
...e quanta ancora da fare. Meno male, aggiungo. Non è il
caldo improvviso, o un’altrettanta improvvisa recrudescenza della mia follia
interiore, ma è il canticchiamento, piuttosto ossessivo, che mi accompagna da
ieri sera, mercoledì 11 giugno, in cui si è svolta una bellissima presentazione
sui generis di un libro altrettanto sui generis. Si tratta de Il dio della bicicletta, di Marco
Ballestracci. La vostra Furiosa è intervenuta all’inizio della serata,
organizzata presso la Ciclistica Rostese, semplicemente per introdurre l’autore
che, accompagnato dal suo chitarrista Giorgio Pasino, ha dato vita ad una
presentazione-spettacolo dei contenuti del suo libro, intervallati dalle
principali canzoni italiane scritte per eroi del ciclismo. Il dio della
bicicletta è una divinità bizzarra. Schiva, riservata, silenziosa. Preferisce
agire, piuttosto che comparire tra tuoni, fulmini, lampi, fumo, o parlare in
lingue morte tramite Sibille in trance. Si insinua nelle gambe di bambini e
adolescenti dell’Italia degli anni della Seconda Guerra, o di quelli subito
prima, che vivono poveramente nei piccoli centri rurali, immersi e forgiati in
vite apparentemente dure persino per uno Spartano. Fa percorrere loro
chilometri e chilometri in bicicletta, semplicemente per andare a scuola o a
lavorare, attraverso tutti i fenomeni atmosferici, arrancando su salite
impossibili, facendo affrontare loro rischi al cardiopalma che farebbero impallidire
un adulto di oggi. Li trasforma in campioni, di gesti atletici e di volontà
titaniche, al punto da infondere un po’ della propria aura divina in qualcuno
di loro mentre sono ancora in vita, come il mitico Fausto Coppi, che è ancora
in grado di far piangere di commozione i suoi collezionisti, o persino chi è
nato lustri dopo la sua morte. Sarebbe troppo facile parlare di Coppi. I fiumi
di inchiostro e le tonnellate di carta consumati per lui, dai giorni della sua
vita fino ai giorni nostri, non sono più calcolabili. Marco Ballestracci, nel
suo libro e nel suo spettacolo, sceglie di parlare anche di altre figure, meno
note a livello planetario, ma altrettanto importanti nel mondo del ciclismo,
che gli appassionati capaci di ricordare date e km potrebbero facilmente
ritrovare.
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Marco Ballestracci e il chitarrista Giorgio Pasino |
Qualche volta si tratta di gregari, che il bizzarro e imprevedibile
dio della bicicletta spinge a compiere grandi imprese quasi all’improvviso,
facendoli uscire, per un momento, dalla loro posizione apparentemente “secondaria”.
Un’altra
volta si tratta di rievocare l’atmosfera di leggenda sinistra nata in alcuni
luoghi impervi, ostili, che hanno dato origine a tappe ciclistiche funestate da
incidenti e morti quasi inspiegabili, da maledizione, come il monte Ventoux in
Provenza. Sono dieci racconti in cui si
snoda la narrazione di un ciclismo anche lontano nel tempo, fatto soprattutto
da uomini e dalla loro volontà, ben distinto dal circo mediatico odierno e
dalle telecamere invadenti che lo spettacolarizzano, distraendo l’attenzione dall’uomo
e dalla passione. In alcuni casi si parla anche di tifosi, collezionisti dalla
rara capacità di distinguere la bicicletta di un determinato corridore in mezzo
alle altre, e di appassionati in grado di parlare dei loro atleti preferiti
rivestendoli delle terzine dantesche o di quelle omeriche. E’ un libro che a
suo modo ha catturato anche me, che sono parecchio distante da questo mondo,
per quanto siano proprio di ciclisti i primi nomi di sportivi che ho imparato
da bambina, sentendoli ripetere ossessivamente in televisione dall’onnipresente
Adriano De Zan in determinati periodi dell’anno. Merckx e Gimondi (e in
sottofondo De Zan ), Merckx e Gimondi, Merckx e Gimondi: uno scioglilingua, un’invocazione
agli dei, una maledizione/benedizione misteriosa, uno scongiuro contro tutti i
mali. Ecco cosa pensavo da bambina sentendoli in cantilena...se avete provato
qualcosa di simile nella vostra infanzia, se siete appassionati di ciclismo e
volete uno sguardo inconsueto su questo mondo, o semplicemente se volete
allargare i vostri orizzonti, allora Il dio della bicicletta è il libro che fa
per voi, e Marco Ballestracci la voce narrante da ascoltare dal vivo quando
verrà nelle vostre città!