Non distogliere gli occhi dai punti in cui Humbert allude, con estrema eleganza sensuale, ai suoi rapporti fisici con Lolita: non serve. Troverà il modo di raccontarteli comunque, e tu dovrai ascoltare, pur morendo dalla voglia di strangolarlo. Così è capitato a me. Ho odiato Humbert dalle prime rivelazioni che fa di se stesso, e l’ho disprezzato, augurandogli ogni tipo di sofferenza. Ho anche cercato di chiudere le orecchie alle sue spiegazioni melliflue, ma non vi sono riuscita sempre. Non volevo provare simpatia per quell’uomo. Tuttavia, ho visto quasi subito che non ce n’era bisogno. Humbert è schiavo di se stesso e della sua passione inamovibile per le ragazzine. Lolita, tuttavia, non è un angelo di purezza inconsapevole del male del mondo, corrotto dal demonio quarantenne. Per quanto la vediamo vivere nel punto di vista del suddetto demonio, la ragazzina ha un certo lato torbido non meno pronunciato. Certe sue mosse non sono completamente “inconsapevoli”. Quando Humbert la possiede per la prima volta, lei sa molto bene quello che sta capitando perché...non è stata la sua prima volta. Ricordate che gli auguravo ogni genere di sofferenza? Questa è stata la mia ricompensa: vedere i piani dell’uomo, e soprattutto il suo godimento pregustato e cercato ossessivamente, sfumare in un rimpianto sormontato dalla scritta luminosa FREGATO! Ho gongolato, davvero, mentre scorreva il suo piagnisteo. Non potevo aspettarmi che abbandonasse Lolita, offeso per non essere stato il primo, anche perché la sua passione malsana aveva troppo bisogno di manifestarsi con lei e di nutrirsi di lei per farlo. Humbert si abbarbica a Lolita come una pianta rampicante ad un muro, mai completamente soddisfatto, sempre in ansia, e non solo per paura di essere scoperto e arrestato. Teme troppo che lei gli sfugga, che non gli permetta di toccarla e di viverla, al punto da accettare tutti i suoi capricci, la sua tirannia di bambina-donna instabile e insicura, il suo evidente disgusto, e la sua mal sopportata rassegnazione ad una situazione di padre e figlia alquanto sui generis. La ragazzina accetta il suo amore crudele, egoista, ricattatorio, ma fa di tutto per non esserne vittima. Vuole sopravvivere, e scopre di poterlo fare facendosi mantenere da Humbert, facendosi acquistare oggetti e libri che dimentica e accantona un momento dopo, come capita con le cose ottenute senza sforzo, facendo leva sulle debolezze altrui. Lui soddisfa la sua brama con lei, usando il ricatto, il denaro, i regali, la crudeltà, vedendo bene che non è amato, ma altrettanto usato e sopportato. Impazzisce di gelosia verso tutti gli altri uomini, che sembrano, tutti, cadere vittime del fascino precoce e un po’ sporco di Lolita, che lei ha imparato ad attirare con sguardi obliqui, o con un sorriso infantile. Per quanto riesca a sfuggire alle mani asfissianti di Humbert, almeno per un breve periodo, il suo fascino e la sua capacità di dominare gli uomini non le sarà di aiuto e non le porterà buoni risultati. Vivere la sua passione controversa, e tutti i sentimenti contraddittori di amore-odio, di fascino-ripulsa, non porterà bene nemmeno a Humbert, che spesso delira prigioniero di un mondo tutto suo, pieno di rivali pericolosi da sopprimere. Ora che sono arrivata alla fine del libro, posso dire che continuo a odiare Humbert, ma in modo diverso. All’inizio, davanti a certe sue dichiarazioni eccessive, urlavo: vieni qui, mostro immondo! Metti la testa sul ceppo, e zitto! diventando sorda a qualunque altra cosa che non fosse la mia indignazione, perché volevo darci un taglio (di mannaia) con lui, da “giustiziere della notte”. Ora, di fronte alla doppiezza e al disgusto accondiscendente di Lolita, mi rendo conto che ha trovato la sua ricompensa e la sua condanna. Non mi sarei tirata indietro, se si fosse trattato di assestare un paio di schiaffoni ben