lunedì 4 gennaio 2016

Libri Distillati: NO, GRAZIE.

LoreGasp

“Abbiamo ridotto le pagine non il piacere”. È lo slogan della nuova collana I Distillati di Centauria disponibile dal 29 dicembre in edicola, libri che sono diventati bestseller italiani e internazionali e adesso riproposti ridotti all’osso − nel numero di pagine e nel contenuto − in un’edizione economica. Due titoli al mese di diverso genere “per accontentare tutti”, al costo di 3.90 euro l’uno, per leggere un romanzo “nel tempo di un film”.
In questi giorni sulla homepage del sito appare questo post: “Chi di voi non ha potuto leggere per mancanza di tempo libero un best seller perché troppo lungo? Con i DISTILLATI vivi il piacere della metà delle pagine dell’originale, ma senza perderti nulla!”. (http://www.cultora.it/libri-distillati-di-centauria-distruggono-il-piacere-della-lettura/)

The horror, the horror. Non è proprio così che volevo iniziare l’anno 2016, con un post d’horror…e non per trama, ma per contenuti. Andando con ordine, saltellando in Facebook sono letteralmente inciampata nella notizia che Centauria, che credo sia il braccio online della FabbriEditore, sta pubblicando una collana di libri “distillati”, come potete leggere nelle righe iniziali del post. Il loro slogan continua sottolineando: Distillati, non riassunti.

Precisazione inutile, da parte loro. Almeno per me, che ho smesso di pensare con calma e coerenza, dopo aver letto le prime righe, e aver lasciato spazio all’Inquisitore interno che si è bruscamente svegliato da un sonno pacifico. E sapete anche voi, quanto è brutto essere risvegliati di colpo quando si è in pace…

Perché parlo di horror, e perché dico No, grazie? (E aggiungo, senza possibilità di ritorno e appello?) Perché, secondo me, riassumere e accorciare un libro, se non è fatto sui banchi di scuola per esercitare le proprie capacità di comprensione di un testo, è un vero crimine. Possiamo chiamarlo anche “distillato”, ma sempre crimine rimane. Un omicidio è sempre un omicidio, anche se lo chiamiamo “soppressione” o “eliminazione”.

E’ un crimine contro la storia. Un crimine contro l’autore. E, come sottolinea bene l’autrice dell’articolo di cui vi ho inserito il link tra parentesi, poco più su, è un crimine contro chi ha aiutato a creare quel libro. Un’opera è frutto dell’ingegno di chi ha tirato fuori dalla propria Anima una storia e dei personaggi, e anche di coloro che hanno aiutato quella persona a esprimersi al meglio, come gli editor. Per non parlare poi, di chi ha creduto nella bellezza e nella funzionalità della storia, e l’ha impaginata e stampata in carta o fermata in bit, come le case editrici.

E a questo punto della creazione, arriva una terza parte che, facendosi carico di un falso problema di un settore ristretto della popolazione di lettori (il poco tempo a disposizione per leggere), si arma di forbice e la fa piombare a caso su una storia costruita per reggere con il suo numero di pagine originale, pretendendo di trasmetterne il messaggio per intero. Mi si potrebbe obiettare che i tagli non sono fatti a caso, e che non si tratterebbe di tagli, ma di passi di distillazione. Rispondo che, per quanto ragionati, risulterebbero sempre fatti a caso, perché chi li effettua NON è comunque nello spirito e nella testa di chi ha creato la storia. Non conosce il peso e anche il costo emotivo di ogni parola, di ogni passaggio, che contribuisce all’intero funzionamento del tutto. Quindi, ogni azione di taglio sarebbe “a caso”.

I lettori hanno poco tempo per leggere, e non gradiscono libri troppo lunghi? Va bene. E che lettori sono, questi? La lettura non è un’incombenza gravosa da sbrigare nel minor tempo possibile, un male necessario che richiede la rassegnazione di Giobbe per essere sopportato. E’ formazione, divertimento, rilassamento, riflessione, cultura e mille altre cose ancora, ma non è niente di gravoso, soprattutto se fatta con libera scelta! Posso comprendere la fatica di uno studente che affronta Ulysses di Joyce per forza, perché il suo piano di studi lo contempla e da lì si deve passare.

Ma qui parliamo di lettori che rinunciano a leggere libri troppo lunghi perché non hanno tempo, e che potrebbero fruire di storie nel tempo di un film. E perché? Perché ridurre i libri a film, se non sono sceneggiati appositamente? Perché dobbiamo andare di fretta anche nelle letture che ci scegliamo?
Se non si ha tempo di leggere oltre le 300 pagine, si rimanda la lettura. Esistono milioni di libri validi al di sotto delle 300 pagine, e che sono veloci da leggere, così come sono, con tutte le loro parole in originale.

Da ragazzina ebbi occasione di leggere i libri ridotti, perché all’epoca era molto più facile trovarli in quel tipo di edizione, come le diverse serie delle opere della Alcott. Non sapevo che erano stati tagliati, e li gradii così come erano. Quando scoprii che invece c’erano edizioni complete, mi sentii defraudata. Come se avessi letto cose non vere e avessi perso tempo dietro le lucciole, invece di godermi la luce della luna.

So che suona un po’ forzato ed esagerato, ma davvero non gradisco l’intromissione di una terza parte nei libri che acquisto, che pretende di guidare cosa devo leggere e come. Ribadisco che scelgo io con cosa nutrire il mio cervello.

