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venerdì 11 gennaio 2013

Storia proibita di una geisha – Un’apparente ironia e una determinazione feroce


 “Credo ci sia una grande ironia nella professione che ho scelto. Una per fetta geiko è sempre sotto i riflettori, mentre io ho trascorso la maggior parte della mia infanzia nascondendomi nel buio di un armadio. Una perfetta geiko fa uso di tutte le arti in suo possesso per soddisfare il suo pubblico, per regalare splendide sensazioni a ogni persona che incontra, mentre io ho sempre preferito attività solitarie. Una perfetta geiko è un elegante salice che si flette al servizio degli altri, mentre io sono sempre stata, per carattere, testarda, incline a contraddire tutti e molto, molto orgogliosa.” (Mineko Iwasaki con Rande Brown, Storia proibita di una geisha, Newton Compton Editori, pag.11) L’ho amata molto, subito. Un carattere indipendente, tignoso, una determinazione d’acciaio e talento da vendere. E questa sfida con se stessa, costante, immutabile, instancabile.  “Mentre una perfetta geiko è una maestra nel creare un’atmosfera di rilassato divertimento, io non amo particolarmente stare in compagnia. Una geiko che brilla non è mai, mai sola e io, invece, ho sempre preferito stare per conto mio.” (ibidem) A prima vista, si potrebbe dire che ha sbagliato mestiere. In realtà, era lei la geiko perfetta perché possedendo il talento artistico necessario e un atteggiamento caratteriale completamente all’opposto, ha saputo unire le due cose lavorando sui propri spigoli, senza fermarsi mai, ma rilanciando ogni volta con forza. Ha sublimato i suoi sforzi in un’espressione artistica unica, elevatissima, superando tutte le sue contraddizioni. “Bizzarro, vero? E’ come se avessi scelto deliberatamente la strada più difficile, quella che mi avrebbe costretto a confrontarmi con i miei limiti e a superarli. Effettivamente, se non fossi entrata nel karyukai penso che sarei diventata una monaca buddista. O chissà, una poliziotta.” (ibidem) In un paragrafo, Mineko fornisce la fotografia della propria essenza. Una vita al servizio dell’arte, che l’ha portata davvero a contrastare e a superare i propri limiti, in una lotta invisibile ma non meno feroce, per quanto combattuta sotto il cerone bianco e la seta voluminosa dei suoi kimono.

venerdì 4 gennaio 2013

Storia proibita di una geisha – Un mondo enigmatico


Il 2012 era l’anno del drago. Questo sarà l’anno delle donne…e io personalmente ho voluto iniziare da una figura particolare di donna, la geisha. Come dice molto bene una delle prime righe della definizione offerta da Wikipedia, le geishe sono ERRONEAMENTE assimilate a prostitute, soprattutto in Occidente. Sembra che noi Occidentali abbiamo una particolare predisposizione per commettere errori di questo genere…soprattutto quando si tratta di cose complesse e sfumate, difficili da inquadrare con un’etichetta sola, e possibilmente piccola e veloce. La geisha è una figura di donna molto raffinata, l’incarnazione della bellezza e delle arti, la padronanza del bello nell’aspetto, nelle forme e nei movimenti. Le foto che vediamo comunemente di geishe mostrano donne esili, dai volti bianchissimi da bambola come lineamenti e colori, coronate da acconciature spesse, pesanti, decorate e avvolte in kimono strettissimi e fantasiosi.  Non sembrano appartenere al nostro stesso mondo.
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