decisi anche alla ragazzina, che ho trovato irritante in più occasioni. Ammetto che giudicavo pesantemente anche lei, perché in certa misura accettava la compagnia e il contatto del mostro, e non si ribellava con la forza che (secondo il mio parere) sarebbe stato giusto attendersi da una ragazza nella sua situazione. Una sottolineatura di Humbert mette in evidenza quanto Lolita fosse inerme, da un certo punto di vista. Non poteva andare da nessun’altra parte, almeno non subito, ed era completamente sola. Si è rassegnata, e ha cercato di ottenere il massimo, pur essendo costretta a cedere. Dall’altra parte rimanevano il mio parere e le mie aspettative. Tuttavia...e se, almeno un po’, Humbert e il suo amore mezzo tinto, fossero poi piaciuti a Lolita? Se le piacesse essere adorata, amata, e servita, anche in quel modo, da chi io giudico come mostro? Posso considerare rivoltante l’intera vicenda, e mostruosi i personaggi, ciascuno a suo modo, e posso arrabbiarmi perché non reagiscono e non fanno come IO mi aspetto che debbano fare. Tuttavia, ripeto, questo rimane un mio parere, e rimangono le mie aspettative. Difficile rispondere a domande di questo genere, vero? Sono estremamente scomode, e scuotono le certezze, se ci si sporge a considerare altri punti di vista. In conclusione, posso dire che rileggerò Lolita con piacere. Mi ha dato da riflettere, mi ha scosso come non mai, mi ha fatto capire, mi ha fatto arrabbiare, mi ha trascinata in un’altra dimensione, mi ha fatto guardare in un pozzo buio con oscuri riflessi e movimenti. Leggerò altro di Nabokov: voglio vedere cosa riesce a offrire il suo spirito, dopo Lolita.
martedì 8 ottobre 2013
Lolita – La contradditorietà fatta libro.
Mi mancano poche pagine per arrivare a finirlo, ma ancora
non riesco ad aspettare, prima di scriverne di nuovo. Non posso dire che questo
libro mi piaccia, perché lo amo. Leggerlo è stata un’esperienza variegata e
intensa, come non mi capitava da parecchio tempo. E’ stato liberatorio, perché
ha sbloccato alcuni ringhi trattenuti da troppo tempo. E’ stato stancante,
perché la prosa di Nabokov è ricca, a tratti stordente, pomposa, sfuggente,
pesante, martellante. Il traduttore deve aver alzato le mani in segno di resa
diverse volte, e non solo grazie a parecchi giochi di parole molto difficili da
tradurre. I sentimenti sanguigni e vischiosi di Humbert non sono affatto facili
da descrivere: non è mai questione di “amo, odio, mi piace, non mi piace”. Infiniti
chiaroscuri di sentimenti, estremamente contraddittori e torbidi, che agitano
Humbert, ma anche Lolita: eppure Nabokov riesce a trovare le parole e le
espressioni per raccontarli e farli capire, tutti. Diverse volte mi sono
fermata e ho riletto interi pezzi, assaporandoli, andando lentamente, come se
avessi imparato a leggere da poco: erano veramente anni che non mi capitava
qualcosa di simile. Per natura e abitudine, leggo velocemente, e diverse volte
mi capita persino di divorare intere pagine senza accorgermene, perché riesco a
indovinare senza troppo sforzo cosa capiterà, le parole che verranno usate,
perfino intere espressioni. Con questo libro, non è possibile farlo. Ti
costringe a leggere quasi compitando ogni parola, ti afferra alla gola e ti
costringe a guardare, ascoltare, a essere attento. Se ti distrai, perdi pezzi
importanti. Dovrai ritornare sui tuoi passi e recuperarli. Non è solo una
questione di lingua: Nabokov pubblica il libro nel ’55, e in italiano viene
tradotto nel ’59, quando le strutture espressive sono più complesse, più
formali, e infinitamente più interessanti . (E’ un parere un po’ pesante, il
mio, ma permettetemi la caduta nostalgica nella parentesi: per troppo tempo ho
letto prosa semplice, al limite dell’incolore, qualche volta farcita da orribili
errori di grammatica e di ortografia NON SCUSABILI se si è nati in questo territorio.
