Visualizzazione post con etichetta Valeria Amerano. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Valeria Amerano. Mostra tutti i post

mercoledì 15 febbraio 2017

San Valentino nei libri - Presentazione Nuda proprietà, Valeria Amerano

LoreGasp

Nella giornata del 14 febbraio, San Valentino, si sprecano commenti di ogni genere. Tralascio di riportare i miei, che sono quasi tutti improntati al black humour più black. Mi diverte essere controcorrente. Così come controcorrente, bizzarro e del tutto spontaneo è questo post che scrivo di getto, dopo aver stabilito che non l’avrei pubblicato qui sul Blog, ma solo sulla Pagina Facebookrelativa.
Probabilmente voglio mantenere vivo il ricordo di un bellissimo San Valentino, perché sono stata invitata a moderare la presentazione del libro di Valeria Amerano, Nuda proprietà, in compagnia della scrittrice e del suo editore di Impremix, Enrico Cavallito, presso la Piola Libreria di Catia a Torino. Qui di seguito trovate la sua Pagina Facebook, se volete conoscerla di più.

La storia del libro è d'Amore (con la maiuscola) tra due persone, che però trascende i confini puramente fisici della coppia, per unirsi alla corrente d'Amore che esiste dentro, fuori, sotto il creato, in qualunque forma si manifesti. Qui trovate i miei pensieri in proposito.

Ieri si è celebrato l’Amore per i libri, e per quanto e come nutrono. Ne è emerso un dibattito che ha toccato argomenti apparentemente lontani tra di loro, ha acceso qualche garbata polemica, generato interventi interessanti e di nutrimento e contributo per tutti.

Posso dire che uno dei miei desideri (parlare di libri in QUEL modo, che a malapena riesco a descrivere) si è avverato: partire da un libro, entrarci dentro, ascoltare e parlare di libri per nutrirsi.

Grazie! Grazie a tutti coloro che hanno partecipato e contribuito.


Nelle foto, prese dalla Pagina Impremix Edizioni, La Lettrice (ex)Furiosa (quella con la faccia buffa, al solito), Enrico Cavallito, (Impremix Edizioni), Valeria Amerano, Silvia Gibellino (Impremix Edizioni).




mercoledì 14 ottobre 2015

Studio da carabiniere e ti sposo – Voce doppia

LoreGasp e SimoCoppero

Recensione a doppia voce, questa volta, per un altro dei libri di Valeria Amerano, che questa sera aprirà con noi il ciclo di letture Un libro, un piacere! a Giaveno, presso Il Piacere di creare. Simona lo lesse per prima, questa estate, mentre io sono arrivata in un secondo momento.

A lei la prima voce:

Più leggo pagine create da Valeria Amerano più mi rendo conto di essere innamorata.
Leggo e mi sembra di danzare tra le parole, mi sento una piuma che volteggia tra la cultura e la sapienza, pronta ad assaporarne ogni vibrazione e sfumatura.
Lasciarsi cullare dalle sue parole arricchisce il cuore e la mente. "Studio da carabiniere e ti sposo", libro composto da diciannove brevi racconti ambientati in una scuola della periferia degradata di Torino negli anni settanta.

Mai un libro più azzeccato in un periodo, e parlo di oggi, di riforme scolastiche proprio come allora. Gianluigi Camera nella prefazione cita queste parole "si coglie l'avversione per il mondo delle parole dette, delle tante riforme annunciate e mai praticate", ma da allora qualcosa è cambiato?

Era il periodo dove la scuola aveva aperto le porte: "genitori che controllano la qualità del cibo, consigliano agli insegnanti i libri di testo, promuovono gite; psicologi, letterati e falegnami erano accolti quali esperti per arricchire le cognizioni dei maestri". Ieri come oggi, sono passati gli anni, siamo nell'anno del Signore 2015, ma le maestre non sono riuscite a risolvere il dilemma dei bambini che leggono poco o nulla (riferimento all'ultimo breve racconto) e la scuola non mi pare sia riuscita ad avere importanti cambiamenti.

Dicevamo, diciannove racconti, che tra aneddoti e alunni difficili,  cresciuti sulla strada e spesso senza la linea guida di una famiglia, trovano sulla loro strada una maestra appena entrata in ruolo che accetta una sfida che la scuola e la società le presentano come impossibile.

Con amore, con disciplina, con regole, con fantasia, con capacità e voglia di riuscire, troviamo un'insegnante capace di farsi amare, rispettare, che riuscirà ad appassionare bambini "difficili", che insegnerà loro l'amore per la lettura, per le storie, per le materie più ostiche,  vincendo persino un concorso del percorso didattico.

