SimoCoppero

La
prima cosa che mi ha colpito è il non uso delle virgolette per dare inciso ai
dialoghi: pensavo mi disorientasse e invece la scelta dell’autore rende la
storia più intima, più vera.

Capitoli
brevi, incisi, schietti, che descrivono un paese, Holt, di pura invenzione, ma
che nella nostra mente possiamo collocare in America, zona Colorado dove Haruf
è cresciuto. Un paese dove il tempo scorre lento, dove si respira aria di
polvere, di quotidiano, di piccole cose, dove tutto sembra immobile. Forse era
proprio il “tempo” che l’autore voleva farci arrivare, il tempo passato
trascorso in gioventù nel racconto dei due nuovi amici, e il tempo presente
fatto di ore, azioni, momenti che scandiscono la giornata, che inesorabilmente
trascorre.
Non
amo mai i titoli gridati in uscita, ma questo mi è rimasto attaccato alle mani
e al cuore, presto tornerò a Holt