Quando ho posato gli occhi su quelle pagine così ricche e corrette, ho pianto
di sollievo).
Non distogliere gli occhi dai punti in cui Humbert allude, con estrema eleganza sensuale, ai suoi rapporti fisici con Lolita: non serve. Troverà il modo di raccontarteli comunque, e tu dovrai ascoltare, pur morendo dalla voglia di strangolarlo. Così è capitato a me. Ho odiato Humbert dalle prime rivelazioni che fa di se stesso, e l’ho disprezzato, augurandogli ogni tipo di sofferenza. Ho anche cercato di chiudere le orecchie alle sue spiegazioni melliflue, ma non vi sono riuscita sempre. Non volevo provare simpatia per quell’uomo. Tuttavia, ho visto quasi subito che non ce n’era bisogno. Humbert è schiavo di se stesso e della sua passione inamovibile per le ragazzine. Lolita, tuttavia, non è un angelo di purezza inconsapevole del male del mondo, corrotto dal demonio quarantenne. Per quanto la vediamo vivere nel punto di vista del suddetto demonio, la ragazzina ha un certo lato torbido non meno pronunciato. Certe sue mosse non sono completamente “inconsapevoli”. Quando Humbert la possiede per la prima volta, lei sa molto bene quello che sta capitando perché...non è stata la sua prima volta. Ricordate che gli auguravo ogni genere di sofferenza? Questa è stata la mia ricompensa: vedere i piani dell’uomo, e soprattutto il suo godimento pregustato e cercato ossessivamente, sfumare in un rimpianto sormontato dalla scritta luminosa FREGATO! Ho gongolato, davvero, mentre scorreva il suo piagnisteo. Non potevo aspettarmi che abbandonasse Lolita, offeso per non essere stato il primo, anche perché la sua passione malsana aveva troppo bisogno di manifestarsi con lei e di nutrirsi di lei per farlo. Humbert si abbarbica a Lolita come una pianta rampicante ad un muro, mai completamente soddisfatto, sempre in ansia, e non solo per paura di essere scoperto e arrestato. Teme troppo che lei gli sfugga, che non gli permetta di toccarla e di viverla, al punto da accettare tutti i suoi capricci, la sua tirannia di bambina-donna instabile e insicura, il suo evidente disgusto, e la sua mal sopportata rassegnazione ad una situazione di padre e figlia alquanto sui generis. La ragazzina accetta il suo amore crudele, egoista, ricattatorio, ma fa di tutto per non esserne vittima. Vuole sopravvivere, e scopre di poterlo fare facendosi mantenere da Humbert, facendosi acquistare oggetti e libri che dimentica e accantona un momento dopo, come capita con le cose ottenute senza sforzo, facendo leva sulle debolezze altrui. Lui soddisfa la sua brama con lei, usando il ricatto, il denaro, i regali, la crudeltà, vedendo bene che non è amato, ma altrettanto usato e sopportato. Impazzisce di gelosia verso tutti gli altri uomini, che sembrano, tutti, cadere vittime del fascino precoce e un po’ sporco di Lolita, che lei ha imparato ad attirare con sguardi obliqui, o con un sorriso infantile. Per quanto riesca a sfuggire alle mani asfissianti di Humbert, almeno per un breve periodo, il suo fascino e la sua capacità di dominare gli uomini non le sarà di aiuto e non le porterà buoni risultati. Vivere la sua passione controversa, e tutti i sentimenti contraddittori di amore-odio, di fascino-ripulsa, non porterà bene nemmeno a Humbert, che spesso delira prigioniero di un mondo tutto suo, pieno di rivali pericolosi da sopprimere. Ora che sono arrivata alla fine del libro, posso dire che continuo a odiare Humbert, ma in modo diverso. All’inizio, davanti a certe sue dichiarazioni eccessive, urlavo: vieni qui, mostro immondo! Metti la testa sul ceppo, e zitto! diventando sorda a qualunque altra cosa che non fosse la mia indignazione, perché volevo darci un taglio (di mannaia) con lui, da “giustiziere della notte”. Ora, di fronte alla doppiezza e al disgusto accondiscendente di Lolita, mi rendo conto che ha trovato la sua ricompensa e la sua condanna. Non mi sarei tirata