Maestra che ha lasciato posto all'orchestra e che oramai siede tra il pubblico, ma che guarda a quegli anni come quelli dei giorni migliori, con il cuore pieno di nostalgia per gli alunni lasciati.
Leggere per meditare. Grazie Valeria!


Quando ho chiuso il libro, rammaricandomi come al solito che fosse finito troppo presto, ho pensato: Questo è un libro d’Amore. Fatto, scritto, pubblicato, disegnato con Amore, per Amore, d’Amore. Lo si sente in ogni parola, in ogni racconto, anche brevissimo, dedicato alle peripezie della maestra Anna, alle prese con i suoi allievi. 

Sono bambini e ragazzi di ogni genere. Dai bambini angelici e profumati, corredati di madri praticanti di yoga dei quartieri benestanti e tranquilli di Torino, a quelli “variegati”, un po’ meno profumati e più odorosi di altre zone della stessa città, che popolano con il loro candore e i loro scherzi, le giornate di una maestra attenta e innamorata del proprio lavoro, come Anna. 

Conosciamo i suoi bambini, e ci rivediamo nello specchio della macchina del tempo com’eravamo decenni prima, impegnati a imparare, o a evitare di farlo, alle prese con i primi amichetti e i primi piccoli nemici e avversari. Riconosciamo qualcuno dei nostri compagni di scuola dell’epoca, e di cosa pensavamo di lui/lei con la mente bambina e di poche strutture tipiche delle età giovani. Ogni racconto è un quadro fatto di poche pennellate lucide e articolate, di molto sfumate, e ricco di odori, tanti che agiscono da madeleinette di Proust.

L’autrice non manca di riservare anche parole per l’organizzazione scolastica che, nel corso degli anni, ha finito per allontanarsi dall’attenzione verso le menti giovani per inchinarsi a regole e programmi “moderni” ma privi di senso pratico. Anche le colleghe di Anna meritano il ricordo di un ritratto, concentrato in battute sarcastiche o in sguardi e atteggiamenti materni, a seconda dell’inclinazione della loro anima.

Leggete Studio da carabiniere e ti sposo se volete ritornare ai tempi della scuola e capire la bellezza nascosta che non sempre si è lasciata cogliere di quei tempi dolci e amari. Leggetelo se siete insegnanti e avete esseri umani giovani intorno a voi, soprattutto se confusi, taciturni o agitati: ascoltate l’Amore di Anna verso i suoi allievi, anche quando dipinge i più problematici, e poi guardate di nuovo i vostri. Magari, questo vi può suggerire qualche piccolo, e necessario, aggiustamento di tiro che prima non riusciva.

martedì 29 settembre 2015

In pugno alle stelle – Panoramica di famiglia

LoreGasp


Valeria Amerano è ancora con noi. E lo sarà sempre, ormai! In questo Blog abbiamo già letto quasi tutto di lei, come potete vedere qui e qui. Mancava In pugno alle stelle, che è stata una delle prime opere, dopo una serie di racconti pubblicati. Avvicinandosi il momento in cui potrò rincontrare di persona Valeria (dopo gli Eventi di Lettura di Rosta di quest’estate), ho voluto approfondirne la conoscenza tramite i romanzi che ancora mi mancavano all’appello, dopo Nuda proprietà. Le mie compagne Furiose avevano già potuto leggere Non voltarti, abbiamo perso, e Studio da carabiniere e poi ti sposo, mentre io ero rimasta leggermente indietro. L’impulso di guarigione che mi guida in questo periodo mi ha fatto posare la mano su In pugno alle stelle.

Dalla prima frase, sono stata afferrata e messa a sedere in prima fila ad assistere allo spettacolo di una Commedia Umana alla Balzac, incentrata su una famiglia molto piemontese dei giorni nostri: “Il mio nonno paterno era nato nel 1875 nella campagna pinerolese da una famiglia che non pensava con assillo al domani”. (Valeria Amerano, In pugno alle stelle, pag. 7, Alzani Editore) E’ fatta: il gancio è entrato dentro in profondità, e non riesco a toglierlo (per modo di dire) che poco più di un centinaio di pagine e qualche ora dopo, quando lo stampato finisce e inizia l’indice.

