corsa dell’evento, grazie al suo invito. E l’ho raccolto fino ad andare a Bologna il 29 novembre… spinta anche dalla curiosità di veder realizzato un mio sogno di ragazza. Entrare all’Università di Bologna, pur non avendo potuto studiare lì. Mi sembrava impossibile, e invece ho trascorso lì un’intera giornata.

La prima parte della rassegna si concentrava sulla parte scritta: fior di scrittori e giornalisti si sono avvicendati sul palco a dare la propria definizione di paura e del proprio personalissimo modo di darle sfogo, di guardarla e di esorcizzarla, in qualche caso. Qualche nome? Stefano Di Marino, Enrico Pandiani (di entrambi sono comparse sul blog le interviste a loro dedicate), Paolo Roversi, Matteo Bortorotti, Maurizio Lorenzi, Giada Trebeschi, Loriano Macchiavelli, Mariano Sabatini, Angela Capobianchi, Roberto Centazzo… e tanti altri che ora non nomino solo per questioni di memoria e di spazio! Ma nel sito #dapaura di cui sopra, li trovate tutti.
Giusy Giulianini e sullo sfondo, DarioVillasanta

Com’è stato per me, tuffarmi in un mare di paura? Stimolante, liberatorio, interessante. Ho incontrato dal vivo persone che di solito vedo incasellate in una foto profilo su Facebook, o di cui leggo i libri o i post. Li ho ascoltati rivelare qualcosa di sé, anche di particolarmente personale, com’è stato il caso di Maurizio Lorenzi, poliziotto scrittore di romanzi, che mi ha colpito per il modo gentile ed equilibrato in cui ha descritto il suo particolare vissuto di paura. E per lui si tratta di una visione da addetto ai lavori molto addentro, essendo parte delle Forze dell’Ordine. Un ruolo anche delicato, in questo gioco di “Scopri la paura”: forse qualcuno come lui non dovrebbe averla? O dovrebbe reprimerla? Magari fosse così facile la risposta. 
Maurizio Lorenzi trova nella scrittura il canale dove dirigere il flusso di adrenalina che sale rapidissimo oltre i livelli di guardia, ed è un modo originale quello che ha usato per raccontarlo. È stato uno degli argomenti che mi hanno colpito maggiormente.

in primo piano Mariano Sabatini e Matteo Bortorotti
Tutti si sono avvicendati sul palco, presentati e accompagnati da Giusy Giulianini, sempre misurata e padrona di casa – maestro di cerimonia attenta e mai a corto di domande interessanti. Grazie ai loro interventi mi sono portata a casa un mosaico di tante tessere sfumate di paura, alcune inaspettate, altre inconsuete e altre ancora di radici lontane. Matteo Bortorotti ha introdotto un colore diverso nella paura, rivolgendosi all’eterno dibattito su cos’è e dov’è il male, aprendolo dal suo atteggiamento di filosofo. Un filosofo, però, pratico, attento e con un linguaggio scorrevole, piacevole da ascoltare. L’interrogativo dov’è il male si tira dietro il suo fratello minore: come trattarlo? E questo è stato il filo afferrato da Mariano Sabatini, con la sua forte presenza di cronista e autore televisivo, per animare un breve scambio di vedute su come trattare il male e soprattutto, su come comunicare il male.

Chi di noi non rimane almeno perplesso davanti al modo in cui una certa corrente di giornalismo televisivo e non, comunica il delitto, il fatto di cronaca cosiddetta nera? E sul fatto che questo possa contribuire a generare paura in chi ascolta o legge? Io mi sono sentita spesso pungolata pesantemente dallo stile insinuante tinto di viscido di certi stili di comunicazione scelti per raccontare delitti e moventi. Come se qualcuno allungasse le mani su di me o nella mia borsa, senza che io avessi mai dato il permesso di farlo. E sulla questione dei permessi ci sarebbe da scrivere una serie di altri post… decisamente fuori tema!

Valerio Varesi, Enrico Pandiani e Giusy Giulianini
Sul polar, il “genere incrocio” tra poliziesco e noir, si sono confrontati con ironia Enrico Pandiani e Valerio Varesi, e non solo, naturalmente… quando si fa una domanda ad uno scrittore, ci si deve aspettare un intero mondo nella risposta, che, a sua volta, ti porterà in altri mondi, pure lontani da quello che avevi menzionato nella tua domanda! Fa parte del fascino di avere a che fare con gli scrittori…

L’intervento di chiusura, vero e proprio dulcis in fundo, è stato di Loriano Macchiavelli. L’ho ascoltato ben attenta e in silenzio, poiché il suo atteggiamento meritava parecchia attenzione. Un bel tono sostenuto da divertimento, e serio nelle parole e negli interrogativi, ironico e anche un po’ graffiante nei confronti di altri colleghi (nominati attraverso i loro personaggi, con molto tatto e diplomazia), e dietro l’apparente presentazione “improvvisata” (lo scrittore mostrava con disinvoltura gli appunti del suo discorso) ci ha lasciato con una riflessione sull’attuale ruolo del noir. Loriano Macchiavelli (mi domando se sia suo discendente o sia il cognome particolarmente dotato di certe caratteristiche) ha dato una sua risposta, parzialmente… e non perché non ne fosse sicuro o non ne avesse una. Era più divertito all’idea di far scervellare noi sul ruolo e sulla giustificazione attuale dell’esistenza di un genere come il noir, che non è nato per divertire, ma per far sentire scomodi e per aprire gli occhi su certi aspetti poco graditi e gradevoli.

Loriano Macchiavelli e Giusy Giulianini
Mi è spiaciuto non poter restare per il giorno dopo, dedicata alla sezione cinematografica #dapaura. Sono già felice di aver seguito una giornata così piena… ora attendo la terza “stagione”!

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