indietro, se si fosse trattato di assestare un paio di schiaffoni ben decisi anche alla ragazzina, che ho trovato irritante in più occasioni. Ammetto che giudicavo pesantemente anche lei, perché in certa misura accettava la compagnia e il contatto del mostro, e non si ribellava con la forza che (secondo il mio parere) sarebbe stato giusto attendersi da una ragazza nella sua situazione. Una sottolineatura di Humbert mette in evidenza quanto Lolita fosse inerme, da un certo punto di vista. Non poteva andare da nessun’altra parte, almeno non subito, ed era completamente sola. Si è rassegnata, e ha cercato di ottenere il massimo, pur essendo costretta a cedere. Dall’altra parte rimanevano il mio parere e le mie aspettative. Tuttavia...e se, almeno un po’, Humbert e il suo amore mezzo tinto, fossero poi piaciuti a Lolita? Se le piacesse essere adorata, amata, e servita, anche in quel modo, da chi io giudico come mostro? Posso considerare rivoltante l’intera vicenda, e mostruosi i personaggi, ciascuno a suo modo, e posso arrabbiarmi perché non reagiscono e non fanno come IO mi aspetto che debbano fare. Tuttavia, ripeto, questo rimane un mio parere, e rimangono le mie aspettative. Difficile rispondere a domande di questo genere, vero? Sono estremamente scomode, e scuotono le certezze, se ci si sporge a considerare altri punti di vista. In conclusione, posso dire che rileggerò Lolita con piacere. Mi ha dato da riflettere, mi ha scosso come non mai, mi ha fatto capire, mi ha fatto arrabbiare, mi ha trascinata in un’altra dimensione, mi ha fatto guardare in un pozzo buio con oscuri riflessi e movimenti. Leggerò altro di Nabokov: voglio vedere cosa riesce a offrire il suo spirito, dopo Lolita.
Non distogliere gli occhi dai punti in cui Humbert allude, con estrema eleganza sensuale, ai suoi rapporti fisici con Lolita: non serve. Troverà il modo di raccontarteli comunque, e tu dovrai ascoltare, pur morendo dalla voglia di strangolarlo. Così è capitato a me. Ho odiato Humbert dalle prime rivelazioni che fa di se stesso, e l’ho disprezzato, augurandogli ogni tipo di sofferenza. Ho anche cercato di chiudere le orecchie alle sue spiegazioni melliflue, ma non vi sono riuscita sempre. Non volevo provare simpatia per quell’uomo. Tuttavia, ho visto quasi subito che non ce n’era bisogno. Humbert è schiavo di se stesso e della sua passione inamovibile per le ragazzine. Lolita, tuttavia, non è un angelo di purezza inconsapevole del male del mondo, corrotto dal demonio quarantenne. Per quanto la vediamo vivere nel punto di vista del suddetto demonio, la ragazzina ha un certo lato torbido non meno pronunciato. Certe sue mosse non sono completamente “inconsapevoli”. Quando Humbert la possiede per la prima volta, lei sa molto bene quello che sta capitando perché...non è stata la sua prima volta. Ricordate che gli auguravo ogni genere di sofferenza? Questa è stata la mia ricompensa: vedere i piani dell’uomo, e soprattutto il suo godimento pregustato e cercato ossessivamente, sfumare in un rimpianto sormontato dalla scritta luminosa FREGATO! Ho gongolato, davvero, mentre scorreva il suo piagnisteo. Non potevo aspettarmi che abbandonasse Lolita, offeso per non essere stato il primo, anche perché la sua passione malsana aveva troppo bisogno di manifestarsi con lei e di nutrirsi di lei per farlo. Humbert si abbarbica a Lolita come una pianta rampicante ad un muro, mai completamente soddisfatto, sempre in ansia, e non solo per paura di essere scoperto e arrestato. Teme troppo che lei gli sfugga, che non gli permetta di toccarla e di viverla, al punto da accettare tutti i suoi capricci, la sua tirannia di bambina-donna instabile e insicura, il suo evidente disgusto, e la sua mal sopportata rassegnazione ad una situazione di padre e figlia alquanto sui generis. La ragazzina accetta il suo amore crudele, egoista, ricattatorio, ma fa di tutto per non