I libri ridotti costano meno, afferma lo slogan. Risparmiamo la storia, risparmiamo denaro. Anche questo non regge. E’ vero e io sono la prima a lamentarmi a voce alta che certi libri costano troppo e che le edizioni in brossura sono inutili (e l’unico resto fossile nel mondo editoriale internazionale, che non conosce l'invenzione italiana della doppia edizione in tascabile e brossura), ed è anche vero che la soluzione che trovo molto spesso al problema è il prestito in biblioteca, il formato in ebook, o il continuo scambio con l’Amanita e altri lettori appassionati come me. Oppure attendo tempi migliori per il mio portafoglio e procedo ad acquistare il libro quando mi è possibile.


Queste sono le mie riflessioni a caldo, caldissimo, sulla questione. Cosa pensate voi dei libri distillati, ridotti, riassunti?

14 commenti:

  1. Cosa ne penso? Beh, meglio che non lo dica, per non essere volgare... mi prendo ancora qualche giorno per smaltire il fastidio e mettere in ordine qualche idea, ma, quando si tratta di cultura, sono sempre contraria ai tagli, da qualsiasi forza oscura provengano: i lettori vanno educati alla complessità, non ad un ragionamento o godimento dozzinali. Un conto sono le edizioni dei grandi classici per i ragazzi (io stessa mi sono appassionata al mito grazie al librone illustrato che riassumeva l'Odissea), ma qui è altra cosa...quindi iniziativa bocciata anche da parte mia!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Puoi dare libero sfogo a quello che pensi, anche se risulta volgare...in fondo, ci sono modi elegantissimi per esprimere concetti "bassi", e in questo la nostra meravigliosa lingua ci aiuta non poco. Sono molto, molto d'accordo sulla questione dell'educazione alla complessità, di ragionamento e di idee. Da sempre sono per l'evoluzione, il confronto, il miglioramento, in ogni campo. Oggi tutto è stato troppo semplificato, e se da un lato è un bene, tipo l'accesso a libri costosi tramite il formato ebook che consente prezzi anche più bassi, dall'altro provoca mostri, come l'eccessiva semplificazione e il risparmio delle lettere, come l'odiatissima k al posto delle ch! Non mi adatterò mai all'uso di una k dove non ci vuole, e non m'interessa l'obiezione della velocità di comunicazione tramite sms. Su Facebook c'è tutto lo spazio di questa terra per scrivere post lunghi chilometri, e le k abbondano. E questo è un esempio di grammatica, ma si può applicare in altri campi.
      In conclusione, ribadiamo: Libri distillati, NO GRAZIE.

      Elimina
  2. ARRRRGGGH! ABOMINIO!
    TUTTE BALLE! (e mi sono trattenuta)
    Ho amato i Bignami, mi hanno aiutato parecchio al liceo. Ma, appunto, quello scolastico era un obbligo e per un odiato Verga, ho scoperto altri autori che ancora oggi leggo volentieri; il post su Wilde è solo l'esempio più recente.
    Mi unisco a confermare la bocciatura.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io mi unisco al coro TUTTE BALLE. Sono davvero TUTTE BALLE. Se non c'è tempo per leggere, o si trova o si rimanda. Non devono farne le spese i libri, e i loro autori!
      Io non ho mai usato Bignami, se non una volta per curiosità, e questo per una sorta proprio di pudore: avevo continuamente il dubbio che la parte migliore, o quella più interessante, fosse quella lasciata fuori. Il complesso dell'Indiana Jones al contrario...

      Elimina
    2. Un Bignami non può sostituire un libro: lo usavo per ripassare.
      Io direi "NO" e basta, non puoi ringraziare chi spaccia un surrogato come un prodotto originale.

      Elimina
  3. attenzione: in brossura sono le rilegature non rigide, sono quelle con la copertina morbida, i tascabili. quelle rigide sono le copertine cartonate.
    cordiali saluti

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ...giusto! Io intendevo i libri con le copertine cartonate...presa dall'indignazione per la distillazione dei libri, non mi sono soffermata a essere precisa. Grazie!

      Elimina
  4. Oltre ad essere una cosa a dir poco abominevole, a mio parere si tratta anche di una strategia editoriale sbagliatissima. È inutile girarci intorno: non è vero che le persone non leggono perché non hanno tempo o non hanno soldi. Le persone non leggono perché non sono mai state educate a farlo: perché nessuno in famiglia leggeva, perché nel proprio quartiere non c'è mai stata una libreria o una biblioteca, perché nessuno a scuola è riuscito a far coltivare questa passione. Chi non è mai stato abituato a leggere non lo farà adesso perché gli si offre una versione stringata o più economica. Un libro sempre un libro rimane, sia che lo scorci sia che gli si cambi formato (penso a quegli orribili libri orizzontali pubblicati da Mondadori l'anno passato) e se una persona non ha mai avuto familiarità con questo oggetto, non sarà certo adesso che cambierà idea. Quantomeno, non per le ragioni addotte da questi fantastici pubblicitari.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Concordo con ogni parola. L'abitudine alla lettura si coltiva con completezza. Un medico viene addestrato a metà, su libri condensati, così non si stanca a imparare? O si prende dimestichezza e si accende la passione per il mondo dei libri, oppure...no. Rimane un rapporto di scambio come ce ne sono tanti nel nostro mondo. Non condivido la strategia, no. Forse può funzionare fino ad un certo punto e con certe persone, ma non è una cosa che, secondo me, può portare frutti a lungo termine.

      Elimina
  5. Ma non è una cosa sempre esistita? Mi sembra che i volumi con la copertina rigida marrone di Selezione dal Reader's Digest fossero proprio raccolte di distillati di romanzi (per i pigri). Io li ho sempre evitati come la peste...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, esattamente. I precursori dei Libri distillati sono proprio quelli del Reader's Digest. Io li leggevo volentieri, finché non ho capito che erano distillati. E da allora, li ho sempre evitati anch'io come la peste!

      Elimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...