Facciamo subito la conoscenza degli avi di Anna, la voce narrante, che scopriamo essere totalizzante e discreta al tempo stesso. E’ la sua voce che sentiamo nella testa, ma vediamo i suoi familiari con i suoi occhi, nei loro corpi e nei loro caratteri. Ognuno di loro, con le sue espressioni tipiche dialettali, e le sue caratteristiche che lo distinguono senza dubbio da tutti, prende vita propria dalle parole di Anna e si mostra a noi con splendore e miseria.

Apparentemente, la narrazione è molto semplice: è la storia di una famiglia, scomposta nei due rami di ascendenza paterna e materna, sullo sfondo di Torino e della sua campagna circostante, dai primi del Novecento fino ai giorni nostri. Di semplice, però, non c’è nulla. Per inciso, prendetevi la domanda: c’è davvero qualcosa di semplice nelle storie di famiglia? E i personaggi che la compongono, sono davvero così semplici e banali zii, zie, nonni, padri? Forse nessuno di loro è Indiana Jones, il Dottor Who, uno scienziato geniale e fuori di testa, e nessuno di loro inventa una cura per il cancro, salva vite umane lanciandosi dai palazzi con superpoteri all’Uomo Ragno, o sventa rapine e ferma guerre sul nascere grazie a strabilianti doti diplomatiche.

Tutti, però, sono esseri umani. Vivono e si esprimono, con fatica o facilità, a seconda dei caratteri sviluppati da educazioni severe o lassiste, affrontano la realtà con le sue sfide e le sue domande, piccole e grandi: l’amore, la realizzazione nella vita, il rapporto con gli altri, il confronto con la fortuna e le circostanze volubili. Sono uomini e donne complessi, tutti, anche nella loro apparente banalità, e ogni evento, dal battesimo al funerale passando per il primo giorno di lavoro o la prima umiliazione, è davvero importante e fondamentale quanto decidere delle sorti del mondo.

Alla fine della lettura, ho contemplato un affresco grandioso, pieno di colore e sapore, in mille e mille sfumature. Abbiamo già avuto modo di sottolineare la padronanza e la ricchezza della lingua modellate in espressioni semplici, da parte della scrittrice, ma in questo libro diventano particolarmente calde. E’ il calore dell’affetto e della partecipazione, talvolta stizzita, della voce narrante che dipinge i suoi familiari nelle parole scritte. Anche il gelo tipico dei modi di qualcuno dei suoi parenti diventa caldo e vivo nei suoi ricordi.


Leggete In pugno alle stelle, se volete rivalutare e ripensare il vostro rapporto con il vostro gruppo parentale, sia esso già ottimale o conflittuale. Forse non vi farà diventare più buoni verso quei parenti che non perdono occasione di tirarvi frecciate o contrastarvi, ma vi farà nascere domande sulle motivazioni che li spingono a mostrare i lati di sé meno edificanti. Qualche volta, vi consolerà pure…com’è capitato a me. Certe parole e certi comportamenti di zii e cugini di Anna sono storia vecchia e dolorosa anche nei miei ricordi, pur essendo incarnati in altri visi e altri luoghi. Tuttavia, questo libro mi ha ricordato, nel suo modo caldo e garbato, che siamo tutti protagonisti di una Commedia di azioni che recitiamo talvolta inconsapevoli e meccanici, in tutte le lingue e le razze del mondo. Partendo da questo terreno comune, vedremmo quanto poco contano le altre differenze… 

domenica 30 agosto 2015

Leggere ... volare ... vivere!#3 - Non voltarti, abbiamo perso

SimoCoppero

Libro già preso in esame da Cristina, dalla quale abbiamo già estrapolato giudizi, intuizioni, pensieri di questo capolavoro.
Scritto con maestria, italiano ricercato, scorrevole, delicato, un uso della punteggiatura che spesso tanti autori dimenticano e al quale nessun lettore è ormai abituato.
A differenza del libro "Nuda proprietà", incontriamo pochissimi dialoghi, ma è stato bello riscoprire l’uso dei due punti. La mancanza di conversazione non rende mai il libro noioso, anzi, è sempre molto in movimento con le sue descrizioni.
Una Torino da amare e odiare, da possedere o no, ma spettacolare per la sua bellezza da leggere. Una descrizione affilata come una lama del lavoro che ama la protagonista e l’autrice: l’insegnamento.  Un viaggio alla ricerca di se stessi e alla ricerca della vita vera di Anna.
Un personaggio che ameremo immediatamente quello di Anna, ma che lo scorrere delle pagine ci porterà anche ad odiare. Coi i suoi amori e le sue vicissitudini: il matrimonio deciso in età troppo giovane e con nessuna esperienza per allontanarsi da una famiglia troppo invasiva e presente, la decisione della separazione dopo l’incontro con un nuovo amore andando contro alla società, ai genitori e alle malelingue.
Anna che per tanti aspetti non crede in se stessa, che vuole essere amata, ma che non sa farsi rispettare accetta questo amore “oggetto”;  Anna che non sa prendere posizioni, tranne che per il divorzio, con uomini che la usano, al quale lei si aggrappa per risanare quella sensazione di solitudine.
Tra la sinfonia delle pagine verrete accompagnati da una Anna che ammirerete, giudicherete, odierete, amerete, rispetterete, che farà sognare e camminare con lei. Marco, Davide, Melania, saranno satelliti importanti, spesso anche solo di contorno in una vita vissuta in solitudine.