esserne vittima. Vuole sopravvivere, e scopre di poterlo fare facendosi mantenere da Humbert, facendosi acquistare oggetti e libri che dimentica e accantona un momento dopo, come capita con le cose ottenute senza sforzo, facendo leva sulle debolezze altrui. Lui soddisfa la sua brama con lei, usando il ricatto, il denaro, i regali, la crudeltà, vedendo bene che non è amato, ma altrettanto usato e sopportato. Impazzisce di gelosia verso tutti gli altri uomini, che sembrano, tutti, cadere vittime del fascino precoce e un po’ sporco di Lolita, che lei ha imparato ad attirare con sguardi obliqui, o con un sorriso infantile. Per quanto riesca a sfuggire alle mani asfissianti di Humbert, almeno per un breve periodo, il suo fascino e la sua capacità di dominare gli uomini non le sarà di aiuto e non le porterà buoni risultati. Vivere la sua passione controversa, e tutti i sentimenti contraddittori di amore-odio, di fascino-ripulsa, non porterà bene nemmeno a Humbert, che spesso delira prigioniero di un mondo tutto suo, pieno di rivali pericolosi da sopprimere. Ora che sono arrivata alla fine del libro, posso dire che continuo a odiare Humbert, ma in modo diverso. All’inizio, davanti a certe sue dichiarazioni eccessive, urlavo: vieni qui, mostro immondo! Metti la testa sul ceppo, e zitto! diventando sorda a qualunque altra cosa che non fosse la mia indignazione, perché volevo darci un taglio (di mannaia) con lui, da “giustiziere della notte”. Ora, di fronte alla doppiezza e al disgusto accondiscendente di Lolita, mi rendo conto che ha trovato la sua ricompensa e la sua condanna. Non mi sarei tirata indietro, se si fosse trattato di assestare un paio di schiaffoni ben decisi anche alla ragazzina, che ho trovato irritante in più occasioni. Ammetto che giudicavo pesantemente anche lei, perché in certa misura accettava la compagnia e il contatto del mostro, e non si ribellava con la forza che (secondo il mio parere) sarebbe stato giusto attendersi da una ragazza nella sua situazione. Una sottolineatura di Humbert mette in evidenza quanto Lolita fosse inerme, da un certo punto di vista. Non poteva andare da nessun’altra parte, almeno non subito, ed era completamente sola. Si è rassegnata, e ha cercato di ottenere il massimo, pur essendo costretta a cedere. Dall’altra parte rimanevano il mio parere e le mie aspettative. Tuttavia...e se, almeno un po’, Humbert e il suo amore mezzo tinto, fossero poi piaciuti a Lolita? Se le piacesse essere adorata, amata, e servita, anche in quel modo, da chi io giudico come mostro? Posso considerare rivoltante l’intera vicenda, e mostruosi i personaggi, ciascuno a suo modo, e posso arrabbiarmi perché non reagiscono e non fanno come IO mi aspetto che debbano fare. Tuttavia, ripeto, questo rimane un mio parere, e rimangono le mie aspettative. Difficile rispondere a domande di questo genere, vero? Sono estremamente scomode, e scuotono le certezze, se ci si sporge a considerare altri punti di vista. In conclusione, posso dire che rileggerò Lolita con piacere. Mi ha dato da riflettere, mi ha scosso come non mai, mi ha fatto capire, mi ha fatto arrabbiare, mi ha trascinata in un’altra dimensione, mi ha fatto guardare in un pozzo buio con oscuri riflessi e movimenti. Leggerò altro di Nabokov: voglio vedere cosa riesce a offrire il suo spirito, dopo Lolita.
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"Non c'è speranza che tu venga? Dimmi soltanto questo."
RispondiEliminaMi coprii la faccia con la mano e piansi le lacrime più cocenti che avessi mai versato.
Le sentii serpeggiare tra le dita e giù per il mento, e scottarmi, e mi si chiuse il naso, e non riuscivo a smettere, e poi lei mi toccò il polso.
"Se mi tocchi muoio".
Questa è la citazione di cui di parlavo l'altra volta, del brivido che ogni volta sento a leggerla e mi permetto di riportartela ora perché credo che tu sia arrivata a quel punto.
