Sapevate che i libri sono anche umani? Noi ci siamo fermati
all’edizione cartacea, fatta di fogli tenuti insieme con rilegature e cuciture
di vario genere, a quella digitale, in forma pdf o simile per sottilissimi
lettori ultra-tecnologici da portare in tasca o in borsa. A Torino, venerdì
scorso, 26 settembre, ho scoperto quasi per caso che sono anche umani. Nell'ambito dei cinque giorni di Torino Spiritualità, la
cooperativa Progetto Tenda ha avuto la brillante idea di creare e gestire la
prima biblioteca umana, inserendola in una cornice sontuosa come
la Biblioteca Musicale Andrea Della Corte. Per una spiegazione più approfondita
e informazioni più succulente sulle prossime iniziative dei libri viventi, vi
rimando a questo bel link. E per seguire da vicino Human Library, affrettatevi a connettervi alla sua pagina Facebook. Non soffermatevi troppo sulle foto pubblicate nel post della
biblioteca...lo smartphone fa quello che può, ma segnatevi il nome e cercate in
Internet. O venite direttamente a Torino e ammirate questo gioiellino sui
generis.
Per tornare all’iniziativa dei libri umani (che continuerà
anche a novembre e dicembre, SAVE THE DATE!), ho ricevuto un invito via
Facebook (il calderone infernale di cui ho parlato diverse volte, che occulta vere e proprie perle nelle pieghe
nascoste) e con una carissima amica ci siamo recate all’avventura. In
biblioteca “i librai” (coloro che hanno portato o consigliato “il libro”)
attendono i lettori che possono scegliere i titoli della categoria Storie di maestri, il primo scaffale
esibito della biblioteca vivente. Noi abbiamo scelto Storia di Ugur: il
racconto di vita di un giovane curdo, straniero ed isolato nel suo stesso
paese, costretto a lottare e a ricominciare molte volte a vivere a causa dell’appartenenza
ad un’altra etnia. Storia di Ugur è proprio un sorridente giovane curdo che a voce
bassa ed espressiva, nel giro di mezz’ora, ci porta a casa sua e ci fa
conoscere la sua famiglia, i luoghi che frequenta, i militari turchi che
rendono la vita infernale a lui e ai curdi. Il “libro” interagisce con noi.
Invece di interromperci nello sfogliare le pagine e riflettere su passaggi
particolarmente significativi, e rimanere con le nostre domande senza risposta
(è un inconveniente in cui tutti i lettori incappano, prima o poi), avevamo la
possibilità di rivolgerci a lui, e a indagare anche i suoi sentimenti, a caldo.
Oltre ad avere imparato qualcosa di più sulla situazione curda, abbiamo
sperimentato cosa vuol dire interagire con un libro, che risponde e sorride,
acconsente e ride. Quante volte mi sarebbe piaciuto farlo con qualche altro
titolo...ogni tanto mi sembrava una situazione da film. Il libro era comunque una
persona, che si è messa a disposizione nostra per mezz’ora e ha condiviso con
noi i suoi pensieri e i suoi elementi personali. E’ qualcosa di più e di
diverso dall’ascoltare un audiolibro o un cantastorie: la voce e gli occhi del
libro erano sinceri e comunicavano situazioni e sentimenti sentiti, sofferti,
rifiutati e compresi. Nella lingua comune si usa un’espressione come “essere come
un libro aperto”, oppure “leggere dentro”; con questo progetto di biblioteca
vivente, credo che siano diventati qualcosa di più di un semplice modo di
dire...
Grazie per questa segnalazione! L'iniziativa sembra davvero curiosa e interessante: ottima intuizione questa della biblioteca vivente!
RispondiEliminaTi posso assicurare che lo è...le prossime date sono dedicate all'amore e all'amicizia. Non vedo l'ora di assistere di nuovo!
EliminaLore mi porti???? La mia cliente dice che si è divertita tantissimoooooo!!! ;)
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