Un libro da soppesare, come la lettura impegnativa che ci porta a intraprendere ore di riflessioni. Avremo bisogno di pause per lasciare depositare e sedimentare le emozioni.

lunedì 10 agosto 2015

Leggere ... volare ... vivere! - Studio da carabiniere e ti sposo

Oggi, 10 agosto 2015, giorno di San Lorenzo (e notte di stelle cadenti) inauguriamo una nuova rubrica, tutta ad appannaggio di Simona, Leggere è volare, che ci manifesta e ci coinvolge nelle sue letture e nelle emozioni che le trasmettono. Leggiamola con un altro libro di Valeria Amerano, dal titolo molto alla Lina Wertmueller, Studio da carabiniere e ti sposo:

Più leggo pagine create da Valeria Amerano più mi rendo conto di essere innamorata.
Leggo e mi sembra di danzare tra le parole, mi sento una piuma che volteggia tra la cultura e la sapienza, pronta ad assaporarne ogni vibrazione e sfumatura.
Lasciarsi cullare dalle sue parole arricchisce il cuore e la mente. "Studio da carabiniere e ti sposo", libro composto da diciannove brevi racconti ambientati in una scuola della periferia degradata di Torino negli anni settanta.
Mai un libro più azzeccato in un periodo, e parlo di oggi, di riforme scolastiche proprio come allora. Gianluigi Camera nella prefazione cita queste parole "si coglie l'avversione per il mondo delle parole dette, delle tante riforme annunciate e mai praticate", ma da allora qualcosa è cambiato?
Era il periodo dove la scuola aveva aperto le porte: "genitori che controllano la qualità del cibo, consigliano agli insegnanti i libri di testo, promuovono gite; psicologi, letterati e falegnami erano accolti quali esperti per arricchire le cognizioni dei maestri". Ieri come oggi, sono passati gli anni, siano nell'anno del Signore 2015, ma le maestre non sono riuscite a risolvere il dilemma dei bambini che leggono poco o nulla (riferimento all'ultimo breve racconto) e la scuola non mi pare sia riuscita ad avere importanti cambiamenti.
Dicevamo, diciannove racconti, che tra aneddoti e alunni difficili,  cresciuti sulla strada e spesso senza la linea guida di una famiglia, trovano sulla loro strada una maestra appena entrata in ruolo che accetta una sfida che la scuola e la società le presentano come impossibile.
Con amore, con disciplina, con regole, con fantasia, con capacità e voglia di riuscire, troviamo un'insegnante capace di farsi amare, rispettare, che riuscirà ad appassionare bambini "difficili", che insegnerà loro l'amore per la lettura, per le storie, per le materie più ostiche,  vincendo persino un concorso del percorso didattico.
Maestra che ha lasciato posto all'orchestra e che oramai siede tra il pubblico, ma che guarda a quegli anni come quelli dei giorni migliori, con il cuore pieno di nostalgia per gli alunni lasciati.

Leggere per meditare. Grazie Valeria!

SimoCoppero

lunedì 6 luglio 2015

Valeria Amerano, Nuda proprietà - L'intervista

Valeria Amerano
LoreGasp

Per completare e approfondire la conoscenza di Valeria Amerano, e della genesi del suo romanzo Nuda proprietà, ecco la sua voce che ne racconta i particolari, in domanda e risposta, mentre attendiamo altre sue opere. Qui di seguito avete qualche accenno biografico, sufficiente a darvi un'idea della provenienza e del retroterra culturale della scrittrice. La Furiosa scrivente è già in possesso dei suoi altri titoli, che man mano leggerà ed esporrà in queste pagine telematiche, perciò...seguiteci!