Humbert è un mostro, non c'è ombra di dubbio, ma è così vittima della propria ossessione che mi ha lasciato solo una gran pena. Come Lolita del resto, verso la quale credo di aver provato altrettanta rabbia, anche se a gradazioni diverse rispetto a Humbert: ho sempre pensato (e continuo a credere) che l'infanzia sia una cosa sacra, io stessa mi ci sono rintanata più a lungo possibile, forse anche troppo, e avrei voluto che nonostante tutto Lolita serbasse rispetto per se stessa nonostante le situazioni che ha dovuto affrontare. Perché poi possiamo ritrovare nella sua vita tutte le attenuanti del caso, però c'è anche da dire, almeno credo, che le esperienze passate possono essere affrontate, elaborate e superate in modo diverso.
Condivido le tue impressioni, dalla prima all'ultima, su Humbert e Lolita. Humbert si infligge da solo l'estasi e il tormento, che poi alla fine lo porteranno a commettere crimini. La sua passione è troppo forte e non riesce a contenerla. Anche Lolita avrebbe dovuto sapere che le sue azioni avrebbero avuto una serie di ripercussioni soprattutto su se stessa...ed è vero, lei non ha avuto rispetto di se stessa, e nemmeno quando è cresciuta un po' di più, ha pensato che avrebbe dovuto proteggersi prima di tutto.
EliminaNon ho mai letto questo libro, ho visto diverse volte il film e il personaggio di Humbert mi ha sempre fatto senso, ma anche Lolita, che appunto trovavo viscida quanto lui.
RispondiEliminaHai scritto un recensione incredibile, l'ho riletta più volte, mi hai fatto venire voglia di leggerlo, magari non ora, ci vuole troppa concentrazione visto il tipo di scrittura e adesso non riuscirei, magari tra qualche mese. Grazie di cuore, sei davvero brava a scrivere, magari non lo so ancora io ma sei una scrittrice di professione? Incanta leggerti. Un abbraccio.
Sara
Grazie per l'apprezzamento! No, non sono una scrittrice di professione: scrivo spinta dall'energia lasciata dalla lettura.
EliminaSì, conviene leggere questo libro quando sarai un po' più libera, perché è un bel peso da gestire. Offre molto, e ti fa pensare altrettanto...quando lo leggerai, sarò curiosa di conoscere anche il tuo parere.
Ogni volta che passo qui trovo sempre bei racconti,storie e fatti davvero splendidi,è come trovarsi in un mondo parallelo e mi piace molto!
RispondiEliminaBenvenuta nel mio mondo! :-D
EliminaHo visto il film per un dovere universitario e mi ha turbata, ma un libro di solito riesce a darmi emozioni diverse, più forti, strozzate, dirompenti...Ho letto con cura tutto il tuo commento e mi è nata la curiosità, ho voglia di arrabbiarmi, ho voglia di capire, ho voglia di scoprire questo capolavoro degli anni '50...Tu scuoti la lettrice che c'è in me e riesci a toccare le corde giuste...Mi piacerebbe, un giorno leggere qualche tua opera, sono sicura che nel cassetto, avrai dei capolavori d'autore...oltre a leggere, scrivi troppo bene e non credo di sbagliarmi...
RispondiEliminaun bacino
IMPOSSIBILE FERMARE I BATTITI //PAGINA FB /GIVEAWAY
Se vuoi arrabbiarti e capire, con Lolita non te ne mancheranno le occasioni!
EliminaDi sicuro, non è un libro che lascia indifferenti, ed è persino "terapeutico", in certa misura.
Grazie per l'apprezzamento, mi fa davvero piacere che ti piaccia il mio modo di scrivere. Per il momento non ho ancora in cantiere nessun libro...ma potrebbe sempre cambiare la situazione! :-D
Ciao!! Se ti va di passare da me c'è un premio per il tuo blog :)...
RispondiEliminaserendipityofficinadelleidee.blogspot.it
Grazie! Vengo subito a visitarti!
