LoreGasp
Sono passati alcuni giorni da quando ho finito di leggere Lo
sguardo oltre le vette, secondo libro di Marco Sartori, pubblicato da Spunto
Edizioni. E un paio da quando l’ho presentato presso la Biblioteca Comunale di
Rosta (lunedì 8 maggio), con Bolla e Fantasia, come si può vedere dalle foto allegate sotto. Non si è
ancora spento l’eco delle parole e dello stile del libro, incentrato sulla
montagna e su un modo particolarmente profondo di viverla e osservarla.
Sono molti i personaggi che lo popolano, e pochi sono quelli
umani: il più importante, quello che attraversa i capitoli-racconti del libro
ha un nome impegnativo, un paio di occhi sconcertanti, e l’età anagrafica e la
resistenza fisica di altri tempi, lontani lontani: Garibaldi. La
lettura-escursione di Lo sguardo oltre le vette inizia proprio con lui, tra le
mani dell’ostetrica che lo accompagna nel mondo e che per la prima volta
constata la qualità unica di quegli occhi già aperti e che sembrano già in
grado di vedere, e si concluderà proprio con lo sguardo lanciato dal
protagonista come un abbraccio verso la montagna che non potrà più incontrare
per limiti raggiunti di resistenza.
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Roberta Pierantoni e Marco Sartori |
Seguiamo la crescita del bambino Garibaldi nella Torino
“antica” del dopoguerra, nei suoi rapporti difficoltosi con la famiglia e gli
amici, i colleghi e il capo nella maturità. Qualcosa s’inceppa sempre quando ha
a che fare con gli esseri umani: non sono le sue creature preferite, e presto
impara a selezionare le sue frequentazioni, e non ha paura di tagliare finti
rapporti, amicizie inesistenti. Questa parte umana è quella che meno desidera
che occupi il suo tempo, le sue energie. La sua crescita reale, il suo rapporto
reale e sincero è con la montagna, e le sue creature. Signora immobile, potente,
incontrastata e irraggiungibile, anche se attraversata continuamente da persone
che la visitano, camminano sulle sue pendici, nei suoi boschi, convinte di
conoscerla bene e di aver scoperto tutti i suoi segreti. Che provino fino a che
punto sono riusciti ad arrivare in lei, quando decide di non volere nessuno su
di sé, quando le sue rocce diventano improvvisamente scivolose o friabili e si
sottraggono alle mani e ai piedi frettolosi dei piccoli umani arroganti che le
si vorrebbero aggrappare addosso, e la temperatura cala improvvisa per l’arrivo
di pioggia o nebbia.
Chi è la vera Signora, adesso?

Presto spostiamo lo sguardo dagli uomini per concentrarci
sulle altre creature della montagna: lupi, cervi, coturnici. Non leggiamo
semplicemente di loro e delle loro vicende: le viviamo in loro perché l’autore,
Marco Sartori, ha donato loro la voce umana che non hanno perché impariamo a
conoscerli DAVVERO. Il suo amore ampio e profondo per la montagna, emerso e
coltivato fin da bambino, gli ha permesso di descrivere con particolari e con
convinzione quello che vede, ma anche di costruire un ponte di comunicazione
tra gli umani e i non umani di quell'ambiente.
Dopo aver letto questo libro, anche se non siete
appassionati di montagna, imparerete che tutto quello che sapete o avete
guardato finora di lei e delle sue creature, non è che la superficie. E nemmeno
tutta, la superficie.
Se siete appassionati, invece, troverete qualcuno che parla
la vostra lingua con proprietà, e la sa anche insegnare, con semplicità fluida.
Spesso si rischia di cadere nei tecnicismi o nelle statistiche, in questo
ambito, ma qui i numeri non sono importanti.
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