-Qual è stata l’origine, l’ispirazione che ha suggerito la stesura di questo romanzo ?
Nuda Proprietà è nato dalla fusione e dallo sviluppo di due racconti brevi, scritti dopo aver a lungo frequentato i luoghi della sofferenza, ospedali e convalescenziari dove generalmente i figli assistono rassegnati e impotenti al declino dei loro cari. Doveva rappresentare un inno alla vita, una reazione alla simbiosi che inevitabilmente lega una persona sana ai ritmi del decadimento del genitore ammalato.

-E’ una storia d’amore che ha i tempi e gli slanci di una passione giovanile, mentre in realtà i protagonisti non sono più così giovani…
-E’ vero. Ruggero e Nora hanno l’età in cui i minuetti sono finiti e, siccome si incontrano nell’aria malsana di una casa di cura, con le scene e le manovre del capolinea, chiamano da subito le cose col loro nome e intravedono la possibilità di un’estrema confidenza, una comunicazione naturale che avviene fra loro nel piacere di indovinarsi e di scoprirsi simili. Da subito si riconoscono, come se avessero esperienze comuni.

-Invece sono due persone molto diverse…Nora appare chiusa in un grigiore che dilegua all’irruzione di Ruggero.
- Sì, ho voluto descrivere una relazione fondata sui contrasti e indicare una possibilità di riuscita pur nella diversità dei caratteri, dell’educazione e del vissuto dei due protagonisti.

-Se Ruggero non esiste nella realtà, come è nata la scelta di un personaggio così variegato, dirompente ed equivoco?
-Ho lavorato per molti anni nelle scuole dell’obbligo delle vie più disagiate di Torino, dove i ragazzi crescevano essenzialmente per strada, bruciavano l’infanzia e obbedivano a codici paralleli per sfidare l’emarginazione cui erano destinati. Riconoscevo in loro una forza sorgiva, una grazia cruda nei modi e nel linguaggio aspro che adottavano per non cedere alla semplicità della tenerezza. Mi affascinava e mi sgomentava quel loro modo di camminare sul confine tra il bene e il male, quel loro dover scegliere ogni mattina se preferire la strada o entrare a scuola. Che ne sarà di questi ragazzi, una volta cresciuti?- mi sono chiesta tante volte. Ecco, Ruggero è una possibile risposta: un figlio dell’emigrazione degli anni 60 e di quelle periferie che offrirono il soggetto al film “La ragazza di via Millelire”. Si è salvato, ma una labile traccia di quel mondo gli è rimasta addosso.

-L’amore è un mezzo per salvarsi?
-Sì, se si ha l’umiltà di ammetterlo e di abbandonarsi anche quando non è corretto, comodo o decorativo: quando insomma potrebbe far ridere o sussurrare il prossimo.

-So che prima di questo hai scritto altri libri. Cosa ha significato, nella tua vita, la scrittura?
-E’ stata un’esigenza che ho avvertito giovanissima per trattenere a me le cose care, per farle durare oltre il tempo che era loro destinato. In seguito è diventata una modalità espressiva in cui mi completavo, comprendevo meglio me stessa e gli altri. Spesso era il semplice gioco di muovere con i fili personaggi inesistenti, con qualche tratto rapinato a persone conosciute. La scrittura è stata una disciplina che ha avuto la precedenza in molte scelte della mia vita, anche affettive.

-Puoi dirti soddisfatta di quello che hai ottenuto scrivendo?
-Ho detto quello che volevo dire. E’ già qualcosa. Mi ritengo un po’ delusa dalla scarsa diffusione che hanno avuto i miei libri. Onestamente, quando vedo in vetrina, a grandi tirature, la cantante arrochita memorialista o il libro dell’ex calciatore o autori l’eccellenza dei quali continua a rimanermi oscura, provo una piccola piccola nausea.
Grazie per l’intervista.

Valeria Amerano


L'Amore come forza e mezzo per salvarsi. E' uno dei concetti che conosciamo meglio, ci hanno girato film e film, scritto fiumi di libri, saggi e romanzi, ma...avete fatto attenzione ad una precisazione? "...se si ha l’umiltà di ammetterlo e di abbandonarsi anche quando non è corretto, comodo o decorativo: quando insomma potrebbe far ridere o sussurrare il prossimo." Quando non è corretto, comodo o decorativo, o quando non assomiglia alla trama di un film: ecco il coraggio di amare, di provare amore e di viverlo davvero, così come si è, con quello che si è e si ha, senza concessioni al "si deve", "non si deve", "si fa", "non si fa". Sono le parole che maggiormente mi hanno colpito e che hanno fatto vibrare una certa corda del mio cuore di granito che recentemente si rifiuta di stare ferma. Mi hanno anche rassicurato: non è più il caso di lasciarsi spaventare dalla forza e dall'estensione delle proprie emozioni, soprattutto se sono positive, e non importa se sono al di fuori dei canoni "sociali". Quelle sono etichette, collose e potenzialmente dannose, che non danno valori aggiunti, se non alla velocità di inquadramento delle cose e delle persone. Ma è poi così necessario inquadrare tutto? Viviamo, prima di tutto.