EliminaPrendo lo spunto da quanto scrivi riguardo il romanzo di Nbokov " Lolita" e aggiungo questi miei pensieri. Lo stile di Nabokov, altamente lirico ed evocativo, da molta critica é considerato un miscuglio ma ben dosato degli stili più disparati: all’interno dello stesso periodo possiamo infatti ritrovare la lingua colta di Humbert Humbert, il gergo di Lolita e lo stile didascalico delle guide per automobilisti. Dissonanze e assonanze si alternano in una parodia incessante di tutto e di tutti. Si può considerare Lolita un iper-romanzo che abbraccia una fascia di lettori praticamente onnicomprensiva?
RispondiEliminaInfatti ci si può divertire a ricostruire le citazioni interne; si possono cogliere le citazioni esterne una ad una ; si può leggere il testo in inglese per assaporare gli squisiti giochi di parole; e infine si può fare tutto questo insieme, possibilmente ad una seconda lettura. Ognuna di queste operazioni credo sia stimolata proprio dal testo.
buona giovedì
simonetta
Sì. Hai perfettamente ragione: il tuo commento rispecchia in pieno quello che fa davvero Nabokov nel suo libro. Io mi sono concentrata sul contenuto, e sulle reazioni che mi ha suscitato, ma l'aspetto della prosa così multiforme e dell'iper-romanzo ci sono eccome! E' uno dei motivi che mi hanno fatto amare così tanto questo libro: è uno scrigno di tesori multi-strato.
EliminaE una seconda lettura a caccia delle citazioni e delle dissonanze si rende, a questo punto, necessaria.
Grazie per averlo sottolineato! :-)
Questa settimana il mio blog ti consegna IL GUFETTO PORTAFORTUNA e motiva questa scelta
RispondiEliminahttp://letturesenzatempo.blogspot.it/2013/09/il-gufetto-portafortuna-i-miei-blog.html
Il tuo blog si presenta proprio come piace a me perciò prendi il gufetto ponilo sul tuo bog ...ti poterà ulteriore fortuna
buon giornata
simonetta
Grazie mille per l'apprezzamento e il premio: corro a portare il tuo bel gufetto nel mio blog. :-D
EliminaBene. Sono più che mai felice di averlo “mollato”, grazie per le informazioni!
RispondiEliminaSono consapevole del mondo vario ed avariato in cui vivo, ma almeno nei libri posso scegliere cosa evitare.
Sarà l’effetto – Follett: mi sento più “priore Philip style” sì, va be’, con qualche differenza…
:-D
Direi che il priore Philip è un gran bel modello "di stile" da seguire...con l'influenza di Follett ancora in corso (e vedrai con Mondo senza fine), è difficile prendere in esame molto altro. Almeno, a me capitava così.
EliminaForse, non è ancora il momento giusto per Lolita. Io ci ho messo oltre vent'anni, prima di leggerlo, ed è arrivato proprio quando ne avevo bisogno.
Tuttavia, se anche non dovesse mai arrivare quel momento...pazienza: quanti libri stampano nel mondo, al giorno? Sono tutti lì, aspettano solo che qualcuno li adotti! :-D
Questo libro l'ho letto tanti tanti anni fa....non mi ricordo più molto
RispondiEliminati ho scoperta dal linky party di orecchini e gioielli e ti seguo con piacere
un baciotto
http://follettinadelfeltro.blogspot.it/
Grazie mille, vengo a visitarti!
EliminaAspettavo la seconda parte del tuo articolo sul libro di Nabokov, e devo dire che è arrivata molto prima del previsto (ma oramai non mi stupisco più della tua rapidità, l'avessi io! :-)). E' un articolo scritto di getto e con molta passione: si vede che il romanzo ti ha colpito! L'hai scandagliato per lungo e per largo, e hai offerto un'idea molto chiara anche a chi come me non l'ha letto. Mi hai convinto: ero un po' scettico all'inizio, ma devo ammettere che mi hai incuriosito. Se poi lo stile è accattivante come dici, ci sarà un altro motivo in più!
RispondiEliminaSì, leggere questo libro vale davvero la pena cui ti sottopone. Almeno, per me è stato così: il vespaio di sentimenti e di reazioni che mi ha suscitato, "solo" per il contenuto, mi sta agitando ancora adesso, e la gioia di aver letto un libro così corposo e denso non si acquieta. Lo stile è d'altri tempi, ma è così trascinante che quasi non te ne accorgi, e ne vuoi sempre di più. Attendo i tuoi commenti, quando lo leggerai...
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