giovedì 2 luglio 2015

Eventi di lettura, i giorni dopo - Nuda proprietà

Questa volta, l'indomani della presentazione è molto più vicino. Martedì 30 giugno, a Rosta, presso la bellissima Cake and Coffee di Rosta, le due Furiose si sono presentate ancora, armate di libri, per un'altra serata di parole sul bellissimo Nuda proprietà di Valeria Amerano. Sfidando la calura assurdamente tropicale per quelle latitudini (non siamo poi così lontani dalla Sacra di San Michele), insieme all'editore Enrico Cavallito di Impremix, e altri irriducibili lettori, abbiamo intavolato una discussione animata intorno a Nora, Ruggero e l'ambientazione del romanzo. Valeria ci ha svelato diversi retroscena sulla composizione del libro, e anche sulla ricerca dei nomi dei protagonisti, che non sono stati scelti a caso, o sull'onda dell'entusiasmo. Come ogni madre, Valeria si è dedicata alla ricerca del nome giusto, che potesse raffigurare e trasmettere l'essenza dei suoi figli personaggi. E dalla genesi del libro Nuda proprietà, siamo passati ad una meravigliosa cavalcata nella letteratura italiana, a partire da uno degli autori molto amati dalla scrittrice, Carlo Cassola, complice anche un lettore del pubblico che aveva avuto la fortuna di conoscerlo personalmente. E' stata una bellissima occasione per parlare di libri, di maestri, dell'atteggiamento di lettura e di ricerca che si trova alla base della crescita spirituale.  E, naturalmente, per segnarsi altri titoli da inserire nella famosa lista di Giove... Valeria, in particolare, mi ha fatto riflettere moltissimo con il suo spirito di ricerca veramente molto elevato e approfondito. Partendo dai suoi autori preferiti, di cui uno è Cassola, ha voluto scoprire chi sono stati i loro maestri e li ha avvicinati, anche solo in lettura. Scoprendo, di conseguenza, veri e propri mondi sconosciuti e ricchissimi, che l'hanno divertita, stupita, istruita, e ispirata nella sua passione di scrittura. E il risultato è un gioiello di libro multi-strato, in grado di rilassare e divertire, riflettere e insegnare.

venerdì 26 giugno 2015

Eventi di lettura#3 - Nuda proprietà

Nuovi appuntamenti in arrivo.
Prendete nota che vi aspettiamo alla presentazione del libro Nuda Proprietà di Valeria Amerano,  in collaborazione con Scarabocchi Edicola e Cartolibreria che si terrà il 30 giugno 2015 alle ore 18.30 a Rosta presso il Bar Cake and Coffe di Tiziana Tragaioli – Piazza VI Novembre I. Per informazioni contattate il numero di telefono 011/9842397.
Per saperne di più potete collegarvi alla recensione già presente sul nostro blog (http://delfurorediaverlibri.blogspot.it/2015/05/nuda-proprieta-lamore-sorpresa.html). Vi aspettiamo.

mercoledì 6 maggio 2015

Nuda proprietà – L'Amore a sorpresa

LoreGasp

...soprattutto per me. E per sottolineare maggiormente il caso straordinario che rappresenta questo libro per me, ho scritto Amore con la maiuscola. Il mio cuore di granito ha sussultato e ascoltato in silenzio questa storia brillante quanto un gioiello, bevendola con attenzione a piccoli sorsi.

Intenso quanto la sua autrice, che ho potuto conoscere e apprezzare di persona, questo libro svelto cattura e rinchiude nel suo mondo apparentemente gentile e dimesso.

La sua protagonista, Nora, sembra una tranquilla signora di mezz'età, un'insegnante in pensione, che si dedica anima e corpo alla cura della madre anziana e acciaccata, in una quotidianità fatta di grigio, piccole cose gozzaniane, in una città da sempre considerata altrettanto grigia come Torino.



Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...